55 research outputs found

    Humanitas: Quo vadis?

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    Il 6 luglio dello scorso anno lessi con sgomento la notizia, pubblicata con grande enfasi sulla prima pagina del Corriere della Sera, dell’istituzione di una Cattedra di Umanità nella Facoltà di Medicina della Statale di Milano, con lo scopo di «Insegnare l’Umanità per capire la sofferenza (e la persona)». L’articolo concludeva: «finalmente arriva negli Atenei una lezione fondamentale: il tempo dell’ascolto è il tempo di cura» e «il paziente diventa finalmente materia di studio, al pari dell’anatomia e dell’informatica». Immediatamente mi chiesi cosa mai io avessi insegnato ai miei studenti, in oltre 50 anni di docenza in Psichiatria presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Ripensai anche alle lezioni dei miei Maestri, quando ero studente all’Università di Bologna: tanti ricordi sono affiorati alla mia mente. Ne citerò uno per tutti: al terzo anno di corso, il Prof. Giovanni Favilli, ordinario di Patologia Generale, ci doveva spiegare la resistenza dell’organismo umano alle basse temperature, ma non ultimò la lezione poiché i dati scientifici sull’argomento erano ricavarti dalle sperimentazioni di medici del terzo Reich, compiute sui prigionieri immersi nelle acque gelide del Mare del Nord. Quel gesto fu per me una grandissima lezione di Umanità, sebbene questa non fosse la materia di insegnamento

    Psichiatria: Quo vadis?

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    Chi deve farsi carico oggi della formazione dei futuri medici in Etica e Umanità? Può essere l'Umanità materia di insegnamento accademico creando una Cattedra di Umanità? È o non è la Psichiatria Scienza dell'uomo? Quale è la mission della Psichiatria? Sono questi alcuni degli interrogativi che l'articolo propone a Docenti, ricercatori e operatori della Salute Mentale, ripercorrendo la Storia della Psichiatria italiana. All’indomani della creazione di una cattedra per l’insegnamento di Umanità presso il dipartimento di oncologia del San Donato di Milano, l’autore si chiede se la Psichiatria sia ancora in grado di farsi carico della sofferenza dell’animo umano, o se al contrario se oggi tale ruolo non sia “usurpato” da altri. Il testo vuole essere un campanello di allarme che richiami l’attenzione sulla formazione accademica dei futuri medici, i quali pare abbiano smarrito una delle qualità fondamentali per chi si occupa di salute: l’amore e il rispetto per l’essere umano

    Impara l'Arte!

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    Chiunque si occupi di Riabilitazione in Psichiatria e de-sideri confrontarsi con un testo che valichi il solito ma-nuale applicativo di tecniche pi\uf9 o meno standardizza-te e pi\uf9 o meno scientifiche, ma che al contempo non sia nemmeno una ascetico manuale esclusivamente teorico, ben pi\uf9 simile a un polveroso tomo di filosofia, credo possa sentirsi sollevato, perch\ue9 ritengo che que-ste pagine siano proprio l\u2019oggetto della sua tanto sof-ferta ricerca

    Italian guidelines for the use of antiretroviral agents and the diagnostic-clinical management of HIV-1 infected persons. Update December 2014

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    Lopinavir/Ritonavir and Darunavir/Cobicistat in Hospitalized COVID-19 Patients: Findings From the Multicenter Italian CORIST Study

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    Background: Protease inhibitors have been considered as possible therapeutic agents for COVID-19 patients. Objectives: To describe the association between lopinavir/ritonavir (LPV/r) or darunavir/cobicistat (DRV/c) use and in-hospital mortality in COVID-19 patients. Study Design: Multicenter observational study of COVID-19 patients admitted in 33 Italian hospitals. Medications, preexisting conditions, clinical measures, and outcomes were extracted from medical records. Patients were retrospectively divided in three groups, according to use of LPV/r, DRV/c or none of them. Primary outcome in a time-to event analysis was death. We used Cox proportional-hazards models with inverse probability of treatment weighting by multinomial propensity scores. Results: Out of 3,451 patients, 33.3% LPV/r and 13.9% received DRV/c. Patients receiving LPV/r or DRV/c were more likely younger, men, had higher C-reactive protein levels while less likely had hypertension, cardiovascular, pulmonary or kidney disease. After adjustment for propensity scores, LPV/r use was not associated with mortality (HR = 0.94, 95% CI 0.78 to 1.13), whereas treatment with DRV/c was associated with a higher death risk (HR = 1.89, 1.53 to 2.34, E-value = 2.43). This increased risk was more marked in women, in elderly, in patients with higher severity of COVID-19 and in patients receiving other COVID-19 drugs. Conclusions: In a large cohort of Italian patients hospitalized for COVID-19 in a real-life setting, the use of LPV/r treatment did not change death rate, while DRV/c was associated with increased mortality. Within the limits of an observational study, these data do not support the use of LPV/r or DRV/c in COVID-19 patients

