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Felice Ippolito intellettuale e grand commis - La ricerca nucleare in Italia dal dopoguerra al primo centrosinistra
2011/2012Lo studio della fisica nucleare in Italia ebbe il suo mito fondativo nelle vicende dei “ragazzi di via Panisperna”, dal nome della via romana in cui sorgevano i laboratori diretti da Enrico Fermi. Dopo aver raggiunto la fama mondiale (in particolare con il Nobel per la fisica di Fermi nel 1938), il gruppo fu disperso a causa della politica (sia razziale che scientifica) del regime fascista. Mentre Fermi ed altri, espatriati in America, davano il proprio determinante contributo alla realizzazione della bomba atomica, in Italia rimase il solo Edoardo Amaldi che, nel dopoguerra, si trovò ad essere, nel Paese e fuori, un fondamentale punto di riferimento per la fisica italiana.
Nell’immediato dopoguerra, a fronte di un sostanziale disinteresse del Governo italiano in materia di ricerca, furono le industrie elettriche private a muovere i primi passi verso la ricerca e lo sviluppo della tecnologia nucleare, concedendo il proprio appoggio ad alcuni giovani ricercatori del Politecnico di Milano che diedero vita al CISE (Centro Informazioni Studi Esperienze). Parallelamente, la “comunità dei fisici” iniziava a ritagliarsi un proprio spazio autonomo di manovra.
Nel 1951 i gruppi universitari che si occupavano di fisica fondamentale diedero vita all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) mentre l'anno successivo, non senza attriti con il CISE, il Ministero dell'Industria appoggiò la creazione del Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari (CNRN), incaricato di promuovere e occuparsi della fisica nucleare applicata. Alla presidenza fu nominato Francesco Giordani, chimico napoletano legato all'IRI ed agli ambienti del neo meridionalismo.
Il Comitato, che solo nel 1960 fu mutato in CNEN (Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare) ottenendo la necessaria personalità giuridica, dovette costantemente far fronte alle difficoltà derivanti dalla propria fragilità istituzionale e dalle continue tensioni con l'industria elettrica privata. Ciononostante, sotto la guida del suo Segretario Generale Felice Ippolito, riuscì a dar vita ad importanti realizzazioni (come il Sincrotrone di Frascati o il Centro di ricerche nucleari di Ispra) e diede l'impulso fondamentale che portò alla costruzione, nei primi anni '60, delle prime centrali nucleari in Italia. Questo “periodo aureo” della fisica nucleare applicata iniziò a finire nell’agosto del 1963 quando una dura campagna stampa prese a mettere in discussione le gestione di Ippolito che si ritrovò al centro di un “caso” che da mediatico si fece ben presto giuridico e portò, nel marzo del 1964, all'arresto del Segretario Generale del CNEN per irregolarità amministrative.
“Il caso Ippolito”, lungi dall’essere solo un processo per un isolato caso di malversazione, di fatto sancì la fine della ricerca e dello sviluppo del nucleare in Italia, facendo piazza pulita non solo dei progetti di nuove centrali atomiche, ma anche di un certo tipo di gestione degli enti pubblici che aveva fatto dell’elasticità amministrativa il proprio punto di forza, laddove in seguito si impose la burocratizzazione e la lottizzazione politica.
Nella tesi in esame ho tentato di individuare, all'interno di un campo di ricerca così vario e così ricco di spunti collocati a cavallo di più discipline storiche (storia e filosofia della scienza, dell'economica e dell'industria, della cultura e della politica, delle relazioni internazionali), alcuni snodi focali ed emblematici che permettessero di sviluppare un percorso di indagine su quello che appariva come un meraviglioso tentativo di far recuperare all'Italia il tempo perduto a causa del regime fascista, in termini di sviluppo tecnologico e scientifico, ma anche culturale e politico. Tale tentativo ottenne risultati di rilievo mondiale nel dopoguerra ma andò incontro ad una nuova sconfitta, nei primi anni '60, quando emerse l'incapacità dello Stato di riformare se stesso per tener dietro ai rapidi mutamenti, non solo tecnici, che la tecnologia d'eccellenza pretende per mantenersi tale.
