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    La dichiarazione italiana di accettazione della competenza obbligatoria della corte internazionale di giustizia. profili problematici di diritto internazionale e costituzionale

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    Il 25 novembre 2014 l’Italia ha depositato presso il Segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite la dichiarazione di accettazione della giurisdizione obbligatoria della Corte internazionale di giustizia, prevista dall’art. 36, par. 2, dello Statuto della stessa Corte. Nonostante l’importanza, almeno in principio, dell’impegno assunto dall’Italia sul piano internazionale, l’accettazione della competenza obbligatoria della Corte è passata quasi inosservata. Eppure non mancano spunti e motivi di riflessione per gli studiosi tanto del diritto internazionale quanto del diritto costituzionale. In primo luogo, relativamente alle possibili conseguenze ai fini dell’instaurazione di nuovi procedimenti contenziosi che coinvolgano l’Italia, va subito rilevato che, a dispetto delle dichiarazioni d’intenti che avevano anticipato questa iniziativa, la portata dell’accettazione è ridotta da una serie di clausole che consentono all’occorrenza all’Italia di usufruire di una molteplicità di “vie di fuga”. Tali clausole, che riproducono formule da tempo conosciute nella prassi, possono, almeno in determinati casi, sollevare delicate questioni di compatibilità con l’oggetto e lo scopo dal meccanismo istituito dall’art. 36, par. 2, dello Statuto della CIG. In secondo luogo, un ulteriore profilo problematico deriva dalle manifeste deviazioni della procedura seguita per l’accettazione della competenza obbligatoria della CIG rispetto alle norme costituzionali che disciplinano il processo di formazione della volontà dello Stato ad assumere impegni di questo tipo. Come si vedrà, infatti, la dichiarazione reca la firma del Ministro degli esteri, Federica Mogherini, in carica al momento della sua adozione . Né il Parlamento, né il Presidente della Repubblica sono intervenuti così come invece dispone, per obblighi internazionali di tale contenuto, l’art. 80 Cost. L'articolo, dopo illustrazione delle principali caratteristiche e delle modalità di funzionamento delle dichiarazioni unilaterali rese in base all’art. 36, par. 2, dello Statuto della CIG, esamina le implicazioni di entrambi i profili segnalati.On 25 November 2014, Italy notified the UN Secretary-General that it had accepted the compulsory jurisdiction of the International Court of Justice (ICJ) pursuant to Article 36 paragraph 2, of the Statute of the ICJ. While this step is intended to strengthen peaceful settlement of international disputes, the Italian unilateral declaration contains a number of conditions and reservations. These limitations substantially reduce the scope of the commitment under the Optional Clause system. They also raise concerns about their compatibility with the ideal of compulsory jurisdiction. Moreover, the declaration was made by the Government without the authorization of the Parliament. Consequently, the question arises whether it should be deemed to be valid under both international and constitutional law

    Il ruolo della corte costituzionale nella ricognizione del diritto internazionale generale esistente e nella promozione del suo sviluppo progressivo. osservazioni critiche a margine della sentenza n. 238/2014

