26 research outputs found

    Effects of Anakinra on Health-Related Quality of Life in a Patient with 1129G>A/928G>A Mutations in MVK Gene and Heterozygosity for the Mutation 2107C>A in CIAS1 Gene

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    Mevalonate kinase deficiency impairs several aspects of the patient's quality of life, thus early diagnosis and treatment are required to improve health-related quality of life (HRQOL). A 15-year-old patient with double heterozygosity for the mutations 1129G>A and 928G>A in MVK gene, heterozygosity for the mutation 2107C>A in CIAS1 gene and hyper-IgD syndrome phenotype, has been treated with anakinra with a reduction of 50% in the number of fever episodes per month, a reduction of 33% in the days of fever for each attack and normal blood tests in the intercritical phase. The RAND 36-Item Health Survey has been used for the assessment of HRQOL before and after the treatment with anakinra. The patient's quality of life showed an overall improvement of 27%; results showed a better improvement in role limitations due to physical health (50%)

    A Novel Missense Mutation of the NSD1 Gene Associated with Overgrowth in Three Generations of an Italian Family: Case Report, Differential Diagnosis, and Review of Mutations of NSD1 Gene in Familial Sotos Syndrome

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    Sotos syndrome (SoS) is characterized by overgrowth of prenatal onset, learning disability, and characteristic facial appearance; it is usually due to haploinsufficiency of NSD1 gene at chromosome 5q35. An Italian child was born at 37 weeks of gestation (weight 2,910 g, 25th-50th centiles; length 50 cm, 75th centile; head circumference 36 cm, 97th centile) showing cryptorchidism on the right side, hypertelorism, dolichocephaly, broad and prominent forehead, and narrow jaw; the pregnancy was worsened by maternal preeclampsia and gestational diabetes, and his mother had a previous history of four early miscarriages. The patient showed neonatal jaundice, hypotonia, feeding difficulties, frequent vomiting, and gastroesophageal reflux. After the age of 6 months, his weight, length, and head circumference were above the 97th centile; psychomotor development was delayed. At the age of 9 years, the patient showed also joint laxity and scoliosis. DNA sequence analysis of NSD1 gene detected a novel heterozygous mutation (c.521T>A, p.Val174Asp) in exon 2. The same mutant allele was also found in the mother and in the maternal grandfather of the proband; both the mother and the maternal grandfather of the proband showed isolated overgrowth with height above the 97th centile in absence of other features of SoS. At present 23 familial cases of SoS have been described (two cases with mutation in exon 2 of NSD1 gene); no familial cases of SoS with mutation of NSD1 gene and isolated overgrowth have been reported. Probably, point mutations of NSD1 gene, and particularly mutations between exon 20 and exon 23, are not likely to affect reproductive fitness. Epigenetic mechanisms and intrauterine environment may influence phenotypes, therefore genetic tests are not useful to predict the phenotype but they are indispensable for the diagnosis of SoS. This is the first Italian familial case of SoS with genetic confirmation and the third report in which a missense mutation of NSD1 gene is found in three generations of the same family

    Consensus Vitamina D in etĂ  pediatrica

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    Consensus sull'utilizzo della vitamina D in etĂ  pediatric

    Prevenzione, diagnosi e cura delle patologie andrologiche dall'etĂ  pediatrica al giovane adulto

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    Quaderno della Salute ministeriale sulla diagnosi, prevenzione e cura delle patologie andrologiche dall'etĂ  pediatrica al giovane adult

    La gestione delle sepsi neonatali precoci: confronto tra il protocollo della U.O. Neonatologia AOUP e il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator in una popolazione di neonati a termine e late preterm

