8 research outputs found

    Azioni per la riduzione del rischio

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    Il Decreto 3/2010 del Commissario Delegato per la Ricostruzione – Presidente della Regione Abruzzo evidenzia, tra gli obiettivi dei Piani di Ricostruzione post-sisma, la messa in sicurezza e il recupero di edifici, reti e spazi pubblici danneggiati: azioni intese non come mero ripristino delle condizioni antecedenti al sisma ma come miglioramento delle condizioni di sicurezza complessive e riduzione dei rischi (ineliminabili in territori sismici). Gli interventi proposti nei Piani di Ricostruzione interessano solo i centri storici, ed in particolare le “aree perimetrate” individuate dopo il sisma, e sono stati inseriti solo parzialmente all’interno dei Quadri tecnico-economici secondo le prescrizioni della Struttura Tecnica di Missione, allora responsabile dell’ammissibilità a finanziamento dei Piani stessi. Per tale ragione è apparso opportuno, nella fase di ripianificazione territoriale, inserire in un quadro organico sia gli interventi rivolti alla riduzione dei rischi all’interno dei centri abitati (in parte già inseriti nei Piani di Ricostruzione), sia quelli relativi alla riduzione dei rischi territoriali, al fine di realizzare sull’intera Area Omogenea le condizioni di sicurezza che vanno garantite ad abitanti e turisti. L’individuazione degli scenari di rischio dell’Area Omogenea n. 9 è l’esito di una riorganizzazione critica di dati e informazioni disponibili relativi ai pericoli connessi agli eventi calamitosi (terremoti, alluvioni, frane, incendi ecc.) con la finalità di disporre di un quadro di conoscenze aggiornato e ampliabile.The aims of the post-earthquake Reconstruction Plans, according to Decree 3/2010 issued by the Designated Commissioner for Reconstruction, are to renovate and guarantee the safety of buildings as well as public spaces and technological networks so as to ensure a real improvement in the overall security of the territory. The schemes proposed in the Reconstruction Plans, however, only apply to old town centres. Therefore, during this phase of territorial redevelopment, it seemed appropriate to broaden the horizon of investigation, proposing analysis work and improvements aimed at reducing risk, in order to attain optimal safety conditions for the whole Homogeneous Area. The identification of risk scenarios in Homogeneous Area 9 is the result of a critical reorganisation of data and information relating to the hazards posed by major natural disasters: earthquakes, floods, landslides and fires

    Apoptosome impairment during development results in activation of an autophagy program in cerebral cortex

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    The deficiency of upstream regulators of the mitochondrial death pathway has been recently shown to trigger in vitro a cellular process of self-clearance with features of autophagy. We show here that, when Apaf1 (responsible for apoptosome formation) is downregulated in vivo in cortical precursors, cells express markers of neuronal differentiation, accumulate in ectopic cortical masses and show hallmarks of the beclin-1-dependent pathway of autophagy, probably activated by a depletion in growth factors in the cells' microenvironment. To visualize this process in a cell culture model system, we also used a neural precursor cell line to mimic growth factor starvation in the absence of the apoptosome and tracked autophagolysosome formation. Our findings demonstrate the existence of an interplay between the autophagy and apoptosis pathways in vivo in brain development, and possibly link the absence of apoptosis to the occurrence of pathological conditions associated with peculiar cellular morphotypes

    Apoptosome impairment during development results in activation of an autophagy program in cerebral cortex

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    The deficiency of upstream regulators of the mitochondrial death pathway has been recently shown to trigger in vitro a cellular process of self-clearance with features of autophagy. We show here that, when Apaf1 (responsible for apoptosome formation) is downregulated in vivo in cortical precursors, cells express markers of neuronal differentiation, accumulate in ectopic cortical masses and show hallmarks of the beclin-1-dependent pathway of autophagy, probably activated by a depletion in growth factors in the cells’ microenvironment. To visualize this process in a cell culture model system, we also used a neural precursor cell line to mimic growth factor starvation in the absence of theapoptosome and tracked autophagolysosome formation. Our findings demonstrate the existence of an interplay between the autophagy and apoptosis pathways in vivo in brain development, and possibly link the absence of apoptosis to the occurrence of pathological conditions associated with peculiar cellular morphotypes

    Strategia Nazionale del Verde Urbano. "Foreste urbane resilienti ed eterogenee per la salute e il benessere dei cittadini"

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    Sviluppare una Strategia nazionale del verde urbano che fissi criteri e linee guida per la promozione di foreste urbane e periurbane coerenti con le caratteristiche ambientali, storico-culturali e paesaggistiche dei luoghi. La Strategia si basa su tre elementi essenziali: passare da metri quadrati a ettari, ridurre le superfici asfaltate e adottare le foreste urbane come riferimento strutturale e funzionale del verde urbano. La foresta urbana include tutti gli aspetti del verde urbano quali lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, orti urbani, giardini, ville storiche, verde di quartiere, e verde architettonico compreso il bosco verticale e i tetti verdi. La Strategia prevede inoltre il coinvolgimento degli stakeholder e di competenze necessariamente multidisciplinari per sviluppare idonee policy pubbliche e indirizzare le amministrazioni comunali verso la realizzazione di piani e progetti basati sui servizi ecosistemici e sulla rete di Infrastrutture Verdi (green infrastructures, nature basedsolutions), definiti per raggiungere precisi obiettivi di ordine sociale, ambientale, finanziario e occupazionale
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