67 research outputs found

    Incendi, cultura dell’ambiente e selvicoltura in Sicilia1

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    Si illustrano strumenti e metodi per la prevenzione degli incendi e per la formazione di una cultura attenta alla conservazione e alla valorizzazione dell’ambiente boschivo, offrendo anche alcune riflessioni sul loro impatto economic

    Environmental and Forest Planning in Italy: Conflicts and Opportunities

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    The necessity of a more sustainable use of lands and environmental resources in general, throughout specific programming and management tools at different scale levels is nowadays widely shared. Forests and woodlands are a key asset of the environment and the traditional and current landscapes. With regards to the state of art of forest planning and management tools in Italy, in this short paper, after a synthetic analysis of the tools currently adopted at different levels, some critical aspects of the relationships of forest planning instruments with other planning tools involved in environmental management (landscape plan, energy plans, basin plans) are investigated, enlightening contrasts and communication conflicts. Solving such problems could enhance the effectiveness of planning

    3.Storia, caratteri ed evoluzione dei boschi e dei rimboschimenti di Monte Morello e della Calvana _ 4. La vegetazione di Monte Morello e della Calvana

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    il lavoro divulgativo espone un'attenta analisi dei caratteri geologici, pedologici, vegetazionale dei due rilievi della Toscana settentrionale, con particolare riferimento ai rimboschimenti storicamente realizzati e alla flora endemica. Il libro è ricco di schemi funzionali, illustrazioni didattiche e di una ricca raccolta fotografica

    POPOLAMENTI MARGINALI DI FAGGIO E CAMBIAMENTI CLIMATICI IN SICILIA: CRITICITÀ ED EFFETTI DELL’APPLICAZIONE DI PRATICHE SELVICOLTURALI TRADIZIONALI NON-SOSTENIBILI AL VARIARE DELLE CONDIZIONI MICRO-STAZIONALI

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    Il faggio (Fagus sylvatica) è una tipica specie medio-Europea; in Sicilia si rinvengono i boschi di faggio più meridionali d’Europa. La marginalità ecologica di questi boschi è particolarmente evidente nei pattern frammentati e isolati di questi soprassuoli, in prossimità del limite della vegetazione arborea e/o localizzati nelle condizioni topografiche meno favorevoli. Nel presente lavoro si mettono a confronto i parametri dendrometricostrutturali e lo stato di salute delle piante in soprassuoli delle Madonie, confrontando cedui di faggio recentemente sottoposti a pratiche di taglio e aree di controllo non trattate da tempo. Inoltre, questi aspetti sono stati messi in relazione con il gradiente topografico locale ed alla frammentazione della copertura.Sulla base delle condizioni topografiche marginali (crinali, versanti) e della frammentazione della copertura (alberi al margine/radura), i risultati mostrano chiaramente una forte riduzione dello stato di salute delle piante (maggiori danni alla corteccia e alla chioma, una percentuale più alta di alberi morti, una minore densità di rinnovazione) correlate all’intervento di taglio del ceduo. Il chiaro deperimento delle piante può determinare in futuro una minaccia crescente per queste faggete multi-marginali (per latitudine, topografia e frammentazione della copertura). Inoltre, i risultati ottenuti fanno ipotizzare che, anche se l’effetto degli interventi selvicolturali è evidente nei due gruppi a confronto (aree tagliate e aree controllo), la riduzione dello stato di salute di queste piante sia ulteriormente accelerata dagli effetti che il cambiamento climatico generale sta determinando in queste condizioni stazionali di marginalità ecologica. Il ridotto stato di salute delle piante anche nelle aree di controllo avvalora questa ipotesi.Marginal fragmented beech stands and climate change in Sicily: effects of non-sustainable traditional silviculture practices in relation to micro-topographic gradient In Sicily where the southernmost beech forests of Europe are located, beech stands show peculiar ecological, characters. The ecological marginality of these forests is particularly evident in the fragmented and isolated beech stands, near the timberline and/or located on less favourable topographic conditions. In this study we analyzed stand-structural parameters and tree health comparing recently coppice felled beech stands and control plots. Additionally, these aspects have been related also to the local topographic gradient and the cover fragmentation. Results clearly show a pronounced tree health reduction (more crown and bark damages, higher percentage of dead trees, lower seedling density) related to cut coppice, as far as to marginal topographic condition (on ridges and slopes) and stand-cover fragmentation (in clearing/border trees). The clear decreased tree health may lays an increasing future threat for these multi-marginal (for latitude, topography and cover fragmentation) beech stands. In addition, our results could also support the hypothesis that, although the silviculture effects originated by the human actions is quite evident in the two compared groups (coppice-cut and control), hastening the tree health reduction, a general climate change effect is going on these marginal beech stands. The reduced tree health status also in control plots seems to show this way

