36 research outputs found

    The Botanical Record of Archaeobotany Italian Network - BRAIN: a cooperative network, database and website

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    Con autorizaciĂłn de la revista para autores CSIC[EN] The BRAIN (Botanical Records of Archaeobotany Italian Network) database and network was developed by the cooperation of archaeobotanists working on Italian archaeological sites. Examples of recent research including pollen or other plant remains in analytical and synthetic papers are reported as an exemplar reference list. This paper retraces the main steps of the creation of BRAIN, from the scientific need for the first research cooperation to the website which has a free online access since 2015.Peer reviewe

    Understanding Factors Associated With Psychomotor Subtypes of Delirium in Older Inpatients With Dementia

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    I reperti carpologici della Vasca US 1050 (metà XV secolo): testimonianze vegetali dalla tavola ducale estense

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    Il presente contributo riguarda l’analisi del materiale carpologico proveniente dalla Vasca US 1050 utilizzata per l’eliminazione dei rifiuti dello stesso palazzo. Il riempimento della vasca è stato interamente attribuito, in base alle analisi di ceramica e vetro, alla seconda metà del XV secolo d.C., prima del 1479, anno in cui Eleonora d’Aragona, moglie di Ercole I d’Este, fece demolire la parte dell’edificio sovrastante il manufatto in oggetto per far posto a un ampio cortile interno, l’attuale Piazza Municipale. La Vasca US 1050, rispetto alle altre del sistema di scarico sottoposte a saggio per le analisi archeobotaniche, mostrava una buona quantità di materiali carpologici ottimamente conservati. Si è così pensato di concentrare le analisi carpologiche su questa struttura, analizzando una cospicua quantità del riempimento della stessa. Già dai primi saggi si è potuto constatare che i reperti carpologici erano da attribuire soprattutto a vegetali legati all’alimentazione umana. Per questo, una fonte rinascimentale è stata di particolare aiuto per indagare gli usi delle piante testimoniante in questo contesto e il loro significato; il libro di cucina di Cristoforo da Messisbugo (= MC), scalco della corte estense tra la fine del XV e la prima metà del XVI se- colo, opera pubblicata postuma nel 1549. Il volume contiene la lista degli ingredienti immancabili in dispensa, 14 menù dettagliati preparati dallo scalco in occasioni particolari e 323 ricette. Il Messisbugo è considerato il fondatore della grande tradizione culinaria italiana del ’500, un vero “letterato” della cucina. Il suo trattato è di fondamentale importanza come fonte con cui confrontare i dati archeobotanici, anche se, per stessa ammissione dell’autore, nell’opera non c’è posto per ricette troppo semplici "che da qualunque vile femminuccia ottimamente si sapriano fare, ma solo per le più notabili vivande". Le ricette di Messisbugo sono state poi messe a confronto con le 356 del Libro de arte coquinaria, il primo ricettario in senso moderno, attribuito a Maestro Martino da Como (= MM), un famoso cuoco del XV secolo. Inoltre è stata consultata diversa letteratura sul tema della cucina nel periodo medievale-rinascimentale in Italia

    Le indagini archeopalinologiche

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    L’importanza dell’archeopalinologia nella ricostruzione dei giardini è dimostrata da numerosi studi condotti su spazi verdi diversi tra loro, cronologicamente e geograficamente. Questi lavori basati sulle analisi polliniche dimostrano che sui giardini si possono ottenere ottime informazioni, superando i limiti intrinseci agli oggetti biologici in studio, cioè i pollini. Le analisi palinologiche, meglio se lette alla luce della documentazione storico-iconografica, spesso costituiscono, quindi, una fonte di dati, non altrimenti ottenibili e dunque da non trascurare, sull’arredo verde

    Piante e fiori dei giardini gonzagheschi: fonti archivistiche e archeobotaniche

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    Questo contributo pone in rapporto l’archeobotanica con i documenti dell’Archivio Gonzaga. Le lettere degli inviati dei Gonzaga, ambasciatori della famiglia mantovana presso le altre corti italiane, raccontano di un’incessante ricerca di piante e fiori per i giardini ducali. I viaggi di Guglielmo, Vincenzo I e Ferdinando Gonzaga costituiscono occasioni di confronto con altri importanti giardini come quello di villa d’Este a Tivoli, quello del castello del Catajo a Battaglia Terme, di villa Litta a Lainate o di villa Aldobrandini a Frascati. Le presenze a Mantova di giardinieri provenienti da Roma, da Firenze o da Ferrara tracciano una rete di scambi continui di piante, di fiori e di tecnici. Le analisi archeopalinologiche di saggio effettuate su campioni prelevati negli spazi verdi di Palazzo Te a Mantova e di Palazzo Giardino a Sabbioneta hanno messo in evidenza una serie di testimonianze polliniche che riportano a diverse piante citate dalle fonti archivistiche: alberi e arbusti da frutto, alberi e arbusti ornamentali (molti i sempreverdi), piante da fiore e piante ortive/aromatiche. Alcune testimonianze polliniche riguardano piante molto importanti per i contesti esaminati, come gli agrumi o la vite, quest’ultima sicuramente usata anche a scopo decorativo. Interessante è poi il ritrovamento a livello pollinico di altre piante ornamentali non presenti nei documenti consultati

