7 research outputs found

    Il sito di Trebbio e le ricerche a Spinellina

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    Viene descritta la prima campagna di scavo effettuata nel sito dell'etĂ  del Ferro di Trebbio, durante la quale sono state portate alla luce una serie di fornaci per la cottura della ceramica

    Le rocce lavorate

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    Il complesso di Pietralba è formato da 4 strutture non collegate tra loro e situate lungo un pendio il cui dislivello è di circa 40 m; nel denominare (Vasca rettangolare, Vasca a elle, Trono, Piramide) tali strutture si è preferito mantenere la terminologia già in uso nella tradizione legata all’ipotetica funzione o alla morfologia del masso che le ospita. Nel capitolo vengono descritte le singole strutture nel dettagli

    Altri manufatti rupestri del territorio altotiberino

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    Nell’ambito del progetto relativo ai manufatti litici di Pietralba un elemento di nodale interesse per il loro inquadramento dal punto di vista territoriale è costituito dallo studio in parallelo delle consimili evidenze presenti nell’Alta Valtiberina toscana. Come si è già accennato, allo stato attuale sono note, in quest’area, altre due località che hanno restituito monumenti ricavati nella roccia: Monte Petroso (Pieve S. Stefano) e Ca’ di Murcia (Monterchi); in entrambi i casi si tratta di vasche di forma e dimensioni diverse rispetto a quelle di Pietralba. Mentre per la vasca di Ca’di Murcia esistono notizie anche dettagliate in letteratura, del Monte Petroso ci risultano solo brevi citazioni

    Risultati della prima campagna di scavi al Trebbio (Sansepolcro - Arezzo) (anno 2002)

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    Il lavoro è relativo allo studio antropologico e tafonomico di una sepoltura bisoma in fossa terragna di epoca alto medievale, contenente due scheletri in connessione anatomica, che fu messa in luce nel 2002 durante le indagini nel sito dell’Età del Ferro di Trebbio (Sansepolcro AR). La sepoltura, priva di corredo, è stata datata radiometricamente al 550-705 AD

    Il popolamento durante l'etĂ  dei Metalli

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    Si illustrano i rinvenimenti relativi alll'etĂ  del Rame, alll'etĂ  del Bronzo e all'etĂ  del Ferro del territorio di Caprese Michelangel

    Concludendo?

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    I risultati delle indagini e delle ricerche condotte sulle vasche e sui materiali di Pietralba, tra loro sostanzialmente coerenti, porterebbero ad ipotizzare, per questo straordinario complesso, una probabile attività di tipo produttivo dedicata, almeno nell’ultima fase di utilizzo, all’estrazione di sostanze organiche di natura oleosa – la cui cronologia sarebbe da collocare tra l’epoca Romana e il basso Medioevo (ma tendenzialmente più verso quest’ultimo periodo). L’aver proposto un’interpretazione crono funzionale basata su dati oggettivi non significa che Pietralba abbia rivestito solo questo ruolo e che la sua storia si sia esaurita in questo “breve” lasso di tempo: non possiamo e non vogliamo respingere a priori opinioni e tesi diverse anche se esulano dall’impostazione pragmatica finora assunta. Abbiamo avuto modo di rilevare infatti come per molte delle vasche rupestri prese in considerazione in questo lavoro si siano conservate nella tradizione orale tracce talora consistenti di una loro posizione significativa nella sfera del sacro/terapeutico/miracolistico (basti pensare alla Tina dell’Omo Salvatico e ad alcune vasche della Valmarecchia)154. Nel caso di Pietralba, però, non sembra sia rimasta alcuna memoria orale né su fonti scritte che attesti un’eventuale passata funzione cultuale e rituale. Forse possiamo addurre anche questa evidenza negativa a conferma di una prevalente connotazione funzionale di tipo economico. Il modello interpretativo proposto per Pietralba non è comunque generalizzabile né le metodologie impiegate esportabili tout court: ogni caso rappresenta un problema a se stante e va affrontato in modo multidisciplinare tenendo conto di tutte le variabili implicate nel relativo contesto
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