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    Le cadute pediatriche in ospedale: una indagine italiana

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    RIASSUNTO Tra gli incidenti dei minori (0-18 anni) ricoverati in ospedale pediatrico le cadute possono considerarsi maggiormente rilevanti per frequenza e severití  degli esiti. Attualmente non esiste una mappatura italiana o europea degli aspetti chiave rilevanti per le cadute nei centri pediatrici. L'obiettivo dell'indagine è stato indagare gli aspetti chiave legati alle cadute nei principali centri pediatrici italiani. Nel 2010 è stato inviato un questionario a 15 centri pediatrici scelti tramite campionamento di convenienza. Sono stati restituiti 14 questionari (93,3%). Sei centri (42,9%) hanno affermato di avere una formale una definizione di "caduta", e 8 (57.1%) di monitorarne la frequenza; 3 (21,4%) di monitorare la frequenza dei loro esiti. Le conseguenze della caduta sul piano di cura sono monitorate in 4 centri (28,6%). Frequente è la raccolta di informazioni sull'evento e sul minore che cade (10 centri, 71,4%), e la presenza di procedure di segnalazione delle cadute (10 centri, 71,4%); più raramente di gestione dell'evento (5 centri, 35,7%). Cinque centri (35,7%) affermano di usare strumenti di valutazione del rischio di caduta (quasi tutti creati ex-novo e non validati); degli interventi di prevenzione rivolti ai minori ad alto rischio non è stata valutata l'efficacia. I dati mostrano carenza o grande variabilití  delle pratiche correlate alle cadute nei centri pediatrici italiani, che rendono difficile misurare il fenomeno, il suo impatto sul piano assistenziale ed economico, e la comparazione tra i centri. Una collaborazione fra i maggiori centri pediatrici è auspicabile per stabilire basi comuni e condividere l'approccio per comparare i dati.Parole Chiave: Bambini, cadute, incidenti, lesioni, ospedale pediatrico, prevenzione delle cadute, valutazione del rischio di cadutaFalls of paediatric in- and out-patients in hospital: an Italian surveyABSTRACTFalls can be considered as the most relevant accident for frequency and severity among in-hospital paediatric accidents (0-18 years). There is still a lack of a common framework in defining and categorizing paediatric falls across European and Italian paediatric centres. The aim of this survey was to explore key aspects of paediatric in-hospital falls in a number of Italian paediatric facilities. In 2010, a questionnaire was sent to 15 paediatric centres selected through convenience sampling. Fourteen questionnaires (93.3%) were returned, six centres (42.9%) define clearly the term "fall", while 8 (57.1%) declare to track falls frequency; three (21.4%) trace the consequences of falls. Four centres (28.6%) track the impact of falls on care plans. Usually information on falls and on children are collected (10 centres, 71.4%) and reporting procedures are frequently in place (10, 71.4%); whereas, fall management procedures (5 centres, 35.7%) are rarely in place. Five centres (35.7%) use a paediatric fall risk assessment tool (devised by the centre itself, and not validated); none of the implemented prevention measures for high-risk patients evaluate effectiveness. Data show a lack or no consistency of paediatric fall-related practices in Italian paediatric facilities, this phenomenon its impact on care plans and healthcare costs is therefore difficult to evaluate, as well as making a comparison between facilities. Collaboration among major paediatric centres should be encouraged in order to establish a common framework and share approaches.Key words: Children, falls, accidents, injuries, pediatric hospital, falls prevention, fall risk assessmen

    Knowledge of gestational alcohol drinking risks: results from a survey among Italian secondary school students

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    Introduction. Ethanol is the most widely used drug worldwide. Its consumption has been increasing, and it is reported even during childbearing. Prenatal exposure to ethanol can lead to irreversible damages of the fetus. Knowledge about this risk could prevent these damages. There is no information about knowledge of the Italian students on this issue. Methods. Therefore the aim of this study was to describe the awareness of the Italian students attending the last year of secondary school about risk of gestational alcohol drinking for the delivering mother and the fetus. An online multiple-choice anonymous survey for students was used and e-mailed to the all Italian secondary schools. Results. The respondents were 9.921 and the obtained results evidenced that that young females are more informed than males, and students in Northern and Central Italy are better informed than those in the South, especially on general aspects. The most of respondents knows that alcohol consumption during pregnancy can damage the fetus. However, many youngsters failed to translate this belief into the practice. Conclusions. In conclusion, interventions are needed to enhance knowledge and prevent these damages, and health professionals, with nurses in the first row are entitled to provide education on this topic

