25 research outputs found

    Cardiovascular effects of occupational exposure to urban airborne pollution on a group of newsagents in the city of Palermo

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    Aims: To verify the possible correlation between exposure to airborne particulate matter the average size less than 10 ÎĽm (PM 10) of a group of newsagents working in kiosks in Palermo and evidence of carotid intimal thickening. Materials and methods: data were collected relating to environmental monitoring of airborne pollutants. We have selected a sample of newsagents, who were submitted to some clinical investigations, including the carotid echo-color doppler examination. Results: The results show no correlation between the location of the kiosks, and the presence of intimal thickening. Conclusion: Exposition to urban pollutants in Palermo is likely homogenous in the different areas and can be considered an ubiquitous atherogenic risk factor

    Malattie Infettive

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    Il rischio biologico in ambito lavorativo rappresenta un fattore di grande attualità e in continua evoluzione, anche in relazione alla crescente attenzione verso agenti patogeni resistenti alle comuni terapie, alla identificazione di patologie emergenti (influenza aviaria, SARS, West Nile) e all’ubiquitarietà del rischio. L’attenzione del medico del lavoro deve rivolgersi a varie categorie lavorative esposte, oltre quelle inerenti l’ambito sanitario la cui trattazione sarà affrontata in altro capitolo; fra queste ricordiamo, in un elenco non esaustivo, tutte le professioni veterinarie, quelle attive nel settore primario, nonché gli addetti alla rimozione e trattamento dei rifiuti, al trattamento delle acque reflue e degli impianti fognari, alla manipolazione degli alimenti e dei derivati animali, gli operatori dei centri di estetica, gli addetti ai servizi cimiteriali, i lavoratori che necessitano per ragioni di servizio di recarsi e soggiornare all’estero in Paesi ad elevata endemia di malattie infettive particolari, i lavoratori di ambienti indoor. Fra le malattie infettive di maggiore risalto in ambito occupazionale si ricordano le zoonosi, quali la brucellosi, le rickettsiosi, la leishmaniosi, l’echinococcosi, particolarmente endemiche nelle regioni centro-meridionali italiane, ed altre meno diffuse, ma non trascurabili, quali la borreliosi di Lyme, frequente nelle regioni settentrionali, la febbre Q, la leptospirosi, la tubercolosi da Mycobacterium tuberculosis Avium e Bovis, l’afta epizootica. Un cenno a parte merita il tetano, per le strategie di profilassi che il medico del lavoro deve adottare nelle categorie lavorative esposte. Fra le patologie ad etiologia virale grande rilievo deve essere dato alle epatiti virali a trasmissione parenterale anche inapparente, interessanti principalmente il settore sanitario, ma anche quello della rimozione e trattamento dei rifiuti e i centri di estetica; in altri ambiti come per esempio quello del trattamento delle acque reflue, della manipolazione degli alimenti, nonché degli istituti di istruzione primaria e nelle comunità chiuse (caserme, carceri ecc.), l’attenzione dovrà essere rivolta alle epatiti a trasmissione fecale-orale (epatite A, epatite E). Non di minore importanza per le comunità chiuse è il rischio di contrarre l’influenza, per la notevole diffusione della stessa nella stagione invernale, con importanti ripercussioni economiche aziendali e sociali. Esistono anche malattie micotiche non trascurabili in alcuni settori lavorativi, soprattutto in quello primario e nel terziario, fra cui l’aspergillosi, l’istoplasmosi e la criptococcosi; in questo caso il medico del lavoro, in occasione delle sorveglianza sanitaria, deve, quanto più possibile, evitare l’esposizione al rischio di coloro che per motivi vari possono essere considerati ipersuscettibili (ad esempio soggetti immunodepressi). Infine, nei confronti dei lavoratori che devono recarsi all’estero, soprattutto in aree tropicali, è necessario adempiere alla prescrizione di misure di prevenzione e protezione nei confronti di alcune patologie endemiche, quali l’amebiasi e la malaria. Molte patologie infettive sono soggette a notifica obbligatoria ai sensi del D.M. dell’11/12/1990 e a denuncia obbligatoria ai sensi dell’art. 139 del D.P.R. 1124/65. Un ruolo attivo in questo senso è rappresentato dal medico del lavoro che pone diagnosi in ambito occupazionale e che rappresenta un importante punto di riferimento nell’attuazione delle corrette misure di prevenzione e protezione per la gestione del rischio biologico