    Effects of traditional coppice practices and microsite conditions on tree health in a European beech forest at its southernmost range

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    European beech (Fagus sylvatica) grows at the southern limit of its range in the mountain-Mediterranean vegetation belt up to the timberline. The southernmost beech forests of Sicily (southern Italy) show peculiar ecological, structural and silvicultural characteristics, growing in fragmented and isolated stands near the timberline and in topographically marginal unfavorable habitats. Past silvicultural practices increased the heterogeneity of stand structure at these sites. We compared stand structural characteristics and tree health in coppice-cut and control beech stands with respect to the local topographic gradient (bottom, slope and ridge) and canopy cover (clearing/border vs. interior trees). Our results clearly showed a correlation between declining tree health (crown and bark damage, higher percentage of dead trees and lower seedling density) and recent coppice-cuts, poor (marginal) site quality (on ridges and slopes) and reduced canopy cover (in clearing/border trees). The decrease of tree health indicate an increasing threat to the long-term viability of beech stands facing multiple environmental stress factors (such as those related to southern latitude and topographic position). Declining tree health in the control plots also supports this hypothesis. We concluded that traditional forest management practices, such as coppice-cuts applied regardless to the specific microenvironmental conditions, may pose a risk to beech forest health at the southernmost edge of the species’ range

    Popolamenti marginali di faggio e cambiamenti climatici: criticità dell’applicazione di pratiche colturali classici in ambiente mediterraneo (Sicilia)

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    Il faggio (Fagus sylvatica) è tra le specie forestali più importanti d’Europa per distribuzione, selvicoltura, rilevanza paesaggistica. Il faggio in Sicilia raggiunge il limite meridionale del proprio areale, nonché le quote altitudinali più elevate in Europa (timberline intorno a 2000 s.l.m.), localizzandosi sui Monti Nebrodi, Madonie ed Etna. La maggior parte di questi soprassuoli è stata tradizionalmente governata a ceduo semplice matricinato, seppur raramente all’interno di un quadro di interventi pianificati di lungo periodo, e molti popolamenti recentemente hanno subito primi interventi di avviamento alla conversione a fustaia. L’assetto attuale di questi soprassuoli è tuttavia destinato a cambiare nell’immediato futuro non solo per l’opera dell’uomo, ma soprattutto in vista dei probabili scenari del cambiamento climatico, particolarmente severi nelle loro previsioni per questi contesti di margine. Il presente lavoro è volto all’individuazione dei principali elementi di vulnerabilità, prendendo in esame alcuni soprassuoli particolarmente rappresentativi dei Monti Madonie, poiché essi presentano sintomi di sofferenza e segni di disseccamento e moria, probabilmente imputabili, oltre che ai mutamenti climatici in atto, a interventi di taglio di diversa entità, dalla dubbia finalità. Oltre ai consueti rilievi selvicolturali e dendro-auxometrici, sono state condotte indagini accurate sulla struttura dei popolamenti, tramite 4 aree di saggio permanenti in corrispondenza di aree sottoposte a taglio in epoche diverse e per 2 di queste sono state identificate delle aree testimone. Una parte fondamentale dello studio ha riguardato il rilievo dell’entità dei danni osservati a carico delle chiome e delle scottature dei fusti e delle principali branche delle singole ceppaie. L’analisi della struttura è stata condotta tramite l’applicazione di numerosi indici (Clark-Evans, Winkelmass, Shannon, Latham) nonché osservazioni scaturite dalla rappresentazione spaziale delle coperture analizzate, al fine di valutare i danni riscontrati rispetto alle mutate condizioni di illuminazione delle chiome delle singole ceppaie, generate dagli interventi di taglio. L’analisi comparativa dei risultati mostra chiaramente come gli interventi intensi di diradamento recentemente eseguiti abbiano generato una elevata incidenza di danni diffusi sulle diverse parti del soprassuolo, con effetti anche estremi di moria delle ceppaie. L’effetto negativo delle eccessive scoperture causato dagli interventi di taglio si è manifestato con severità sulle piante di faggio localizzate in prossimità delle radure e delle interruzioni della copertura. In conclusione vengono messe in evidenza le criticità delle pratiche selvicolturali applicate ai soprassuoli di faggio in tali contesti limite e, conseguentemente, l’accelerazione impressa ad una probabile dinamica in atto sotto gli effetti dei noti cambiamenti climatici

