104 research outputs found

    Overnight surgery in proctologia e tipo di anestesia: nostra esperienza su 320 pazienti

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    Nell’ambito della chirurgia proctologica, numerose evidenze dimostrano che l’ anestesia generale associata a quella loco-regionale presenta maggiori vantaggi rispetto all’anestesia spinale. Scopo del nostro studio è stato quello di verificare l’efficacia dell’ anestesia generale associata alla loco-regionale in una serie di pazienti affetti da malattia emorroidaria e ragade anale. Pazienti e metodi. Sono stati selezionati pazienti con emorroidi sintomatiche di III e IV grado e ragade anale senza storia di reazioni allergiche o suscettibilità farmacologica naropina, propofol e simili. Tutti i pazienti (gruppo A) sono stati sottoposti ad anestesia generale e loco-regionale. Nei pazienti di controllo (gruppo B) è stata praticata anestesia spinale. Alla fine di ogni intervento chirurgico sono state valutate le complicanze precoci e tardive mediante la classificazione da noi recentemente proposta. Risultati. Sono stati inclusi nello studio 320 pazienti, 240 operati per prolasso emorroidario e 80 per ragade anale. L’anestesia ottenuta è stata sempre soddisfacente e non sono state osservate complicanze post-operatorie permanenti. Fra quelle precoci si è osservata ritenzione urinaria nel 9% dei casi e dolore nel 30%. Fra le complicanze tardive sono state osservate dolore nel 8% e ritenzione urinaria nel 1% dei pazienti. In due casi si è formato un ascesso in corrispondenza del punto d’infiltrazione dell’anestetico locale. L’effetto dell’anestetico locale è durato in media circa 4-8 ore. Conclusioni. La tecnica anestesiologica locale con blocco posteriore, associata ad anestesia generale, si è dimostrata efficace per il trattamento delle più frequenti patologie proctologiche. Tale metodo ha comportato una bassa incidenza di complicanze precoci e tardive e una più rapida risoluzione dei postumi clinici legati all’intervento

    High-Volume Transanal Surgery with CPH34 HV for the Treatment of III-IV Degree Haemorrhoids: Final Short-Term Results of an Italian Multicenter Clinical Study

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    The clinical chart of 621 patients with III-IV haemorrhoids undergoing Stapled Hemorrhoidopexy (SH) with CPH34 HV in 2012-2014 was consecutively reviewed to assess its safety and efficacy after at least 12 months of follow-up. Mean volume of prolapsectomy was significantly higher (13.0 mL; SD, 1.4) in larger prolapse (9.3 mL; SD, 1.2) (p < 0.001). Residual or recurrent haemorrhoids occurred in 11 of 621 patients (1.8%) and in 12 of 581 patients (1.9%), respectively. Relapse was correlated with higher preoperative Constipation Scoring System (CSS) (p = 0.000), Pescatori's degree (p = 0.000), Goligher's grade (p = 0.003), prolapse exceeding half of the length of the Circular Anal Dilator (CAD) (p = 0.000), and higher volume of prolapsectomy (p = 0.000). At regression analysis, only the preoperative CSS, Pescatori's degree, Goligher's grade, and volume of resection were significantly predictive of relapse. A high level of satisfaction (VAS = 8.6; SD, 1.0) coupled with a reduction of 12-month CSS (Δ preoperative CSS/12 mo CSS = 3.4, SD, 2.0; p < 0.001) was observed. The wider prolapsectomy achievable with CPH34 HV determined an overall 3.7% relapse rate in patients with high prevalence of large internal rectal prolapse, coupled with high satisfaction index, significant reduction of CSS, and very low complication rates

    Perché un progetto “Medicina e Shoah”?

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    In 2011, a group of professors from the Faculties of Pharmacy and Medicine and Medicine and Dentistry of the “Sapienza” University in Rome started a seminar for students from the medical department entitled “From Nuremberg to the Belmont Report: the origins of Bioethics”, which explained the decisive role that the trial of the Nazi doctors had in the definition of medical ethics, bioethics, and standards of good practice. In 2013, these scholars inaugurated a monographic study structured over four meetings, which included study credits for students and ECM for healthcare professionals, under the title “Medicine and the Holocaust”, in order to study these issues indepth and show the evolution of doctrine and ethics from Eugenics to today. The initiative’s success resulted in the course being repeated and offered every year with a great response from the public, leading to a cross-disciplinary project, funded in 2015, on this subject. In 2016, the exhibit “Medicine and the Shoah. From Nazi experiments to bioethics” was opened, financed and supported with funding from the 8×1000 UCEI and hosted by several Italian universities

