16 research outputs found

    Decoding the historical tale: COVID-19 impact on haematological malignancy patients-EPICOVIDEHA insights from 2020 to 2022

    Get PDF
    The COVID-19 pandemic heightened risks for individuals with hematological malignancies due to compromised immune systems, leading to more severe outcomes and increased mortality. While interventions like vaccines, targeted antivirals, and monoclonal antibodies have been effective for the general population, their benefits for these patients may not be as pronounced.Peer reviewe

    I resti faunistici.

    Full text link
    none1Analisi archeozoologica e tafonomica del materiale faunistico proveniente dallo scavo del castello altomedievale di Magliano a Santa Croce di Magliano (CB).noneA. Di NucciDI NUCCI, Annaros

    Considerazioni archeozoologiche, determinazione dell'eta di morte e delle abitudini alimentari di Bison schoetensacki (Freudenberg, 1914) di Isernia La Pineta

    Full text link
    none3Analisi dello sfruttamento delle carcasse di bisonte attraverso studi quantitativi e determinazione dell'etĂ  di morte.noneDI NUCCI A; MOIGNE A.M; U. THUN HOHENSTEINDI NUCCI, Annarosa; MOIGNE A., M; THUN HOHENSTEIN, Ursul

    I bifacciali di Monteroduni. Un sito acheuleano di occupazione?

    Full text link
    Primi risultati sulle attivitĂ  di ricerca condotte dal Prof. Peretto dell'UniversitĂ  degli Studi di Ferrara presso il sito preistorico di Guado S. Nicola in Monteroduni (IS), giacimento che si caratterizza per il rinvenimento di una abbondante industria litica (schegge, nuclei, percussori, ecc.) tra cui significativa Ăš la presenza di bifacciali. I resti faunistici sono numerosi e attestano la presenza di cervidi, elefanti, cavalli e rinoceronti che permettono di formulare preliminari ipotesi sull'antico ambiente naturale e sulle strategie di sussistenza dei gruppi umani

    Come divulgare l’archeologia. L’esempio dei laboratori di preistoria dell’Associazione Culturale ArcheoIdea

    Full text link
    Presentazione delle attivitĂ  di valorizzazione e divulgazione del patrimonio archeologico preistorico nel territorio molisano sviluppate dall'Asociazione ArcheoIdea di Iserni

    Come divulgare l’archeologia. L’esempio dei laboratori di preistoria dell’Associazione Culturale ArcheoIdea

    Full text link
    Presentazione delle attivitĂ  di valorizzazione e divulgazione del patrimonio archeologico preistorico nel territorio molisano sviluppate dall'Asociazione ArcheoIdea di Iserni

    Isernia La Pineta: storie di cacciatori

    Full text link
    none6Articolo divulgativo sulle ricerche interdisciplinari condotte nel sito pleistocenico di Isernia La Pineta.noneARZARELLO M; DI NUCCI A; LEMBO G; MINELLI A; THUN HOHENSTEIN U.; PERETTO CArzarello, Marta; DI NUCCI, Annarosa; Lembo, Giuseppe; Minelli, A; THUN HOHENSTEIN, Ursula; Peretto, Carl

    Les faunes du site paléolithique d’Isernia La Pineta.

    Full text link
    Il sito di Isernia La Pineta (Molise), scoperto nel 1978, ha restituito una sorprendente quantità di resti faunistici e di manufatti litici, riferibili alle fasi iniziali del Pleistocene medio. La prima frequentazione umana (archeosuperficie 3c) poggia su uno strato di travertini che costituisce la base della serie stratigrafica del giacimento; la seconda fase abitativa (archeosuperficie 3a) giace, invece, sopra un notevole spessore di limo lacustre di origine alluvionale. Seguono livelli costituiti da sedimenti lacustri (sabbie e ghiaie), tra cui si trova la terza superficie d’abitato (3S10). Al tetto della colonna si trovano livelli di tufi vulcanici. Le datazioni radiometriche hanno restituito un’età riconducibile a 600-700 mila anni. Gli scavi del giacimento, condotti dall’Università di Ferrara in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici del Molise, hanno portato alla luce un’enorme quantità di reperti faunistici associati a numerosi manufatti litici, prevalentemente in selce ed in calcare

    Les faunes du site palĂ©olithique d’Isernia La Pineta.

    Full text link
    Il sito di Isernia La Pineta (Molise), scoperto nel 1978, ha restituito una sorprendente quantità di resti faunistici e di manufatti litici, riferibili alle fasi iniziali del Pleistocene medio. La prima frequentazione umana (archeosuperficie 3c) poggia su uno strato di travertini che costituisce la base della serie stratigrafica del giacimento; la seconda fase abitativa (archeosuperficie 3a) giace, invece, sopra un notevole spessore di limo lacustre di origine alluvionale. Seguono livelli costituiti da sedimenti lacustri (sabbie e ghiaie), tra cui si trova la terza superficie d’abitato (3S10). Al tetto della colonna si trovano livelli di tufi vulcanici. Le datazioni radiometriche hanno restituito un’età riconducibile a 600-700 mila anni. Gli scavi del giacimento, condotti dall’Università di Ferrara in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici del Molise, hanno portato alla luce un’enorme quantità di reperti faunistici associati a numerosi manufatti litici, prevalentemente in selce ed in calcare
    corecore