    In ricordo di un Maestro: il Prof. Augusto Palmonari

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    Il 20 ottobre 2016 ci ha lasciato il Prof Augusto Palmonari, Professore Emerito presso l’Alma Mater, Dottore honoris causa dalla Faculté de Psychologie et Sciences de l’Education dell’Università di Ginevra fondatore della Psicologia Sociale in Italia. Direttore della Scuola di Servizio Sociale IRESS di Bologna dal 1973 al 1977; Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Psicologia, istituito presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna dal 1982 al 1991 e dal 1995 al 2000, Direttore dello stesso Dipartimento di Scienze dell’Educazione nel triennio 1985/87. È stato inoltre direttore del CIRUP (Centro Interdipartimentale di Ricerca Università per la Pace dell’Università di Bologna ) e del CIRVIS (Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Vittimologia dell’Università di Bologna). Responsabile dell’Unità di Ricerca su “Prevenzione della Tossicodipendenza” del Consiglio Nazionale delle Ricerche dal 1983 al 1988; Coordinatore del Gruppo Nazionale di Ricerca MURST su “Processi del sé e dell’identità: studi sull’influenza di situazioni sociali ordinarie e critiche” (1995/98) Coordinatore del Gruppo Nazionale di Ricerca MURST su “Stili parentali e processi di socializzazione in adolescenza” (2003/05). Collaborando con prestigiose sedi europee e nord-americane per la ricerca in psicologia sociale, ha studiato il funzionamento dei gruppi sociali, le relazioni tra gruppi, i processi di influenza e di costruzione dell’identità sociale, la psicologia sociale dell’adolescenza

    Postface: Qu'est-ce que trouble des attaques de panique (TAP)?

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    LA PANIQUE ! Qui n'a jamais connu cette horrible sensation ? Le cœur qui bat la chamade, la tête qui tourne, la vue qui se trouble, la gorge qui se noue... Pour certains, le problème demeure limité à certains contextes bien précis : examens, situations de stress, difficultés professionnelles ou familiales. Pour d'autres, il est un véritable compagnon de route, auquel il faut rendre des comptes, jour après jour. Le "trouble des attaques de panique " (T.A.P) génère des états d'anxiété variables, allant jusqu'à des accès d'une intensité telle que ceux qui en souffrent sont convaincus qu'ils sont sur le point de devenir fous ou qu'ils vont mourir sur-le-champ. L'incompréhension, le manque de préparation qui concernent ce trouble sont tout aussi effrayants et injustes, si l'on pense qu'une personne sur cinq dans le monde en est affecté, sous une forme ou une autre. L'auteur a été, huit années durant, au nombre des victimes de la panique. Sa vie en a été si profondément modifiée qu'elle ne parvenait plus du tout à sortir de chez elle : la cause en était purement psychologique. C'est l'histoire d'un long cheminement thérapeutique qu'elle relate ici, dans un langage simple, imagé, empreint d'une profonde humanité. Un véritable message d'espoir adressé à tous ceux qui souffrent... et à ceux qui aiment la vie, tout simplement

    Psychopathology and nosography in childhood

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    The psychiatrist observes the reality in front of him actively selecting those data that can be related to the constructs that, in his mind, define pathology. In this activity of assessment, it is possible to come across all the elements of a nosographic category: this, sometimes, allows the regulation of the therapeutic intervention (as in the case, for example, of Mass Hysteria). Other times the identification of a nosographic category is not enough, by itself, to regulate intervention, and a psychopathological interpretation is needed (as in the case, for example, of the Right Emisphere Learning Disabilities). Sometimes the nosographic assessment of the clinician fails to yield results, or the results are so vague that they have no meaning (as in the case, for example, of the Not Otherwise Specified Eating Disorders). The lower the relevance of nosography is, the clearer the role of psychopathology appears to be: the latter allows an interpretation of the data brought by the patient and the family in terms of a developmental theory. The authors argue that current developmental psychopathology has new theoretical underpinnings, among which the most important are attachment theory and ethological theories, as well as a series of clinical contributions of great interest

    Alterazioni dell'immagine corporea nei disturbi dell'alimentazione.

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    In una ricerca compiuta su 96 soggetti non patologici di sesso femminile e di età compresa tra i 7 e i 65 anni, utilizzando un metodo di video confronto, non ha evidenziato differenze significative tra le diverse età, per quanto riguarda sia i sentimenti di insoddisfazione, sia la distorsione percettiva dell'immagine corporea. l'85% dei soggetti, indipendentemente dall'età, aveva un ideale corporeo caratterizzato da una maggiore altezza e un'accentuata magrezza rispetto alle misure reali del proprio corpo
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