24 research outputs found

    Le Tradizioni popolari di Nuoro di Grazia Deledda

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    Writing today about Grazia Deledda's Popular Traditions of Nuoro imposes an immediate and not easy comparison with those who have already written and said in an anthropological key of the Nuoro work and writer, that is, the authoritative exponents of the Ciresian school – and Cirese first , and not always, almost never one could say, they wrote and/or said about it in enthusiastic terms. Their positions, perplexities, points of view are almost completely shared even if at the same time in the opinion of the writer, perhaps, sometimes, Deledda has been written and said too severely. The contribution wants to try to question the Sardinian Nobel differently, or try to think again about the demological materials collected for the «Rivista delle Tradizioni Popolari Italiane» and about those that merged into his narrative work, evaluating the possible usefulness of these materials and the Deleddian legacy

    Il giorno, la notte, l’ora meridiana. Questue infantili e ordinamento del tempo

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    Il contributo si propone di indagare il legame fra l’ordinamento del tempo proprio delle questue infantili diffuse in Sardegna in tutto il periodo autunno-inverno e il mondo ctonio. La contiguità dei questuanti con il tempo liminare, ma anche con i suoni delle campane, con una certa categoria di alimenti, in primis i pani, ecc., si inserisce sistemicamente – e non in misura residuale e/o inattuale – nel più ampio apparato simbolico delle questue, rimandando all’eterno e circolare trascorrere del tempo e alla transizione dell’anno che si chiude e si riapre e ribadendo come i bambini siano figure vicariali dei defunti nonché mediatori mitici tra il mondo dei vivi e quello dei morti

    La Cina dell’Italia. Del folklore di Sardegna descritto da Giuseppe Calvia nell’«Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari»

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    Il saggio analizza il rapporto fra Giuseppe Pitrè e il folklorista sardo Giuseppe Calvia, soffermandosi sul contributo di quest'ultimo nell'Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari

    Cibo e banchetto rituale nella festa della Beata Vergine del Miracolo di Lula

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    Sul consumo di alimenti nell’ambito delle feste campestri si tenta di ragionare nel contributo, assumendo a caso emblematico i festeggiamenti che annualmente si rinnovano a Lula, centro rurale in provincia di Nuoro, in onore della Madonna del Miracolo. La costruzione del santuario e l’istituzione della festa sono relativamente recenti (1899) e ciò consente di documentare più agevolmente sensi e funzioni di un tipo di occorrenze cerimoniali diffuse in tutta l’isola, che presentano un iter rituale pressoché analogo e che rimandano a un simbolismo rituale proprio di una società tradizionale di tipo agropastorale. L’esempio preso in esame consentirà di rilevare, inoltre, quando e in che misura la festa è cambiata, come si sono modificate le istanze dei priorati che si sono alternati negli ultimi decenni e quali sono le esigenze dei fedeli che venerano con profonda devozione la Madonna del Miracolo

    Sardegna e Sicilia. Pastoralismi a confronto tra intervento politico, dinamiche di mercato e variazioni culturali

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    In questo lavoro si tenta di delineare, attraverso una messa a confronto, la dimensione odierna dei pastoralismi sardo e siciliano, ovvero in che modo si collocano le due forme di pastorizia all\u2019interno del quadro politico-economico globale e le risposte elaborate dai pastori alle istanze di cambiamento imposte dai centri di potere istituzionali, anche alla luce del rinnovato interesse che, soprattutto in Sardegna, hanno maturato di recente gli studi antropologici. In particolare verr\ue0 indagata la relazione, in essere e potenziale, tra le attivit\ue0 pastorali delle due regioni e i processi di multifunzionalit\ue0 e ricontadinizzazione, o meglio, nel nostro caso, di \u201cripastoralizzazione\u201d, in linea con i principi individuati e teorizzati dalla letteratura sull\u2019argoment

    Al gran gal\ue0 delle maschere. Considerazioni sulle pratiche carnevalesche nella Sardegna contemporanea

