56 research outputs found

    POLITICA INDUSTRIALE NEGLI STATI UNITI. Teoria, pratiche e una proposta per mitigare i “Government Failures”

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    In recent years, especially during the global economic crisis, the industrial policy has emerged in political, academic, and public debate as one of the main topics in the promotion of socio-economic development. Alongside this “rebirth”, however, the difficulty of the government to implementing effective and efficient interventions has been highlighted. The main goal of this work is to understand, through the study of the American case, the characteristics and the major causes of the failures of the industrial policy, in order to formulate new proposals to improving the effectiveness and efficiency of the interventions. The first part of the thesis describes the dominant theoretical approaches to public intervention. Reinterpreting this debate, this work illustrates how industrial policy should be considered, how State and Market can coexist, and in which way government intervention can be a tool to amplify the collective benefits arising from the productive dynamics. The second part of the work focuses on the historical reality, analyzing the US industrial policy since the early 80s to the first term of the Obama administration. In order to understand the role that can be played by government in modern economies, the study of the American case is extremely relevant. In fact, while the “traditional” rhetoric of the government, rooted in the US since the years of the Washington Consensus, has always rejected the industrial policy, it has been a constant presence in the history of American development. Therefore, in this scenario it is necessary to overcome the ideological debate on public intervention, and improve the ability of governments to respond to the challenges raised by the contemporary context. Starting from these considerations, the third part of the work focuses in particular on problems related to the promotion of strategic sectors. In this area a proposal to mitigate the vulnerability of the government in the defining of the policy goals is presented. The main idea developed is to establish a set of criteria to support public decision-makers in the identification of strategic sectors, thus promoting a more rigorous and transparent procedure of decision-making. In this regard, it is built a statistical tool - the Strategic Sector Index (SSI) – which synthesizes the value of different sectoral variables and provides a ranking of the strategic sectors for a given economy on the basis of policy priorities

    Politica industriale e sviluppo sostenibile

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    Il libro riproduce ed amplia le relazioni presentate al workshop del 3 ottobre 2014 presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Parma, ad opera di studiosi appartenenti all’Università di Ferrara, allo Iefe-Università Bocconi di Milano, all’Università di Modena, alla Scuola Sant’Anna di Pisa, nonché alla stessa Università di Parma. I cinque contributi qui presentati fotografano cinque diversi aspetti del rapporto fra politica industriale (più in generale crescita economica diretta dalle istituzioni pubbliche) e sviluppo sostenibile: a livello nazionale, il possibile trade-off fra i due obiettivi di politica industriale e di sostenibilità ambientale nel tentativo di gerarchizzare i “settori strategici”, e la necessità che questo trade-off sia parzialmente compensato a livello di sforzo innovativo (Di Tommaso e Tassinari); a livello internazionale, la possibilità che politiche industriali nazionali non operino all’interno di un gioco a somma zero, ma diano risultati favorevoli al raggiungimento di un bene pubblico globale quale il cambiamento climatico (Fabbri e Ninni); a livello di imprese, la tendenziale riduzione delle contraddizioni fra incentivi al loro operare e “impronta” ambientale, grazie agli accordi volontari e in particolare all’importante ruolo della certificazione (Frey); a livello di istituzioni, l’esistenza di tipologie diverse di obiettivi e di strumenti a livello nazionale e a livello locale, e l’analisi in un confronto tra paesi europei delle caratteristiche delle politiche ambientali impostate a livello sub-nazionale (Croci e Molteni); a livello di mercato del lavoro, l’effetto sul tessuto industriale delle politiche di aumento della flessibilità del lavoro nella singola impresa, come aspetto particolare di una ridiscussione più ampia del concetto di sostenibilità ambientale e dei suoi rapporti con la politica nei confronti delle imprese (Giovannetti)

    Lesson learned in big data for dairy cattle: advanced analytics for heat stress detection

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    This report provides an overview of the strategies for data management and data analysis developed within the EU project EIT Food DairySust “Big data and advanced analytics for sustainable management of the dairy cattle sector”. The main ambition of this project is to improve sustainability and animal welfare, besides productivity, in dairy farming, through advanced data analytics for every level of stakeholders. Good data management, in terms of acquisition, processing, harmonization and imputation, is required for good modelling for early diagnosis and for the identification of optimal prevention strategies, particularly in fields where monitoring can collect very heterogeneous data, and for which agreed protocols have not yet been standardized. The project investigated the “ecosystem” of data and application strategies for sharing computer resources and information in a secure and organic manner. This research first developed an optimal computational ecosystem based on the integration and harmonization of heterogeneous data types. Classical and advanced modelling strategies were used and compared. The results are suitable to provide the stakeholders with improved decision-making process about animal welfare and sustainability of the production. This report focuses on the implementation of a numerical model for the assessment of the impact of heat stress on milk production and provides a feedback on it

