8 research outputs found

    Work-related stress and bullying: gender differences and forensic medicine issues in the diagnostic procedure

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>The attention of international agencies and scientific community on bullying and work-related stress is increasing. This study describes the gender differences found in victims of bullying and work-related stress in an Italian case series and analyzes the critical issues in the diagnostic workup.</p> <p>Methods</p> <p>Between 2001 and 2009 we examined 345 outpatients (148 males, 197 females; mean age: 41 Âą 10.49) for suspected psychopathological work-related problems. Diagnosis of bullying was established using international criteria (ICD-10 and DSM-IV).</p> <p>Results</p> <p>After interdisciplinary diagnostic evaluation (Occupational Medicine Unit, Psychology and Psychiatry Service), the diagnosis of bullying was formulated in 35 subjects, 12 males and 23 females (2 cases of Post-Traumatic Stress Disorder and 33 of Adjustment Disorder). Fifty-four (20 males, 34 females) suffered from work-related anxiety, while work-unrelated Adjustment Disorder and other psychiatric disorders were diagnosed in 7 and 112 subjects, respectively. Women between 34 and 45 years showed a high prevalence (65%) of "mobbing syndrome" or other work-related stress disorders.</p> <p>Conclusions</p> <p>At work, women are more subject to harassment (for personal aspects related to emotional and relational factors) than men. The knowledge of the phenomenon is an essential requisite to contrast bullying; prevention can be carried out only through effective information and training of workers and employers, who have the legal obligation to preserve the integrity of the mental and physical status of their employees during work.</p

    Silicosi nell’industria del riso: primo caso

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    È descritto il caso di un uomo di 62 anni, dipendente per circa 16 di un’azienda che produceva ceneri di lolla di riso (contenenti alte percentuali di silice libera cristallina). Egli era addetto alla bonifica di forni e filtri saturi di cenere e a operazioni di carico/scarico in carenti condizioni igienico-ambientali. Dopo circa 16 anni dalla cessazione di tale attività, il soggetto è giunto all’osservazione con un quadro d’insufficienza respiratoria, prevalentemente restrittiva, e reperti radiologici suggestivi per silicosi (ILO q 3/3). Il caso richiama per la prima volta l’attenzione sul rischio silicotigeno nella lavorazione del riso, settore produttivo generalmente non considerato come potenziale fonte d’esposizione

    Return to work after coronary angioplasty or heart surgery: a 5-year experience with the “CardioWork” protocol

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    The "CardioWork" protocol, for work resumption after invasive heart procedures and subsequent cardiac rehabilitation, is presented. Over 5 years, 107 consecutive patients of working age were enrolled. Jobs were classified as multiples of basal metabolism according to the entity of physical strain. These data were integrated with instrumental evaluations to provide indications regarding time and modality of work resumption. A total of 89.7% of patients resumed working. Other relevant findings include the correlation of time for work resumption with the kind of treatment and the task energy requirement; the earliness of return to work, even for older people and those performing heavy tasks; and the difficulty of work resumption for those who failed to restart work within 6 months. This study highlights the importance of a multidisciplinary rehabilitative approach to facilitate work resumption, adapting the work tasks to the changed psychophysical capabilities

    Stress lavoro-correlato e mobbing: casistica clinica e differenze di genere

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    L’attenzione delle Istituzioni e della comunità scientifica internazionale in merito al fenomeno del mobbing e dello stress lavoro-correlato è sempre crescente. Tuttavia, ricerche inerenti agenti eziologici e differenze di genere sono ancora oggi poco numerose. Il presente studio descrive le differenze di genere nelle persone vittime di mobbing e stress lavoro-correlato riscontrate in una casistica italiana ambulatoriale. Presso l’ambulatorio di Medicina del Lavoro del nostro Istituto sono state esaminate, tra il 2001 ed il 2009, 345 persone (197 donne e 148 uomini) che avevano richiesto una visita specialistica a causa di problemi di tipo psicopatologico connessi, a loro giudizio, all’ambito lavorativo. In seguito al percorso diagnostico, necessariamente multispecialistico, la diagnosi di “sindrome da mobbing” è stata formulata, in accordo con i criteri internazionali (ICD-10 e DSM-IV), in una minoranza dei casi: 35 soggetti. Negli altri lavoratori sono state riscontrate condizioni psichiatriche preesistenti e non rapportabili al lavoro oppure un’alterata dinamica nei rapporti interpersonali con i colleghi. Significative differenze di genere sono emerse tra le persone con “sindrome da mobbing”: è stata riscontrata una netta prevalenza di donne (65%) con grado di scolarità medioelevato; la fascia d’età più colpita era tra i 34 ed i 45 anni; le professioni rappresentate sono molteplici, ma con preponderanza di quelle impiegatizie. Le donne sono principalmente vessate riguardo gli aspetti personali legati a fattori emotivo-relazionali, gli uomini in merito al contenuto del proprio lavoro. La conoscenza del fenomeno è un’indispensabile prerogativa al fine di contrastarlo ed essa può attuarsi, a livello preventivo, mediante un’efficace formazione e formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, sui quali incombe l’obbligo normativo di preservare l’integrità psicofisica del proprio lavoratore

    Malattie da sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore in cinque addetti alla macellazione di pollame [Upper limb work-related musculoskeletal disorders in five poultry butchers]