    Riflessioni sulla malattia emorroidaria in gravidanza e nel puerperio

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    a malattia emorroidaria (ME) in gravidanza e nel puerperio costituisce un problema di rilevante interesse ^non solo dal punto di vista teorico, ma anche e soprattutto clinico-terapeutico'. Durante la gravidanza le emorroidi vengono trattate in presenza di sintomi e in genere con terapia medica che prevede la correzione della stipsi associata. La chirurgia viene riservata solo alle fasi più avanzate della gravidanza nelle quali il feto è già vitale 0 limitata a casi selezionati^ La necessità quindi di una conoscenza dettagliata delle basi fisiopatologiche della malattia e di un approccio terapeutico il più possibile conservativo da parte di tutto il personale medico e infiemeristico, ha indotto gli Autori a condurre un'inchiesta rivolta a 165 ostetriche della regione Lazio proprio per valutare non solo i dati epidemiologici relativi alla ME in gravidanza ma anche le principali modalità di gestione della malattia da parte di questa categoria professionale. Il campione intervistato ha potuto monitorare quindi un totale di circa 20 000 parti espletati nella nostra regione. I dati principali hanno evidenziato come il 95% delle ostetriche riferisce di aver osservato sintomi riferibili alla ME soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza nel 57% delle pazienti che espletano il parto naturalmente e nel 41% di quelle che lo eseguono per via vaginale. La crisi emorroidaria e il prolasso anale insorto durante il parto viene gestito nel 57% dei casi personalmente dall'ostetrica 0 dal ginecologo, mentre soltanto nel 42% dei casi le gestanti con complicanze legate alla ME vengono indirizzate al personale specializzato. 11 dato più importante riguarda sicuramente il fatto che solo il 42% delle ostetriche si rivolge allo specialista in caso di ME e che circa la metà delle intervistate non conosce il ruolo del perineologo o la possibilità di utilizzare metodiche riabilitative pelviche. La vastità del campione esaminato, per quanto riferibile solo alla regione Lazio, sembra evidenziare come la gestione della ME da parte delle ostetriche risulti limitata a un approccio empirico forse a causa di una mancata collaborazione con i ginecologi e i procto-perineologi che invece potrebbe rappresentare la base operativa per una migliore conoscenza del problema e per l'utilizzo di più efficaci misure terapeutiche

    [Scoring of postoperative complications in coloproctology].

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    Gli interventi chirurgici per patologie ano-rettali sono numerosi e il problema fondamentale è quello di assicurare ai pazienti operati un adeguato follow-up al fine di stabilire la reale efficacia del trattamento e l’effettiva incidenza di complicanze a esso legati. Gli Autori, hanno seguito 200 pazienti e hanno eseguito 90 interventi d’emorroidectomia, 50 per ragade anale, 30 fistulectomie e 30 per rettocele. Dopo l’intervento chirurgico, i pazienti sono stati seguiti con visite ambulatoriali e telefoniche a 3, a 6 e 12 mesi compilando un questionario numerico relativo alle complicanze precoci e a quelle tardive e alla qualità della vita

    PATE 2000 Sorrento: un moderno ed efficace strumento per la definizione della malattia emorroidaria: studio multicentrico, osservazionale condotto su 930 pazienti sintomatici

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    In 2000, the Italian Society of Coloproctology and the UCP (Coloproctology Units) devised a new haemorrhoid classification system, named PATE 2000 Sorrento, which is capable of defining all the main characteristics of the disease. Any new system should be able to predict the real extent of hemorrhoids by means of a specific index in order to help physicians in choosing the best therapeutic option. The authors present the results of a national multicentre study of 930 patients with symptomatic haemorrhoids. Nineteen patients (2%) could not be classified with the old haemorrhoid classification, while PATE 2000 Sorrento proved successful in classifying all patients. The difference was statistically significant. The new classification enables us to establish a specific score for the disease. In order to better evaluate the clinical impact of the scores obtained with PATE 2000 Sorrento, the authors analyzed the correlation between the score itself and the therapy chosen by each individual centre. The highest scores always corresponded to the choice of surgical hemorrhoidectomy, while in the case of lower values each centre seemed to be in doubt between medical therapy and other less invasive procedure such as sclerotherapy or rubber band ligation. These data were statistically significant (P 0.0001). On the basis of our findings, PATE 2000 Sorrento seems to confirm its scientific and clinical relevance and could be a useful tool for the choice of the best treatment for each individual patient.In 2000, the Italian Society of Coloproctology and the UCP (Coloproctology Units) devised a new haemorrhoid classification system, named PATE 2000 Sorrento, which is capable of defining all the main characteristics of the disease. Any new system should be able to predict the real extent of hemorrhoids by means of a specific index in order to help physicians in choosing the best therapeutic option. The authors present the results of a national multicentre study of 930 patients with symptomatic haemorrhoids. Nineteen patients (2%) could not be classified with the old haemorrhoid classification, while PATE 2000 Sorrento proved successful in classifying all patients. The difference was statistically significant. The new classification enables us to establish a specific score for the disease. In order to better evaluate the clinical impact of the scores obtained with PATE 2000 Sorrento, the authors analyzed the correlation between the score itself and the therapy chosen by each individual

