10 research outputs found

    «Dulcis alebat Parthenope». Memorie dell’antico e forme del moderno all’ombra dell’Accademia Pontaniana

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    I saggi contenuti nel presente volume rappresentano il frutto di ripensamenti, approfondimenti e ricerche realizzati dai loro rispettivi autori dopo due fortunati incontri di studio tenutisi a Napoli in una sorta di feconda continuità intellettuale ed emotiva, sia pure a distanza di un certo tempo l’uno dall’altro, nell’ambito delle attività promosse dall’Accordo di cooperazione scientifica internazionale stipulato fra l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Université de Rouen Normandie. Nello spirito di tale Accordo, finalizzato a promuovere lo studio delle forme della civiltà umanistica a Napoli e nel suo Regno dalla metà del XV alla metà del XVI secolo, gli incontri in questione hanno consentito a numerosi studiosi di confrontarsi con profitto sulla definizione della cultura umanistica napoletano-aragonese nei suoi molteplici aspetti, con una particolare attenzione rivolta sia ad alcuni intellettuali che più hanno contribuito all’evoluzione dell’Accademia Napoletana nel periodo della sua attività più feconda, sia alla sopravvivenza ed alla permanenza del suo magistero, delle sue idee e dei suoi modelli nella civiltà letteraria europea dei secoli successivi. Tali idee e tali modelli, come appare via via più chiaro grazie agli studi sempre più numerosi in quest’ambito, furono sorretti e veicolati da tanta forza intellettuale e da tanta raffinatezza dialettica ed espressiva, che non solo nutrirono con la loro linfa, per lungo tempo, la cultura italiana, ma riuscirono anche ad influenzare, con le loro immagini e con le loro strutture di pensiero, la formazione di alcune delle più grandi e fortunate correnti della cultura europea, destinate ad un durevole successo fino all’età moderna e contemporanea

    Per la valorizzazione del patrimonio culturale della Campania. Il contributo degli studi medio- e neo-latini

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    L’idea di allestire il presente volume è nata dall’esigenza di mettere a fuoco alcuni fra i complessi rapporti esistenti fra patrimoni materiali ed immateriali della cultura – una tematica cardine nella ricerca umanistica degli ultimi decenni – ma anche dalla volontà di meditare sul contributo che gli studi medio- e neo-latini hanno dato e possono ancora dare nell’ottica della valorizzazione del territorio. A tale scopo si è focalizzata l’attenzione sul patrimonio culturale della Campania che, con la sua variegata ricchezza, sia materiale, sia immateriale, e col suo esser divenuto centro e crocevia di molteplici ed importanti tradizioni, si presta a fornire interessanti spunti per ogni genere di ricerche e dibattiti. Così, ha trovato luogo qui, sotto una medesima copertina, una variegata miscellanea di saggi che mirano a sottolineare come la letteratura in generale ed in particolare quella medio- e neo-latina manifestino un’intrinseca capacità, nella loro qualità di patrimonio immateriale della cultura, di spiegarne ed al tempo stesso valorizzarne i patrimoni materiali all’interno di un processo osmotico che non può prescindere da nessuno degli elementi in gioco e, men che mai, dall’ambito del territorio in cui quei patrimoni abbiano preso forma ed abbiano trovato la loro naturale collocazione. Emerge la coscienza che lo studio della letteratura e di ogni tipo di patrimonio immateriale della cultura non rappresenti affatto una raffinata forma d’ozio di viziati parassiti di una società che sia costretta a sopportarne inutilmente il peso, ma costituisca invece la scaturigine di nuove ed imprescindibili occasioni per valorizzarne i patrimoni materiali in tutte le loro forme. Si ribadisce altresì il valore della lingua e della cultura medio- e neo-latine come espressione della comune radice della maggior parte della cultura moderna occidentale: esse hanno lasciato un’impronta senz’altro indelebile, ma troppo spesso negata, o relegata sotto la soglia della nostra coscienza lucida, su buona parte di quel che ci sembra null’altro che l’ovvio patrimonio del nostro presente

    Ut pictura poesis. Illustrando il libro bucolico di Virgilio nella Napoli aragonese

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    La relazione mette in luce l'interesse per Virgilio, ed in particolare per la produzione bucolica del poeta classico, a Napoli nello scorcio degli anni Settanta del secolo XV, attraverso sontuosi codici di dedica prodotti dallo scriptorium-biblioteca della corte aragones

    2006-2007

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