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Le collezioni museali naturalistiche come fondamentale risorsa nella ricerca scientifica: distribuzione spazio-temporale dei reperti di grandi vertebrati marini nei musei italiani
Il patrimonio culturale marino italiano ha per tradizione e storia un’imponente ricchezza di collezioni museali naturalistiche, con migliaia di reperti ossei e tassidermizzati di vertebrati marini, costruite in oltre due secoli di attività. I reperti museali rappresentano la conoscenza primaria ed unica della biodiversità organismica ed ecosistemica storica del Mediterraneo e costituiscono un ampio archivio di tessuti e dati scientifici potenzialmente sfruttabile grazie alle nuove tecnologie biomolecolari per comprendere pattern, processi e possibili cause della perdita di biodiversità, degrado degli ecosistemi e declino delle popolazioni. Con l’obiettivo di ricostruire le traiettorie evolutive ed ecologiche di specie e popolazioni di grandi predatori marini del Mediterraneo (cetacei ed elasmobranchi) abbiamo costituito un network di 25 collezioni osteologiche museali (universitarie e civiche) e private italiane, da cui abbiamo ottenuto oltre 500 campioni (fotografie geometriche e tessuti biologici di crani, rostri, mascelle, vertebre e denti) di individui storici di Delphinus delphis, Stenella coeruleoalba, Tursiops truncatus, Carcharodon carcharias, quattro specie di pesce sega dei generi Pristis e Anoxypristis, otto specie di cetacei mediterranei e la foca monaca (Monachus monachus). Il presente lavoro descrive i risultati, in termini di numero e di distribuzione, dei reperti di alcune specie di grandi predatori marini e mette in evidenza il valore storico, culturale e scientifico delle collezioni museali, in particolar modo per gruppi di organismi di particolare interesse conservazionistico