Fin dall'inizio ho individuato in Felice Ippolito il trait d'union tra i fatti caratterizzanti le vicende trattate. Interessato alla ricerca nucleare quale geologo esperto in prospezioni minerarie, in seguito venne nominato Segretario Generale del CNRN e si trovò a rivestire un ruolo chiave, emblematico e rappresentativo, all'interno di un complesso ambiente culturale composto da intellettuali, scienziati ed alti funzionari che parteciparono ad una rete di rapporti all'interno della quale si elaborarono delle organiche strategie di sviluppo per il Paese. Ippolito divenne referente e portavoce di una comunità scientifica che si caratterizzava in quegli anni per il suo rapporto estremamente dialettico e consapevole con tutte le componenti della società, dalla classe politica al mondo dell'industria e dell'economica, dal mondo della cultura alle classi subalterne.
Per comprendere l'incontro tra Ippolito e la comunità dei fisici, ho ritenuto di iniziare la tesi con un accenno all'esperienza dei “ragazzi di via Panisperna” e di Enrico Fermi, in particolare. La partenza in treno di Fermi per Stoccolma, il 6 dicembre 1938, dove avrebbe ritirato il premio Nobel prima di espatriare negli Stati Uniti (in fuga dalle leggi razziali ma soprattutto dall'incapacità del regime fascista di comprenderne e sostenerne le iniziative), è stata presentata come evento simbolico e metaforico della perdita di un primo “treno per la modernità” da parte dell'Italia. L'attenzione è stata posta soprattutto su chi rimase sulla banchina di quella stazione, ovvero Edoardo Amaldi, che pur con molti dubbi alla fine scelse di rimanere in Italia diventando il punto di riferimento per eccellenza, in virtù del suo carisma scientifico ed umano, della comunità dei fisici italiani nel dopoguerra. In particolare ho messo in evidenza il rafforzarsi in Amaldi di un punto di vista autonomo su quello che doveva essere il rapporto tra la ricerca scientifica ed il mondo della politica e dell'industria. Mentre oltreoceano Fermi delegava al Governo la valutazione etica e la gestione dei risultati del proprio lavoro scientifico, in Italia il suo allievo Amaldi fin dal dopoguerra iniziò a tessere una rete di rapporti, con l'industria e le aziende controllate dallo Stato, caratterizzati da alcuni principi imprescindibili. Quando gli industriali elettrici privati lo chiamarono al CISE, Amaldi pose perentorie condizioni alla propria partecipazione, come la difesa della sua autonomia scientifica, il rifiuto di ogni principio di segretezza, ed il fatto che la ricerca doveva andare a beneficio dell'intera collettività e non a vantaggio di pochi gruppi privati.
Dopo aver delineato alcuni elementi della figura di Amaldi, ho concentrato il mio interesse su Ippolito e sui suoi rapporti con l'ambiente culturale napoletano, liberale e meridionalista, di cui anche Francesco Giordani faceva parte. Attraverso la bibliografia e gli archivi dell'ente, ho esaminato la nascita del CNRN sull'asse Ippolito-Giordani-Pietro Campilli (il Ministro dell'Industria che sostenne il progetto) e di seguito l'insorgere delle tensioni con il CISE e l'industria privata. L'obiettivo è stato di mettere in evidenza l'estrema “coerenza” dell'incontro tra i fisici rappresentati da Amaldi e la politica scientifica portata avanti da Ippolito e Giordani, capaci di soddisfarne sia le ambizioni tecnico scientifiche che etiche e politiche.
Con un capitolo intermedio, su tematiche di politica nucleare internazionale, ho introdotto il tema dell'iniziatica Atoms for peace, lanciata dal Presidente americano Eisenhower, che prospettava una politica di disarmo atomico fondata sulla socializzazione della tecnologia nucleare ad uso civile. Rinunciando a proporre un inquadramento storiografico e critico complessivo, ho scelto di render conto della rappresentazione offerta da uno dei protagonisti di quegli anni, ovvero il francese Bertrand Goldschmidt, che influenzò grandemente il punto di vista di Ippolito e degli Amici del Mondo (cui Ippolito si legò) e che oggi testimonia in maniera particolarmente efficace il clima di “euforia atomica” che determinò allora fondamentali scelte di politica energetica europea.