    I RIMBOSCHIMENTI DI CEDRO DELL’ATLANTE [Cedrus atlantica (ENDL.) MANETTI EX CARRIÈRE] IN SICILIA

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    Il cedro dell’Atlante [Cedrus atlantica (ENDL.) MANETTI EX CARRIÈRE], introdotto in Europa come pianta ornamentale, ha trovato largo impiego nei rimboschimenti in Francia, Spagna e Portogallo, mentre in Italia la sua diffusione è stata più recente e a oggi interessa oltre 2600 ettari, dimostrando ottime potenzialità, senza comportamenti invasivi. In Sicilia, benché poco diffusa, la specie sembra avere potenzialità di adattamento e di produzione interessanti. Il presente lavoro prende in considerazione 7 popolamenti di cedro dell'Atlante dislocati in ambiti diversi rappresentativi delle condizioni ambientali locali, compatibili con le esigenze ecologiche della specie, tra questi un rimboschimento sottoposto a interventi di diradamento. Sono state esaminate le caratteristiche dendro-auxometriche dei popolamenti al fine di valutarne le potenzialità produttive. I risultati mostrano che i popolamenti in esame hanno ottima capacità di affermazione, seguono gli sviluppi tipici della specie e hanno possibilità di produzione elevate, pari a quelle riscontrate in letteratura per le piantagioni realizzate in Francia. Inoltre si nota l'interessante ruolo paesaggistico, sia pur considerandone la natura alloctona, che questi popolamenti possono svolgere in ambiti di non facile colonizzazione per specie arboree. Infine si suggeriscono alcuni indirizzi di gestione volti ad assicurarne la migliore affermazione e la possibilità di rinnovazione, sia pur su scala locale. Atlas cedar (ENDL.) MANETTI EX CARRIÈRE] plantations in Sicily Atlas Cedar has been widely diffused in reforestation in Europe, particularly in France. In Italy, the Atlas Cedar cover about 2600 ha. This paper examines 7 cedar plantations in Sicily, in the various typical condition of the island, evaluating their dendrometric characters in order to estimate productivity and growth capacity. The results show that this specie is both highly suitable for wood production, and has a landscape restoration role in difficult ecological conditions such as the Mediterranean mountain environment is. The stand production is comparable with the better results reported for the French plantations. Some cultivation advices in order to better manage these stands and locally assure natural regeneration are also addressed

    Anthropogenic Influences in Land Use/Land Cover Changes in Mediterranean Forest Landscapes in Sicily

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    This paper analyzes and quantifies the land use/land cover changes of the main forest and semi-natural landscape types in Sicily between 1955 and 2012. We analyzed seven representative forest and shrubland landscapes in Sicily. These study areas were chosen for their importance in the Sicilian forest panorama. We carried out a diachronic survey on historical and current aerial photos; all the aerial images used to survey the land use/land cover changes were digitalized and georeferenced in the UTM WGS84 system. In order to classify land use, the Regional Forest Inventory 2010 legend was adopted for the more recent images, and the CORINE Land Cover III level used for the older, lower resolution images. This study quantifies forest landscape dynamics; our results show for almost all study areas an increase of forest cover and expansion, whereas a regressive dynamic is found in rural areas due to intensive agricultural and pasturage uses. Understanding the dynamics of forest landscapes could enhance the role of forestry policy as a tool for landscape management and regional planning

