428 research outputs found
Electronic Resources and Heterodox Economists
The idea of measuring scientific relevance by counting citations is gaining ever-growing consensus among economists, and thanks to the electronic bibliographic resources now available the procedure has become relatively simple and fast. However, when it comes to putting the idea into practice many challenging problems emerge. This paper uses five of the principal bibliographic electronic resources (EconLit, JSTOR, Web of Science, Scopus and Google Scholar) to test the practical applicability of this method for measuring relevance to the particular case of heterodox economics.heterodox economists; EconLit; JSTOR; Web of Science; Scopus; Google Scholar
Swinger Economics
Swinging is a sexual behavior of increasing relevance but substantially ignored in theoretical economic investigation. This paper has two major goals. The first is to describe what swinging is, discuss its economic relevance and single out the main characteristics of swinger behavior. To this end, the Italian situation has been considered as a type of case study. The second goal is to use standard and less-standard tools from economic theory to propose some preliminary assessments of the causes and consequences of swinger couples’ behavior. In this respect, some contributions on two-sided markets, hedonic adaptation approaches and equilibrium matching models have proved particularly useful.Swinging, swingers, hedonic adaptation, sex, sexual customs
Behavioral Foundations for the Keynesian Consumption Function
This paper has two main goals. The first is to show that behavioral rather than maximizing principles emerge from textual analysis as the microeconomic foundations for Keynes’s Consumption Theory; the second goal is to demonstrate that it is possible to ground a Keynesian-type aggregate Consumption function on the basis of (some of) the principles underlying contemporary behavioral modelsKeynes, Behavioral Economics, Keynesian Theory, Consumption, Hyperbolic Discounting, Mental Accounting
Culturally-based beliefs and labour market institutions
This paper has two main goals. The first is to provide empirical evidence that differences in labour market institutions across countries and, specifically, in how they provide protection to workers, can be attributed to underlying differences in culturally-based prior beliefs: in particular, people’s fatalism and trust in others. The second goal is to single out the socio-economic factors associated with these beliefs and the role of education in this regard.Culture, Fatalism, Trust in Others, Labour Market Institutions, Employment Protection Legislation
Technological Unemployment and the Resurgence of Political Economy
The aim of this paper is to discuss the possible impact of the "third wave" of technological unemployment on economic theorizing. Twenty-first century technological progress, heavily impacting on employment, is a process that just started but whose main new feature is already well known. This feature concerns robots (and artificial intelligence) and their entry into the production process. Robots do not simply increase labor productivity in cooperation with humans but can substitute for human labor, producing commodities without human input possible and hence, possibly, giving rise to long-term mass unemployment which will require some form of public policy intervention. This scenario exhibits important implications for economic theorizing, since mainstream theory, rooted in the general equilibrium approach, faces difficulties in dealing with a reality where social classes and the class struggle (a few robot owners vs. many unemployed humans) regain a role, labor productivity becomes irrelevant and uncorrelated with the (subsistence) wage/subsidy that must be paid to the unemployed, the labor market does not clear, redistributive policies replace the optimal allocation of scarce means, and so on. This scenario returns economic theorization to the years of classical Political Economy, when the main focus of theoretical investigation was on social classes, the class struggle and redistribution of the surplus. In particular, Sraffa's 1960 model might represent a good foundation for further theoretical development
L'ordinamento locale nel modello austriaco: le nuove dinamiche del federalismo cooperativo e le riforme per l'integrazione europea
L'ordinamento austriaco si sviluppa tradizionalmente su tre distinti
livelli di governo: quello centrale del Bund, quello intermedio, che si
può definire regionale o provinciale, facente capo a nove 'Lander', e
quello comunale, articolato nelle 'Gemeinden'. Questo primo rilievo è giĂ
in sé sufficiente a fare intuire la complessità del sistema delle fonti che,
a vario titolo, intervengono nella disciplina dell'ordinamento locale e la
conseguente necessitĂ , al fine di comprendere l'attuale assetto del sistema
delle autonomie, di prendere le mosse dall'analisi degli elementi che
contribuiscono a caratterizzare in senso affatto peculiare il federalismo austriaco, affondando le radici nella sua stessa genesi storica: sopra
tutti, l'allocazione della 'Kompetenz-Kompetenz' e il conseguente riparto
di competenze tra Federazione e Lander
