12 research outputs found

    L'Andata al Calvario di Nikolaos Tzafouris già nelle collezioni Matterozzi di Urbania: un'opera ritrovata

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    The collection of sacred art works belonging to Count Alessandro Matterozzi (1713-1783) from Urbania was dispersed in the late nineteenth and early twentieth centuries. The historical sources mention the significant presence of a group of works in the collection by the Italian Primitives, including an icon with a gold backgrond depicting Christ Bearing the Cross by the Cretan artist Nikolaos Tzafouris (documented 1487-1500). Previously only known through written document, this work can now be identified as the panel preserved in the Metropolitan Museum of Art, New York, since 1929

    Fake news e culto raffaellesco: la pala Matterozzi di Giovanni Santi

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    Tra le contraffazioni possibili nella storia dell'arte, ve n'è una molto comune: l'attribuzione. Nel caso specifico, la Sacra Conversazione di Giovanni Santi a Berlino detta pala Matterozzi, la contraffazione non riguarda l'autore ma il ritrattato: le fonti raccontano che, nel Settecento, il giovane donatore raffigurato a sinistra nella scena sacra era identificato nel figlio del pittore, Raffaello Sanzio. La fama che il Sanzio raggiunse, e insieme l'assenza di sue opere nella sua terra natale, fece sì che fiorissero, tra Sette e Ottocento, diverse tradizioni di identificazione dell'Urbinate in dipinti realizzati da suo padre. Oltre a queste tradizioni legate alla memoria dell'illustre figlio, la fama di Giovanni Santi non fu però altrettanto grande. La memoria di questo modesto artista ma eccelso padre fu in gran parte offuscata da quella del figlio. Tanti dipinti furono venduti, tra cui la Sacra Conversazione oggi a Berlino, e non ricevettero molta attenzione dagli studi. Tanto che, nel caso specifico, la critica ha creduto per decenni si trattasse di dipinto andato distrutto nella Seconda guerra mondiale. Ma era un errore, una "fake news"

    Il "museo sagro" perduto di Alessandro Matterozzi, promotore di coscienza storica a Urbania nel Settecento

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    Il saggio approfondisce e completa le precedenti pubblicazioni dell'autore dedicate alla collezione Matterozzi, qui con un taglio rivolto alle ragioni teologiche, politiche, culturali dell'allestimento. La perduta collezione, i cui pezzi sparsi superstiti sono oggi conservati in più musei d'Italia e del mondo, è ricostruita attraverso la pubblicazione dell' altrimenti inedito inventario del 1828

    La politica dei ritratti scolpiti. Attorno al busto di Francesco Maria II Della Rovere di Giovanni Bandini

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    The bust of Francesco Maria II Della Rovere, last Duke of Urbino, was sculpted by Giovanni Bandini in 1583, but the drapery was added by Giovan Battista Foggini in 1691 ca. Giovanni Bandini (1539/1540-1599) at the service of Francesco Maria II realized the marble bust of his patron as well as a group of portraits of the Duke's grandfather, Francesco Maria I. This paper aims to connect the commission of the sculpted portraits to the political agenda and to the unfortunate dynastic vicissitudes of Francesco Maria II, against the backdrop of the events that led to the devolution of Urbino to the Holy See in 1631

    La pala Matterozzi. Breve ricomposizione di una storia tortuosa

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    Il saggio prende in esame le vicende critiche e collezionistiche della "Sacra conversazione" detta pala Matterozzi di Giovanni Santi, tavola già creduta perduta nel corso della Seconda guerra mondiale e invece tuttora conservata nei depositi della Gemäldegalerie di Berlino. Dipinta per la chiesa di San Domenico di Urbino, la pala fu venduta nel XVIII secolo al conte Alessandro Matterozzi di Urbania, i cui eredi la tagliarono in seguito in tre pannelli poi riuniti e acquistati da Gustav Friedrich Waagen nel 1841-1842 per la pinacoteca berlinese