    Resilience of Mediterranean Forests to Climate Change

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    In the Mediterranean region, forests play a key role in the welfare of urban and rural peoples, by providing highly appreciated marketed goods as well as high value but nonmarket services. Anthropogenic climate change entails a significant impact on Mediterranean forests, such as the reduced species diversity, high density, pest, and diseases. In this chapter, we present the achievements of the project LIFE ResilForMed (Resilience of Mediterranean Forests to climate change), as Sicilian responds on adaptation and mitigation to climate change: (i) map of Sensitivity Forest Areas to desertification of the Sicilian region; (ii) list of bird indicators showing sensitivity to desertification in Sicily; (iii) set of resilience indicators aimed to assess the resilience of Mediterranean forests to climate changes; (iv) list of sporadic and endemic tree species of Sicilian forests; (v) development of optimal management models suitable to improve or consolidate the resilience of forest and preforest ecosystems. This work is at the forefront of developing knowhow and transferable best management practices that may help Mediterranean forests to adapt to climate change and thereby, safeguard their multifunctional benefits for future generations

    Dinamiche dell’uso e delle coperture del suolo dell’ultimo mezzo secolo nel paesaggio forestale siciliano.

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    Il lavoro è stato realizzato nell’ambito dell’Azione 3 del progetto LIFE11 ENV IT 215 “RESILienza al cambiamento climatico nelle FOReste MEDiterranee”. In particolare, è stato implementato un sistema di monitoraggio attraverso indagini diacroniche sui principali contesti territoriali pre-forestali e forestali della Sicilia. L’analisi è stata condotta a livello di paesaggio in sei distretti forestali, rappresentativi delle principali categorie forestali della regione, quali i Sicani, le Madonie, i Nebrodi, l’Etna, l’area del Calatino (Sicilia SO) e l’isola di Pantelleria. L’analisi condotta ha come obiettivo il cambiamento dell’uso e delle coperture del suolo avvenuti nel corso dell’ultimo sessantennio. Per la realizzazione degli strati informativi si è fatto ricorso alla fotointerpretazione in ambiente GIS di immagini telerilevate. In particolare, le immagini utilizzate e gli strati informativi realizzati sono relativi a cinque periodi: 1955, 1966/68, 1988/89 (foto aeree), 2007/12 (ortofoto). Il dettaglio tematico delle coperture dei periodi 1988/89 e 2012 è stato realizzato a partire dalla legenda delle categorie forestali della Carta Forestale della Regione Siciliana (CFRS 2011), opportunamente aggiornata e verificata. Le coperture storiche sono state ottenute mediante apposita fotointerpretazione stereoscopica delle foto aeree relative agli anni 1955, 1966/68. Sono state inoltre realizzate, per tutti gli anni considerati, le carte del grado di copertura, utilizzando sei classi progressive. Per il confronto temporale delle coperture del suolo tra il 1988/89 e il 2012 è stato possibile ottenere un elevato livello di accuratezza tematica corrispondente alla legenda delle categorie forestali della CFRS, mentre per il periodo tra il 1954/55 e il 1966/68 l’accuratezza tematica ottenuta corrisponde al livello III della legenda Corine LC, lo stesso dettaglio ha riguardato il confronto diacronico tra 1955 e 2012. L’analisi diacronica degli usi e delle coperture del suolo ha permesso di individuare le componenti del manto forestale che nel periodo indagato non hanno subito trasformazioni nella propria struttura orizzontale; sono state cartografate le aree di variazione, per evidenziare l’entità e la direzione dei principali cambiamenti. I risultati dell’indagine diacronica conseguiti nei distretti forestali analizzati evidenziano importanti processi dinamici avvenuti in termini sia di cambiamento dell’uso e della copertura del suolo sia, soprattutto, in termini di aumento della complessità delle strutture forestali. Tali dinamiche mettono in evidenza anche le diversità tra i contesti territoriali analizzati in termini di potenzialità ecologico-forestale e livelli di antropizzazione/conservazione delle risorse forestali
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