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    Vent'anni di ricerche dell'Università degli studi di Macerata a Tifernum Mataurense (Sant'Angelo in Vado - PU) (2000-2021) - Vol. III - Patrimonio archeologico, beni culturali e territorio

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    Il volume raccoglie i contributi proposti dagli esperti alla città di Sant'Angelo in Vado durante i "Lunedì dell'archeologia", nell'ambito del ciclo di eventi per la valorizzazione dell'area archeologica di Tifernum Mataurense, organizzati come ogni anno nell'estate del 2021 dall'Università di Macerata in occasione della XX campagna di scavo archeologico nelle terme romane. Esso rappresenta il terzo di un'opera a tre volumi pensata per celebrare i Vent’anni di attività archeologiche dell'Ateneo maceratese nel periodo intercorso tra il 2000 e il 2021. Gli autori sono stati chiamati ad esprimersi sul concetto di archeologia come motore di sviluppo e dimensione interdisciplinare per una comunità interna appenninica come quella di Sant'Angelo in Vado in qualità di esperti archeologi (E. Stortoni, E. Catani, W. Monacchi, D. Voltolini), archivisti (F. Valacchi), promotori di sviluppo dell'economia rurale e di politiche eno-gastronomiche (A. Cavicchi), pedagogisti (M. Brunelli) e conservatori di beni ecclesiastici del territorio (D. Tonti)

    Valorizzazione culturale e turistica dei musei e dei siti archeologici della Libia

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    Valorizzare archeologicamente il sito di Siret el Giamel, in El Beda - unico insediamento rurale scavato, restaurato e interamente visitabile in Cirenaica - anche con la predisposizione di una breve Guida in lingua italiana, da tradurre in lingua araba; segnalare al Dipartimento della Antichit\ue0 di Cirene \u2013 e per suo tramite al Direttore del Department of Libyan Antiquities - la specifica preparazione del nostro Dipartimento nel settore del \u201cManagement of Cultural Heritage\u201d, offrendo pertanto una piena disponibilit\ue0 a collaborare nella redazione di progetti per la valorizzazione culturale e turistica dei musei e dei siti archeologici della Libia; salvaguardare i siti archeologici costieri, quali quello di Apollonia, dall\u2019erosione progressiva e distruttrice del mare; redigere una breve guida illustrata del complesso tardo romano e bizantino di Siret el Giamel per la traduzione in lingua araba e la distribuzione nelle scuole e ai visitatori del sito; pubblicare mensilmente una rubrica in lingua araba sui personaggi cirenei famosi nel mondo antico; programmare all\u2019interno delle manifestazioni estive dei teatri antichi di Cirene l\u2019opera \u201cEratostene , il volto della terra\u201d, spettacolo teatrale (autori il geologo F. Pallotta e il prof. E. Catani), avente come oggetto la figura, la vita e il pensiero del grande geografo ellenistico cireneo. Il progetto \ue8 stato purtroppo temporaneamente interrotto a causa della grave situazione politico-militare in cui versa oggi la Libia

    Monumento funerario circolare con littore

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    Il lavoro ripropone con bibliografia aggiornata un vecchio studio su un rilievo con scena di pompa e di attributi dell\u2019attivit\ue0 magistratuale, ricavato su tre grossi blocchi curvilinei e montato sotto il portico del Palazzo Comunale di Osimo (AN). Il rilievo, databile all\u2019et\ue0 augustea, decora la superficie esterna di un ipotetico piccolo monumento funerario circolare del tipo a tamburo. In particolare i primi due blocchi appaiono montati in antico nella met\ue0 sinistra del corpo cilindrico con la scena di apertura della processione, composta in sequenza verso destra da quelli che vengono considerati un littore, un togato forse il defunto e un magistrato in toga e un librarius. La pompa, probabilmente di tipo rituale, \ue8 forse correlata nella met\ue0 destra del tamburo ad una scena di ludi o di sacrificio. Nella parte anteriore del monumento, secondo l\u2019ipotesi proposta, \ue8 montato il terzo blocco, dove due attributi magistratuali e sacrali -tripus e capsa- sono raffigurati ai lati di una piccola mensola aggettante, destinata a sorreggere con ogni probabilit\ue0 una sella curulis ed un sovrimposto epitafio. Probabile ubicazione originaria del monumento \ue8 una delle due necropoli monumentali suburbane dell\u2019antica citt\ue0 di Auximum nella V regio augustea

    Indagini archeologiche dell'Universit\ue0 degli Studi di Macerata a Tifernum Mataurense (Sant'Angelo in Vado-PU). VI campagna di scavo (27 giugno-16 luglio 2005).