    ECACL (European and Chinese Approach to Commercial Law)

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    L'ordinamento cinese ha avuto, negli ultimi decenni, una profonda evoluzione, per molti aspetti correlata alla clamorosa crescita in termini economici di cui \ue8 stata protagonista la Repubblica Popolare. Questo ha fatto s\uec che all'enorme interesse riservato dall'imprenditoria occidentale a tale mercato si sia accompagnata una crescente attenzione della dottrina europea e nordamericana nei confronti delle innovazioni che hanno caratterizzato, in tempi recenti, quell'ordinamento giuridico. Il fenomeno, proprio per via della sua correlazione con la sottostante realt\ue0 economica, ha interessato in maniera particolare il diritto commerciale, ossia quella branca del diritto che ha certamente, tra i diversi suoi ambiti d'indagine, i temi dell'innovazione e della globalizzazione. La conoscenza, in Europa, delle soluzioni normative implementate in Cina a partire dagli scorsi anni '80 \ue8 tuttavia \u2010 per motivi storici, geografici e per l'ostacolo costituito dalle rilevanti differenze linguistiche \u2010 ancora oggi insufficiente, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti attuativi. In effetti la dottrina italiana, nella sua quasi totalit\ue0. ha sempre privilegiato, nel proprio approccio comparatistico, l'Occidente all'Oriente, e ci\uf2 \ue8 ancor pi\uf9 vero se ci si limita a considerare gli studi giuridici caratterizzati da una specifica attenzione alle ragioni economiche: la carenza d\u2019innovazioni in ambito economico che ha contraddistinto la realt\ue0 cinese lungo gran parte del Novecento, in uno con la difficolt\ue0 a reperire dati su tale ambito, hanno difatti costituito un serio impedimento a questa tipologia di studi. Le lacune ricordate abbisognano, tuttavia, di essere colmate. Lo sviluppo dell'apparato produttivo e commerciale della Cina ha infatti poggiato anche su un ordinamento giuridico sempre pi\uf9 articolato e sofisticato e per ci\uf2 stesso contrassegnato da istituti di cui \ue8 bene che il legislatore italiano abbia compiuta conoscenza. Il progetto di seguito descritto intende quindi contribuire a colmare tale gap, tramite un'attenta disamina di taluni, specifici aspetti del diritto commerciale cinese, nell'ottica di appurare quali scelte legislative possano essere utilmente recepite nella nostra realt\ue0 giuridica, alla luce di criticit\ue0 e aspetti positivi. A ci\uf2 si giunger\ue0 tenendo ovviamente in considerazione i diversi modelli di sviluppo economico implementati: da un lato il c.d. \u201csocialismo di mercato\u201d, dove lo Stato svolge una funzione di pianificazione complessiva e partecipa in prima persona all'agone imprenditoriale, dall'altro una tendenziale adesione ai principi liberisti, con l'autorit\ue0 statuale che in linea di principio si limita a reprimere e, prima ancora, prevenire, le condotte abusive poste in essere dai competitor privati. La ricerca che qui si propone sar\ue0 condotta utilizzando differenti metodi interpretativi \u2010 fra cui quello noto come law and economics \u2013 cui accederanno profili di analisi economica in senso stretto. Le numerose modifiche apportate in questi ultimi anni, al sistema di diritto commerciale cinese, hanno suggerito di procedere ad una selezione che trova il suo filo conduttore nel principio della libert\ue0 d'impresa, il quale presenta una differente estensione, all\u2019interno dei due ordinamenti oggetto di disamina, in virt\uf9 delle diverse strategie politiche di base. Conseguentemente, sono state individuate le seguenti aree di ricerca, sulla base delle considerazioni esplicitate nel paragrafo \u201cIdea e obiettivi\u201d: libert\ue0 d'impresa sul piano organizzativo nel diritto societario cinese; capitale e responsabilit\ue0 dei soci: raffronto tra Italia 2 e Cina; la responsabilit\ue0 sociale d'impresa in Cina; la nuova legge cinese sulle class action in materia di securities; propriet\ue0 intellettuale e IA: Europa e Cina a confronto; accesso al mercato cinese e scelte organizzative nei processi d\u2019internazionalizzazione. L'invito presente nel bando a varare un progetto che coinvolga il Dottorato di ricerca attivo presso l'Ateneo maceratese viene accolto sotto due profili. Innanzitutto, il gruppo vede tra i partecipanti una studentessa del Corso di Dottorato in Diritto e innovazione. Inoltre, si proporr\ue0 al Collegio dei Docenti del Dottorato l'inclusione, nel programma istituzionale di attivit\ue0, dei seminari che saranno organizzati nell'ambito del progetto e del convegno che concluder\ue0 quest'ultimo, cos\uec da esporre ai dottorandi i risultati delle ricerche svolte in un contesto di confronto e arricchimento reciproco. L'attivit\ue0 di disseminazione e divulgazione dei risultati parziali e finali del progetto avr\ue0 luogo attraverso seminari e pubblicazioni scientifiche in riviste di classe A e open access. Inoltre, la comunicazione dei risultati conseguiti avverr\ue0 anche tramite iniziative \u2013 quali conferenze e workshop \u2013 destinate a svolgersi attraverso i canali extra\u2010accademici rappresentati da Confindustria Macerata, in quanto rappresentativa di una categoria naturalmente interessata ai risvolti pratici delle ricerche condotte, e dagli Istituti Confucio di Macerata e Venezia, in quanto punti di riferimento privilegiati di ogni iniziativa volta ad incrementare la conoscenza della realt\ue0 cinese. La presentazione del complesso dei risultati raggiunti avverr\ue0 invece in un convegno conclusivo, con la partecipazione in presenza dell'intero gruppo e di esperti esterni ad esso. I lavori progettuali si concluderanno con la pubblicazione, auspicabilmente all'interno della Collana curata dal Dipartimento di Giurisprudenza UniMC e comunque in open access, degli atti del convegno. \uc8 infine previsto il deposito telematico presso il Laboratorio di innovazione delle registrazioni dei seminari, del convegno e del materiale informativo medio tempore prodotto. Responsabile del progetto \ue8 il prof. Alessio Bartolacelli, coordinatore scientifico \ue8 il dott. Carlo Emanuele Pupo. Il gruppo di ricerca \ue8 formato da studiosi dotati di competenze adeguate alla realizzazione del progetto ideato e che si sono gi\ue0 confrontati con le metodiche proprie delle collaborazioni scientifiche. Il team dei giuristi \ue8 interamente riconducibile all'area privatistica, atteso che ricade nell'ambito del diritto privato la disciplina delle transazioni tra privati e la configurazione, da parte dei consociati, del modello organizzativo da utilizzare nell'esercizio dell'attivit\ue0 economica. Il team degli economisti, con i quali s\u2019instaurer\ue0 quel dialogo interdisciplinare richiesto dal bando, garantisce la massima coesione, data la comunione di metodiche di lavoro. L'attivit\ue0 di ricerca sar\ue0 caratterizzata da una continua dialettica interdisciplinare