    Il "museo sagro" Matterozzi e l'Accademia Pesarese. Un progetto culturale fra cattolicesimo e illuminismo

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    Il collezionista d'arte sacra Alessandro Matterozzi (1713-1783) di Urbania ebbe documentati rapporti epistolari con i personaggi più importanti dell'Accademia Pesarese, documenti che permettono di inserire la vicenda collezionistica nel contesto storico della cultura erudita marchigiana degli ultimi decenni dell'Antico regime, quando anche agli ambienti aristocratici dello Stato Pontificio si fanno evidenti i primi sintomi del nuovo corso che sarà imposto poi dalla Rivoluzione Francese. L'attività del Matterozzi e dei suoi colti corrispondenti in favore della diffusione della cultura e della coscienza storica presso le rispettive comunità costituisce così una sorta di risposta culturale ai grandi cambiamenti sociali europei, e uno dei precedenti alle ben più sistematiche e organiche iniziative che in tal senso saranno poi operate nell'Ottocento in tutta Italia, in parallelo con lo sviluppo di una coscienza nazionale

    Nicolò Rondinelli (Ravenna 1450 circa - 1510?). Madonna con il Bambino in trono e angeli musicanti tra i santi Tommaso d'Aquino, Maria Maddalena, Caterina d'Alessandria e Giovanni Battista

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    La scheda di catalogo descrive la Sacra conversazione di Nicolò Rondinelli conservata presso il Museo d'arte della città di Ravenna, tavola che si colloca stilisticamente nel periodo di passaggio dal descrittivismo del periodo giovanile, caratterizzato dall'alunnato presso Giovanni Bellini, a quello maturo, dove il tonalismo e l'intonazione sentimentale assumono toni più pacati. In linea col tema della mostra dedicata alle vicende post-napoleoniche, particolare risalto è dato alla storia del dipinto in relazione alla nascita della pinacoteca pubblica dell'Accademia ravennate in epoca di Restaurazione

    "Adornata con angeli di marmo". Novità sul Tabernacolo del Santissimo Sacramento di Donatello e sulla Madonna della Febbre nel Seicento

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    Il contributo ricostruisce la storia seicentesca della Madonna della Febbre e del Tabernacolo del Santissimo Sacramento di Donatello all'interno del complesso di San Pietro in Vaticano, nella cornice delle distruzioni e della ricollocazione delle memorie dell'antica basilica, attraverso un'analisi delle fonti che descrissero i vari spostamenti dei due oggetti che, provenienti da contesti differenti, finirono per essere congiunti in un unico altare nel 1634 nella cappella del Crocifisso - oggi della Pietà - e infine traslati a fine Seicento nella rotonda di Santa Maria della Febbre, poi sostituita dalla Sagrestia di Carlo Marchionni

    Francesco Maria II della Rovere, Casteldurante e Urbania. La memoria dell'ultimo duca di Urbino nella forma mutevole di una città / Francesco Maria II della Rovere, Casteldurante and Urbania. The memory of the last Duke of Urbino in the changing form of a city

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    Il contributo prende in esame la storia di alcuni monumenti della città di Urbania (PU), Casteldurante fino al 1636, legati alla memoria di Francesco Maria II della Rovere (1549-1631), sesto e ultimo duca di Urbino. A partire dalla perduta perduta biblioteca ducale fino alle residenze extraurbane, i contesti architettonici, ambientali e culturali vengono analizzati alla luce delle ingenti perdite subite dal patrimonio storico artistico della cittadina marchigiana a causa di alienazioni, demolizioni, vicende belliche, speculazione edilizia

    In Corso d'Opera 3. Giornate di studio dei dottorandi di ricerca in Storia dell'Arte della Sapienza Università di Roma

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    Organizzazione delle due giornate di convegno presso le due sedi indicate. Realizzazione del calendario degli interventi. Stesura del testo di apertura delle sessioni. Divisione degli interventi per sessioni. Ricerca moderatori. Rapporti con servizi stampa. Gestione amministrativa budget. Preparazione degli atti del convegno
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