(Ri)lettura di "La casa in collina" de Cesare Pavese: Corrado o il rischio della Storia
International audienceLe 25 décembre 1937, Pavese note dans son journal: "Il y a quelque chose de plus triste que vieillir, c'est rester enfant". Nous voudrions proposer une analyse du protagoniste de "La casa in collina" en partant de l'aphorisme rappelé par l'excellent connaisseur de Pavese qu'était Claudio Sensi pour montrer que le rapport à l'Histoire de Corrado illustre parfaitement l'aporie évoquée dans "Le métier de vivre". Notre article se déroulera en deux moments: après une étude générale fondée sur la problématique historique du roman et sur la psychologie d'un personnage en équilibre permanent entre désengagement et pédagogie, nous utilerons les instruments de l'analyse textuelle et de la narratologie pour commenter un passage emblématique de l'oscillation de Corrado entre "risque de l'histoire" et fuite dans l'introspection narcissique.(Ri) lettura di La casa in collina di Cesare Pavese: Corrado o il rischio della Storia (article paru in « Che solo amore e luce ha per confine. Nel 2001, per i tipi delle Edizioni dell'Orso, uscì un bellissimo «Omaggio a Cesare Pavese», pubblicato dal Dipartimento di scienze letterarie e filologiche dell'Università di Torino. Oltre ad essere uno degli ideatori del progetto, Claudio Sensi scrisse un saggio, intitolato «Gli orizzonti sognati», dedicato alle letture americane dello scrittore torinese e alla loro influenza sulla redazione di I mari del Sud. L'articolo propone una citazione da Il mestiere di vivere che è all'origine di questo nostro modesto contributo alla memoria di Claudio Sensi. Il 25 dicembre del 1937, Pavese annota nel suo diario: «C'è qualcosa di più triste che invecchiare, ed è rimanere bambini» 1. Vorremmo proporre un'analisi del protagonista di La casa in collina partendo dall'aforismo ricordato dall'ottimo conoscitore di Pavese che era Claudio Sensi 2 per mostrare che il rapporto alla Storia di Corrado illustra perfettamente l'aporia evocata in Il mestiere di vivere. Il nostro articolo si svolgerà in due tempi: dopo uno studio complessivo imperniato sulla problematica storica del romanzo e sulla psicologia di un personaggio in costante bilico tra disimpegno e pedagogia, applicheremo gli strumenti dell'analisi testuale e della narratologia per commentare un brano rappresentativo dell'oscillazione di Corrado tra «rischio della storia» e fuga nell'introspezione narcisistica. Cesare Pavese scrive La casa in collina tra la fine del 1947 e l'inizio dell'anno seguente, in un periodo in cui è molto attivo, occupato in particolare dalla creazione per Einaudi della «collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici» 3. La casa, in questo titolo tipicamente pavesiano, rinvia ad un posto che nel romanzo non è chiaramente definito e che potrebbe essere sia l'osteria dove Corrado si è rifugiato, sia la casa dove ritrova Cate, la sua ex compagna e madre del suo probabile figlio, sia la dimora della sorella che tenta di raggiungere alla fine del libro. Tra questi momenti e luoghi diversi, il testo propone una concentrazione di date e di eventi legati alla guerra e a fatti resistenziali che gli conferirebbero un'apparenza di romanzo storico se la personalità del protagonista narratore e le sue numerose digressioni di natura intellettuale e morale non rallentassero l'andamento proprio ad un racconto impegnato nell'hic et nunc della lotta. Come spesso con Pavese, La casa in collina è la trasformazione, tramite un'operazione di estensione e di riscrittura della materia narrativa, di un suo precedente racconto intitolato La famiglia. L'onomastica illustra bene la natura del progetto di rifacimento e l'introduzione di una nuova problematica. Corrado si chiamava Corradino nel testo del '41 e il personaggo si poi è diviso in due (Corrado + Dino) per meglio sviluppare il tema della paternità . Aldilà delle evidenti differenze legate al periodo di scrittura e al cambiamento di forma letteraria, la tematica è affine: le passeggiate nelle Langhe, il mito dell'infanzia, la solitudine nello stesso tempo ricercata e vissuta con colpevolezza, l'obbligo in certe circostanze della vita di dover fare i conti con se stessi, per finalmente giungere alla conclusione che l'esistenza non è altro che «la storia di una lunga illusione» 4. La decisione di pubblicare La casa in collina insieme a Il carcere, scritto nove anni prima, nel volume Prima che il gatto canti ha per effetto di facilitare un confronto tra Corrado e Stefano. I due 1 C. Pavese, Il mestiere di vivere, Torino, Einaudi, 1952, p. 68. La citazione di Claudio Sensi si trova a pagina 174 del volume intitolato Sotto il gelo dell'acqua c'è l'erba. 2 Gli scritti pavesiani di Claudio Sensi sono numerosi e si interessano sia all'attività poetica che narrativa dello scrittore piemontese. Da italianista francese, ricorderemo solo lo studio intitolato «Pavese in Francia 1990-1994» («Quaderni del Centro Studi Cesare Pavese», n° 1, 1995). 3 Chiamata anche la «collana viola». Ritroveremo nel nostro romanzo alcune tracce di tale interesse per la religione, per esempio nel diciassettesimo capitolo dove sono evocate le conversazioni tra Corrado e padre Felice. 4 C. Pavese, La casa in collina, Torino, Einaudi, 1948 (1967 per le citazioni del presente articolo), p. 20