L'iniziativa Atoms for Peace diede l'occasione ad Ippolito di avviare un'intesa collaborazione con l'ambiente culturale che ruotava attorno alla rivista «Il Mondo» diretta da Mario Pannunzio e che in quel momento si presentava come la fucina, di stampo liberale radicale, dei progetti politici che portarono in seguito al Centrosinistra. Ripercorrendo le pagine della rivista ho messo in evidenza un percorso di progressiva presa di coscienza sulla questione nucleare. Se fino all'iniziativa Atoms for Peace erano considerate solo le applicazioni militari di tale tecnologia, in seguito e anche grazie all'intervento di Ippolito, il dibattito sul nucleare venne connesso alla questione della produzione energetica vista nella prospettiva della lotta contro i monopoli e per la nazionalizzazione del settore. Su questi temi centrali in quella fase politica (sulla nazionalizzazione del settore elettrico si giocò la battaglia fondamentale per il Centrosinistra), Ippolito in particolare, a metà degli anni '50, iniziò a tessere un discorso unitario tra crescente richiesta energetica, sviluppo della tecnologia nucleare e necessaria nazionalizzazione. Coerenti a questa linea iniziarono ad apparire su «Il Mondo» i “Dialoghi plutonici” di Ernesto Rossi che testimoniavano i rapporti sempre più stretti tra Ippolito e la rivista, nel contesto delle vicissitudini politiche che portarono alla nascita del Partito Radicale ed ai convegni degli Amici del Mondo “La lotta contro i monopoli” e “Atomo ed elettricità”. Usando gli atti dei convegni e analizzando i molti articoli in merito apparsi sulla rivista, ho messo in evidenza il processo che portò, a partire dalle posizioni antistataliste sempre sostenute sulle pagine di «Il Mondo» in particolare da Rossi, al definirsi della presa di posizione nazionalizzatrice espressa durante il convegno “La lotta contro i monopoli”. Del seminario “Atomo ed elettricità” ho ritenuto di particolare interesse l'identificazione operata dai relatori tra esigenze tecnico-scientifiche dell'energia nucleare e opzione nazionalizzatrice che portò ad una lettura prettamente politica delle scelte tecniche da operare in materia di filiere tecnologiche. Lettura che, come evidenzieremo, Ippolito non condividerà a favore di un approccio che preferisce le soluzioni particolari alle analisi universali.
Atoms for Peace comporta un rilancio generale della politica nucleare italiana anche in termini di “gara atomica” tra ricerca e sviluppo pubblici e privati. In particolare, ho esaminato il crescente clima di ostilità tra il CNRN e l'industria privata (l'Edison in particolare) e le cause che portarono alle dimissioni di Giordani dalla Presidenza del Comitato. In un capitolo titolato “Come Mattei all'Agip” ho delineato le difficoltà istituzionali che dovette affrontare Ippolito da segretario plenipotenziario del CNRN ed il conseguente sviluppo di un modus operandi problematico che ebbe importanti conseguenze nella creazione del “caso” che sarebbe esploso. Tra le molte vicissitudini del CNRN ho seguito soprattutto il processo che portò alla costruzione delle prime centrali atomiche in Italia con particolar attenzione alla collaborazione tra CNRN e Banca Mondiale che portò alla costruzione della centrale di Garigliano e che sintetizzò istanze meridionaliste e nucleariste. Con il capitolo “Dal CNRN al CNEN” ho esaminato il percorso politico che portò alla nascita del CNEN nel contesto delle trattative per il primo Governo di Centrosinistra e della nazionalizzazione dell'energia elettrica. L'obiettivo è stato in particolare mettere in evidenza le tensioni che andarono delineandosi all'interno del nuovo ente elettrico, l'ENEL, tra le posizioni rappresentate dal Direttore Generale Angelini ed il consigliere Ippolito.