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    Negli ultimi decenni il panorama carnevalesco della Sardegna si \ue8 progressivamente arricchito di maschere e rappresentazioni rituali, riprese e riproposte da gruppi spontanei, associazioni culturali e Pro loco con l\u2019obiettivo di promuovere e far conoscere tratti scomparsi dell\u2019identit\ue0 comunitaria. Di fianco all\u2019esigenza di riscoprire e riaffermare specifiche pratiche rituali, si \ue8 presto imposta la necessit\ue0 di esibire le manifestazioni carnevalesche, in taluni casi palesemente mercificandole, col fine precipuo di stimolare l\u2019interesse turistico. I carnevali locali hanno dunque subito un processo di formalizzazione degli elementi costitutivi e dell\u2019iter rituale: sono stati mediatizzati e spettacolarizzati, rappresentando oggi un importante e diversificato avvenimento destagionalizzato - rassegne carnevalesche si tengono anche in estate, in concomitanza con il massimo afflusso di turisti - pi\uf9 o meno frequentato a seconda del gusto e delle esigenze del pubblic

    Politiche, potere, contestazione nei carnevali della Sardegna del terzo millennio: su battileddu di Lula.

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    Il saggio ragiona su come di fianco al divertimento e alla condivisione collettivi, al sovvertimento del quotidiano, alla riaffermazione del tempo festivo, il momento carnevalesco, in numerosi contesti, rappresenti anche – e ancora – uno strumento di critica e contestazione politica e sociale. D’altronde il carnevale è l’istituto culturale in cui storicamente si esprime il controllo dell’autorità politico-amministrativa e unitamente la conflittualità istituzionale e il contrasto dell’autorità e del potere, e il caso di su battileddu Lula costituisce un esempio interessante per ragionare sui diversi livelli ideologici della comunità e sulla sua capacità di elaborare e temporaneamente risolvere o esaltare i conflitti che la attraversan

    Il consumo del sacro. Feste lunghe di Sardegna quarant\u2019anni dopo

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    Quando nel 1971 Clara Gallini pubblica Il consumo del sacro. Feste lunghe di Sardegna, l\u2019isola \ue8 interessata da profonde trasformazioni della struttura economica agropastorale tradizionale e, conseguentemente, del sistema socioculturale ad essa correlato. Le feste novenarie (istituzioni festive della durata di nove giorni) pi\uf9 importanti della Sardegna erano sottoposte anch\u2019esse ad importanti cambiamenti, colti lucidamente dall\u2019antropologa in un lavoro descrittivo e allo stesso tempo interpretativo che si declina come uno dei pi\uf9 significativi contributi dell\u2019Antropologia culturale italiana. A distanza di quarant\u2019anni dalla prima edizione de Il consumo del sacro, le \u201cfeste lunghe di Sardegna\u201d sono mutate ulteriormente, poich\ue9 \ue8 mutata la struttura economica e sociale che ne regge l\u2019ordinamento festivo. I santuari, un tempo contenitori esclusivi di devozione, penitenza, festa e relazioni sociali, rappresentano oggi lo spazio in cui tali elementi si sincretizzano con le manifestazioni folkloristiche promosse da Pro Loco, associazioni locali e Regione Sardegna, con l\u2019obiettivo di far confluire i turisti nei luoghi di culto tradizionali. Altres\uec, nella struttura di queste feste \ue8 possibile intravedere ancora, di fatto, una forte componente simbolica e rituale di derivazione agropastorale, con numerose persistenze e specifici tratti costitutivi: le questue tra i pastori e nelle comunit\ue0 devozionalmente confluenti al santuario, il pellegrinaggio, il consumo opulento di cibi, la dimensione religiosa mediano come nessi funzionali tra pratiche religiose (il sacro) e pratiche consumistiche (il profano) in un genere di festivit\ue0 caratteristico della Sardegna e dei suoi complessi e variegati calendari cerimoniali
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