7 research outputs found

    Gestational Hypertension and Organophosphorus Pesticide Exposure: A Cross-Sectional Study

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    Hypertension is the most common medical problem encountered during pregnancy, complicating 2-3% of pregnancies. High blood pressure (BP) with diastolic BP ≥ 90 mm Hg and/or systolic BP ≥ 140 mm Hg arising after week 22 of pregnancy and resolving after delivery is defined as gestational hypertension (GHY). The aim of this cross-sectional study was to investigate whether occupational and/or environmental exposure to organophosphorus (OP) pesticide affects GHY. Women at approximately 22 weeks of gestation were recruited. OP pesticide exposure in the first trimester of pregnancy was classified into four categories: no exposure, indirect exposure, domestic exposure, and occupational exposure. Application of the exclusion criteria left 2203 participants (mean age 30.4 ± 11.6 years). Data analysis showed that in women with indirect OP pesticide exposure the incidence of GHY was slightly higher than that in the world population, whereas domestic exposure involved a 7% increase and occupational exposure a 12% increase. Analysis of the pesticides used by participants highlighted a possible role for malathion and diazinon (adjusted OR 1.09 and 1.14, resp.). Further investigation of exposed workers and the general population is clearly warranted given the broad diffusion of OP pesticides and their possible public health impact, maybe by including a wider range of health outcomes

    CD34+ stem cells from umbilical cord blood

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    We describe the relation between umbilical cord clamping time and two different enrichment system of CD34+ stem cells from umbilical cord blood with the proliferative ability and bone marrow reconstitution of the stem cells obtained. After an obstetrician performed the cord blood collection, the purification of stem cells was performed either with a combination of monoclonal antibodies (negative selections) using the Stem Sep method, or with a positive cells selection based on their surface CD34 antigens using the Mini Macs system. An excellent recovery of haematopoietic progenitors [Burst Forming Unit Erythroids (BFUE); Colony Forming Unit Granulocytes and Macrophages (CFU-GM); and Colony Forming Unit Granulocytes, Erythroids, Monocytes and Macrophages (CFU-GME)], inversely related to the increase in clamping time, was performed with the Mini Macs system (54% of colonies, with 90% purity). With Stem Sep method, haematopoietic progenitor’s recovery was 35% (with 80% purity). By applying early clamping of umbilical cord blood we obtained a greater number of CD34+ cells and their clonogenic activity was increased with enrichment. This is a useful technique considering that the number of CD34+ stem cells usually contained from a unit of placental blood is enough for the transplant to a child, but not for an adult. Thus, using these methods, we can get a larger number of CD34+ stem cells which reduces the risk of Graft versus Host Disease also in adult patients, producing survival rates similar to those obtained with transplantation of bone marrow from unrelated donors

    Valutazione dell’esposizione passiva a pesticidi a lungo termine mediante flussi informativi di popolazione: aspetti metodologici

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    INTRODUZIONE: I fattori ambientali di rischio delle malattie cronico-degenerative quali i contaminanti chimici necessitano con ogni probabilità di un periodo d’azione assai prolungato per esercitare tale effetto, specie per livelli espositivi ridotti. Negli studi caso-controllo di popolazione basati su flussi informativi, tuttavia, la ricostruzione storica dei tempi e della tipologia dell’esposizione è di difficile effettuazione e talora addirittura impossibile. METODI: Abbiamo utilizzato informazioni raccolte nell’ambito di una indagine sulle cause ambientali della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) per valutare eventuali differenze nelle stime di rischio per esposizione passiva a pesticidi, utilizzando dati recenti (residenza alla diagnosi nel periodo 1998-2011 in prossimità di coltivazioni specifiche quali vigneti, seminativi, culture orticole e frutteti) e storici (cioè dati residenziali e di uso del suolo riferiti agli anni ‘70). Si è trattato di uno studio caso- controllo di popolazione condotto in tre province emiliane (Parma, Reggio E. e Modena) e in quella di Catania, ricostruendo e georeferenziando la storia residenziale dei soggetti e confrontando tali dati con la cartografia regionale dell’uso del territorio. RISULTATI: I soggetti inclusi nello studio al momento della diagnosi nel periodo 1998-2011 sono stati complessivamente 3440 (703 casi): per 2235 di essi abbiamo potuto ricostruire i dati espositivi relativi agli anni ’70. I valori di rischio relativo di SLA riferiti ai due periodi sono risultati pressochè identici, in entrambi i contesti geografici, pur con una minore stabilità statistica nel periodo meno recente per la ridotta numerosità della casistica. CONCLUSIONI: Nel complesso, questi risultati suggeriscono come nel caso dei pesticidi l’utilizzazione di dati espositivi recenti non pregiudichi in modo significativo la valutazione dell’esposizione a lungo termine

