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    testo: Il Regno di Sardegna, la corte. Schede: Filippo Collino (Alessandro, Olimpia); Ignazio e Filippo Collino (Ercole e Onfale); Iganzio e Filippo Collino (Genio della scultura);Ignazio Sclopis di Borgostura (Vedute panoramiche della cittĂ  di Torino).

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    Il testo restituisce identità propria alla cultura figurativa del Regno Sardo nella seconda metà del Settecento, individuandone le specificità. Il “buon gusto” moderno, come viene definito dai contemporanei più avvertiti, viene raggiunto, come si dimostra nel saggio e nelle schede, attraverso significativi investimenti indirizzati a dare valore alla formazione accademica romana degli artisti piemontesi, a intrecciare rapporti culturali con l’ambiente artistico ed erudito parmense, a vagliare repertori francesi per i modelli di ornato

    Tradizione e innovazione dell'Oratorio ai tempi del Valfré

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    Il testo esamina il ruolo assunto dai Filippini a Torino nel rinnovamento della cultura figurativa. In particolare analizza il significato degli investimenti figurativi per la chiesa e per l'oratorio di San Filippo Neri dove operano Guarini e Juvarra e dove vengono collocate sugli altari, provenienti da Napoli e da Roma, opere di Solimena, Trevisani, Conca, Giaquinto

    Riflessioni in introduzione

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    Nei diversi momenti della storia l'intervento di restauro ha determinato un mutamento di prospettiva critica e dato all'opera restaurata una nuova collocazione nella storia dell'arte: da qui l'importanza, in ogni periodo storico, del dialogo tra storico dell'arte e restauratore. Il testo ripercorre la riflessione metodologica sul tema.Reflections on the relationship between art history and restoration during the second half of the twentieth century until today and considerations on the changes of critical perspective

    Corrado Giaquinto a Villa della Regina

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    Lo studio analizza i capolavori di Corrado Giaquinto dipinti per la Villa della Regina a Torino

    "Critica occhiuta": la cultura figurativa (1630-1678)

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    La “Critica occhiuta” è una figura retorica collocata da Francesco Fulvio Frugoni (1666) all'ingresso del “Museo della Gloria” per garantirvi la presenza di letterati e di artisti capaci di produrre solo figure retoriche “sensate”. Una personificazione che a Torino viene formata per esercitare un vaglio attento tanto della letteratura quanto dell’arte di corte, nel corso del Seicento variamente elaborate al fine di rappresentare sulla scena europea la“Magnificenza” del ducato sabaudo. Il testo analizza i diversi investimenti figurativi, ne individua i modelli e le formulazioni originali, ne misura la coeva ricezione locale e internazionale per riconoscere le variazioni sensibili del progetto di accreditamento, misurare il giudizio critico del tempo, interno ed esterno alla corte, ricomporre un’accertata lettura di quella importante stagione della cultura figurativa

    La pittura del Seicento nel Piemonte sabaudo

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    Il testo segue nel corso del Seicento in un percorso di geografia culturale la configurazione pittorica dei territori del ducato sabaudo, nel rapporto fra centro e periferia e nella formazione di centri autonomi di elaborazione figurativa

    Il "Museo Accademico" delle Scienze nel Palazzo dell'UniversitĂ  di Torino. Progetti e Istituzioni nell'EtĂ  dei Lumi

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    Risale al 1739 il progetto di fondare nell’Università di Torino un “Museo accademico” articolato in diverse sezioni a supporto della ricerca. Il testo individua, per le discipline scientifiche, modelli e confronti in Europa e in Italia, in particolare nell’Istituto delle Scienze di Bologna; esamina, su base documentaria, le collezioni e rintraccia alcune sculture anatomiche settecentesche. Per la sezione dedicata all’Archeologia, il testo restituisce l’identità istituzionale del Museo, analizza la figura dell’antiquario Giuseppe Bartoli, che ne era il direttore, ricompone attraverso i documenti l’ordinamento e l’allestimento settecentesco del museo, ne individua la divisione tematica e la corrispondenza con l’apparato decorativo, recupera il dibattito settecentesco sull’affidabilità del documento figurato, inserisce nella storia del restauro l’attività degli scultori-restauratori e nella storia della museologia settecentesca il museo di Antichità di Torino che trova un posto tutt’altro che marginale nel panorama delle consimili istituzioni europee

    Filippo Collino. Alessandro, 1756. Olimpia, 1756

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    Il testo presenta due capolavori dello scultore Filippo Collino, scolpiti a Roma durante il periodo di formazione accademica
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