    Nuovo dilatatore anale graduato per la terapia della ragade anale: studio clinico

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    La dilatazione dello sfintere anale mediante dilatatori rappresenta una tecnica efficace, economica e di solito ben tollerata dal paziente per il trattamento dell’ipertono sfinteriale idiopatico o secondario a ragade anale, ma non sempre eseguita correttamente con ripercussioni negative sui risultati della tecnica. Scopo del nostro studio è stato quello di confrontare l’efficacia di un nuovo dilatatore con diametro graduato usato con schema terapeutico predefinito, oppure secondo uno schema terapeutico libero rispetto all’utilizzo della classica combinazione di dilatatori anali a calibro variabile attualmente in commercio, nella terapia conservativa della ragade anale. Un gruppo di 60 pazienti, 35 femmine e 25 maschi, affetti da ragade anale acuta con anamnesi negativa per ipotonia sfinteriale, ascesso o fistola perianale, trombosi emorroidaria, malattie infiammatorie croniche intestinali o neoplasia del grosso intestino è stato valutato preliminarmente con test della sfera solida. Successivamente, i pazienti sono stati randomizzati in tre gruppi: il primo trattato con il nuovo dilatatore a diametro graduato con schema predefinito (20 pazienti), il secondo trattato con dilatatori multipli a calibro variabile (20, 23, 27 mm; 20 pazienti) seguendo uno schema terapeutico predefinito e il terzo (20 pazienti) trattato con un nuovo dilatatore graduato con schema terapeutico libero. Dopo 4 settimane di trattamento, nel 91% dei pazienti trattati si è avuta una risoluzione della ragade anale. I pazienti trattati sia con dilatatore graduato sia sottoposti a terapia con dilatatori tradizionali secondo schema hanno avuto una risoluzione della ragade nel 90% dei casi rispetto al 92% dei pazienti trattati con dilatatore graduato a schema terapeutico libero. La tollerabilità e la maneggevolezza del dilatatore graduato è stata giudicata buona da tutti i pazienti dei gruppi trattati. L’uso del nuovo dilatatore anale graduato a schema libero sembra indurre una risoluzione duratura nel trattamento della ragade anale simile a quella ottenuta con dilatatori tradizionali risultando però più facilmente tollerato con un minore discomfort per il paziente

    Proctological surgery: advantages derived from the use of an innovative detergent in the post-operative period.

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    Questo studio è stato condotto per verificare l’efficacia di un detergente innovativo da usare in colonproctologia dopo gli interventi chirurgici per le principali patologie del canale anale e della regione perianale.Lo studio ha dimostrato che nello 84% dei casi trattati l’uso del detergente ha favorito la prevenzione di manifestazioni infettive locali, favorendo la normale riepitelizzazione, ed ha attenuato le sensazioni sgradevoli di “discomfort” perianale, caratterizzate da bruciore e prurito. L’uso del gel non ha provocato irritazioni, manifestazioni allergiche né danni alla cute o alle mucose ed, infine, non ha comportato alcun carattere di tossicità.L’uso post-operatorio proctologico di un detergente contenente i sopracitati principi attivi si è dimostrato efficace sia nella prevenzione di manifestazioni infettive locali, per il suo contributo alla riepitelizzazione, che nella minimizzazione dei sintomi di “discomfort” perineale di pazienti operati per emorroidi o ragadi anal

    [New "PATE 2006" system for classifying hemorrhoidal disease: advantages resulting from revision of "PATE 2000 Sorrento"].

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    Dopo vari studi che hanno dimostrato l’efficacia di questa classificazione rispetto ai soli criteri anatomici di grandezza e di dislocazione dei noduli emorroidari, si è sentita l’esigenza di correggere i limiti della PATE 2000 Sorrento. Uno score numerico, l’analisi della qualità della vita e della gravità dei sintomi sono stati introdotti per integrare la precedente classificazione. Pertanto gli autori, in un periodo di circa due anni, osservando 500 pazienti, provenienti da 5 Centri di studio diversi, hanno testato la nuova classificazione PATE 2006. La determinazione numerica dei fattori presi in esame nella PATE 2000 Sorrento, dei sintomi e della qualità della vita apportati dalla nuova classificazione si sono dimostrati importanti indici predittivi di evoluzione dei sintomi legati al trattamento della ME. La PATE 2006 sembra pertanto migliorare l’efficacia della PATE 2000 Sorrent
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