17 research outputs found

    “L’inganno degli occhi”. Borromini’s perspectival niche for the Casa dei Filippini in Rome

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    The RCIN 905602 sheet of the Royal Collection, Windsor contains an orthogonal projection presentation drawing made by Francesco Borromini in 1627 and showing one of Gianlorenzo Bernini's proposals for the Tomb of Urban VIII. The apsidal frame rendered in perspective can be related to the perspective niche that Borromini himself placed above the fictitious entrance in the center of the facade of the Casa dei Filippini in Rome a few years later. The sheet is studied here in the context of the influence that the diffusion of representation methods and practices has had on the forms of architecture as well as their visual perception. After discussing the reason for the construction of such a perspective device, its representation in the design documents and its reception in the images of the square after its construction, the authors present the results of a geometric analysis and reconstruction after photo-modeling ot the niche itself, aimed at determining the position of the ideal observer on the square considered in designing the device, and they discuss the relationship between this spatial stratagem and the graphic trick atopted in the tomb design

    L'importanza della fotogrammetria per il rilievo e l'analisi architettonica

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    Il progetto di restauro del Palazzo Doria di Valmontone prevedeva come prima fase l'operazione di rilevamento architettonico.In questo contributo si è voluto mettere in evidenza il contributo della fotogrammetria architettonica nell'analisi dell'architettura, specialmente in presenza di problematiche relative da un lato alla inaccessibilità delle aree e dall'altro di problemi legati al degrado delle strutture architettoniche

    Matita e acquarello per catturare l'immagine urbana

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    Un artista spagnolo, Pedro Cano, con una grande capacità di visualizzare la luce della realtà architettonica nella pittura e con un grande amore per le strutture e per il colore tiene, ogni anno, nella Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” di Roma La Sapienza un seminario sulla tecnica di rappresentazione dell’architettura ad acquarello rivolto ad un gruppo di ragazzi del Dottorato di Ricerca in Scienza della Rappresentazione. Quest’anno sono stati scelti per questa sperimentazione due luoghi romani densi di storia e di fascino: le terme di Diocleziano ed il Palatino analizzato dalla parte del Circo Massimo. Il lavoro si è svolto durante quattro intense giornate dedicate tutte alla rappresentazione dell’architettura con le tecniche tradizionali: la mattina i dottorandi dovevano eseguire disegni utilizzando solo gli acquarelli (in modo diretto cioè senza la base di disegno a matita) ed il pomeriggio le stesse inquadrature scelte la mattina e rappresentate con il colore venivano ridisegnate con la matita . L’obiettivo didattico era quello di catturare alcune immagini interessanti per ciascuno dei due luoghi e di riportarle sulla carta attraverso esclusivamente il disegno dal vero utilizzato come mezzo di ricerca paziente e attenta per comprendere il patrimonio architettonico con l’invito e il consiglio di osservare con estrema attenzione le diverse parti che raccontano e contribuiscono a definire la città. L’ esercizio così organizzato si proponeva di mettere a confronto, nella medesima giornata, i diversi processi mentali che sono alla base della realizzazione del disegno con le due differenti tecniche grafiche: dalla scelta dell’inquadratura alla preparazione del foglio di carta, fino all’organizzazione di cosa disegnare nel primo momento e cosa nelle fasi successive controllando prima di tutto l’insieme della composizione grafica per arrivare poi alla definizione di qualche elemento di particolare interesse. Si tratta di un vero e proprio “progetto del disegno dal vero” che, se ben organizzato, consente di controllare i vari passaggi del lavoro: la scelta dell’inquadratura rispetto allo spazio che si ha di fronte che vincola anche la scelta del verso del foglio, la giusta collocazione dell’oggetto all’interno della composizione, come riempire completamente lo spazio bianco, cosa definire in maniera dettagliata e cosa lasciare in secondo piano con tratto più sfumato e incerto. I formati dei fogli di carta che si utilizzano per queste esercitazioni sono sempre molto grandi e vanno riempiti fino al bordo con il colore senza lasciare parti bianche; i pennelli sono di tutte le dimensioni; tondi ma anche piatti e, principalmente quelli più grandi, vista la loro dimensione, vengono utilizzati per i fondi. I pennelli, spesso, mantengono, volutamente tracce del colore utilizzato in precedenza per creare una continuità tra una campitura e l’altra. Si riesce a svolgere più semplicemente il progetto di un disegno dal vero realizzato a matita che se si utilizzano i colori ad acqua; questo perchè nella rappresentazione con l’acquarello è alto il fattore di imprevedibilità dovuto alla tecnica stessa; un colore diluito con troppa acqua ad esempio può facilmente smarginare sopra ad un altro colore ancora non perfettamente asciutto e creare una screziatura cromatica sul foglio che può disturbare o, appunto imprevedibilmente, impreziosire il lavoro. La realizzazione di un disegno a matita progettato precedentemente nelle sue diverse fasi si svolge più regolarmente dato che la forma architettonica viene definita attraverso linee di contorno che vengono inizialmente impostate con un segno leggero. Conseguentemente, a mano a mano che si comprendono i volumi, le geometrie e le proporzioni, le forme vengono evidenziate e caratterizzate. Il disegno si arricchisce via via di segni e di contenuti fino ad arrivare alla sua definizione finale: si lavora quindi per sovrapposizioni continue. Il trattamento delle ombre ad esempio nella rappresentazione a matita costituisce l’ultimo passaggio grafico per completare il disegno mentre nei disegni ad acquarello le ombre sono la prima cosa da valutare e da fissare sul foglio di carta sia perché le ombre di un’architettura cambiano molto velocemente per cui si perdono i valori e le diverse intensità cromatiche ma anche perché tramite la loro definizione si stabiliscono i parametri relativi alla rappresentazioni delle parti più scure, intermedie e di quelle più chiare.Questo momento non ha eguali; osservare il procedimento di un lavoro dall’inizio alla fine è la cosa più formativa che possa esserci perché molte cose non è possibile spiegarle a voce. L’artista rappresenta l’architettura con grazia ma con molta forza mostrando al gruppo anche tutte le operazioni manuali del disegno; la pulitura dei pennelli, la miscela del colore, l’utilizzo di pezzi di carta e/o di pezzi di stoffa. I dottorandi del corso, tutti architetti, con esperienze molto eterogenee tra loro, si sono molto appassionati a questo seminario forse perché attualmente si è un po’ persa la manualità che costituisce ingrediente fondamentale per l’applicazione di queste tecniche di rappresentazione tradizionali un po’ abbandonate anche nell’ambito della formazione negli ultimi anni . Dopo queste giornate di lavoro insieme i dottorandi hanno partecipato ad alcune lezioni sulla fotografia svolte sia in classe che nei luoghi sopraccitati con lo scopo di potersi avvalere anche di contributi fotografici personali. Alla fine di questo laboratorio è stato richiesto di fare alcune elaborazioni digitali utilizzando tutto il materiale prodotto singolarmente; i disegni a matita, gli acquarelli e le fotografie. L’ausilio di tecniche digitali a scelta (photoshop, digital painting,.. ha consentito di stravolgere i disegni, trasformarli, traslarli, ruotali ed ha portato, ogni dottorando in un modo diverso, a trarre una sintesi tra i lavori realizzati con le tecniche tradizionali e quelli realizzati con tecniche digitali. Verso un “disegno integrato” è l’obiettivo che si voleva raggiungere ma per riconoscere a ciascuna tecnica il proprio specifico ruolo non poteva mancare la personale sperimentazione