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    Background: si definisce sepsi neonatale precoce (EOS = early-onset sepsis) un’infezione sistemica, a trasmissione verticale, che esordisce entro le prime 72 ore di vita nei neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale o entro i primi 7 giorni in quelli non ospedalizzati; lo Streptococcus agalactiae e l’Escherichia Coli sono i principali microrganismi coinvolti. L’incidenza di EOS è di circa 1-2 casi/1000 nati vivi e la mortalità raggiunge il 3% tra i nati a termine e il 16% tra i neonati con peso alla nascita<1500 g (VLBW = very low birth-weight). La diagnosi di EOS costituisce una sfida per il neonatologo in quanto le manifestazioni cliniche sono aspecifiche, soprattutto nei neonati pretermine, per la sovrapposizione tra i segni della sepsi neonatale e le manifestazioni tipiche della prematurità. Molti biomarker sono stati studiati con lo scopo di trovarne uno adeguatamente sensibile e specifico da permettere una diagnosi sicura di EOS ma, al momento, nessun parametro di laboratorio ha dimostrato un’accuratezza diagnostica adeguata. Tra le molecole studiate, la procalcitonina (PCT) è dotata di maggior sensibilità e si innalza nella fase precoce della sepsi, ma i suoi livelli ematici sono influenzati da molti fattori (emorragia intracranica, distress respiratorio, sofferenza fetale etc); la proteina C reattiva (PCR) è dotata di maggiore specificità ma la sua concentrazione ematica subisce un incremento tardivo. La possibilità di EOS con esame colturale negativo è, inoltre, ampiamente documentata in letteratura. D’altro canto, l’uso degli antibiotici in età neonatale è associato ad effetti negativi sia a breve che a lungo termine (aumentato rischio di enterocolite necrotizzante, displasia broncopolmonare, wheezing, asma, allergia alimentare, malattie infiammatorie intestinali, obesità infantile): è pertanto opportuno limitare l’uso degli antibiotici ai casi in cui vi sia un’alta probabilità di sepsi. A tale scopo, diversi Autori e società scientifiche hanno elaborato algoritmi per l’identificazione, il monitoraggio e il trattamento dei neonati a rischio di EOS; tra questi, una notevole efficacia in termini di riduzione dei pazienti sottoposti a terapia antibiotica empirica senza aumento della mortalità viene riconosciuta al Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator, valido per neonati di età gestazionale≥34+0 settimane nelle prime 12 ore di vita. Presso la U.O. Neonatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP) è, invece, in uso un protocollo che prevede l’identificazione dei pazienti a rischio di EOS sulla base di fattori ostetrici e della clinica neonatale; il monitoraggio e l’eventuale inizio della terapia antibiotica sono determinati attraverso misurazioni seriate degli indici di flogosi (PCR e PCT). Obiettivi: lo scopo principale della tesi è stato quello di confrontare l’efficacia del protocollo per la gestione delle EOS in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP con quella del Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator in termini di riduzione dei pazienti sottoposti a terapia antibiotica empirica in una popolazione di neonati a termine e late preterm. Metodi: nel periodo compreso tra il 1°Gennaio 2018 e il 31 Dicembre 2018 sono stati arruolati neonati con età gestazionale≥34+0 settimane degenti presso la U.O. Neonatologia AOUP; i pazienti sono stati suddivisi in gruppi sulla base dell’età gestazionale (34+0-36+6 settimane/≥37+0 settimane) e del Centro di nascita (inborn/outborn) ed è stata determinata l’incidenza di EOS in ciascuna sottopopolazione. Sono stati quindi esclusi tutti i neonati outborn e i neonati inborn appartenenti alle seguenti categorie: non a rischio di EOS, con segni di EOS comparsi dopo le prime 12 ore di vita, affetti da alterazioni genetiche/malformazioni maggiori/malattie metaboliche/virosi certa con comparsa della sintomatologia nelle prime 12 ore di vita, affetti da asfissia perinatale. L’incidenza di EOS presso la U.O. Neonatologia AOUP e i dati relativi a ciascun paziente (età gestazionale, temperatura materna antepartum più elevata, ore trascorse dalla rottura delle membrane all’espletamento del parto, tampone vagino-rettale materno, antibioticoterapia materna, stato clinico del neonato nelle prime 12 ore di vita) sono stati quindi inseriti nel Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator; il confronto tra il numero di neonati trattati secondo il protocollo in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP e il numero di neonati da trattare secondo il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator è stato analizzato mediante test di Mc Nemar e considerato significativo se p<0.05. Risultati: nel periodo in esame non si