9 research outputs found
Anti-zika virus and anti-usutu virus activity of human milk and its components
The benefits of human milk are mediated by multiple nutritional, trophic, and immunological components, able to promote infant’s growth, maturation of its immature gut, and to confer protection against infections. Despite these widely recognized properties, breast-feeding represents an important mother-to-child transmission route of some viral infections. Different studies show that some flaviviruses can occasionally be detected in breast milk, but their transmission to the newborn is still controversial. The aim of this study is to investigate the antiviral activity of human milk (HM) in its different stages of maturation against two emerging flaviviruses, namely Zika virus (ZIKV) and Usutu virus (USUV) and to verify whether HM-derived extracellular vesicles (EVs) and glycosaminoglycans (GAGs) contribute to the milk protective effect. Colostrum, transitional and mature milk samples were collected from 39 healthy donors. The aqueous fractions were tested in vitro with specific antiviral assays and EVs and GAGs were derived and characterized. HM showed antiviral activity against ZIKV and USUV at all the stages of lactation with no significant differences in the activity of colostrum, transitional or mature milk. Mechanism of action studies demonstrated that colostrum does not inacti-vate viral particles, but it hampers the binding of both flaviviruses to cells. We also demonstrated that HM-EVs and HM-GAGs contribute, at least in part, to the anti-ZIKV and anti-USUV action of HM. This study discloses the intrinsic antiviral activity of HM against ZIKV and USUV and demonstrates the contribution of two bioactive components in mediating its protective effect. Since the potential infectivity of HM during ZIKV and USUV infection is still unclear, these data support the World Health Organization recommendations about breast-feeding during ZIKV infection and could contribute to producing new guidelines for a possible USUV epidemic
Culture migranti. Luoghi fisici e mentali d'incontro
Questo volume nasce dal tentativo di tenere insieme la categoria della pluralità e quella della relazione, individuando spazi che non isolino né omologhino, ma si configurino viceversa come luoghi – fisici e mentali – d’incontro. In tal senso, si aderisce alla prospettiva – elaborata in area anglosassone dall’antropologia transnazionale o dalla critica post-coloniale, e in area francese dagli studi sul métissage – che insiste sulla natura relazionale e processuale tanto delle culture quanto delle identità culturali: le culture non sono entità statiche, ben delimitate fra loro e omogenee al loro interno, quanto piuttosto fenomeni plurali e in perenne movimento, attraversati da continue tensioni, relazioni e scambi reciproci; di conseguenza, nemmeno le identità culturali corrispondono a insiemi stabili e oggettivamente definibili di tratti, ma si costruiscono e si modificano nel contesto d’interazioni sociali e rapporti politici. Ciò comporta sia una concezione più dinamica e pluralistica dell’identità – intesa come molteplicità di appartenenze (di genere, generazione, ruoli parentali e professionali, classe/ceto, etnia ecc.), quindi anche come possibilità , da parte dell’individuo, di scegliere la propria identità , di trasformarla nel tempo e di sconfinare o “errare” da una all’altra, sia una concezione più fluida delle differenze culturali: se le identità costituiscono “confini semantici”, rappresentando il prodotto – sempre provvisorio e rinegoziabile – di una strategia di etero e auto-assegnazione; e se, d’altra parte, le culture non sono monadi leibniziane, allora sarà sempre possibile attraversare quei confini, superando la rigida dicotomizzazione tra “noi” e gli “altri”. L’irruzione quantitativa (coinvolge intere comunità ) nonché il nuovo carattere permanente e familiare della migrazione (comunque e sempre frattura di tempi, spazi e relazioni) fanno della multiculturalità un dato di fatto, che si caratterizza quale compresenza fisica di soggetti (singoli o gruppi storici) sullo stesso territorio. In termini di progettualità pedagogica, questo dato di fatto può volgere in direzione di un modello interculturale, caratterizzato da uno scambio reciproco fra culture in funzione di una reale integrazione, e transculturale, richiamando particolarmente la consapevolezza di appartenere a una comune specie vivente e a un unico ecosistema e la necessità , dunque, di schemi di pensiero e di abiti comportamentali ecologicamente segnati. L’identità individuale si definisce, si produce e può essere verificata nella cultura dell’educazione che l’ha resa possibile; è, in buona parte, sintesi della reciprocità fra processi e pratiche di inculturazione (intesa come trasferimento a livello intergenerazionale della cultura di origine) e di acculturazione (intesa anche come ibridazione tra diverse culture). L’interculturalità e la transculturalità rappresentano, quindi, condizioni di emancipazione dalla multiculturalità , tramite un’integrazione reale che si affranchi dai rischi degli estremi opposti del separatismo/ghettizzazione (con un’esasperazione degli assunti dell’inculturazione) e dell’assimilazionismo (con un’esasperazione degli assunti dell’acculturazione, verosimilmente per omologazione della cultura minoritaria a opera della cultura dominante).......................................................................................Il volume analizza e prospetta la reciprocità tra inculturazione e acculturazione
come una ricorsività spesa tra luoghi d’incontro, tali perché
inscindibilmente fisici e mentali. Il volume si distingue in quattro parti:
Tra inculturazione e acculturazione, Luoghi di acculturazione: indagini esplorative ed esperienze
sul campo, Culture dell’educazione: indagini esplorative ed esperienze
sul campo, Approcci e strategie d’integrazione
Nel volume:
- le curatici sono autrici di una co-Introduzione (pp.16-23);
- Laura Cerrocchi è autrice di un saggio L’intercultura in prospettiva pedagogica: tra inculturazione e acculturazione (per le pagg. personali 27-71);
- Annamaria Contini è autrice di un saggio (per le pagg.personali da 73 a 97)