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    La sentenza della Corte costituzionale n. 238 del 2014 offre lo spunto per riflettere sul ruolo del giudice costituzionale in ordine: a) all’identificazione delle consuetudini internazionali e b) alla loro creazione e/o modifica. Con riguardo al primo profilo, la Corte si è ritenuta incompetente a sindacare la ricostruzione della portata del regime internazionale dell’immunità degli Stati stranieri dalla giurisdizione civile effettuata dalla Corte internazionale di giustizia nella sentenza del 2012 sulla controversia tra Germania e Italia. Secondo la Corte costituzionale, un nuovo accertamento del contenuto della rilevante norma consuetudinaria di diritto internazionale sarebbe precluso sia dalla formulazione del quesito di costituzionalità sia dal principio di conformità che imporrebbe di applicare le norme esterne “nell’osservanza dell’interpretazione che ne è data nell’ordinamento di origine”. Questo scritto prova a mettere in discussione entrambi gli argomenti. Quanto invece al secondo profilo, la Corte costituzionale sembra aspirare a fornire alla Comunità internazionale un punto di avvio per la formazione in materia di una nuova consuetudine maggiormente in linea con le esigenze di tutela dei diritti fondamentali degli individui. Questa prospettiva si scontra però con le difficoltà di definizione del valore della sentenza ai fini della determinazione della prassi e dell’opinio iuris ascrivibile all’Italia, in quanto soggetto dell’ordinamento internazionale, in materia di immunità degli Stati in caso di crimini internazionali. Gli organi italiani hanno infatti fino ad oggi manifestato posizioni opposte in merito alla questione se la norma sull’immunità degli Stati sia applicabile anche in caso di gravi violazioni dei diritti umani. Questa ambivalenza, che è evidentemente aggravata dalla sentenza n. 238, è destinata a indebolire il possibile contributo dell’Italia allo sviluppo del diritto internazionale in materia. La terza questione affrontata nello scritto attiene alla possibilità di risolvere l’incompatibilità tra immunità dello Stato e accesso al giudice direttamente a livello di diritto internazionale, così come suggerito dalle parti dei procedimenti principali. Questa prospettiva non sembra però idonea a garantire un’adeguata tutela per le vittime italiane dei crimini nazisti, vista l’incerta utilità in questo ambito della teoria della soddisfazione per equivalenti. Rimane comunque ancora un’altra strada da esplorare al fine di garantire le legittime pretese di risarcimento: la protezione diplomatica da parte del Governo italiano. Fino ad oggi, l’Italia non ha adottato significative iniziative nei confronti della Germania. Questa inerzia è assolutamente lecita per il diritto internazionale che concepisce la protezione diplomatica come oggetto di una mera facoltà dello Stato. Tuttavia, un obbligo di attivarsi in tal senso può trovare un fondamento nel diritto interno, come è dimostrato dall’esperienza di altri Stati. Alcuni recenti sviluppi nella giurisprudenza della Corte costituzionale potrebbero in futuro rivelarsi utili al fine di promuovere un analogo risultato anche nell’ordinamento italiano.The Constitutional Court’s judgment no. 238 of 22 October 2014 provides an opportunity to reflect on the role of the Court: a) in identifying customary international rules and b) contributing to their formation and evolution. With respect to the first issue, the Constitutional Court did not call into question the ICJ’s interpretation of the international regime of State immunity from civil jurisdiction in its 2012 judgment in Germany v. Italy. According to the Constitutional Court, a reassessment of the relevant customary international rule was barred by both the wording of the constitutional question and the principle of conformity binding the government and the judges to apply external rules in accordance with the interpretation given in their original legal order. The author contends that both arguments are unpersuasive. With regard to the second issue, the Constitutional Court seems to aspire to provide the international community with a starting point for the formation of a new customary rule more in line with the need to protect fundamental human rights. However, that aspiration has to overcome the difficulties involved in determining the value of the judgment as a manifestation of Italy’s practice and opinio iuris. Italian state organs have, in fact, expressed conflicting views on the question of whether States enjoy jurisdictional immunity in cases involving allegations of grave human rights violations. The author argues that this ambivalence, which is further aggravated by the judgment no. 238, may weaken Italy’s possible contribution to the development of customary international law in this field. The third issue addressed in the article, which is in some way connected with the other two here discussed, concerns the possibility to settle the tension between State immunity and the right of access to courts directly on the international plane, as suggested by the parties to the original proceedings. While not considered by the Court, these arguments are carefully examined in the paper. The author maintains that this perspective is not likely to be helpful to the cause of the Italian victims of Nazi crimes, given that it is uncertain whether they can successfully rely on the alternative means test. Nevertheless, there is still another way to protect the victims’ legitimate expectations of obtaining compensation, namely diplomatic protection. Until now, Italy has not undertaken significant diplomatic steps to induce Germany to make reparation to Italian victims of German war crimes. But while Italy’s inaction is perfectly legitimate under international law, according to which the decision whether or not to exercise diplomatic protection is still a discretionary right of the State concerned, according to the internal law of some States the Government has a duty to espouse the claims of its citizens against foreign Governments, at least in the most serious cases. Some recent developments in the Constitutional Court’s case law may prove particularly useful in order to achieve a similar result in the Italian legal order

