23 research outputs found

    Restauração transcirúrgica: restabelecimento da saúde bucal por meio do planejamento integrado

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    Os procedimentos restauradores estão intimamente relacionados à saúde periodontal. Dessa forma, ressalta-se a importância de uma abordagem integrada entre as áreas de Periodontia e Dentística Restauradora. Portanto, o objetivo do presente estudo foi apresentar um caso clínico referente à restauração transcirúrgica que, por meio de um planejamento integrado entre as áreas de Periodontia e Dentística Restauradora, tornou possível o restabelecimento da saúde bucal da paciente. Apresentação do caso: Paciente procurou atendimento na Clínica Odontológica do Centro Universitário da Serra Gaúcha – FSG e após avaliação clínica e radiográfica, foram identificadas cavidades múltiplas que se estendiam aos tecidos subgengivais, com impossibilidade de serem restauradas de maneira convencional. O tratamento proposto para o caso foi realização de raspagem subgengival e restaurações transcirúrgicas nos elementos 44,43,42,41,31,32. Também foi programada a troca da restauração de amálgama que apresentava infiltração e restauração convencional no elemento 34 disto-ocluso- vestíbulo-lingual. A partir deste relato de caso clínico, verifica-se que, através das restaurações transcirúrgicas em resina composta é possível restabelecer a função e estética dos elementos dentários envolvidos

    Il rischio biologico nella macellazione delle carni rosse

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    Dopo un'introduzione sulla legislazione italiana riguardante le malattie occupazionali ed i rischi biologici nei settori dell'allevamento e delle attivit\ue0 correlate, un particolare riferimento viene dato al rischio biologico connesso alle attivit\ue0 di macellazione delle carni rosse. Vengono affrontati i seguenti argomenti: (i) le zoonosi occupazionali dei macellatori; (ii) i pericoli ed i rischi; (iii) gli studi epidemiologici condotti in Italia (alcuni esempi); (iv) l'individuazione degli agenti biologici presenti; (v) l'esposizione agli agenti biologici; (vi) le misure preventive di carattere generale. Negli ultimi decenni, in Italia, sono migliorate le condizioni sanitarie del bestiame allevato, nonch\ue8 le condizioni e l\u2019igiene del lavoro nei mattatoi (e negli allevamenti), soprattutto per la necessit\ue0 di rispettare la normativa sull\u2019igiene delle carni. Nonostante questo, alcuni elementi inducono a ritenere che il rischio di esposizione rimanga elevato. Tra questi vanno ricordati: (i) le particolari condizioni ambientali e di lavoro nei macelli e negli impianti di trattamento dei sottoprodotti; (ii) il contatto continuo con animali vivi, organi e prodotti biologici; (iii) la tipologia degli interventi e delle mansioni da effettuare che limita l\u2019uso dei dispositivi di protezione individuale; (iv) la scarsa formazione e la difficolt\ue0 di percepire il rischio biologico da parte degli addetti; (v) la sempre maggiore presenza di personale immigrato, addetto alle mansioni pi\uf9 pericolose, con basso livello di educazione sanitaria e fortemente \u201cmotivato\u201d all\u2019accettazione del rischio. Ci\uf2 porta a ritenere che esista un problema concreto di sanit\ue0 pubblica: l\u2019esigenza di tutelare maggiormente i lavoratori del settore delle produzioni zootecniche in generale ed i macellatori in particolare nei confronti del rischio biologico, soprattutto da agenti di zoonosi, e la necessit\ue0 di colmare le incertezze tecniche esistenti in materia. Questi sono compiti giuridicamente e tecnicamente tipici dei Servizi pubblici di prevenzione, la cui efficienza ed efficacia operative non possono prescindere dal miglioramento della collaborazione inter-professionale, in particolare tra medici e veterinari

    Aplicação de alta pressão hidrostática em presuntos fatiados embalados à vácuo : uma revisão

