73 research outputs found

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    Del lemma sono forniti etimologia, definizioni, generalità storico-architettoniche e informazioni correlate (derivazione, eventuale processo formativo, filoni tipologici ecc.), esempi

    Cripta

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    Del lemma sono forniti etimologia, definizioni, generalità storico-architettoniche e informazioni correlate (derivazione, eventuale processo formativo, filoni tipologici, tipi distributivi e funzionali ecc.), esempi, bibliografia essenziale di riferimento

    Il Teatro romano di Teramo

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    Nella scheda di N. Mannino, “Il teatro romano di Teramo”, vengono esposte le problematiche storico-critiche relative del teatro teramano e ne vengono analizzati i caratteri tipologici che in prevalenza orientano la sua collocazione cronologica fra il 30-20 a.C. e gli inizi del I secolo d.C. Il Teatro adotta un sistema misto di sostegno della cavea, in quanto direttamente appoggiato sul terreno nella zona inferiore e sostruito nella zona superiore. Gli ultimi studi tendono a restituire una tripartizione della parte riservata agli spettatori in ima, media e summa cavea (C. F. Giuliani e L. Migliorati). In base ai confronti direttamente effettuati, la rastremazione del corridoio orientale d’ingresso all’orchestra, benché non frequente, trova esempi in teatri coevi. Altre osservazioni critiche di carattere proporzionale, tipologico, distributivo, tecnico-costruttivo ecc., formulate nella scheda, evidenziano la mancata aderenza del teatro in oggetto al modello vitruviano. È inoltre affrontata la questione degli accessi del Teatro in relazione alla sua caratteristica di edificio ‘aggerato’. Nel saggio sono portate a confronto numerose fabbriche teatrali romane affini. L’obiettivo della ricerca è stato quello d’individuare le specificità del Teatro teramano in vista della sua conservazione e valorizzazione

    Le cripte nelle chiese cristiane. Questioni di fede e di architettura

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    La scrivente ha dapprima illustrato le accezioni del vocabolo cripta nell’Antichità per sottolineare, con l’aiuto di immagini significative, le differenze rispetto ai significati più correnti attribuiti alla stessa parola in ambito cristiano. Ha quindi delineato un ampio excursus storico a partire dall’età costantiniana fino all’età moderna, utile sia per cogliere i cambiamenti d’uso verificatisi nel tempo nelle cripte in rapporto al mutare della liturgia e all’evolversi delle pratiche devozionali, sia il riflesso da un punto di vista architettonico che tali cambiamenti hanno avuto sull’edificazione delle cripte e delle chiese ad esse sovrapposte. Ha poi preso in considerazione e descritto le tipologie più diffuse di cripte, senza trascurarne alcune speciali e caratteristiche conformazioni, come le cripte a transetto e le cripte esterne. A conclusione dell’intervento ha introdotto lo specifico tema delle cripte ‘ad oratorium’ della Tuscia, evidenziandone le peculiarità e i riferimenti storico-architettonici

    Architetture e architetti di Casa Chigi nel primo Rinascimento altolaziale (comunicazione)

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    Lo studio del santuario di S. Maria della Sughera a Tolfa svolto anni fa da N. Mannino, aveva evidenziato un’interessante questione di carattere attributivo, relativa all’identità del possibile progettista della ‘Tribuna’ rinascimentale, il santuario a impianto ottagonale che costituisce il presbiterio della chiesa odierna. La sua costruzione era stata finanziata da una delle figure più affascinanti del Rinascimento romano a cavallo dei secoli XV e XVI, il ‘Magnifico’ banchiere senese Agostino Chigi, abile imprenditore, accorto finanziatore di papi, illuminato mecenate di letterati e artisti, quali Raffaello Sanzio e Baldassarre Peruzzi, che per lui negli stessi anni progettava la villa romana della Farnesina. Con tali premesse, si è inteso ripartire dal problema dell’attribuzione, per cercare di accertare il ruolo dei due possibili ideatori della ‘cappella’ tolfetana, allora individuati in Baldassarre Peruzzi e nel viterbese Bernardino di Giovanni. Soprattutto di quest’ultimo è necessario approfondire la conoscenza per comprenderne meglio la personalità artistica. Da sempre accanto alla famiglia Chigi e coinvolto nelle loro maggiori imprese edilizie, Bernardino è presente in importanti cantieri laziali e umbri della prima metà del XVI secolo. Noto innanzitutto come scultore e talvolta come scalpellino o lapicida, in vari documenti è però ricordato come architetto. Indagare sulla sua produzione artistica e conoscere il suo linguaggio architettonico, al di là dello specifico problema attribuzionistico aperto per la chiesa di Tolfa, può comunque dare un contributo alla conoscenza di un versatile e stimato artista del primo Cinquecento romano e laziale