    Valutazione dell’esposizione passiva a pesticidi a lungo termine mediante flussi informativi di popolazione: aspetti metodologici

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    INTRODUZIONE: I fattori ambientali di rischio delle malattie cronico-degenerative quali i contaminanti chimici necessitano con ogni probabilità di un periodo d’azione assai prolungato per esercitare tale effetto, specie per livelli espositivi ridotti. Negli studi caso-controllo di popolazione basati su flussi informativi, tuttavia, la ricostruzione storica dei tempi e della tipologia dell’esposizione è di difficile effettuazione e talora addirittura impossibile. METODI: Abbiamo utilizzato informazioni raccolte nell’ambito di una indagine sulle cause ambientali della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) per valutare eventuali differenze nelle stime di rischio per esposizione passiva a pesticidi, utilizzando dati recenti (residenza alla diagnosi nel periodo 1998-2011 in prossimità di coltivazioni specifiche quali vigneti, seminativi, culture orticole e frutteti) e storici (cioè dati residenziali e di uso del suolo riferiti agli anni ‘70). Si è trattato di uno studio caso- controllo di popolazione condotto in tre province emiliane (Parma, Reggio E. e Modena) e in quella di Catania, ricostruendo e georeferenziando la storia residenziale dei soggetti e confrontando tali dati con la cartografia regionale dell’uso del territorio. RISULTATI: I soggetti inclusi nello studio al momento della diagnosi nel periodo 1998-2011 sono stati complessivamente 3440 (703 casi): per 2235 di essi abbiamo potuto ricostruire i dati espositivi relativi agli anni ’70. I valori di rischio relativo di SLA riferiti ai due periodi sono risultati pressochè identici, in entrambi i contesti geografici, pur con una minore stabilità statistica nel periodo meno recente per la ridotta numerosità della casistica. CONCLUSIONI: Nel complesso, questi risultati suggeriscono come nel caso dei pesticidi l’utilizzazione di dati espositivi recenti non pregiudichi in modo significativo la valutazione dell’esposizione a lungo termine

    Valutazione dell’esposizione passiva a pesticidi a lungo termine mediante flussi informativi di popolazione: aspetti metodologici

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    INTRODUZIONE: I fattori ambientali di rischio delle malattie cronico-degenerative quali i contaminanti chimici necessitano con ogni probabilità di un periodo d’azione assai prolungato per esercitare tale effetto, specie per livelli espositivi ridotti. Negli studi caso-controllo di popolazione basati su flussi informativi, tuttavia, la ricostruzione storica dei tempi e della tipologia dell’esposizione è di difficile effettuazione e talora addirittura impossibile. METODI: Abbiamo utilizzato informazioni raccolte nell’ambito di una indagine sulle cause ambientali della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) per valutare eventuali differenze nelle stime di rischio per esposizione passiva a pesticidi, utilizzando dati recenti (residenza alla diagnosi nel periodo 1998-2011 in prossimità di coltivazioni specifiche quali vigneti, seminativi, culture orticole e frutteti) e storici (cioè dati residenziali e di uso del suolo riferiti agli anni ‘70). Si è trattato di uno studio caso- controllo di popolazione condotto in tre province emiliane (Parma, Reggio E. e Modena) e in quella di Catania, ricostruendo e georeferenziando la storia residenziale dei soggetti e confrontando tali dati con la cartografia regionale dell’uso del territorio. RISULTATI: I soggetti inclusi nello studio al momento della diagnosi nel periodo 1998-2011 sono stati complessivamente 3440 (703 casi): per 2235 di essi abbiamo potuto ricostruire i dati espositivi relativi agli anni ’70. I valori di rischio relativo di SLA riferiti ai due periodi sono risultati pressochè identici, in entrambi i contesti geografici, pur con una minore stabilità statistica nel periodo meno recente per la ridotta numerosità della casistica. CONCLUSIONI: Nel complesso, questi risultati suggeriscono come nel caso dei pesticidi l’utilizzazione di dati espositivi recenti non pregiudichi in modo significativo la valutazione dell’esposizione a lungo termine