    Indagine tra gli studenti maggiorenni sulle conoscenze sui rischi per il feto legati al consumo di sostanze alcoliche in gravidanza

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    Introduzione: A livello internazionale e nazionale il consumo di alcol è generalmente culturalmente e socialmente accettato, non essendo percepito come rischioso per la salute. Nonostante questo, i rischi per il feto correlati all'assunzione di etanolo, principale componente delle bevande alcoliche, sono rilevanti, anche in caso di consumo occasionale. In Italia, in particolare, vi è un elevato consumo di alcol tra i giovani, e le donne in gravidanza, e un numero crescente di bambini nati con patologie alcol correlate.Scopo: Indagare le conoscenze sui rischi per il feto legati al consumo di sostanze alcoliche in gravidanza tra gli studenti maggiorenni delle scuole secondarie pubbliche di una cittí  capoluogo di regione del nord Italia.Metodi: A maggio 2015 è stata condotta una survey online, con questionario validato, su N=1321 studenti di un campione auto-selezionato di nove scuole secondarie di secondo grado, invitate tramite contatti con i dirigenti scolastici e incontri dedicati.Risultati: I rispondenti che hanno compilato questionari validi sono stati N=246 (18,6% della popolazione). Gli studenti che hanno risposto che assumere sostanze alcoliche durante la gravidanza causa danni al feto di diversa entití  sono stati il 76,4% ma solo il 23,5% ha risposto che tali danni sono permanenti. Solo il 43,5% è a conoscenza che tali danni sono prevenibili; di questi il 77,6% ha indicato che l'astensione dall'alcol è l'unico modo per prevenirli, anche se circa un terzo (30,1%) ha risposto in seguito che è possibile consumare alcolici, in particolare, vino (15,8%), birra e aperitivi (14,3%), senza danneggiare il feto, in quantití  inferiore a tre bicchieri la settimana. Solo il 17,5% ha risposto di conoscere lo Spettro dei Disordini Feto Alcolici.Conclusioni: Lo studio ha evidenziato conoscenze soddisfacenti sugli aspetti generali, ma scarse su aspetti specifici, cosí¬ come una consapevolezza limitata del fatto che solo l'astensione completa dall'assunzione di alcol in gravidanza possa prevenire danni irreversibili al feto. I risultati di questo studio potrebbero guidare la programmazione di interventi educativi rivolti agli adolescenti, condotti da professionisti sanitari tra cui infermieri e infermieri pediatrici, con l'obiettivo di aumentare le conoscenze sull'argomento e contribuire a prevenire l'esposizione in utero a questa sostanza tossica. Future ricerche potrebbero essere rivolte ad individuare i metodi educativi più efficaci in tal senso. Parole chiave: Consumo di alcol, Etanolo, FASD Spettro dei Disordini Feto-Alcolici, Gravidanza, Prevenzione e controllo, Studenti Survey of secondary school students 18 years old or older about knowledge on risks to the fetus related to alcohol consumption during pregnancyIntroduction:"ˆBeing not perceived as risky for health, alcohol consumption is socially accepted worldwide. Nevertheless, related risks for the fetus are relevant, even for occasional use. In Italy there is a high consumption of alcohol among young people and pregnant women, and an increasing number of children born with alcohol-related disorders.Aim: To investigate the knowledge on fetal alcohol-related disorders among students over 18 years of age in a regional capital in the North of Italy.Methods: In May, 2015, a survey with an online, validated questionnaire was conducted on N=1321 students.Results:"ˆA total of N=246 valid questionnaires was obtained (18,6%). The 76,4% of students knew that drinking alcohol during pregnancy damages fetus, but only the 23,5% knew that this damages are permanent. Only the 43,5% knew that this damages are preventable; of them, the 77,6% stated that the only way to prevent them is abstention from alcohol consumption, though 30,1% answered that alcohol use is allowed without damage the fetus. Only the 17,5% answered to know Fetal Alcohol Spectrum Disorders.Conclusion:"ˆThe study showed satisfying knowledge on general aspects, but scarce on specific ones, and a limited awareness that only complete abstinence from alcohol when pregnant can prevent irreversible damages of the fetus. This results could help to program educational interventions for teenagers, carried out by nurses, pediatric nurses and other health professionals to increase their knowledge and prevent in utero exposure. Future studies could be aimed at identifying the most effective educational methods to do so.Keywords: Alcohol Drinking, Ethanol, FASD Fetal Alcohol Spectrum Disorders, Pregnancy, Prevention and control, Student