    Le lettere dei Savi a Giovanni de\u2019 Brignoli di Br\ufcnnhoff: uno spaccato di botanica della prima met\ue0 dell\u2019Ottocento italiano

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    Si presenta qui il carteggio inviato da Gaetano Savi e dai figli Paolo e Pietro, scienziati di chiara fama della Toscana granducale, a Giovanni de\u2019 Brignoli di Br\ufcnnhoff, direttore dell\u2019Orto Botanico di Modena e professore di Botanica e Agraria nel locale ateneo. Le missive, in tutto 23, facenti parte dell\u2019Autographotheca Horti R. Botanici Mutinensis, coprono un periodo che va dal 1817 al 1849 e trattano per lo pi\uf9 temi quali lo scambio di piante e di lavori scientifici, ma non mancano accenni ad altri impegni civili e accademici e alla vita familiare. Tramite queste lettere, \ue8 possibile tentare una ricostruzione, almeno parziale, delle personalit\ue0 e del carattere dei tre Savi: un padre valente scienziato; un figlio assai impegnato sul piano civile e accademico, anch\u2019egli valente scienziato; un secondo figlio forse meno capace sul piano scientifico, ma dotato di un ottimo senso pratico e organizzatore di svariate iniziative accademiche.We present the analysis of the letters sent by Gaetano Savi and by his sons Paolo and Pietro (renowned scientists of the Grand Duchy of Tuscany) to Giovanni de\u2019 Brignoli di Br\ufcnnhoff, director of the Botanic Gardens of Modena and professor of Botany and Agriculture at the local university. The 23 letters are part of the Autographotheca Horti R. Botanici Mutinensis and are dated from 1817 to 1849. They deal mainly with the exchanges of plants and scientific works, but sometimes there are some short mentions of civil and academic duties and family life. By means of these letters, one can try to understand, at least partially, the personality and character of the three Savis: a father, notable scientist; an elder son, very busy from a civil and academic standpoint and also a notable scientist; a second son, perhaps less able in the scientific field, but with an excellent practical sense and organizer of many academic initiatives

    Le analisi archeopalinologiche (Giardino Palazzo Giardino)

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    Le ricerche archeobotaniche nell’ambito dela Pianura Padana, relative al Medioevo e ai primi momenti dell’Età Moderna, hanno da tempo fornito un ampio quadro sulle attività che legano l’uomo alle piante: informazioni che vanno dalle ricostruzioni del paesaggio vegetale (anche negli aspetti meno connessi all’uomo, quali quelli paleoecologici e paleofloristici), alle coltivazioni attuate e anche al loro utilizzo, fino alle ricostruzioni di ambienti speciali quali giardini e orti. Nonostante la disponibilità di fonti scritte, queste ricerche su materiali biologici, oggettivi documenti del passato, hanno dimostrato la loro validità arricchendo, circostanziando e localizzando quanto disponibile attraverso studi prettamente umanisti

    BRAIN id: NER80 – pollen dataset

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    Parma - Piazza Garibaldi (N Italy). Dataset including pollen counts from sediment samples collected from two contexts (NER80a - Roman depression, NER80b - Medieval pits) opened during archaeological excavations at Parma - Piazza Garibaldi (44°48'05.49" N 10°19'40.59" E, 55 m asl; chronology: 3rd-2nd centuries BC, and 10-11th centuries AD). The dataset was created as part of the National Biodiversity Future Center (NBFC, Palermo, Italy). The site is included in the BRAIN database (https://brainplants.successoterra.net/; site id: NER80)

    BRAIN id: SEA1 – pollen dataset

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    Marine core RF93-30. Dataset including pollen counts from sediment samples collected from the marine core RF93-30 (SEA1) drilled in the central Adriatic Sea (Italy; 42°04'01"N 15°40'03"E, -77 m asl; chronology: last 7000 years). The dataset was created as part of the National Biodiversity Future Center (NBFC, Palermo, Italy). The site is included in the BRAIN database (https://brainplants.successoterra.net/; site id: SEA1)
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