    Interpersonal relationships, human development, and the trajectory of economic change: a social constructionist perspective

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    The development of the human being and of the institutional and economic structures in which he or she lives does not take shape from the single individual, nor from society as a whole, but from the relationships between people within their daily life contexts, where aspirations, ideals, values, suffering, love, and solidarity, amongst other things, can be expressed and regarded. By adopting a social constructionist perspective, this article aims to describe the peculiar, irreplaceable role of interpersonal relationships in human development and economic change. By transmitting specific meanings, values, knowledge, and skills to individuals, interpersonal relationships—as highly personalised human interactions—can directly bolster people’s well-being, empowerment and resilience, foster cooperation, and prosocial behaviours, and shape the actions taken at the social, political and economic levels. This approach enriches the perspective on human development advanced by the literature on the capability approach and is adopted in the paper as a profitable lens for interpreting the process of structural change, making explicit the relevance of interpersonal relationships in shaping the trajectory of economic change

    China's strategic sectors: trends in health-related manufacturing

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    This paper is a first attempt to understand how strategic the health industry is for the Chinese economy, with respect to other manufacturing sectors. We measure this by building a composite indicator able to monitor over time the contribution of the different manufacturing sectors to the overall economic performance of China. In particular, we define the strategic significance of the different manufacturing sectors according to their ability to stimulate entrepreneurship, generate employment, generate capital accumulation, meet market demand, generate profits, and produce fiscal revenues. Results suggest a good and stable contribution of the health-industry filiere to the Chinese economy. They also point to a relevant and increasing contribution of specific sub-sectors, including traditional Chinese medicine and proprietary Chinese medicine
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