Negli ultimi due capitoli ho riassunto in modo antologico l'aspetto più ampiamente trattato dalla storiografia esistente sul tema, ovvero il “caso” mediatico e giuridico che prese il nome del Segretario Generale del CNEN e che portò alla sua incarcerazione. Oltre alla fase processuale, ho ricostruito il quadro politico e gli avvenimenti che portarono alla messa in stato di accusa di Ippolito, nell'estate del 1963, ed alla sua incarcerazione l'anno successivo, che ebbero come diretta conseguenza il drastico ridimensionamento dei programmi nucleari del CNEN. Infine ho proposto un'analisi delle ipotesi interpretative date al “caso Ippolito” evidenziando anche alcuni aspetti che, per varie ragioni, non sono stati ancora indagati.
In ultima analisi il presente studio tenta di mettere in luce la complessità della materia trattata che, pur prestandosi per molte ragioni alle semplificazioni complottistiche e dietrologiche di stampo giornalistico, risulta incomprensibile senza una contestualizzazione capace di connettere il percorso della fisica nucleare italiana (che a partire dall'esperienza dei “ragazzi di via Panisperna” tende a pensarsi e muoversi come una “comunità” portatrice di propri interessi e ideali), il dibattito filosofico, culturale e tecnico sulle ragioni e sui mezzi dell'intervento dello Stato nell'economia e sul ruolo di intellettuali e scienziati nella società, ed infine la storia politica italiana, europea ed internazionale che portò alla nascita del Centrosinistra.XXIV Ciclo197
La implementación de la psicoterapia en línea en un programa de residencia médica en psiquiatría durante la pandemia de COVID-19
O impacto da pandemia de SARS-CoV2 e as recomendações de reduzir a circulação de pessoas produziu uma série de mudanças no nosso cotidiano. Tratamentos tradicionalmente realizados face-a-face de forma presencial as psicoterapias sofreram forte impacto com riscos de abandono e interrupção. O objetivo deste artigo é apresentar um relato de experiência sobre o processo de implementação de psicoterapia on-line no ambulatório de psicoterapias do Serviço de Psiquiatria de um hospital escola durante a pandemia de SARS-CoV2, exibindo as principais adaptações realizadas nos procedimentos de comunicação, protocolos de atendimento e registros das sessões de psicoterapia. Tendo como foco a garantia da manutenção dos atendimentos durante períodos de distanciamento social foram criadas diretrizes para a realização de psicoterapia on-line com a elaboração de um manual norteador (Material suplementar) de procedimentos para continuidade dos atendimentos dentro dos parâmetros éticos e técnicos estabelecidos pelo serviço. O manual foi elaborado a partir da discussão entre supervisores e residentes, de forma que refletisse a realidade e as demandas comumente atendidas. As adaptações realizadas no ambulatório foram norteadas por quatro grandes objetivos: 1) manutenção e continuidade dos atendimentos; 2) diminuição de barreiras de comunicação entre psicoterapeuta-paciente; 3) manutenção de reuniões on-line e web conferência entre todos os membros da equipe e manutenção dos estudos e; 4) normatização de procedimentos durante as sessões de psicoterapia.The impact of the SARS-CoV2 pandemic and the recommendations to reduce the movement of people and agglomerations produced a series of changes in our daily lives, changing the way various health services were provided. Treatments traditionally performed face-to-face such as psychotherapies suffered a strong impact with risks of abandonment and interruption. This paper is an experience report about the process online psychotherapy implementation in a Psychiatry School Hospital Service during the SARS-CoV2 pandemic, showing the adaptations in communication procedures, care protocols and records of psychotherapy sessions. With a focus on ensuring the maintenance of care during periods of social distancing, guidelines were created for online psychotherapy based on the preparation of a guiding manual (Supplementary material) of procedures so that care was performed within the parameters ethical and