11 research outputs found

    Il colore nel modello in architettura. Analogie e differenze tra modello materico e digitale

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    Il colore della materia di cui e` costituito un oggetto architettonico è una proprietà intrinseca dell'oggetto stesso. Nella realtà i valori cromatici variano al variare della luce e delle condizioni climatiche intorno all'oggetto architettonico e in considerazione delle proprietà fisiche del materiale. Il modello in architettura, ai fini della comprensione e della comunicazione di un organismo, riproduce concettualmente forme e sintetizza informazioni legate alla sua configurazione volumetrica e cromatica. Il distinguo va chiaramente operato considerato il grado di definizione che le due tipologie di modello, materiale e digitale, sono in grado di offrire: il modello digitale può arrivare ad emulare il relativo riferimento in scala 1:1, il modello materico deve necessariamente sintetizzare la realtà simulata. Ciò premesso: come varia il valore cromatico attribuito ai modelli in architettura? Il colore nei modelli virtuali viene riprodotto assegnando valori numerici alla scala RGB o CMYK per la scala cromatica interagendo con fonti di illuminazione artificiale impostate e dipendenti dalle variazioni delle elaborazioni virtuali di renderizzazione. Nel modello materico il colore applicato in modo diretto sul materiale costruttivo assume una resa più vicina alle caratteristiche dell'oggetto riprodotto, le variabili legate a fonti di illuminazione e caratteristiche fisiche del materiale con cui si realizza modificano infatti il risultato cromatico finale, rendendolo rispetto a quello digitale, sotto certi aspetti più prossimo alla percezione del reale. Il ruolo del colore assume quindi un carattere fondamentale nella riproduzione sia materica che digitale, in entrambi i casi la percezione viene indagata nel suo carattere di luce e atmosfera ma anche nella sua funzione "plastica". Quello che influenza tale aspetto è legato sia alle caratteristiche chimiche del prodotto applicato che a quelle fisiche del supporto. In linea di principio un materiale poroso assorbe in quantità maggiore il pigmento restituendo una superficie satura di colore mentre un supporto liscio ed impermeabile tende ad impedirne l'adesione. Nell'operare precise scelte cromatiche interviene il fattore soggettivo ovvero una discretizzazione critica capace di sintetizzare e riprodurre l'oggetto architettonico, diviene percorso attraverso una forma di astrazione. Come il colore anche il "non colore", soprattutto utilizzato per modelli materici, serve a sottolineare la composizione delle linee geometriche che concorrono alla spazialità dell'oggetto architettonico ripercorrendone volumi e relazioni. Possiamo quindi ipotizzare un approccio metodologico finalizzato alla comprensione di possibili procedure selettive, da adottare nella definizione delle cromie nei diversi modelli, in analogia con le necessarie scelte di sintesi proprie del concetto di un modello in scala

    Il sepolcro di San Lorenzo

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    All'interno della Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, sotto l'area presbiteriale, in corrispondenza del baldacchino con l'altare maggiore è collocato il sepolcro si San Lorenzo, Santo Stefano Protomartire e San Giustino. L’area del sepolcro è di pianta rettangolare con al centro il sarcofago che raccoglie le reliquie dei santi. A seguito delle operazioni di rilevamento svolte direttamente sul sito è stato possibile eseguirne restituzioni grafiche bidimensionali e tridimensionali

