7 research outputs found

    Can Diffusion weighted MR imaging add diagnostic information in the evaluation of uterine tumor?

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    Purpose: to evaluate the role of DW imaging in the detection of cervical and endometrial cancers and correlate the histopathological grading and ADC values. Materials and Methods: 53 women with positive biopsy for cervical and endometrial cancer enrolled in the study underwent MR examination; based on biopsy 34/53 patients had cervical cancer and 19/53 patients had endometrial cancer. MR study protocol included DWI sequence obtained with a single-shot echo-planar sequence (EPI) in the axial or sagittal plane, with b value of 500s/mm2. MR protocol also included fast spin-echo T2w.i. sequences acquired in the sagittal and axial planes. Lesions’ signal intensity and ADC values were evaluated on DWI images. Lesions’ signal intensities on T2w.i and maximum diameter were also collected. Student’s t test was applied for statistical analysis of collected data; a two tailed p-value of less than 0.05 was considered as significant. Results: On DWI, only 30/53 tumors were appreciable , in particular 29/30 lesions (96.7%) were cervical cancers; 1/19 was an endometrial cancer; 18/19 endometrial cancers and 5/34 cervical cancers were not detectable on DWI images. No relationship was found between cervical cancers’ size and lesions’ signal intensity on DWI nor lesions’ signal intensity on T2w.i. (p>.05). Mean ADC values of G1 graded cervical cancers resulted to be significantly higher than ADC values of G2 and G3 graded neoplasms (p<.05). Conclusion: DWI can help in detecting the presence of cervical tumor, while it does not result useful in assessing the presence of endometrial neoplasms. ADC values of well differentiated cervical cancers are higher than relative values of more de-differentiated neoplasms

    La Risonanza magnetica nel Morbo di Crohn:valutazione dell'attività di malattia.

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    Abbiamo valutato l'accuratezza diagnostica della Risonanza magnetica al fine di differenziare la fase attiva di malattia da quella cronica in 50 pazienti con diagnosi istologica di Morbo di Crohn.In primo luogo abiamo definito il quadro complessivo del paziente:le anse sede di malattia,l'estensione,l'ispessimento e le complicanze intra o extramurali,previa somministrazione orale di PEG,con sequenze "true-Fisp","haste" e T1 3D Flash con MdC.Poi per ogni paziente abbiamo realizzato le curve di captazione contrastografica intensità-tempo delle anse ispessite captanti.Queste si ottengono con le sequenze 3D Flash fat sat dopo somministrazione di MdC paramagnetico ev.Le curve presentano 2 diverse tipologie che si differenziano per pendenza,forma e ritmo di captazione e che corrispondono ai 2 stati di malattia.Abbiamo analizzato la loro percentuale di captazione precoce,massima e media.Correlando i notri risultati con i CDAI abbiamo ottenuto una alta sensibilità e specificità

    Preoperative rectal cancer staging with phased-array MR

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>We retrospectively reviewed magnetic resonance (MR) images of 96 patients with diagnosis of rectal cancer to evaluate tumour stage (T stage), involvement of mesorectal fascia (MRF), and nodal metastasis (N stage).</p> <p>Our gold standard was histopathology.</p> <p>Methods</p> <p>All studies were performed with 1.5-T MR system (Symphony; Siemens Medical System, Erlangen, Germany) by using a phased-array coil. Our population was subdivided into two groups: the first one, formed by patients at T1-T2-T3, N0, M0 stage, whose underwent MR before surgery; the second group included patients at Tx N1 M0 and T3-T4 Nx M0 stage, whose underwent preoperative MR before neoadjuvant chemoradiation therapy and again 4-6 wks after the end of the treatment for the re-staging of disease.</p> <p>Our gold standard was histopathology.</p> <p>Results</p> <p>MR showed 81% overall agreement with histological findings for T and N stage prediction; for T stage, this rate increased up to 95% for pts of group I (48/96), while for group II (48/96) it decreased to 75%.</p> <p>Preoperative MR prediction of histologically involved MRF resulted very accurate (sensitivity 100%; specificity 100%) also after chemoradiation (sensitivity 100%; specificity 67%).</p> <p>Conclusions</p> <p>Phased-array MRI was able to clearly estimate the entire mesorectal fat and surrounding pelvic structures resulting the ideal technique for local preoperative rectal cancer staging.</p

