29 research outputs found
Indagini geofisiche nell'area del complesso cimiteriale di Ponte della Lama (Canosa di Puglia, Bari)
Nuove osservazioni sul porto antico di Bari. Documenti di archivio e indagini archeologiche tra terra e mare
The Research Project “Cittadella nicolaiana” started in 2010 with the aim of studying the archaeological remains of Bari in
the Byzantine period, especially on the base of the analysis of the Praetorium area. Furthermore, during 2017 and 2018
underwater archaeological prospections of the coast were made, in particular on the line corresponding to the Basilica of San
Nicola. These recognitions turned out to be useful to obtain data on the positioning of the archaeological relevant areas and of
submersed buildings hypothetically interpreted as one of the docks of Bari ancient “harbour system”.Nel 2010 è stato avviato il Progetto di ricerca ‘Cittadella nicolaiana’ con lo scopo di recuperare le evidenze archeologiche della
città di Bari in età bizantina, soprattutto in base allo studio dell’area del Pretorio. Inoltre, nel 2017-2018 si sono svolte prospezioni
archeologiche costiere e subacquee del litorale, in particolare nel tratto in corrispondenza della Basilica di San Nicola.
Queste ricognizioni si sono rivelate utili per ottenere dati sul posizionamento degli areali di interesse archeologico e di strutture
sommerse ipoteticamente interpretate come uno dei moli del “sistema portuale” antico di Bari
Gli scavi archeologici nella Chiesa di Santa Scolastica al Porto
Nel corso di un intervento di scavo archeologico effettuato, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologica, nel 2012 contestualmente alla realizzazione del nuovo pavimento nella navata centrale della chiesa e al restauro del pavimento in maioliche, sono state evidenziate una serie di preesistenze archeologiche la cui lettura, in rapporto alle basse quote raggiunte dall’indagine e alle diverse fasi di vita dell’edificio, risulta alquanto problematica. Si distingue, in particolare, una struttura muraria orientata in senso Est-Ovest in maniera trasversale rispetto all’asse di sviluppo longitudinale alla chiesa e in parte utilizzata come base fondante di un pilastro, che trova confronti con il muro tardo bizantino scoperto all’interno del cortile del Museo Nicolaiano per la tecnica di realizzazione con filari composti da conci calcarei più alti alternati a conci più bassi
Il sito archeologico sommerso di Cala San Giorgio
Nell’ambito dell’attività di vigilanza sulle aree marine di interesse storico, artistico e archeologico il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia Costiera svolge un ruolo fondamentale per la protezione e il controllo del Patrimonio culturale subacqueo. Una aliquota del personale militare della Guardia Costiera, in servizio presso i Comandi delle Capitanerie della Puglia, ha seguito, tra il 2012 e il 2013, un corso di qualificazione per la protezione dei Beni Culturali sommersi, intitolato Protezione beni culturali sommersi, coordinato dalla Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali (SIPBC - ONLUS), che consentirà al personale qualificato di effettuare una mirata attività di vigilanza lungo le coste di competenza, estese per oltre 840 chilometri, nel mare di giurisdizione che comprende il basso Adriatico, quello Jonico di Puglia e Basilicata fino al confine con la Calabria. Nel mese di luglio 2013 si è svolta, a conclusione del corso, una campagna di ricognizione archeologica subacquea a Cala San Giorgio, località posizionata a sud-est della città di Bari, in collaborazione con il Nucleo Sommozzatori di San Benedetto del Tronto, coordinata dall’équipe dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia. L’area individuata per le esercitazioni pratiche del corso è stata scelta per l’importanza storica del litorale legato agli avvenimenti relativi all’arrivo del corpo di s. Nicola da Mira a Bari
Produzioni locali e importazioni nella Puglia centro-settentrionale tardoantica
L’analisi della produzione e della circolazione delle ceramiche in Apulia in età tardoantica e altomedioevale si inserisce nel quadro
di un progetto di ricerca incentrato sulla Puglia centro-settentrionale nel contesto dell’Italia meridionale. Le ceramiche sono analizzate all’interno del più ampio contesto dell’organizzazione insediativa urbana e rurale e dell’articolazione della produzione e degli scambi, secondo le prassi tipiche dell’archeologia globale di un territorio.
I materiali presi in esame si riferiscono sia a contesti stratigrafici affidabili (in particolare la villa di Agnuli a Mattinata, la città di
Herdonia, il sito rurale di San Giusto, il complesso ecclesiastico di San Pietro a Canosa, il vicus industriale di Vagnari, la villa
tardoantica di Faragola) sia a rinvenimenti di superficie dei progetti di ricognizione sistematica delle valli del Celone, dell’Ofanto e
del Basentello, sia infine a rinvenimenti sporadici e casuali, a scavi ascientifici, parzialmente editi, o a semplici segnalazioni. A
questi dati si è ritenuto utile e opportuno affiancare, anche come confronto, una serie di elementi desumibili dalla Puglia centromeridionale.
In tal modo è possibile contare su un campione alquanto articolato, proveniente sia da città, tanto della costa quanto
dell’interno, sia da insediamenti rurali. L’esame delle importazioni e quello delle produzioni locali consente così di cogliere meglio
la dialettica tra capacità ricettiva e articolazione produttiva regionale e di poter tentare di costruire, attraverso la scelta di questa sorta di ‘doppio binario’, un quadro più completo del tessuto produttivo e commerciale