    DepthFake: a depth-based strategy for detecting Deepfake videos

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    Fake content has grown at an incredible rate over the past few years. The spread of social media and online platforms makes their dissemination on a large scale increasingly accessible by malicious actors. In parallel, due to the growing diffusion of fake image generation methods, many Deep Learning-based detection techniques have been proposed. Most of those methods rely on extracting salient features from RGB images to detect through a binary classifier if the image is fake or real. In this paper, we proposed DepthFake, a study on how to improve classical RGB-based approaches with depth-maps. The depth information is extracted from RGB images with recent monocular depth estimation techniques. Here, we demonstrate the effective contribution of depth-maps to the deepfake detection task on robust pre-trained architectures. The proposed RGBD approach is in fact able to achieve an average improvement of 3.20% and up to 11.7% for some deepfake attacks with respect to standard RGB architectures over the FaceForensic++ dataset.Comment: 2022 ICPR Workshop on Artificial Intelligence for Multimedia Forensics and Disinformation Detectio

    Le dichiarazioni degli stati produttive di effetti giuridici vincolanti nei lavori di codificazione dalla commissione del diritto Internazionale delle nazioni unite sugli atti unilaterali

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    Nonostante la familiarità della prassi e della giurisprudenza internazionale con gli atti unilaterali degli Stati, , l’esistenza del fenomeno e, a maggior ragione, la sua stessa definizione e il relativo regime applicabile, sono ancora circondati da notevoli incertezze. Eppure, l’importanza di tali atti è destinata ad accrescersi, favorita anche dai mutamenti tecnologici in atto, in particolare, dai grandi progressi che interessano gli strumenti attraverso i quali le dichiarazioni e le condotte unilaterali vengono manifestate e comunicate ai soggetti a cui sono rivolte. Il contributo analizza i lavori della Commissione del diritto internazionale delle Nazioni Unite sul tema degli atti unilaterali, culminati con l’adozione, nel 2006, dei Guiding Principles applicable to unilateral declarations of States capable of creating legal obligations. Nonostante l’esito deludente della codificazione, un esame critico dei lavori della CDI può comunque costituire un valido punto di partenza per una necessaria valutazione del fenomeno, anche alla luce degli sviluppi più recenti della prassi. Ciò a maggior ragione in quanto il testo dei principi-guida approvato della Commissione, malgrado le sue mancanze, fornisce una autorevole conferma della capacità degli atti unilaterali, in presenza di determinate condizioni, di produrre effetti vincolanti per gli Stati: sebbene la questione, come si vedrà, sia stata oggetto di ampio dibattito, alla fine dei lavori di codificazione si è coagulato un diffuso consenso circa l’esistenza nel diritto internazionale di atti unilaterali capaci di imporre obblighi a carico degli Stati che ne sono autori

    A survey on efficient vision transformers: algorithms, techniques, and performance benchmarking

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    Vision Transformer (ViT) architectures are becoming increasingly popular and widely employed to tackle computer vision applications. Their main feature is the capacity to extract global information through the self-attention mechanism, outperforming earlier convolutional neural networks. However, ViT deployment and performance have grown steadily with their size, number of trainable parameters, and operations. Furthermore, self-attention's computational and memory cost quadratically increases with the image resolution. Generally speaking, it is challenging to employ these architectures in real-world applications due to many hardware and environmental restrictions, such as processing and computational capabilities. Therefore, this survey investigates the most efficient methodologies to ensure sub-optimal estimation performances. More in detail, four efficient categories will be analyzed: compact architecture, pruning, knowledge distillation, and quantization strategies. Moreover, a new metric called Efficient Error Rate has been introduced in order to normalize and compare models' features that affect hardware devices at inference time, such as the number of parameters, bits, FLOPs, and model size. Summarizing, this paper firstly mathematically defines the strategies used to make Vision Transformer efficient, describes and discusses state-of-the-art methodologies, and analyzes their performances over different application scenarios. Toward the end of this paper, we also discuss open challenges and promising research directions

    Diffusion Models for Earth Observation Use-cases: from cloud removal to urban change detection

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    The advancements in the state of the art of generative Artificial Intelligence (AI) brought by diffusion models can be highly beneficial in novel contexts involving Earth observation data. After introducing this new family of generative models, this work proposes and analyses three use cases which demonstrate the potential of diffusion-based approaches for satellite image data. Namely, we tackle cloud removal and inpainting, dataset generation for change-detection tasks, and urban replanning.Comment: Presented at Big Data from Space 2023 (BiDS

    Antarctic Marine Bacteria as a Source of Anti-Biofilm Molecules to Combat ESKAPE Pathogens