    Studio descrittivo sul follow-up post-dimissione dei nati sani a termine nei centri nascita degli ospedali pubblici liguri

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     INTRODUZIONE: La continuitaÌ€ assistenziale nel periodo postpartum, in particolare in caso di dimis- sione precoce, è fortemente raccomandata dalle linee-guida internazionali. Un follow-up individualizzato puoÌ€ diminuire morbiditaÌ€ e mortalitaÌ€ del neonato e prevenire/iden- tificare precocemente problemi a lungo termine per madre, neonato e famiglia.Le ultime raccomandazioni italiane per l'assistenza postpartum risalgono al 2000.SCOPO: Descrivere l'organizzazione del follow-up dei neonati sani a termine post-dimissione da parte dei centri nascita degli ospedali pubblici liguri. Metodo: Studio descrittivo, condotto nel 2015 tramite intervista telefonica rivolta a coordinatori infermieristici (o sostituti) dei dieci centri nascita degli ospedali pubblici liguri. RISULTATI: Tutti i centri hanno risposto. Tutti raccomandano una visita di follow-up, ma solo la metaÌ€ dispone di una procedura per il percorso. La maggior parte raccomanda la prima visita entro 2-3 giorni dalla dimissione. La metaÌ€ prevede la prima visita di follow-up presso l'ambulatorio del centro nascita; tre centri nascita non raccoman- dano ulteriori visite. Nessuno dei centri fa coincidere la visita di follow-up del neonato con il controllo postpartum della madre neÌ considera la diade madre-neonato come unitaÌ€; in genere i bisogni di madre/neonato sono individuati e soddisfatti da infermiere pediatrico/infermiere e neonatologo. Tutti i centri forniscono il recapito telefonico della unitaÌ€ operativa e otto quello dell'ambulatorio; in due centri si contattano telefonicamente le madri considerate a rischio di depressione postpartum, e in uno si comunicano telefonicamente i risultati degli screening meta- bolici, cogliendo l'occasione per informarsi sulla situazione della famiglia. DISCUSSIONE: Lo studio descrive differenti modalitaÌ€ di organizzazione del percorso di follow-up tra i centri nascita liguri, in particolare riguardo tempistica e organizzazione delle visite. Al momento non vi è una attuazione omogenea degli interventi raccomandati a livello nazionale, in particolare per quanto riguarda l'organizzazione dell'assistenza territoriale (ruolo dei consultori familiari, servizi di consulenza telefonica, precoce presa in carico dal pediatra di libera scelta). PAROLE CHIAVE: cure postnatali; cure postpartum; dimissione; neonato; linee guida Survey on follow-up of new born babies after the discharge from the birth centres of the Ligurian public hospitalsABSTRACTINTRODUCTION: Continuity of care in the postpartum period is strongly recommended by inter- national guidelines. Several studies demonstrate how an individualized follow-up program may decrease newborn's mortality and morbidity and prevent or early identify chronic diseases or diseases with long-term effects for mother, newborn and family. In Italy the lastest recommendations on postnatal care of mothers and newborns have been relea- sed in 2000. AIM: To describe the organization of healthy term newborns post-discharge follow-up in the 10 birth centers of Ligurian public hospitals. METHODS: Descriptive study, conducted in 2015 through telephonic interview with head nurses (or their delegates) of the centers. RESULTS: All 10 birth centers participated in the study recommend a follow-up visit, but only half have a formalized procedure for follow-up. Most of them recommend the first follow-up visit within 2-3 days from discharge. Half of centers provide the first follow-up visit at the birth center's clinic, three don't recommend follow-up visits after the first one. None of them links the follow-up visit of the newborn with the mother's one; usually the needs of mother and newborn are identified and met by pediatric nurses, nurses and neonatologist. All the centers provide a telephone number for post-discharge needs. Two centers make calls to mothers considered to be at risk of postpartum depression.DISCUSSION: The study describes different newborn care pathways related to follow-up after discharge in the Ligurian birth centers. At the moment there is no homogeneous implementation of the interventions recommended at national level. KEYWORDS: Patient discharge; infant newborn; postnatal care; postpartum care; guidelin