technical established by the service. The manual was created from the discussion between supervisors and residents, so that it reflected the reality and demands commonly met. The adaptations were guided by four major objectives: 1) maintenance and continuity of care, 2) reduction of communication barriers between psychotherapist-patient, 3) maintenance of online meetings and web conferences between all team members and maintenance of studies and 4) standardization of procedures during psychotherapy sessions.El impacto de la pandemia de SARS-CoV2 y las recomendaciones para reducir el movimiento de personas ha producido una serie de cambios en nuestra vida cotidiana. Los tratamientos tradicionalmente realizados en psicoterapias presenciales sufrieron un fuerte impacto con riesgos de abandono e interrupción. El propósito de este artículo es presentar un informe de experiencia sobre el proceso de implementación de la psicoterapia online en el ambulatorio de psicoterapia del Servicio de Psiquiatría de un hospital escuela durante la pandemia de SARSCoV2, mostrando las principales adaptaciones realizadas en los procedimientos de comunicación, protocolos asistenciales y registros de sesiones de psicoterapia. Con el foco en asegurar el mantenimiento de la atención durante los períodos de distanciamiento social, se crearon pautas para la realización de la psicoterapia en línea a partir de la elaboración de un manual guía (Material Complementario) de procedimientos para que las exploraciones asistenciales se realizaran dentro de los parámetros éticos y técnicos establecidos por el servicio. Las adaptaciones realizadas en el ambulatorio se basaron en cuatro objetivos principales: 1) mantenimiento y continuidad de la atención; 2) reducción de las barreras de comunicación entre psicoterapeuta-paciente; 3) mantenimiento de reuniones en línea y conferencias web entre todos los miembros del equipo y mantenimiento de estudios y; 4) estandarización de los procedimientos durante las sesiones de psicoterapia
Cytoreductive Surgery and Hyperthermic Intrathoracic Chemotherapy by Video-Assisted Surgery for Pleural Malignancies. Technical Aspects and Safety Profile from A Single Center
Background Pleural malignancies are challenging conditions
in terms of possibility of cure. Recent growing interest towards
Hyperthermic Intrathoracic Chemotherapy (HITHOC) after Cytoreductive Surgery (CRS) has been referred. Minimally invasive
approach (VATS) may be suggest in this context but evidence is
still lacking.
Methods A preliminary experience in seven patients submitted to
cytoreductive surgery and HITHOC is described, with a focus on
technical aspects related to VATS approach, operating median time
and postoperative complication.
Results A triportal VATS approach has been employed in all cases.
Median time of surgery including pleural perfusion was 200 minutes (range 165-370). Mean blood losswas 217 cc (range 100 and
600). Thirty days’ mortality was nihil.
Conclusions VATS cytoreductive surgery and HITHOC is a safeprocedure and could be proposed in the setting of a multimodality
strategy employing adjuvant radio-chemotherapy in referral center
Cytoreductive Surgery and Hyperthermic Intrathoracic Chemotherapy by Video-Assisted Surgery for Pleural Malignancies: Technical Aspects and Safety Profile
Background: Pleural malignancies are challenging conditions in terms of possibility of cure.
Recent growing interest towards Hyperthermic Intrathoracic Chemotherapy (HITHOC) after
Cytoreductive Surgery (CRS) has been referred. Minimally invasive approach (VATS) may be
suggest in this context but evidence is still lacking.
Methods: A preliminary experience in seven patients submitted to cytoreductive surgery and
HITHOC is described, with a focus on technical aspects related to VATS approach, operating
median time and postoperative complication.
Results: A triportal VATS approach has been employed in all cases. Median time of surgery
including pleural perfusion was 200 min (range 165 to 370). Mean blood loss was 217 cc (range 100
and 600). Thirty days mortality was nothing.
