30 research outputs found

    Lithic design and additive manufacturing – A feasible partnership for the circular economy

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    This paper presents the results of a research aimed at elucidating the value and role of emerging technologies in architecture and design, with a particular focus on additive manufacturing and multi-material technology for the production of modular and sustainable components through the recycling of stone waste. Research in the fields of architecture, materials engineering, and the environment has been compared with experiments conducted in creating products using stone-derived material manufactured through both additive and traditional subtractive processes. The potential of additive manufacturing through the recovery of stone waste is evident in visually and functionally innovative, versatile, and environmentally friendly products and components.   Article info Received: 10/09/2023; Revised: 04/10/2023; Accepted: 18/10/202

    Digital Hybridisation in Adaptive Textiles for Public Space

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    Over recent years, many architectural and urban surfaces interact with the environment like a changing skin, adaptable to environmental stimuli. The textile technology appears to be the most suitable to meet the requirement of adaptability to the environment because it can produce changes in shape and colour. Today, this is a possible thanks to textile systems and fibres that are increasingly hi-tech and smart. To make these adaptable systems is a fundamental role in digital technologies and is an important a multidisciplinary approach in every design phase. This article interweaves some of the developments and applications of textiles in urban space design, exploring the possible applications of emerging technology in architectural and urban design. This analysis aims to explore the intersection between the culture, design and technology of textile systems, as well as the role of parametric design and embedded systems in urban space design and transformation. The aim of this article is to spread knowledge on adaptable textile systems as materials for architecture and to do so through practice-based design research. The study frames the contemporary design explorations, in which digital design tools and material expression are major placeholders, with a focus on surface shapes and design experiments exploring the expressiveness of light, colour and movement as design materials. The article reflects on the role of digital design applied to textile systems for urban space as a possible tool aiming at enhancing existing space by surface prototyping

    ESPRESSIVITÀ CADUCA DELLE RECENTI ARCHITETTURE

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    I ritmi del cambiamento di questa nostra epoca sono tali da tentare di modificare in fretta anche ciò che fino a ieri sembrava inviolabile, come sta succedendo con la manipolazione degli organismi biologici. Se la velocità del cambiamento richiede una verifica immediata, è possibile, o meglio ha senso che vi sia spazio anche per temporalità di lungo termine? Un approccio sostenibile al progetto e alla costruzione architettonica probabilmente maturerà effetti verificabili da parte delle generazioni future. Come si coniuga tutto ciò con il mito della caducità, della vita utile programmata, dell’immagine usa e getta che riveste un ruolo strategico in alcune recenti realizzazioni architettoniche? La pelle esterna degli edifici si sta sempre più adeguando a questo modo di concepire i luoghi abitabili trasmettendo incessantemente caducità e mutevolezza. Materiali e tecnologie sono appositamente progettati per corrispondere a questo dominio dell’effimero. Può essere sostenibile questo modo di procedere della cultura materiale

    Schermi e colore

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    L’usanza di mettere delle tende alle finestre, così come qualunque altra barriera fisica fra interno ed esterno costituisce una indubbia volontà di isolamento, di separazione fra dentro e fuori e ogni azione contraria è solitamente considerata una effrazione, un pericolo alla volontà di separazione dal resto del mondo. Tutti i passaggi intermedi si rapportano con questa volontà, così dalle gelosie alle tende, alle sottilissime velature si assiste a una gamma di aperture/chiusure quasi infinita. Ogni civiltà si è sempre servita di questi piccoli stratagemmi per favorire l’isolamento, per la difesa, rendendo parallelamente più fragili e aggredibili gli spazi confinati, poiché più alto è il livello di difesa e maggiore è lo stimolo ad infrangere le barriere

    Innovazione nelle tende da sole e nei tessuti: un miraggio?

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    Nelle due scelte che si presentano, secondo la tipologia di prodotti da immettere sul mercato e secondo il contesto locale e congiunturale, si può optare per una tipologia top-down, cioè i prodotti sono immessi sul mercato a prescindere dalla richiesta del consumatore, oppure si adotta la tipologia botto-up, cioè si producono i beni interpretando le richieste dei probabili acquirenti, beni che poi sono immessi nella rete commerciale. È presente anche una soluzione intermedia che tende a surrogare, secondo l’antico adagio in medium stat virtus, pregi e migliorie dell’una e dell’altra tipologia

    Colours and Lights Dissolve the Form

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    The paper summarizes some results of a research on Colour and light in architecture developed at the Iuav University of Venice. The form, in architecture, seems to have always been the core around which all the project talking about was carried. In a world of uncertainty, this kind of certainty has been able to guide the hand of many architects until the global complexity arrived. The form began warping. Since the architecture belongs to art, dealing with contemporary life, which seems to erase all that was pre-existing. The support of design tools such as computers, or better computer programs, has resulted in complicated forms, organic, neo-futurist, fuzzy, not shapes, governed more by the message than by the function. Colour, light and complex surfaces have taken the place of what until recently was considered architecture. It seems that the form has become totally dependent by the technique, which many philosophers had advocated in the last century

    IL PROGETTO COLORE NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA

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    Nel 2010 il Comune di Verona e l’Unità di ricerca “colore e luce in architettura” dell'Università Iuav di Venezia hanno firmato un accordo “per lo sviluppo di progetti di ricerca e lo sviluppo sperimentale di attività progettuali nell’ambito dell’edilizia scolastica, in particolar modo per quanto attiene gli aspetti di adeguamento ai bisogni didattici anche attraverso la valorizzazione degli aspetti cromatici degli spazi in uso, per un miglioramento dell’apprendimento e un incremento del rendimento degli allievi”, dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore. Il primo progetto di ricerca e conseguente esercizio sperimentale si è applicato in seguito alla necessità di espansione e riqualificazione di una piccola scuola materna, per tentare un nuovo approccio per la scelta dei colori parietali, sia per spazi interni che esterni. Questa scuola materna, situata in un quartiere di Verona denominato Bassona, era stata progettata originariamente dimensionandola per tre sole aule, una per ogni fascia di età (3-4anni; 4-5 anni; 5-6 anni). A causa dell’incremento della domanda si è reso necessario ampliare l’edificio, prendendo l’occasione per riqualificarlo. Le scuole materne o dell’infanzia sono spazi che rivestono una particolare importanza nello sviluppo della personalità infantile. Questi luoghi sono frequentati da bambini di età prescolare compresa fra i 3 e 6 anni. Questa è una fascia di età all’interno della quale i bambini cambiano rapidamente. Le mutazioni sono rilevabili di giorno in giorno e riguardano il carattere, il comportamento, l’adattamento all’ambiente, le conoscenze e le capacità, sia intellettive che pratiche, e molti altri aspetti che configurano un panorama percettivo e comportamentale assai complesso. Il cambiamento sembra essere dovuto prevalentemente sia a fattori biologici di tipo ereditario che ambientali. Ambedue questi fattori sono responsabili della formazione psicologica degli individui. Mentre nei fattori biologici è la natura la maggiore responsabile del cambiamento, come risultato ereditario degli ascendenti dell’individuo stesso, nei fattori ambientali un insieme di elementi contribuiscono in maniera assai fondativa al comportamento del futuro adulto. L’intensità del cambiamento, dal punto di vista della velocità ed incisività delle manifestazioni esteriori ed interiori, varia da soggetto a soggetto e gli stimoli ricevuti sono responsabili di molto del loro sviluppo mentale e comportamentale. Il colore, in questa fase di vita, gioca un ruolo assai importante per lo sviluppo dei futuri cittadini
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