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    Produtos cárneos são ricos em nutrientes e, por isso podem abrigar uma série de microrganismos. A Alta Pressão Hidrostática (APH) consiste de uma tecnologia inovadora que promove o aumento da vida de prateleira, sem alterar as características sensoriais e nutricionais, permitindo a obtenção de produtos com elevada qualidade e grande capacidade de preservação e ainda, minimizando a necessidade da utilização de aditivos químicos. A eliminação de microrganismos patógenos é de suma importância, pois está diretamente relacionada com a saúde do consumidor; já a de bactérias deteriorantes, permite que o produto permaneça por um período mais longo em boas condições para o consumo. Neste trabalho, foram abordadas diversas situações em que a tecnologia da APH foi utilizada, desde o aumento da vida de prateleira até a manutenção de características sensoriais do produto tais como a cor. Foi possível verificar que quando submetido ao tratamento de APH, amostras de presunto fatiado embalado a vácuo, tiveram o prolongamento da vida de prateleira em até 40 dias, ou seja, aproximadamente o dobro do tempo de conservação obtido comercialmente com as tecnologias atuais. Quando testada a preferência sensorial dos consumidores em relação ao presunto tratado com APH e outros sem este tratamento, os resultados demonstraram maior interesse pelo presunto submetido a altas pressões, principalmente devido à melhoria de textura do produto. Com a utilização desta tecnologia as indústrias de presuntos fatiados embalados a vácuo ainda podem reduzir o tempo de processamento em cerca de 24 horas, facilitando também a logística de seus produtos

    I rischi biologici occupazionali nelle produzioni zootecniche.

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    Gli addetti all\u2019allevamento, alla zooiatria, alla macellazione, alla lavorazione di alimenti di origine animale ed al trattamento dei sottoprodotti sopportano un livello di rischio biologico (RB) che dipende essenzialmente da due fattori: (i) le caratteristiche epidemiologiche degli agenti, in particolare le modalit\ue0 di trasmissione e le fonti di contagio; (ii) le concrete possibilit\ue0 di esposizione \u201cefficace\u201d a detti agenti durante il lavoro, determinabile attraverso l\u2019esame dei processi produttivi e delle manualit\ue0 adottate. Tra le categorie lavorative, quella degli addetti alla macellazione \ue8 particolarmente esposta al rischio di infezione (come riconosciuto anche dall\u2019Organizzazione Mondiale della Sanit\ue0), comportando le loro attivit\ue0 una vasta gamma di contatti con materiali potenzialmente infettanti: animali vivi, carcasse, organi, feci, urine, sangue. In Italia, gli interventi sanitari effettuati negli anni sul bestiame hanno notevolmente ridotto l'incidenza di patologie zoonosiche in allevatori e macellatori. Tuttavia, la segnalazione di casi di zoonosi occupazionali (ad es. leptospirosi, brucellosi, mal rosso, carbonchio ematico) ed alcune indagini epidemiologiche realizzate soprattutto su addetti alla macellazione in Nord-Italia, evidenziano l\u2019attualit\ue0 del problema. Per condurre una valutazione del RB nelle attivit\ue0 di produzione zootecnica (e non solo in queste) si dovrebbero conoscere numerosi dati, quali ad es.: incidenza delle zoonosi occorse negli anni suddivise per settore occupazionale, tipo di diagnosi, mansione dell\u2019addetto, tipo di esposizione, danni provocati in termini di giornate di malattia, numero di decessi e di invalidit\ue0. Questo tipo di approccio non \ue8 oggi applicabile al RB per la mancanza dei dati fondamentali sui quali si dovrebbe basare. Ma anche la semplice valutazione qualitativa si presenta, per molte patologie, difficoltosa, a causa della carenza dei dati epidemiologici a disposizione relativi agli animali e ai loro prodotti, del numero esiguo delle indagini realizzate sugli addetti, delle scarse conoscenze dei processi produttivi, della tipologia e del numero dei contatti dei lavoratori con animali e prodotti di origine animale potenzialmente infetti. Nonostante le difficolt\ue0 ad esprimere per un lavoratore il rischio di contrarre una zoonosi occupazionale, \ue8 possibile formulare alcune considerazioni. Negli ultimi decenni, in Italia, sono migliorate : (i) le condizioni sanitarie del bestiame allevato; (ii) le condizioni di lavoro negli allevamenti; (iii) l\u2019igiene del lavoro nei mattatoi, soprattutto per la necessit\ue0 di rispettare la normativa sull\u2019igiene delle carni. Nonostante questo, alcuni elementi inducono a ritenere che il rischio di esposizione rimanga elevato. Tra questi citiamo, soprattutto con riferimento alle attivit\ue0 di macellazione: (i) le particolari condizioni ambientali e di lavoro nei macelli e negli impianti di trattamento dei sottoprodotti; (ii) il contatto continuo con animali vivi, organi e prodotti biologici; (iii) la tipologia degli interventi e delle mansioni da effettuare che limita l\u2019uso dei dispositivi di protezione individuale; (iv) la scarsa formazione e la difficolt\ue0 di percepire il RB da parte degli addetti; (v) la sempre maggiore presenza di personale immigrato, addetto alle mansioni pi\uf9 pericolose, con basso livello di educazione sanitaria e fortemente \u201cmotivato\u201d all\u2019accettazione del rischio