Conclusion: VATS cytoreductive surgery and HITHOC is a safe procedure and could be proposed
in the setting of a multimodality strategy employing adjuvant radio-chemotherapy in referral
centers
Treinamento cognitivo para crianças e adolescentes com transtorno de déficit de atenção/hiperatividade como tratamento complementar aos psicoestimulantes : estudo de viabilidade e descrição de protocolo
Background: Cognitive training has received increasing attention as a non-pharmacological approach for the treatment of attention deficit/hyperactivity disorder (ADHD) in children and adolescents. Few studies have assessed cognitive training as add-on treatment to medication in randomized placebo controlled trials. The purpose of this preliminary study was to explore the feasibility of implementing a computerized cognitive training program for ADHD in our environment, describe its main characteristics and potential efficacy in a small pilot study. Methods: Six ADHD patients aged 10-12-years old receiving stimulants and presenting residual symptoms were enrolled in a randomized clinical trial to either a standard cognitive training program or a controlled placebo condition for 12 weeks. The primary outcome was core ADHD symptoms measured using the Swanson, Nolan and Pelham Questionnaire (SNAP-IV scale). Results: We faced higher resistance than expected to patient enrollment due to logistic issues to attend face-to-face sessions in the hospital and to fill the requirement of medication status and absence of some comorbidities. Both groups showed decrease in parent reported ADHD symptoms without statistical difference between them. In addition, improvements on neuropsychological tests were observed in both groups – mainly on trained tasks. Conclusions: This protocol revealed the need for new strategies to better assess the effectiveness of cognitive training such as the need to implement the intervention in a school environment to have an assessment with more external validity. Given the small sample size of this pilot study, definitive conclusions on the effects of cognitive training as add-on treatment to stimulants would be premature.Introdução: O treinamento cognitivo tem recebido atenção especial como abordagem não medicamentosa para o tratamento do transtorno de déficit de atenção/hiperatividade (TDAH) em crianças e adolescentes. Poucos estudos avaliaram o treinamento cognitivo como abordagem complementar à medicação em ensaios clínicos randomizados controlados por placebo. O objetivo deste estudo foi explorar a viabilidade para a implementação de um programa de treinamento cognitivo computadorizado, descrever suas características principais e potencial eficácia em um pequeno estudo piloto. Métodos: Seis pacientes com TDAH entre 10-12 anos de idade, em uso de psicoestimulantes e apresentando sintomas residuais, foram recrutados e randomizados para um dos dois grupos (treinamento cognitivo ou placebo) por 12 semanas. O desfecho principal foram os sintomas nucleares do TDAH avaliados através do Questionário de Swanson, Nolan e Pelham (SNAP-IV). Resultados: Encontramos maior resistência do que a esperada no recrutamento dos pacientes em função de problemas logísticos para atender às sessões presenciais no hospital assim como para preencherem os critérios de status medicamentoso e ausência de algumas comorbidades. Ambos os grupos apresentaram diminuição nos escores dos sintomas de TDAH reportados pelos pais, mas sem diferença estatística entre eles. Além disso, foi observada melhora nos testes neuropsicológicos em ambos os grupos – principalmente nas tarefas treinadas pelo programa. Conclusão: Este protocolo revelou a necessidade de novas estratégias para melhor avaliar a eficácia do treinamento cognitivo tal como a necessidade de implementar a intervenção no ambiente escolar a fim de obter uma avaliação com maior validade externa. Devido ao pequeno tamanho amostral deste estudo, conclusões definitivas sobre os efeitos do treinamento cognitivo como abordagem complementar aos psicoestimulantes seriam prematuras
A complete automatization of an educational observatory at INAF-OATs
The Astronomical Observatory of Trieste (OATs), part of the Italian Institute for Astrophysics (INAF), hosts a Celestron C14 telescope, equipped with a robotic Paramount ME equatorial mount, used for public outreach. The telescope is installed inside a dome, recently upgraded with a Beckhoff PLC control system, a SIEMENS inverter for the communication with the motor of the dome's roof, and further equipment to allow the complete automatization of the system. A peculiarity of the system is that, when operating, the telescope may exceed the height of the roof: due to this fact the telescope pointing is constrained by the full opening of the roof and, oppositely, the closing of the roof is allowed only when the telescope is in park position. Appropriate sensors are installed to monitor the position of the telescope to properly handle the complete opening or closing of the roof. Several emergency operations are also foreseen, for example in case of bad weather or lost connection with the user. The PLC software has been developed using TwinCAT software. An OPC-UA server is installed in the PLC and allows the communication with a web interface. The web GUI, developed in PHP and Javascript, allows the user to perform the remote operations like switching on all the instrumentations, open the dome's roof, park the telescope and view the status of the system. Furthermore through TheSkyX software it is possible to perform the pointing of the telescope and its set up. A dedicated script, interfaced with TheSkyX, have been implemented to perform a complete automated acquisition. An appropriate data storage system is foreseen. All these elements, that cooperate to create a fully remoted controlled system, are presented in this paper