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    "Analisi dell'efficienza di staminoaferesi in una casistica di pazienti affetti da Linfoma e Mieloma Multiplo in attesa di trapianto autologo. Esperienza del biennio 2013-2014 del Centro di raccolta cellule staminali dell'Ospedale Santa Chiara di Pisa"

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    Abstract Lo studio di questa tesi è volto all'analisi dell'efficienza di staminoaferesi in una casistica di pazienti affetti da Linfoma e Mieloma Multiplo in attesa di trapianto autologo con finalità di ridurre la tossicità del trattamento chemioterapico , afferenti al centro raccolta cellule staminali dell'Ospedale Santa Chiara di Pisa nel biennio 2013-2014. In particolare la popolazione analizzata ha compreso 63 pazienti affetti 21 da Linfoma e 42 da Mieloma e con un totale di 114 raccolte di staminoaferesi. Nella prima parte dello studio abbiamo indagato circa la correlazione tra efficienza di raccolta espressa dal CE% e la valutazione della conta delle diverse componenti cellulari nel prodotto aferetico e il volume di sangue totale processato (TPV). I dati ottenuti, compatibili con la letteratura comprovano l'esistenza di una correlazione negativa significativa tra CE e la conta pre-aferetica di WBC ( Spearman r -0,2965 c.i 95%) e tra CE e TPV (Spearman r -0,2481 c.i 95%) . Tuttavia la residua variabilità del CE riscontrata puo' essere spiegata considerando l' esistenza di altri fattori piu' determinanti per l'efficienza di raccolta e sia il meccanismo di reclutamento delle CD34+ nel sangue così come l'esperienza dell'operatore potrebbero essere fattori chiave migliorabili a tal proposito. Nella seconda parte dello studio ,condotta sul totale di 40 pazienti con mobilizzazione nota, abbiamo comprovato la capacità predittiva della conta di staminali pre-aferetica (HCP) sulla raccolta delle staminali nella sacca ( coefficiente Spearman r 0,5610 (95% confidence interval 0,3741 to 0,7042) e l'assenza di differenza nel CE in base alla diagnosi ( Mieloma Spearman r 0,5777 c.i 95% ( R square 0,3900 ) Linfoma Spearman r 0,6485 c.i. 95%. ( R square 0,5304)). I dati e la casistica a nostra disposizione non sono sufficienti per indicare che la conta HCP correli in modo significativo ugualmente nei pazienti che hanno ricevuto il plerixafor e in quelli che hanno ricevuto altri regimi di mobilizzazione, diversamente da come indicato in letteratura ( nel Linfoma Spearman r 0,7000 c.i 95% ; nel Mieloma Spearman r 0,7714 c.i 95% ; in tutti i pazienti Spearman r 0,1818 c.i 95%). E' dunque auspicabile condurre indagini future con numerosità del campione piu' ampie , allo scopo di ottenere dati maggiormente confrontabili con la letteratura

    Alfa-enolasi urinaria e anticorpi anti-alfa-enolasi nel lupus e nelle vasculiti sistemiche.

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    L’alfa-enolasi è un enzima glicolitico dimerico ubiquitario espresso sia a livello citosolico sia a livello di superficie cellulare ove assolve a molteplici funzioni. Nell’ambito delle malattie autoimmuni il ruolo di questo enzima come autoantigene è stato descritto, tra le altre, nelle vasculiti sistemiche (come le ANCA –positive e la Crioglobulinemia mista) e nel LES ed in particolar modo nei pazienti con coinvolgimento renale. Lo studio condotto in questa tesi è volto ad analizzare se la presenza dell’alfa-enolasi urinaria possa essere considerata come indice di attività di nefropatia lupica oppure se sia un marcatore aspecifico di danno renale. Allo stesso modo si è cercato di valutare la possibile associazione tra presenza di anticorpi anti-alfa-enolasi nel siero e coinvolgimento renale. Sono stati quindi raccolti campioni di siero ed urina fresca e delle 24 ore di 35 pazienti provenienti dalla U.O di Nefrologia e di Immunologia Clinica di Pisa . Questi pazienti presentavano proteinuria come indice di interessamento patologico renale. Nelle urine è stata ricercata l’alfa-enolasi mediante immunoblot, mentre nel siero sono stati ricercati gli autoanticorpi con immunoblot, usando un’ enolasi ottenuta da lisato di rene di ratto e, in un ridotto numero di pazienti, anche con ELISA, utilizzando come antigene una forma enzimatica ricombinante . Dei pazienti esaminati 10/35 presentavano alfa-enolasi urinaria e tra questi cinque con diagnosi di lupus; 9/35 presentavano anticorpi anti-alfa-enolasi all’immunoblotting (due erano affetti da lupus); 2/35 sono risultati positivi alla ricerca anticorpale mediante ELISA: uno dei quali presentava LES. Nel gruppo di pazienti erano presenti anche due soggetti con Crioglobulinemia mista e uno con vasculite ANCA-positiva ,tutti risultati negativi sia per l’alfa-enolasi urinaria, sia per gli anticorpi specifici per essa. Sulla base di questi risultati è stato dedotto che la presenza di alfa-enolasi nelle urine non è esclusiva del LES, ma è presente anche in altre forme di nefrite. L’enzima non è,tuttavia, marker “aspecifico”del danno renale, vista la mancata correlazione con i livelli di proteine nelle urine e la sua assenza a livello sierico. Dal momento che l’enolasi è presente nelle urine solo quando la nefrite è in fase di attività, potrebbe rappresentare un marcatore di attività di nefropatia lupica . Questa possibilità dovrà essere verificata studiando una casistica più numerosa di pazienti con LES e validata da studi di tipo longitudinale
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