    Indagine tra gli studenti maggiorenni sulle conoscenze sui rischi per il feto legati al consumo di sostanze alcoliche in gravidanza

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    Introduzione: A livello internazionale e nazionale il consumo di alcol è generalmente culturalmente e socialmente accettato, non essendo percepito come rischioso per la salute. Nonostante questo, i rischi per il feto correlati all’assunzione di etanolo, principale componente delle bevande alcoliche, sono rilevanti, anche in caso di consumo occasionale. In Italia, in particolare, vi è un elevato consumo di alcol tra i giovani, e le donne in gravidanza, e un numero crescente di bambini nati con patologie alcol correlate.Scopo: Indagare le conoscenze sui rischi per il feto legati al consumo di sostanze alcoliche in gravidanza tra gli studenti maggiorenni delle scuole secondarie pubbliche di una città capoluogo di regione del nord Italia.Metodi: A maggio 2015 è stata condotta una survey online, con questionario validato, su N=1321 studenti di un campione auto-selezionato di nove scuole secondarie di secondo grado, invitate tramite contatti con i dirigenti scolastici e incontri dedicati.Risultati: I rispondenti che hanno compilato questionari validi sono stati N=246 (18,6% della popolazione). Gli studenti che hanno risposto che assumere sostanze alcoliche durante la gravidanza causa danni al feto di diversa entità sono stati il 76,4% ma solo il 23,5% ha risposto che tali danni sono permanenti. Solo il 43,5% è a conoscenza che tali danni sono prevenibili; di questi il 77,6% ha indicato che l’astensione dall’alcol è l’unico modo per prevenirli, anche se circa un terzo (30,1%) ha risposto in seguito che è possibile consumare alcolici, in particolare, vino (15,8%), birra e aperitivi (14,3%), senza danneggiare il feto, in quantità inferiore a tre bicchieri la settimana. Solo il 17,5% ha risposto di conoscere lo Spettro dei Disordini Feto Alcolici.Conclusioni: Lo studio ha evidenziato conoscenze soddisfacenti sugli aspetti generali, ma scarse su aspetti specifici, così come una consapevolezza limitata del fatto che solo l’astensione completa dall’assunzione di alcol in gravidanza possa prevenire danni irreversibili al feto. I risultati di questo studio potrebbero guidare la programmazione di interventi educativi rivolti agli adolescenti, condotti da professionisti sanitari tra cui infermieri e infermieri pediatrici, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze sull’argomento e contribuire a prevenire l’esposizione in utero a questa sostanza tossica. Future ricerche potrebbero essere rivolte ad individuare i metodi educativi più efficaci in tal senso. Parole chiave: Consumo di alcol, Etanolo, FASD Spettro dei Disordini Feto-Alcolici, Gravidanza, Prevenzione e controllo, Studenti Survey of secondary school students 18 years old or older about knowledge on risks to the fetus related to alcohol consumption during pregnancyIntroduction: Being not perceived as risky for health, alcohol consumption is socially accepted worldwide. Nevertheless, related risks for the fetus are relevant, even for occasional use. In Italy there is a high consumption of alcohol among young people and pregnant women, and an increasing number of children born with alcohol-related disorders.Aim: To investigate the knowledge on fetal alcohol-related disorders among students over 18 years of age in a regional capital in the North of Italy.Methods: In May, 2015, a survey with an online, validated questionnaire was conducted on N=1321 students.Results: A total of N=246 valid questionnaires was obtained (18,6%). The 76,4% of students knew that drinking alcohol during pregnancy damages fetus, but only the 23,5% knew that this damages are permanent. Only the 43,5% knew that this damages are preventable; of them, the 77,6% stated that the only way to prevent them is abstention from alcohol consumption, though 30,1% answered that alcohol use is allowed without damage the fetus. Only the 17,5% answered to know Fetal Alcohol Spectrum Disorders.Conclusion: The study showed satisfying knowledge on general aspects, but scarce on specific ones, and a limited awareness that only complete abstinence from alcohol when pregnant can prevent irreversible damages of the fetus. This results could help to program educational interventions for teenagers, carried out by nurses, pediatric nurses and other health professionals to increase their knowledge and prevent in utero exposure. Future studies could be aimed at identifying the most effective educational methods to do so.Keywords: Alcohol Drinking, Ethanol, FASD Fetal Alcohol Spectrum Disorders, Pregnancy, Prevention and control, Student