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    Col presente lavoro si \ue8 inteso riferire sui principali risultati della campagna di scavo dell\u2019estate 2005 effettuata dall\u2019Universit\ue0 di Macerata per la riscoperta delle terme di Tifernum Mataurense, municipio montano dell\u2019alta valle del Metauro nell\u2019Umbria adriatica, oggi Sant\u2019Angelo in Vado (PU). Il complesso, estendentesi in loc. Colombaro, \ue8 gi\ue0 stato scoperto nel 1957-1959 dall\u2019allora Soprintendenza e successivamente interrato per ragioni di tutela. Le attivit\ue0 di riscoperta, intraprese a cominciare dal 2003 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche, il Comune di Sant\u2019Angelo in Vado e la Provincia di Pesaro-Urbino, sono proseguite con annuali campagne di scavo fino ai giorni nostri e rientrano in un ampio progetto di studi, ricerche e valorizzazione nell\u2019area archeologica tifernate che si protrae da ormai un quindicennio. L\u2019obiettivo dell\u2019intervento \ue8 stato quello di svuotare il pozzo ricavato nell\u2019area e di riprendere i lavori di approfondimento dei sondaggi \u2018A\u2019, \u2018B\u2019 e \u2018C\u2019 lungo l\u2019asse mediano dell\u2019attiguo cardine viario, aperti negli anni 2003 e 2005. Il parziale scavo del pozzo ha consentito di verificarne l\u2019avvenuto svuotamento durante i vecchi scavi. L\u2019approfondimento dei saggi \u2018A\u2019, \u2018B\u2019 e \u2018C\u2019, invece, ha permesso di ricavare interessanti dati riguardo le diverse fasi di costruzione e vita del cardo e delle terme

    Il collezionismo privato come forma di cultura sommersa: l\u2019esempio della raccolta archeologica presso l\u2019Accademia Georgica di Treia (MC)

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    L\u2019intervento si propone di presentare la storia della costituzione di una piccola ma interessante collezione di materiale archeologico, di propriet\ue0 del Comune di Treia (MC), rimasta fino ad oggi del tutto inedita, conservata presso i locali dell\u2019Accademia Georgica di Treia. La raccolta annovera in un gusto eclettico materiali di vario genere -oggetti votivi, frammenti di vasellame fittile e metallico, armi e utensili, materiale edilizio frammentario, monili, lucerne- per un numero complessivo di n. 515 pezzi, per lo pi\uf9 frammentari, di provenienza ignota, inquadrabili in un ampio arco cronologico, che va dalla preistoria all\u2019et\ue0 tardo-tomana. Lo studio mira innanzitutto a dimostrare come il gruppo di materiali, facente parte di un\u2019antica collezione della famiglia nobiliare Teloni di Treia, venga costituito in un periodo antecedente al 1870, probabilmente ad opera di un illustre antenato del casato, monsignor Francesco Ansaldo Teloni (1761-1846), vescovo di Macerata e Tolentino, fine conoscitore delle scienze umanistiche, noto agli ambienti colti dell\u2019Urbe e della corte ponteficia. La ricerca, inoltre, prova come la costituzione di una raccolta archeologica tra gli ultimi decenni del XVIII e gli inizi del XIX sec. ben si addica alla singolare rinascita civile, politica, economica e culturale che Treia vive in questo periodo, grazie proprio all\u2019interessamento dei pontefici Pio VI prima e Pio VII poi; \ue8 proprio a questo periodo infatti che risale la fondazione dell\u2019Accademia Georgica, centro di applicazione pratica dei principi di liberismo e di fisiocrazia per il progresso dell\u2019agricoltura e la facilitazione dell\u2019accesso a nuovi mercati, rappresentando la prima istituzione di tal genere in tutto il territorio pontificio. Conformemente alle tendenze delle accademie dell\u2019epoca gli interessi molto vari degli associati promuovono studi storico-archeologici sull\u2019antica grandezza del municipium romano di Trea e scavi nel territorio, come quelli effettuati dal Benigni nel 1791 nell\u2019area archeologica del SS. Crocifisso. La collezione Teloni di Treia, dunque, sembra costituire un buon esempio a livello locale di quella forma di collezionismo privato, frutto di un\u2019accresciuta sensibilit\ue0 intellettuale nei confronti di tematiche storiche ed archeologiche avvenuta in ambito marchigiano tra il XVIII e il XIX sec. a imitazione di un fenomeno gi\ue0 iniziato tra il \u2018400 e il \u2018500 presso le pi\uf9 importanti famiglie patrizie italiane ed europee, detentrici del potere politico, per cui il riferimento all\u2019antico \ue8 strumento esteriore di autorappresentazione e di giustificazione della propria auctoritas

    Le acquisizioni archeologiche ed epigrafiche dal 1755 al 1976: la documentazione d\u2019archivio

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    Il lavoro rappresenta lo studio dell'Universit\ue0 degli Studi di Macerata, condotto in sinergia con la Soprintendenza Archeologica delle Marche di Ancona, sulla documentazione archivistica, databile tra la met\ue0 del XVIII e il XX secolo, custodita presso gli archivi di detta Soprintendenza e riguardante Tifernum Mataurense e le relative testimonianze archeologiche ed epigrafiche

    Recenti indagini archeologiche a Tifernum Mataurense (Sant\u2019Angelo in Vado \u2013 PU): relazione preliminare.