è verificato nessun caso di EOS tra i 146 neonati (135 inborn, 11 outborn) di età gestazionale 34+0-36+6 settimane degenti presso la U.O. Neonatologia AOUP; tra i 1564 neonati (1532 inborn, 32 outborn) di età gestazionale≥37+0 settimane si sono osservati 9 casi di EOS (2 pazienti outborn con batteriemia, 3 pazienti outborn con sepsi clinica, 4 pazienti inborn con sepsi clinica). L’incidenza complessiva di EOS tra i neonati inborn ricoverati presso la U.O. Neonatologia AOUP nell’anno 2018 è risultata pari a 2.40/1000 nati vivi con età gestazionale≥34+0 settimane. Ai fini del confronto con il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator sono stati quindi selezionati, sulla base dei criteri di inclusione ed esclusione, 95/146 pazienti di età gestazionale 34+0-36+6 settimane e 170/1564 pazienti di età gestazionale≥37+0 settimane. Considerando un’incidenza di EOS pari a 2/1000 nati vivi presso la U.O. Neonatologia AOUP, 37/95 (38.95%) neonati di età gestazionale 34+0-36+6 settimane sarebbero risultati candidati al trattamento antibiotico secondo il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator contro 26/95 (27.37%) secondo il protocollo in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP; tale differenza è risultata statisticamente significativa (p=0.022). Per quanto riguarda i neonati di età gestazionale≥37+0 settimane, considerando un’incidenza di EOS pari a 2/1000 nati vivi presso la U.O. Neonatologia AOUP, 18/170 (10.59%) sarebbero risultati candidati alla terapia antibiotica secondo il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator contro 6/170 (3.53%) trattati secondo il protocollo in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP; anche tale differenza è risultata statisticamente significativa (p=0.001). Nel complesso, secondo il Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator, 55/265 (20.75%) neonati di età gestazionale≥34+0 settimane sono risultati candidati al trattamento antibiotico contro 32/265 (12.07%) neonati sottoposti allo stesso trattamento secondo il protocollo in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP (differenza statisticamente significativa, p<0.0001). Considerando che non si sono verificati casi di EOS con batteriemia tra i nati inborn nel periodo in esame, è stato ripetuto lo stesso confronto supponendo un’incidenza di EOS pari a 0.1/1000 nati vivi (l’incidenza di EOS minima permessa nel Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator e inferiore all’incidenza media di EOS riportata in letteratura); in tal modo sarebbero stati sottoposti a trattamento antibiotico 33/95 (34.74%) pazienti di età gestazionale 34+0-36+6 settimane (differenza non statisticamente significativa, p=0.146) e 11/170 (6.47%) neonati di età gestazionale≥37+0 settimane (differenza non statisticamente significativa, p=0.131). Complessivamente, 44/265 (16.60%) neonati di età gestazionale≥34+0 settimane sarebbero stati sottoposti a trattamento antibiotico (differenza statisticamente significativa, p=0.025). Conclusioni: in assenza di biomarker che permettano di escludere o diagnosticare con certezza una EOS, è indicato l’uso di algoritmi per la gestione e l’eventuale trattamento dei pazienti a rischio. Il protocollo in uso presso la U.O. Neonatologia AOUP si è dimostrato superiore in confronto al Neonatal Early-Onset Sepsis Calculator in termini di neonati sottoposti a terapia antibiotica empirica senza alcun incremento della mortalità, contribuendo alla riduzione della morbilità neonatale e pediatrica, della farmaco-resistenza e della separazione madre-bambino

    Il ragionamento critico in pediatria attraverso la lettura di 100 casi clinici

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    Raccolta di 100 casi clinici in ambito neonatologico-pediatric

    La medicina “magica” che ti rimette in piedi. Sintomi meno comuni, epidemiologia e terapia del rachitismo da deficit di vitamina D

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    Prolonged and exclusive breastfeeding without vitamin D supplements is a main determinant of vitamin D deficiency rickets in children of immigrants living in Italy. Dark skin may be an adjunctive factor for the development of rickets. Early signs and symptoms of vitamin D deficiency rickets may be misleading mimicking a myopathy. In children with vitamin D deficiency rickets low doses of vitamin D are efficacious and cost-effective, and there is no indication to the administration of vitamin D active metabolites or very high doses of vitamin D in this form of rickets. Paediatricians should check if the administration of vitamin D supplements is regularly performed by parents mainly in children with an increased risk of vitamin D deficiency
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