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    Wpływ iloprostu na reologię krwi oraz perfuzję tkankową w chromaniu przestankowym

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    Background: In peripheral vascular disease (PVD), impaired blood viscosity (BV) plays a major role in residual microvascular perfusion. Indeed, during acute leg ischaemia factors influencing microvascular BV include the plasma fibrinogen concentration, red and white blood cell rheology, as well as platelet aggregation and activation.Aim: To assess the effects of Iloprost in patients with PVD.Methods: The effects of an infusion of a single dose of Iloprost (from 0.5 up to a maximum of 2 ng/kg/min. over 6 hours) in 16 patients with stage II peripheral vascular disease on blood rheology and tissue perfusion were determined in a double-blind placebo-controlled study, using repeated treadmill exercise test to stress leg circulation. Blood viscosity at low shear, soluble P-selectin levels (expression of platelet activation), unfractionated leukocyte and erythrocyte filterability rates, plasma fibrinogen concentration, haematocrit, leukocyte and platelet counts and transcutaneous oxygen pressure (TcPO2) were measured in two matched groups of 8 PVD patients before and after Iloprost infusion.Results: Controlled peripheral ischaemia generated an impaired haemorheological profile; Iloprost reduced the impairments in BV and the filterability rates of unfractionated leukocytes and erythrocytes, inhibited platelet activation, and improved erythrocyte deformability. These changes were associated with significant shortening of the TcPO2 half recovery time (the drop of TcPO2 occurs because the ischaemic skeletal muscle steals oxygen from the skin), indicating that ischaemic damage had been contained.Conclusions: Our results show that the infusion of a single dose of Iloprost in patients with PVD is associated with a significant improvement in microvascular functionin

    Visibile e invisibile: percepire la cittĂ  tra descrizioni e omissioni

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    Il congresso offre un’occasione per riflettere sulla complessità e l’ambiguità degli strumenti chiamati a descrivere la città e la sua storia. Attraverso coppie di opposti è possibile contrapporre una città visibile e una città invisibile, una ufficiale ed una non-ufficiale, una pubblica e una privata, una visione oggettiva e una soggettiva, una sistematica e un’impressionistica, una falsa e una vero-simile. Infine è possibile riferirsi ad una lettura che si struttura per “album” ed un’altra che si fonda su singoli frammenti. Al centro dell’attenzione vi sono le tante modalità con cui la città, nel corso dei secoli, è stata descritta, raccontata, ritratta, quantificata con parole, numeri e immagini. A partire dall’antichità e dal medio evo, le tecniche di descrizione e di rappresentazione ci offrono la possibilità di avviare un confronto tra città e contesti diversi, alla ricerca di differenti modi di percepire la compagine urbana in tutta la sua complessità. Questo non sarà che il punto di partenza, rispetto ai limiti oggettivi e soggettivi che il processo analitico porta con sé: da un lato vi è infatti tutto quanto è stato nel tempo omesso, occultato, ignorato soprattutto entro il perimetro di una città volutamente occultata (nella vita privata e sociale dietro le mura di ghetti, carceri, ospedali, case di tolleranza, conventi, case). Dall’altro vi è una città che sta sotto la superficie dell’evidenza fisica: la città degli scavi, delle infrastrutture sotterranee, dei sotto-servizi, degli edifici ipogei o sommersi. Oltre la consistenza fisica vi è poi una città immateriale costituita da reti, network e altre relazioni che vanno al di là delle “carte” e dei documenti ufficiali. Al di fuori delle descrizioni e delle rappresentazioni, vi è dunque una città taciuta e marginale la quale non è menzionata nei documenti, né è evidenziata; una realtà, in parte sommersa, che sfugge ai rilievi e che in parte corrisponde a tutto quanto è stato occultato nel corso del tempo. In questo caso entrano in gioco altri tipi di tecniche e di strategie, legate alla omissione di informazioni, alla mistificazione e alla propaganda. Vi sono infine da portare alla luce realtà diverse: le molteplici presenze residuali nella città, le condizioni di degrado, di sofferenza, ma anche le situazioni operose, non registrate ma non meno reali
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