    Occupational zoonoses in farming and abattoir personnel:some epidemiological investigations in Italy

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    Some epidemiological investigations will be here reported conducted on farming and abattoir personnel in Italy, which allowed us to determine the transmission risk for some zoonoses and, in some cases, to assess their prevalence and incidence in the workers examined. In a sero-epidemiological survey on leptospirosis carried out in 1996 on 75 workers on 12 swine farms in the province of Mantua, 32% proved positive to pathogenic leptospira strains with titres >1:50. The highest prevalences were recorded for serogroups pomona, australis and tarassovi, which are the most widespread in pigs in the Po Valley. Some months after the investigation, a worker found seronegative contracted a serious form of leptospirosis and was hospitalised. During the same period, a similar research was performed on the workers of an industrial slaughterhouse where the pigs were brought from the farms under test . Two blood samples were taken at 20 months\u2019 interval, involving 65% and 87% of the workers of the plant, respectively. Considering 1:100 as threshold titre, 11.7% and 21.6% of workers proved positive to at least one leptospiral strain at the first and the second sampling, respectively. During such a period the incidence was reckoned to be 12.5%. In this case too, the strains with the highest prevalence were the same most frequently found in the pigs of the farms previously considered. With regard to Streptococcus suis 2, investigations performed in the \u201890s led to the isolation of the organism in swabs from the trachea and tonsils in 34% of pigs regularly slaughtered and in tonsilar swabs from swine slaughterers and farmers in the province of Mantua. An episode of brucellosis reported in 1993 in the personnel of an industrial abattoir in Lombardy involved 8 workers, 7 of whom showed evident clinical symptoms and 5 were hospitalised. The infection prevalences were 20% and 60% of the total number of slaughter workers and of the workers who had only contacts with uteruses and udders, respectively. Serological investigations to detect antibodies against verocytotoxin-producing Escherichia coli were carried out in 63 workers of three different cattle abattoirs and in control subjects (1996). The abattoir workers exhibited antibody titres significantly higher than those of the control group. The occupational risk by Erysipelothrix rhusiopathiae was confirmed by a serological survey conducted in 1991 in workers of a slaughterhouse plant where erysipelas-affected pigs had been brought during the previous two years. Fifteen out of the 52 individuals tested proved positive to complement fixation test (titre ≥ 1:8) whereas no individual was found positive of the 42 control people working in sectors completely alien to animal productions. The highest titres were observed in 6 workers with active clinical forms (2 cases of erysipeloid and 4 of influenza syndrome). During forty years of activity of the Institute of Infectious Diseases & Veterinary Hygiene (presently Dep. of Veterinary Public Health & Animal Pathology ) of the University of Bologna, many (mostly unpublished) cases of occupational zoonoses, suc as dermatophytozoonoses, listeriosis, erysipelas, brucellosis, Q fever, chlamydiosis, and cystic echinococcosis, have been observed or investigated in epidemiological surveys, mainly performed in collaboration with physicians
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