31 research outputs found

    La prelazione quale strumento di fruizione dei beni culturali alla collettività

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    Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs 22 gennaio 2004, n.42) disciplina la prelazione artistica. L’istituto governa la commercializzazione dei beni culturali, ovvero gli atti che ne trasferiscono in tutto in parte, a qualsiasi titolo, la proprietà o la detenzione. Lo studio si sofferma, in particolare, sulla natura ablativa della prelazione legale e ne rinviene una nuova ratio nel controllo dell’autonomia negoziale dei privati al fine del perseguimento dell’interesse generale alla conservazione e al pubblico godimento dei beni culturali (artt. 2, 3, 9, 42, 44 e 47 Cost.)

    La disciplina dei beni culturali tra tradizione e innovazione. Tutela gestione e valorizzazione

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    Il cinquantenario della Corte costituzionale offre l'occasione di ricerca e di studio delle sentenze in materia di beni culturali. Dall'analisi emerge il valore primario e trasversale dei beni culturali che non va subordinato a nessun valore di tipo economico, il cui valore,grazie ad una costante azione interpretativa della Consulta,viene suffragato dall'implementazione delle attività di tutela e valorizzazione dei beni medesimi

    Questioni su validità ed effettività del diritto di privativa

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    Il lavoro prende in esame il contenuto del diritto di brevetto euro- peo, unitario e nazionale, al fine di verificarne l’effettività della tutela alla luce dei casi concreti, nell’ottica di un contemperamento tra interessi di carattere esclusivamente privato (del titolare o del licenziatario e dei terzi contraffattori) e interessi di carattere superindividuale, ossia delle altre imprese, della concorrenza, del mercato e del consumatore.The essay examines the European and Italian patent to ensure the ef- fectiveness of patent protection in view of case law. This is to balance individual (between patent holder and patent infringers) and superindi- vidual interests, of the other companies, of competition on the market and of the consumers

    Il diritto di proprietà tra pluralismo delle fonti e unitarietà dell'ordinamento

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    L’istituto della proprietà è oggetto di una disciplina multilivello: nazionale, comunitaria e di altri organismi sovranazionali, si pensi alla CEDU, alla Carta di Nizza e al Trattato di Lisbona, nonché alla Banca mondiale, ove la proprietà viene configurata quale diritto fondamentale della personalità. Esso, infatti, non costituisce un diritto astratto, a sé stante, ma parte integrante e irrinunciabile di un più complesso sistema di diritti che si inserisce in un nuovo sistema delle fonti che permea l’intera vita sociale ed economica, contribuendone allo sviluppo. Alla luce di tali premesse, un’analisi dell’istituto della proprietà non può, oggi, prescindere dal contesto di integrazione europea e globale in cui viene a trovarsi. La pluralità di ordinamenti , in un sistema italo-comunitario delle fonti, non determina sovrapposizioni né, tantomeno, una gerarchia ma rapporti di interazione con integrazione reciproca che, proprio nella proprietà privata, trovano massima espressione. La promozione, infatti, dell’unione economica, monetaria e dello sviluppo equilibrato delle attività economiche dei Paesi membri si è, inevitabilmente, tradotta in una normativa che incide sulla proprietà, non nel senso di limitarla ma nel senso di renderne necessaria la modulazione in funzione del conseguimento del contemperamento degli interessi sottesi. Di qui lo scopo del lavoro che dell’esame della giurisprudenza costituzionale, comunitaria, della Cedu e, soprattutto del Trattato di Lisbona, propone un’interpretazione sistematico assiologica, ove la proprietà privata viene ricostruita quale istituto centrale dell’ordinamento giuridico, sintesi dei valori di solidarietà e sussidiarietà propugnati dalla Costituzione che, dell’unitario sistema delle fonti, rappresenta un pilastro

    Gestione e valorizzazione dei beni culturali

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    Il lavoro supporta scientificamente l’inserimento della Mostra d’Oltremare, quale bene culturale moderno, nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco, ricostruendo, con analisi critica dottrinaria e giurisprudenziale, l’unicità della destinazione del bene quale parco urbano attrezzato

    IL RUOLO DEL PRIVATO NELLA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI.IL CONTRATTO DI SPONSORIZZAZIONE.

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    IL CONTRATTO DI SPONSORIZZAZIONE DA CONTRATTO ATIPICO DIVENTA TIPICO NEL SETTORE RADIOTELEVISIVO CON LA L.6 AGOSTO 1990, N. 223(C.D. LEGGE MAMMI')E, PIU' DI RECENTE, NEL CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO (DLGS. N. 42 DEL 2004).IL LAVORO ANALIZZA LA SPONSORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI IN MODO CRITICO, SOTTOLINEANDO L'IMPORTANTE RUOLO CHE IL PRIVATO PUO' ASSUMERE IN TALE CONTRATTO, REALIZZANDO QUEL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA' ORIZZONTALE GIA' PROPUGNATO DALLA COSTITUZIONE (ART. 118 COST.) E AMPIAMENTE RIPRESO NEL CODICE DEI BENI CULTURALI (ART.6)
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