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La guerra del Kippur: quaranta anni dopo
Motty è arrivato il giorno della commemorazione delle vittime delle guerre di Israele. La prima volta è stato accolto da uno psichiatra e da uno psicologo, che hanno presentato poi il caso nella riunione d’équipe settimanale. Motty ha sessantadue anni. Nell’ottobre del 1973 fu arruolato come riservista quando scoppiò la guerra. «Vengo qui perché i traumi successivi alla guerra del Kippur sono ritornati. Sono rimasto arruolato per 199 giorni. Ho cercato di tornare alla routine. Per due o tre m..
Guerre senza limite
Fin dai suoi esordi la psicoanalisi si è interessata ai conflitti e la sua storia è legata alle vicissitudini dell’impatto della guerra sui soggetti, nella forma specifica del trauma, nonché alla guerra come modalità del legame sociale. Questo volume raccoglie i contributi di psicoanalisti che si interrogano su quello che la guerra può insegnare alla psicoanalisi e su cosa la psicoanalisi può dire su di essa, provando a decifrarne le coordinate, e sul posto che essa ha nel discorso, cioè nella civiltà. La guerra infatti accompagna, e forse determina, lo sviluppo delle civiltà. Le sue forme si modificano e, oggi, essa appare nella forma del “senza limite”, conformemente alla modalità predominante nei nostri legami, configurando scenari inediti. Gli effetti sui soggetti, oggi come ieri, e il modo con cui questi possono essere trattati, sono ciò di cui si occupano gli analisti, orientati da Freud e da Lacan, considerando il trauma un fatto singolare, che non si presta a soluzioni universali, né tantomeno standardizzabili. Ma è compito degli psicoanalisti anche quello di delineare le coordinate fondamentali del nostro attuale “disagio della civiltà”, per poter contribuire alla lettura del posto che la guerra occupa nel nostro tempo, al di là di qualsiasi “facile ricetta” che si vorrebbe risolutiva