    Lavoro Domestico

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    Il lavoro domestico presenta numerose peculiarità che ne rendono complesso l’inquadramento dal punto di vista della salute e della sicurezza dei lavoratori. In primo luogo il soggetto casalingo trascorre molto tempo all’interno delle mura domestiche, con tempi di esposizione alle diverse noxae lesive lunghi e difficilmente quantificabili; in secondo luogo è estremamente difficile promuovere in modo capillare le attività tipicamente svolte negli altri ambiti lavorativi, quali l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione del lavoratore, la valutazione dei rischi, l’informazione e la formazione o la sorveglianza sanitaria. I vari fattori di rischio, sia per la sicurezza sia per la salute dei lavoratori, sono pertanto causa di un elevato numero di infortuni domestici in Italia, le cui cause prevalenti sono la disattenzione, i comportamenti imprudenti e i malesseri improvvisi, nonché di frequenti e spesso misconosciute patologie professionali e lavoro-correlate, causate da agenti fisici, chimici, biologici, nonché legati all’organizzazione del lavoro, fra le quali più frequenti risultano le allergopatie, i disturbi muscolo-scheletrici ed inoltre le patologie della sfera psico-affettiva (disturbi ansioso-depressivi e da stress)

    Ischemic cardiovascular disease in workers occupationally exposed to urban air pollution – A systematic review

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    Introduction Cardiovascular disease is the first cause of morbidity and mortality worldwide. Among several known risk factors, researchers also focus their attention on the chronic exposure to air pollution. There is much evidence that exposure to air pollution, especially to ultrafine particles, can damage the endothelium and can favour cardiovascular diseases in the general population. Occupational exposition could be an additive risk factor for the cardiovascular system. This article presents a scientific review of the linkage between occupational exposure to air pollution and ischemic heart disease. Material and Methods A scientific review was undertaken, followed by PRISMA Statements. Observational studies were selected from several scientific databases, likesuch as Pubmed, Google Scholar, Nioshtic-2 and Reserchgate, searching for selected key words: police workers, professional drivers, mail carriers, filling station attendants, road cleaners, garage workers, motor vehicles and engine maintenance. All the key words were combined with “Boolean Operators” with the following words: cardiovascular (or cardiac) disease, cardiovascular function, cardiovascular system, ischemic heart disease, coronary disease, myocardial infarction. During the systematic research, the focus was on retrospective and prospective studies from January 1990 – December 2014. Results Both the retrospective and prospective studies showed an increased risk of ischemic heart disease in occupationally occupied people exposed to air pollution. Only one study presented a ly minor risk. Conclusions The findings of this systematic review suggest a possible linkage between occupational exposure to urban air pollution, especially to motor exhaust and particulate, and ischemic heart disease

    Studio osservazionale su un gruppo di operatori sanitari addetti alla manipolazione di farmaci antiblastici di tre nosocomi siciliani

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    Neoplastic disease therapy problems, e.g. antiblastic drugs manipulation, is developing. We suggested correlation assessment between the lasting professional workers' exposition of three city hospital and disease development. We selected 43 exposed workers; we gave a questionnaire regarding the modality of activity; then we examined this sample with a protocol including clinical examination and special tests (blood tests, ECG, audiometry and spirometry). RESULTS: over 55% of the workers reported aspecific complaint related to antiblastic exposure (headache, nausea, vertigo, dermatitis, alopecia, rhino-conjunctivitis, asthenia, parageusia, fauces dryness); we registered, instead, the absence of significant diseases related to antiblastic drugs exposure, because of both environmental and personal prevention, and clinical surveillance co-ordinated by occupational physician
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