    Mobilization practices in critically ill children: A European point prevalence study (EU PARK-PICU)

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    Background: Early mobilization of adults receiving intensive care improves health outcomes, yet little is known about mobilization practices in paediatric intensive care units (PICUs). We aimed to determine the prevalence of and factors associated with physical rehabilitation in PICUs across Europe. Methods: A 2-day, cross-sectional, multicentre point prevalence study was conducted in May and November 2018. The primary outcome was the prevalence of physical therapy (PT)- or occupational therapy (OT)-provided mobility. Clinical data and data on patient mobility, potential mobility safety events, and mobilization barriers were prospectively collected in patients admitted for ≥72 h. Results: Data of 456 children admitted to one of 38 participating PICUs from 15 European countries were collected (456 patient days); 70% were under 3 years of age. The point prevalence of PT- and/or OT-provided mobility activities was 39% (179/456) (95% CI 34.7-43.9%) during the patient days, with significant differences between European regions. Nurses were involved in 72% (924/1283) of the mobility events; in the remaining 28%, PT/OT, physicians, family members, or other professionals were involved. Of the factors studied, family presence was most strongly positively associated with out-of-bed mobilization (aOR 7.83, 95% CI 3.09-19.79). Invasive mechanical ventilation with an endotracheal tube was negatively associated with out-of-bed mobility (aOR 0.28, 95% CI 0.12-0.68). Patients were completely immobile on 25% (115/456) of patient days. Barriers to mobilization were reported on 38% of patient days. The most common reported patient-related barriers were cardiovascular instability (n = 47, 10%), oversedation (n = 39, 9%), and medical contraindication (n = 37, 8%). Potential safety events occurred in 6% of all documented mobilization events. Conclusion: Therapists are infrequently consulted for mobilization of critically ill children in European PICUs. This study highlights the need for a systematic and interdisciplinary mobilization approach for critically ill children. Graphical abstract: [Figure not available: see fulltext.

    Mobilization practices in critically ill children: A European point prevalence study (EU PARK-PICU)

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    Background: Early mobilization of adults receiving intensive care improves health outcomes, yet little is known about mobilization practices in paediatric intensive care units (PICUs). We aimed to determine the prevalence of and factors associated with physical rehabilitation in PICUs across Europe. Methods: A 2-day, cross-sectional, multicentre point prevalence study was conducted in May and November 2018. The primary outcome was the prevalence of physical therapy (PT)- or occupational therapy (OT)-provided mobility. Clinical data and data on patient mobility, potential mobility safety events, and mobilization barriers were prospectively collected in patients admitted for ≥72 h. Results: Data of 456 children admitted to one of 38 participating P
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