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    : The ESKAPE pathogens, including bacteria such as Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa, and Enterobacter species, pose a global health threat due to their ability to resist antimicrobial drugs and evade the immune system. These pathogens are responsible for hospital-acquired infections, especially in intensive care units, and contribute to the growing problem of multi-drug resistance. In this study, researchers focused on exploring the potential of Antarctic marine bacteria as a source of anti-biofilm molecules to combat ESKAPE pathogens. Four Antarctic bacterial strains were selected, and their cell-free supernatants were tested against 60 clinical ESKAPE isolates. The results showed that the supernatants did not exhibit antimicrobial activity but effectively prevented biofilm formation and dispersed mature biofilms. This research highlights the promising potential of Antarctic bacteria in producing compounds that can counteract biofilms formed by clinically significant bacterial species. These findings contribute to the development of new strategies for preventing and controlling infections caused by ESKAPE pathogens

    New Cingulata (Mammalia, Xenarthra) from the Upper Lumbrera Formation (Bartonian, middle Eocene), Salta Province, Argentina

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    Nós descrevemos restos isolados de cingulado do Paleógeno da localidade de El Simbolar, Formação Lumbrera Superior (Bartoniano), sul da Província de Salta, noroeste da Argentina. O material consiste em numerosos osteodermos das bandas fixas, móveis e caudais. Os osteodermos têm tamanho grande, com uma figura principal de aspecto lageniforme, como em Utaetus buccatus, U. laxus, U. argos, ?U. deustus, Punatherium catamarcensis, e o eufractino basal Archaeutatus. A combinação de caracteres morfológicos, em adição ao seu grande tamanho, nos permite reconhecer uma nova espécie de “Utaetini” para o Paleógeno do noroeste da Argentina. Esta nova espécie de ?Utaetus representa o registro mais antigo para Euphractinae nesta região e fortalece a condição endêmica das faunas paleógenas no noroeste da Argentina.We describe isolated remains of a Paleogene cingulate from El Simbolar locality, Upper Lumbrera Formation (Bartonian), southern Salta Province, northwestern Argentina. The material consists of numerous fixed, movable, and caudal sheath osteoderms. The specimen has large-sized osteoderms, with a lageniform main figure, as in Utaetus buccatus, U. laxus, U. argos, ?U. deustus, Punatherium catamarcensis, and the basal euphractin Archaeutatus. The combination of morphological characters, in addition to its large size, allows us to recognize a new species of “Utaetini” for the Paleogene of northwestern Argentina. This new species of ?Utaetus represents the oldest record of Euphractinae in this region, and strengthens the endemic condition of its Paleogene faunas.Fil: Herrera, Claudia Marcela Reina. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Tucumán. Instituto Superior de Correlación Geológica. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo. Departamento de Geología. Cátedra Geología Estructural. Instituto Superior de Correlación Geológica; ArgentinaFil: Esteban, Graciela Irene. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Tucumán. Instituto Superior de Correlación Geológica. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo. Departamento de Geología. Cátedra Geología Estructural. Instituto Superior de Correlación Geológica; ArgentinaFil: Garcia Lopez, Daniel Alfredo. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Tucumán. Instituto Superior de Correlación Geológica. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo. Departamento de Geología. Cátedra Geología Estructural. Instituto Superior de Correlación Geológica; Argentina. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo; ArgentinaFil: Deraco, Maria Virginia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Tucumán. Instituto Superior de Correlación Geológica. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo. Departamento de Geología. Cátedra Geología Estructural. Instituto Superior de Correlación Geológica; Argentina. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo; ArgentinaFil: Babot, María Judith. Universidad Nacional de Tucuman. Facultad de Cs.naturales E Instituto Miguel Lillo. Centro de Investigaciones En Ecología Historica.; Argentina. Universidad Nacional de Tucumán. Facultad de Ciencias Naturales e Instituto Miguel Lillo; Argentina. Fundación Miguel Lillo; ArgentinaFil: del Papa, Cecilia Eugenia. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico Conicet - Córdoba. Centro de Investigaciones en Ciencias de la Tierra. Universidad Nacional de Córdoba. Facultad de Ciencias Exactas Físicas y Naturales. Centro de Investigaciones en Ciencias de la Tierra; ArgentinaFil: Bertelli, Sara Beatriz. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico - Tucumán. Unidad Ejecutora Lillo; ArgentinaFil: Giannini, Norberto Pedro. Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas. Centro Científico Tecnológico - Tucumán. Unidad Ejecutora Lillo; Argentin
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