    Gnomone (stilo)

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    Del lemma sono forniti etimologia, definizioni, generalità storico-architettoniche e informazioni correlate (derivazione, eventuale processo formativo, filoni tipologici ecc.), esempi, bibliografia essenziale di riferimento

    “Conservazione e valorizzazione dei resti archeologici del Teatro”. “Sintesi degli interventi proposti”. “Premessa”. “Note introduttive”. “Descrizione degli interventi”.

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    Con le diverse ipotesi progettuali illustrate nel capitolo F del volume “Il teatro romano di Teramo. Ricerche e proposte per la valorizzazione”, si è voluta rappresentare la pluralità delle soluzioni architettoniche possibili, riconducibili a quattro tipi da cui, per esemplificazione, si sono estratte quattro configurazioni campione. Ciascuna delle quattro soluzioni sviluppate é da intendersi come schema, distillato concettuale, frutto dello Studio di Fattibilità e non come proposta architettonica creativamente compiuta che, viceversa, dovrà precisarsi in seguito. In questa sede viene documentata la soluzione A approfondita dalla scrivente sulla base dello studio storico-architettonico e urbanistico, articolata in 5 paragrafi: Soluzione A. “Conservazione e valorizzazione dei resti archeologici del Teatro”. “Sintesi degli interventi proposti”. “Premessa”. “Note introduttive”. “Descrizione degli interventi” (capitolo F, pp. 74-85). Coerentemente con gli obiettivi generali dello Studio di Fattibilità, la soluzione A predispone l’azione conservativa sui resti del Teatro, prevedendo: l’arresto del degrado materiale; il consolidamento di parti costituenti l’edificio; la lettura facilitata dell’insieme dei resti materiali e dei caratteri architettonici residui; la visitabilità migliorata del monumento all’interno del tessuto urbano circostante e il suo più efficace inserimento negli itinerari artistico-culturali della città. Gli studi più recenti sul Teatro hanno messo in guardia sul notevole “grado di approssimazione” che le restituzioni critiche odierne necessariamente devono ammettere a causa dell’esiguità dei resti visibili e pertanto la soluzione A suggerisce di acquisire nuovi dati di conoscenza, prevedendo lo svolgimento preliminare di nuove indagini dirette e nuove ricerche. In sintesi, la soluzione in oggetto individua tre principali categorie di lavori da eseguire che contemplano: I) il compimento di saggi conoscitivi ad integrazione di quelli previsti dal progetto della Soprintendenza, già appaltato; II) la rimozione di terra di riporto e di detriti da zone già scavate; III) la ricostruzione controllata e limitata di parti murarie del Teatro per agevolarne la comprensione e garantirne duraturi miglioramenti conservativi. Ai fini di una duratura conservazione, è opportuna l’adozione di tecniche e materiali tradizionali in grado di assicurare la piena compatibilità con i resti archeologici

    Fra Tardo Antico e Medioevo. Un santuario della via Francigena: Sant'Eusebio di Ronciglione. Approfondimenti tematici e restauri

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    Il santuario altolaziale di Sant’Eusebio emerge isolato nella campagna a pochi chilometri a sud-est dell’abitato di Ronciglione. Conserva, nell’organicità solo apparente delle compagini murarie, sparsi segni della sua vita millenaria il cui inizio risale all’età tardoantica. Questi segnalano, senza darne un quadro completo ed evidente, le numerose alterazioni sopraggiunte nel tempo che ne incidono l’aspetto odierno rendendo difficoltosa la comprensione del suo sviluppo edilizio. Preziosi resti d’indubbio valore storico e artistico, quali un corpus altomedievale di graffiti devozionali e resti di affreschi datati all’età della riforma gregoriana e a fasi successive, lasciano intuire un passato importante del complesso cultuale, entrato nella sfera dei percorsi pellegrinali romei. Una équipe di studiosi di diverse discipline storiche e di tecnici specializzati nel campo del restauro dei monumenti, coordinata da chi scrive, ha collaborato al comune obiettivo di restituire una lettura storico-artistica aggiornata del santuario, necessaria e solida base scientifica sulla quale fondare il progetto e l’intervento di restauro conservativo teso a riscattare il complesso da un’avvilente condizione di degrado che ne aveva già determinato la parziale rovina
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