    Valutazione delle scelte di investimento nel settore non profit

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    Il non profit: dalla nascita alla gestione finanziaria 1.1. Definizione di non profit Il recente e repentino affermarsi, nel sentire comune dell’importanza del terzo settore e l’ampio dibattito, in ambito politico ed economico, suscitato dall’approvazione della legge sulle ONLUS hanno messo in luce l’esigenza di dover meglio puntualizzare alcune tematiche relative alle aziende non profit1, prima su tutte l’esigenza di una definizione del perimetro entro il quale rientra questo fenomeno. Il problema di definire il settore viene a sollevarsi in quanto frequentemente i confini tra profit e non profit sono di non facile individuazione con le relative implicazioni. Non esiste, ad oggi, una definizione terminologica condivisa dagli studiosi delle diverse discipline sul settore composto dalle aziende che non perseguono fini di lucro. Senza pretesa di esaustività, la letteratura definisce questo comparto come: o Terzo settore o Terzo sistema o Settore non profit o Settore non economico o Economia sociale o Privato sociale o Non profit (not for profit organizations) Tutte queste diverse espressioni indicano la realtà in oggetto. Accanto a queste, vi sono altre espressioni che vogliono significare particolari realtà di non profit, senza includerle tutte (es.: Onlus, volontariato, organizzazioni non profit, aziende non profit, imprese sociali ecc.) per le quali vigono specifiche normative, pur non applicabili a tutto l’universo NON PROFIT. La definizione di non profit, o più scientificamente di not-for-profit, di derivazione statunitense2, non è ritenuta adeguata da diversi studiosi perché in questo ambito rientrano anche gli enti pubblici. Per questo motivo molti autori, italiani e non, preferiscono la denominazione di terzo settore distinguendolo dal primo settore (Stato) e dal secondo settore (Mercato) con disappunto di Zamagni che sostiene da un lato che lo Stato non è un settore e dall’altro che la dizione terzo settore è riduttiva in quanto fa intendere una categoria residuale. Cosa si intende con residuale? Per meglio comprendere ciò che voglio dire è opportuno fare prima un brevissimo passaggio. Quando parliamo di non profit, potremmo innanzi tutto dare una definizione “a contrario”, (cioè che parte da una realtà ben delineata, definendone un’altra in modo privativo) sono “non profit” tutte le realtà che non sono “profit”. Come tale, questa definizione è residuale: sono “non profit” le realtà che non rientrano tra quelle che perseguono il profitto, realtà note e definite aprioristicamente. Tale definizione si basa, dunque, su due assunti: o L’opera dell’uomo in campo economico è normalmente rivolta all’ottenimento del profitto; o L’attività economica profittevole ha una valenza sociale intrinsecamente inferiore rispetto alle attività “non profit”. Dare una definizione solo residuale risulta però superfluo e semplicistico in quanto il fenomeno che abbiamo di fronte risulta essere più complesso.In Europa e in Italia il non profit è una categoria concettuale che comprende enti di tipo associativo o cooperativo, fondazioni ed enti ecclesiastici che non operano in una logica di profitto, è quindi una categoria fortemente eterogenea per la quale è necessario ricercare e poi fissare dei tratti comuni fondamentali. A questo proposito Salamon e Anheier3 hanno individuato delle caratteristiche indispensabili per affermare che una determinata organizzazione ha la natura di non profit: - costituzione formale - natura giuridica privata - autogoverno - assenza di distribuzione di profitti - presenza di lavoro volontari

    Clinical and Metabolic Effects of Alpha-Lipoic Acid Associated with Two Different Doses of Myo-Inositol in Women with Polycystic Ovary Syndrome

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    The aim of this retrospective study was to evaluate the effects of a treatment with α-lipoic acid (ALA) associated with two different doses of myo-inositol (MI) on clinical and metabolic features of women with polycystic ovary syndrome (PCOS). Eighty-eight women received the treatment, and 71 among them had complete clinical charts and were considered eligible for this study. All women were treated with 800 mg of ALA per day: 43 patients received 2000 mg of MI and 28 received 1000 mg of MI per day. Menstrual cyclicity, BMI, FSH, LH, estradiol, testosterone, androstenedione, fasting insulin, HOMA-IR, and insulin response to a 2 h OGTT were evaluated before and after 6 months of treatment. The presence of diabetic relatives (DRs) was investigated. Cycle regularity was improved in 71.2% of women. The improvement of menstrual cyclicity occurred regardless of the state of IR and the presence of DRs of the patients. Women with IR mainly showed a significant improvement of metabolic parameters, while those without IR had significant changes of reproductive hormones. Patients with DRs did not show significant changes after the treatment. 85.7% of women taking 2000 mg of MI reported a higher improvement of menstrual regularity than those taking 1000 mg of MI (50%; p<0.01). In conclusion, ALA + MI positively affects the menstrual regularity of women with PCOS, regardless of their metabolic phenotype, with a more evident effect with a higher dose of MI. This effect seems to be insulin independent. The presence of IR seems to be a predictor of responsivity to the treatment in terms of an improvement of the metabolic profile
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