    Colore e materia nell'architettura di Frank Lloyd Wright

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    Wright nel quarto principio fondamentale dell’architettura organica definisce la necessaria scelta dei colori in armonia con il paesaggio. Infatti, il colore ha rappresentato un aspetto di fondamentale importanza nell’architettura dell’autore. La “tavolozza cromatica” che egli ha utilizzato in ciascun progetto rappresenta la sintesi di due aspetti principali: la natura del luogo in cui nasce l’opera e la natura dei materiali di costruzione utilizzati. Nei primi progetti, in particolare nelle Prairie Houses, sono stati utilizzati per le superfici esterne solitamente mattoni e stucco, materiali che determinano la predominanza di colori autunnali dai toni caldi: rosso, oro, marrone e giallo-verde. Questi colori, intensi ma rilassanti, sono stati accentuati e arricchiti da una gamma di colori correlati per la realizzazione degli elementi di arredo con la precisa finalità di realizzare sempre ambienti armoniosi e sereni. Vera firma nei progetti di Wright fu il frequente utilizzo del “Cherokee Red” da lui definito come il “colore della creazione” capace di equilibrare la cromia degli ambienti interni con i toni naturali dei mattoni, del legno e della natura. Per capire quanto Wright amava questo colore basta pensare che, oltre ad essere stato utilizzato nella maggior parte delle sue opere, anche i primi studi sul Guggenheim Museum prevedevano l’uso del Cherokee Red. Wright non amava il bianco; per questo le sue prime elaborazioni progettuali del museo di New York erano molto distanti da ciò che poi è stata la sua realizzazione; inizialmente l'architetto aveva pensato ad un arcobaleno di colori proponendo successivamente una serie di varianti cromatiche e materiche: marmo giallo-verde e vernice giallo crema. Solo pochi anni dopo l’apertura del museo il colore scelto da Wright venne ricoperto da una tinta sempre più “pallida”, più vicina al beige e al bianco “sporco” fino ad essere completamente sostituito con il “bianco-grigio”, attuale colore e “marchio” del Museo. Anche Fallingwater, rappresenta un particolare esempio dell’uso cromatico delle diverse superfici in cui la “tavolozza” risulta, però, caratterizzata da un numero più limitato di colori e di materiali. Gli elementi del mondo naturale che Wright ha studiato rappresentano i principali aspetti del suo stile architettonico mirato a realizzare un rapporto armonico tra le parti e il tutto, tra l’uomo e la natura; tale attenzione si manifesta nella ricerca di una sintonia tra l’opera architettonica e l’ambiente, nell’uso di materiali naturali e nella fluidità degli spazi interni. Nelle sue architetture la scelta ragionata dei colori rappresenta una componente importante che, associata alla straordinaria qualità spaziale e figurativa ed alla capacità di adattamento ad ambienti diversi, ha contribuito fortemente a caratterizzare la sua architettura “umana e fortemente evoluta”

    El agua y el paisaje urbano en Roma entre los siglos XVI y XIX. The water and the urban landscape between centuries XVI and XIX

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    Il contributo raccoglie gli esiti di una ricerca universitaria pubblicata nel volume Martone, 2015 che indaga l'interazione tra l’acqua e il patrimonio culturale attraverso la lettura di alcuni episodi architettonici, urbani e territoriali emblematici ossia gli acquedotti e le fontane costruiti a Roma tra il XVI e il XIX secolo. Nei poster presentati sono illustrate le fasi principali della ricerca evidenziando l’apporto delle fonti cartografiche e archivistiche e delle vedute iconografiche nel documentare le trasformazioni del paesaggio urbano della città di Roma legato all’acqua

    Gli interventi architettonici del primo periodo sabaudo nella nuova capitale / The architectural changes in the new capital of the Savoy period

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    La proclamazione dell'Unità d'Italia e la designazione di Roma a Capitale furono all'origine di profonde trasformazioni. Da una parte il progetto per la nuova capitale del Regno d'Italia coagulò i concetti di miglioramento, espansione e abbellimento propri della cultura urbanistica ottocentesca, dall'altra il disegno urbanistico sociale del nuovo corso, manifestarono la volontà "politica" di imprimere un drastico cambiamento ai relativi tessuti stratificatisi attraverso l'unicità di una storia plurimillenaria.The proclamtion of the unification of Italy and the appointment of Rome Capital were the origin of profoundchange. On the one hand the project for the new capital of the Kingdom of Italy coagulated concepts for improvement, enlargement and beautification of the nineteenth-century urban culture, the other the urban design and of course the new social progress, clearly manifested the will "policy" imparting a dramatic change to its stratified tissues through the uniqueness of an ancient history
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