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    Immunotherapeutic strategies in chronic lymphocytic leukemia: advances and challenges

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    Immune-based therapeutic strategies have drastically changed the landscape of hematological disorders, as they have introduced the concept of boosting immune responses against tumor cells. Anti-CD20 monoclonal antibodies have been the first form of immunotherapy successfully applied in the treatment of CLL, in the context of chemoimmunotherapy regimens. Since then, several immunotherapeutic approaches have been studied in CLL settings, with the aim of exploiting or eliciting anti-tumor immune responses against leukemia cells. Unfortunately, despite initial promising data, results from pilot clinical studies have not shown optimal results in terms of disease control - especially when immunotherapy was used individually - largely due to CLL-related immune dysfunctions hampering the achievement of effective anti-tumor responses. The growing understanding of the complex interactions between immune cells and the tumor cells has paved the way for the development of new combined approaches that rely on the synergism between novel agents and immunotherapy. In this review, we provide an overview of the most successful and promising immunotherapeutic modalities in CLL, including both antibody-based therapy (i.e. monoclonal antibodies, bispecific antibodies, bi- or tri- specific killer engagers) and adoptive cellular therapy (i.e. CAR T cells and NK cells). We also provide examples of successful new combination strategies and some insights on future perspectives

    Le sfide del PNRR e la valorizzazione del patrimonio degli Enti Territoriali. L’importanza delle banche dati e della condivisione delle informazioni

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    Il PNRR rappresenta un’occasione unica per affrontare investimenti fino ad ora inimmaginabili: le Amministrazioni, infatti, con tempistiche molto ristrette, si sono trovate ad affrontare ad esempio i temi strategici della valorizzazione dei propri patrimoni e della rigenerazione urbana potendo contare su risorse decisamente importanti e disponibili a breve termine. I complessi processi di candidatura ai bandi prevedono la proposta e il consolidamento di iniziative di Partenariato pubblico privato, che dovrebbero accompagnarle affinché si realizzi un volano per lo sviluppo e si ottengano i migliori risultati attesi. In tale cornice, diventa cruciale una architettura informativa che permetta, da una parte, che i valori immobiliari in gioco possano essere stimati correttamente; dall’altra che gli investimenti accantonati vengano programmati e monitorati durante tutto il ciclo degli scenari di intervento. I data set di proprietà delle Pubbliche Amministrazioni si devono confrontare con informazioni catastali e patrimoniali sugli immobili in gioco immediatamente reperibili: in tal senso, banche dati e piattaforme esistenti “centralizzate” quali la piattaforma OMI sono essenziali, perché costituiscono un prezioso supporto nella predisposizione delle candidature ai bandi e alla strutturazione dei piani finanziari necessari per porre a base di gara i valori corretti e coerenti con le tendenze del mercato. Date queste premesse, l’articolo intende illustrare il punto di vista di un Ente Territoriale di media grandezza che, nell’espletamento delle attività di istituto, consulta e opera interrogazioni su tali banche dati disponibili secondo due processi amministrativi paralleli: 1) quelli legati all’attività ordinaria, al fine di acquisire dati essenziali per predisporre in tempi contenuti e senza costi i documenti necessari per la compilazione di elaborati utili a sostenere le scelte e le strategie della programmazione interna 2) quelli legati all’attività “straordinaria”, al fine di presentare proposte per accedere a bandi di finanziamento, in cui diventa ineludibile l’interoperabilità dei dati tra enti pubblici di differente rango (scambio dati tra Comuni della città metropolitana, con la città metropolitana, con la Regione, ecc.). In particolare verrà illustrato il caso della candidatura al Programma Innovativo Nazionale sulla Qualità dell’Abitare (PINQuA), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con 2,8 miliardi e che ha l’obiettivo di ridurre il degrado delle periferie, rendere più efficiente dal punto di vista energetico l’edilizia residenziale pubblica e realizzare interventi di rigenerazione urbana per migliorare la qualità della vita delle persone. Il primo step, pertanto, è stata l'identificazione sull'intero territorio comunale degli immobili destinati ad Edilizia Sociale, sia di proprietà comunale, sia degli altri Enti proposti alla gestione di tale patrimonio immobiliare, attraverso la consultazione della Banca Dati catastale, al fine di reperire tutte le relative informazioni circa la categoria e classamento, consistenza, ecc. …, nonché del loro posizionamento georeferenziato mediante la mappa catastale necessario alla definizione degli ambiti di intervento e l’individuazione degli eventuali assi principali di sviluppo dei circondari medesimi. Successivamente, al fine della determinazione del più probabile valore degli immobili di Edilizia Sociale, soprattutto per quanto concerne quelli di proprietà comunale, eventualmente necessario per la definizione di ulteriori procedimenti che potrebbero interconnettersi a caduta con il Programma PINQua, si è provveduto alla consultazione dei dati messi a disposizione dalla piattaforma OMI, per immobili aventi caratteristiche analoghe a quelli oggetto di stima, nonché all'estrazione delle inerenti planimetrie catastali per l'individuazione della disposizione dei locali costituenti la propria consistenza, oltre ad eventuali altri locali di pertinenza ad uso esclusivo, quali box, posti auto, cantine, ecc..
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