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    Lo studio si propone di rendere preliminarmente noti i principali risultati della prima campagna di scavo effettuata nel 2000 dall'Universit\ue0 degli Studi di Macerata nell'area archeologica 'Campo della Pieve' del municipio romano di Tifernum Mataurense (S. Angelo in Vado - PU). L'intervento consiste di due piccoli saggi, denominati rispettivamente 'Saggio Fosse' e 'Saggio Strada'. Il primo ha restituito una situazione sconvolta da interventi moderni fortemente distruttivi, che hanno alterato la fase antica di et\ue0 primo-imperiale, di cui rimangono un piccolo accumulo di terra e materiali lapidei di incerta identificazione e una presumibile tomba 'a pozzetto' per la sepoltura di un'olla cineraria di et\ue0 antica, forse ascrivibile alla gi\ue0 nota area necropolare a sud-est dell'antica citt\ue0. Il 'Saggio Strada', anch'esso interessato da importanti sconvolgimenti di et\ue0 moderna, ha permesso la scoperta di una fase pre-romana, rappresentata da diverse fosse, sparse e irregolari, praticate su terreno sterile per la probabile estrazione dell'argilla, e da una fossa-canale a cielo aperto per il deflusso delle acque meteoriche; successivo \ue8 il tratto di strada di et\ue0 primo-imperiale della larghezza di 10 piedi romani e di andamento rettilineo est-ovest, da ricondurre probabilmente al percorso che collegava Tifernum Mataurense a Pitinum Mergens e alla via consolare Flaminia

    Recensione al volume E. CATANI (a cura di), I beni culturali di Fermo e territorio, in Atti del Convegno di Studio (Fermo, Palazzo dei Priori, 15 - 18 giugno 1994), Fermo 1996, in \uabPicus\ubb XVIII (1998)

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    Il lavoro recensisce la pubblicazione curata da Enzo Catani degli Atti del Convegno, realizzato nel 1994 dal Comune di Fermo col patrocinio di diversi Enti pubblici e privati sul patrimonio di beni culturali della citt\ue0 e del territorio allo scopo di migliorarne la valorizzazione e la fruizione; l'occasione ha costituito un importante momento di incontro tra studiosi e specialisti delle competenti Soprintendenza, Universit\ue0, Amministrazioni Pubbliche, Enti Ecclesiastici e Culturali operanti nel settore. L\u2019iniziativa - la prima, forse, per la citt\ue0 di Fermo, considerata la globalit\ue0 dell\u2019approccio al tema- si \ue8 rivelata di grande interesse, perch\ue9 sono stati esposti i risultati delle ultime ricerche scientifiche nei vari settori dei beni culturali fermani e perch\ue9 si \ue8 cercato di definire e verificare quanto di originale e irripetibile costituisca la fisionomia storica ed ambientale della citt\ue0 e del territorio. Nella recensione si sono esaminati in particolare i contributi relativi ai beni archeologici, senza omettere di segnalare l'alto interesse delle comunicazioni relative alle altre tre sessioni, in cui gli studiosi specialisti affrontano varie problematiche concernenti sia l'individuazione, la catalogazione, la conoscenza, la ricostruzione, il restauro e il recupero dei monumenti e dei beni ambientali, artistici e storici pertinenti al centro fermano e al territorio circostante, sia il fenomeno del collezionismo che \ue8 alle origini della moderna catalogazione e dell'istituzione dei musei e delle biblioteche in epoca pi\uf9 recente, sia lo studio, l'inventariazione, la tutela e la valorizzazione dei beni archivistici, essenziali per la definizione dell'importanza storica del territorio della Marca fermana e picena, da sempre area di mediazione tra gli interessi gravitanti nel Mediterraneo e quelli dell'area mitteleuropea

    Vent'anni di Third Mission a Tifernum Mataurense: un bilancio

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    Il contributo scaturisce da un intervento dell'Autrice durante i "Lunedì dell'archeologia" organizzati a Sant'Angelo in Vado, nell'ambito del ciclo di eventi per la valorizzazione dell'area archeologica di Tifernum Mataurense, organizzati come ogni anno nell'estate del 2021 dall'Università di Macerata in occasione della XX campagna di scavo archeologico nelle terme romane. Il contributo rientra all'interno del III volume di un'opera a tre tomi pensata per celebrare i Vent’anni di attività archeologiche dell'Ateneo maceratese nel periodo intercorso tra il 2000 e il 2021. L'Autrice, partendo dal concetto di archeologia come motore di sviluppo e dimensione interdisciplinare per la promozione economica e l'identità culturale di una comunità interna, ha assunto la realtà di Sant'Angelo in Vado, così ricca del potenziale archeologico legato all'antica Tifernum Mataurense, a modello di come sempre più l’Università possa migliorare e potenziare l’approccio pubblico, educativo, simmetrico e sincretista con esperienze di Public Archaeology e di archeologia socialmente rilevante, vissute dagli esperti tra e per la comunità. Il bilancio di un decennio di attività ha consentito di constatare un crescente consenso ricevuto “dalla base” e ha generato la sensazione che nella locale collettività, lentamente, ma gradualmente, una nuova vision si sia ingenerata a favore di una nuova idea di sviluppo, basata sul “motore archeologico”
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