    Valutazione dell’esposizione passiva a pesticidi a lungo termine mediante flussi informativi di popolazione: aspetti metodologici

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    INTRODUZIONE: I fattori ambientali di rischio delle malattie cronico-degenerative quali i contaminanti chimici necessitano con ogni probabilità di un periodo d’azione assai prolungato per esercitare tale effetto, specie per livelli espositivi ridotti. Negli studi caso-controllo di popolazione basati su flussi informativi, tuttavia, la ricostruzione storica dei tempi e della tipologia dell’esposizione è di difficile effettuazione e talora addirittura impossibile. METODI: Abbiamo utilizzato informazioni raccolte nell’ambito di una indagine sulle cause ambientali della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) per valutare eventuali differenze nelle stime di rischio per esposizione passiva a pesticidi, utilizzando dati recenti (residenza alla diagnosi nel periodo 1998-2011 in prossimità di coltivazioni specifiche quali vigneti, seminativi, culture orticole e frutteti) e storici (cioè dati residenziali e di uso del suolo riferiti agli anni ‘70). Si è trattato di uno studio caso- controllo di popolazione condotto in tre province emiliane (Parma, Reggio E. e Modena) e in quella di Catania, ricostruendo e georeferenziando la storia residenziale dei soggetti e confrontando tali dati con la cartografia regionale dell’uso del territorio. RISULTATI: I soggetti inclusi nello studio al momento della diagnosi nel periodo 1998-2011 sono stati complessivamente 3440 (703 casi): per 2235 di essi abbiamo potuto ricostruire i dati espositivi relativi agli anni ’70. I valori di rischio relativo di SLA riferiti ai due periodi sono risultati pressochè identici, in entrambi i contesti geografici, pur con una minore stabilità statistica nel periodo meno recente per la ridotta numerosità della casistica. CONCLUSIONI: Nel complesso, questi risultati suggeriscono come nel caso dei pesticidi l’utilizzazione di dati espositivi recenti non pregiudichi in modo significativo la valutazione dell’esposizione a lungo termine

    The instruments used by the Italian centres for cognitive disorders and dementia to diagnose mild cognitive impairment (MCI)

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    Aims: The purpose of this study was to examine the tools used in Italy to diagnose mild cognitive impairment (MCI). Methods: In collaboration with the Luigi Amaducci Research Consortium, the Italian Network of Alzheimer Evaluation Units prepared a questionnaire to describe how MCI is diagnosed in the Italian Centres for cognitive disorders and dementia (CCDD). Results: Most of the ninety-two CCDDs participating in the survey were located in hospitals (54.7%); large percentages were coordinated by neurologists (50.8%) and geriatricians (44.6%). Almost all (98.5%) used the Mini Mental State Examination to diagnose MCI; the Clock Drawing Test was also frequently used (83.9%). Other neuropsychological, imaging and biomarker tests were utilized less frequently and a wide diversity in the instruments used was noted. Conclusions: According to the results, diagnoses of MCI are based on a multitude of instruments, with major differences in the clinical assessment of geriatricians and neurologists. Standardized testing protocols, validated instruments and cut-off points need to be identified and adopted by the CCDDs for assessing MCI
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