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    We describe 5 workers (3 females and 2 males, mean age 44.5 years) of a poultry slaughterhouse, examined in May 2010 for a judgement on work fitness according to the Italian Law 300/70. Their jobs required highly repetitive actions, often associated with the use of force. The postural involvement was also considerable, particularly for the right arm. The OCRA method, recommended by the international standards ISO 11228-3 and EN 1005-5, was used for risk assessment, giving high or very high (up to 40) index values. All patients reported mild symptoms and displayed radiological and electroneurographic signs of low-grade bilateral carpal tunnel syndrome; additionally, 4 subjects showed signs of bilateral rotator cuff tendonitis, associated in 3 cases with biceps long head tendonitis; one worker was affected by low-grade elbow tendonitis. All patients received specific limitations regarding work fitness, were reported to the Judicial Authority, and referred to the Italian Workers’ Compensation Authority. This case series confirms the well-known risk due to biomechanical overload of the upper limb in poultry butchering, the need for preventive measures in this occupational sector, and the importance of an interdisciplinary approach for a correct etiologic diagnosis

    Patologie asbesto-correlate in ex-esposti: casistica clinica

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    Nonostante la Legge 257/1992 abbia vietato estrazione, importazione, esportazione, produzione, commercializzazione ed impiego dell’asbesto (o amianto), le patologie asbesto-correlate continuano a rappresentare un rilevante problema di salute pubblica. Presentiamo la casistica della nostra Unità Operativa, relativa a 211 soggetti (192 maschi, 19 femmine) con pregressa esposizione professionale e/o ambientale, di età compresa tra 36 e 88 anni (media 62), giunti alla nostra osservazione dal Novembre 2000 al Maggio 2010, indagati in regime ambulatoriale (186) o di day-hospital (25). Dopo visita specialistica di medicina del lavoro con accurata anamnesi occupazionale, i pazienti sono stati sottoposti ad approfondimenti diagnostici comprendenti, a seconda dei casi, esami ematochimici, elettrocardiogramma, radiografia torace con classificazione ILO, tomografia computerizzata torace ad alta risoluzione, prove di funzionalità respiratoria, test del cammino in 6 minuti, emogasanalisi, lavaggio broncoalveolare (BAL) con ricerca dei corpuscoli dell’asbesto, esami istologici ed immunoistochimici (solo per i casi di mesotelioma). Al termine degli accertamenti sono state formulate le seguenti diagnosi: placche pleuriche benigne (35 casi), asbestosi (20 casi; con associazione di placche pleuriche in 10 pazienti), pneumoconiosi silico-asbestosica (5 soggetti; con associazione di placche pleuriche in 1 paziente), mesotelioma pleurico (21 casi), mesotelioma peritoneale (1 caso), mesotelioma testicolare (1 caso), carcinoma polmonare (1 caso). Pertanto, in 84 pazienti è stata diagnosticata almeno una condizione patologica causata dall’amianto. In 3 sono state identificate opacità parenchimali di non univoca interpretazione diagnostica, tuttora in follow-up clinico e strumentale. Dall’anamnesi è emerso che 184 pazienti erano stati esposti all’amianto in ambito occupazionale (in media circa 20 anni) e 15 nell’ambiente di vita; i restanti 12 avevano avuto un’esposizione combinata. I settori produttivi maggiormente coinvolti comprendevano: smaltimento amianto in cantieri navali, operazioni idrauliche o elettriche comportanti l’uso di amianto nelle coibentazioni termiche di tubature e trasformatori, manutenzione di caldaie coibentate, industria tessile, operazioni di demolizione e coibentazione in edilizia, costruzione e demolizione di altiforni, agricoltura. Per i casi professionali non precedentemente denunciati, è stata effettuata segnalazione alle Autorità competenti e al Registro Mesoteliomi della Lombardia. In conclusione, a patologia asbesto-correlata continua ad essere di comune osservazione nella pratica clinica. Particolarmente preoccupante è l’individuazione di 22 nuovi casi di mesotelioma maligno, dato concordante con le recenti proiezioni epidemiologiche secondo cui, nell’Europa occidentale, la mortalità per questa neoplasia dovrebbe raddoppiare ogni anno fino al 2018. In tale ambito, l’Italia si colloca tra i paesi con i tassi di mortalità più elevati; tra il 2012 ed il 2024 è atteso un picco di mortalità per mesotelioma pleurico di circa 800 casi/anno. E’ pertanto indispensabile proseguire la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad asbesto, sia per identificare e monitorare la patologia derivante dal passato, sia per valutare l’effetto delle basse esposizioni verificatesi negli ultimi anni

    Sorveglianza sanitaria in ex esposti ad asbesto: osservazioni su 24 lavoratori di uno zuccherificio pavese [Health surveillance for formerly exposure to asbestos: observations on 24 workers of a sugar refinery]

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    Although the Italian law 257/1992 has banned asbestos, workers formerly exposed to this material continue to require health surveillance. We present 24 outpatients (1 woman and 23 men) with a history of occupational exposure to asbestos (mean 303,6 months), who have worked at a sugar refinery as mainteiners, mechanics and electricians. Their job involved testing, maintenance and repair of factory machinery: asbestos gaskets were cut, replaced and milled by hand, resulting in significant dispersion of fibres; additionally, the workers shattered asbestos insulation material covering pipes, boilers and electrical panels. An amount of asbestos-cement was produced directly in the workplace, saturating the environment with airborne dust. Since 1992, 20 subjects participated in the dismantling of deteriorating asbestos-cement wavy roofs. After an occupational medicine visit with careful occupational and environmental history, the patients underwent chest x-ray with ILO classification and complete spirometric test. No asbestos-related diseases, such as pleural plaques, mesothelioma or pneumoconiosis, were disclosed. Considering the lag time from the start of exposure, the subjects were enrolled in a specific follow-up program. In spite of the current negative findings, our observations draw attention to the risk of asbestos-related diseases in the sugar industry: a business sector usually not regarded as a potential source of exposure
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