    Il disegno in architettura: tra tecnica e sentimento, Lerici, p.59-61, 1997.

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    In questo contributo sono state presentate delle riflessioni sui limiti e le risorse del disegno e soprattutto sul disegno come strumento comunicativo e didattico

    La Rocca di Lanuvio:emergenza architettonica significativa del territorio laziale

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    Si presenta uno studio di analisi e rilevamento della Rocca di Lanuvio, dal rilevamento a vista fino alle restituzioni grafiche di rilevamento. La lettura delle preesistenze implica una conoscenza profonda del manufatto architettonico che solo le operazioni di rilievo consentono di affrontare

    El dibujo para la valorización y la conservación. La cisterna romana de Atina

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    Gli strumenti di conoscenza per il progetto di restauro.

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    Cura degli Atti relativi al l Seminario Internazionale di Studi Valmontone (Roma) 9-11 settembre 1999, coordinamento Mario Docci

    Il sistema degli antichi mulini ad acqua nell'alto Lazio. Conoscenza, documentazione e valorizzazione

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    Nella storia dell’economia laziale il settore agricolo ha avuto un ruolo fondamentale ed in particolare la lavorazione dell’olio ha costituito una risorsa importante del territorio sabino fin da epoche molto antiche. Tale patrimonio, di notevole interesse storico-culturale, comprende una vasta gamma di beni, materiali e immateriali, di cui le architetture e i pochi resti di “macchinari” ancora sopravvissuti al decadimento e alla distruzione, costituiscono le testimonianze più evidenti. Importanti memorie storiche che devono essere preservate attraverso programmi integrati che, partendo dalla conoscenza e dalla catalogazione dei singoli resti, arrivino alla determinazione di progetti di valorizzazione in grado di trasmettere al futuro non solo il singolo edificio ma soprattutto i legami tra i diversi elementi, in relazione agli specifici ambiti territoriali ed urbani in cui essi furono edificati. La ricerca in corso è pertanto finalizzata alla conoscenza di tutte le realtà presenti nell’ambito territoriale indagato e alla individuazione di metodi e strumenti per la loro valorizzazione. È infatti necessario ragionare a diverse scale, non solo a livello di singolo opificio, ma anche, ad esempio, nell’ottica di reti e percorsi che permettano di rileggere e far rileggere, la storia più recente della regione, attraverso le testimonianze materiali del suo sviluppo

    An innovative approach for the semantic segmentation of surveyed building facades leveraging on architectural drawings

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    Traditionally, drawing products created from 3D surveying activities have been the universal medium of communication used by architects. This has resulted in a vast repository of graphic documentation that serves as a testament of the architectural heritage. The embedded information found in elevations, plans and sections holds considerable value, and it can be seamlessly integrated into the intricate graphics produced during large-scale data acquisition processes. The core objective of this research is to investigate how the information coming from the large amount of existing architectural technical drawings can support 3D heritage classification processes and avoid time-consuming annotation of materials and construction techniques of historical building facades. Starting from available sets of drawings, AI-based methodologies are applied for the annotation of orthoimages and point clouds in order to obtain a predictive model that can recognize classes of materials and construction techniques in a large amount of data. The predicted classes also allow the automatic creation of vector drawing representing the facades of new buildings, providing a novel tool to facilitate the processes of analysis and conservation of architectural heritag
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