Une altérité muette: bestiaire et images animales dans l'oeuvre de Silone
International audienceSi l'on en croit l'index des noms propres de l'édition Mondadori des Meridiani, Silone lecteur ne semble pas avoir fréquenté les grands auteurs de l'animalité, qu'ils appartiennent au domaine philosophique, littéraire ou scientifique dans son versant éthologique ou naturaliste: point, par exemple et parmi tant d'autres, de Descartes, de Buffon, de Darwin ou de Lorentz. Partant de ce manque, on peut donc dire que la question animale est absente de son œuvre d'un point de vue théorique ou historique. L'intérêt de Silone pour les animaux se limiterait alors à une simple volonté de vraisemblance dans la description du décor campagnard de ses romans. Il n'y aurait finalement rien à voir de plus que ce qui apparaît au détour d'un chemin escarpé des Apennins, dans telle cour de ferme des Abruzzes ou encore à l'intérieur des habitations misérables des "cafoni". Pourtant, si on se laisse guider par l'implacable vérité des textes, avant et en-deçà de toute interprétation ou mise en perspective historique, autrement dit si on lit et relit les récits de Silone, sans se préoccuper de distinction de genre ou d'époque, on ne peut qu'être frappé par l'omniprésence des animaux dans son œuvre.Notre article montrera que cette dernière obéit à une double volonté. Celle, tout d'abord, de remplir son univers paysan de présences attendues et familières dans le cadre d'une description réaliste des paysages des Abruzzes. Il n'y aurait donc là , a priori, rien de très intéressant et, dans l'évocation de la ménagerie silonienne, nous frôlerons souvent le pléonasme et la redondance: tel animal de la campagne se trouve dans le récit parce que le récit se passe à la campagne. Nous verrons pourtant que quelques figures animales se détachent, se parent d'une signification plus profonde, renvoient, tout en s'ancrant dans un indéniable naturalisme zoologique, à quelque chose de plus qu'une simple confirmation des habitudes et des pratiques paysannes. Cette ouverture se trouvera confirmée par l'analyse des emplois imagés que Silone propose et qui s'inscrivent dans la longue tradition de la métaphore bestiale et de ses différents degrés: simples similitudes, anthropomorphisme ou, au contraire, animalisation, voire métamorphose. Après avoir fait le point sur ces présences animales effectives ou transformées, "dénaturées" par le recours à l'image, on pourra aboutir à la conclusion, qui n'était qu'intuitive avant le travail de vérification des textes, que loin d’être secondaire, comme nous pouvions le croire dans un premier temps, le recours à des personnages ou à des images d’animaux permet à Silone de creuser un sillon emprunté également par d’autres voies d’accès plus nobles – l’idéologie, l’histoire, l’anthropologie – et que l’on peut résumer ainsi: l’animal chez Silone, loin d’être seulement un objet de décor(ation) ou un prétexte à une meilleure connaissance de l’homme, comme le veulent les traditions du naturalisme, de la fable ou du bestiaire, est un élément primordial mais autonome du monde paysan, un “autre” qui partage avec le “sous-homme”, le “moins que rien” qu’est le cafone, pour reprendre la hiérarchie proposée par Michele Zompa au début de "Fontamara", les vertus de l’innocence et du silence qui constituent deux des principaux thèmes de l’œuvre de notre auteur. L’animal, chez Silone, reste presque toujours lui-même (peu d’anthropomorphisme ou alors orienté toujours dans la même direction, on le verra) et sa présence opaque et muette renvoie au personnage humain de Silone l’écho silencieux de sa propre opacité et de son propre mutisme
L'île qui se dérobe : la Sicile d'Elio Vittorini
International audienceParmi les nombreuses manières de considérer la nature du lien existant entre un écrivain et la ville qui l’a vu naître, l’une assez simple consiste à interroger ses textes, fictionnels ou de mémoire, pour y chercher une réponse à la question du départ des lieux d’origine. Dans le cas d’auteurs du Mezzogiorno, l’exil est généralement lié à une volonté d’épanouissement personnel et de promotion sociale. C’est à Milan, Florence, Turin ou Rome, selon les époques, que se trouvent les principales revues et maisons d’édition qui sont un élément important du marché culturel et artistique. L’histoire littéraire des écrivains du Sud de l’Italie, Napolitains et Siciliens en particulier, peut se faire aussi par le biais de ces itinéraires individuels subissant un tropisme septentrional dont les exemples ne sont que trop nombreux. Elio Vittorini illustre cette nécessité du déracinement souvent accompagnée d'un sentiment de culpabilité et la volonté de revenir, par l’œuvre, sur ces terres de l’enfance ainsi délaissées. C’est très tôt chez lui que l’appel du continent s’est exprimé, susceptible de répondre aux aspirations de liberté et d’ouverture d’un jeune Sicilien étouffant dans une société provinciale étriquée. De nombreux témoignages confirment cette impatience du jeune Elio qui a favorisé une sorte de portrait romantique du personnage, largement mis en scène d’ailleurs par l’intéressé lui-même. Qu’il s’agisse de ses premières fugues en train, grâce aux billets gratuits dont bénéficiaient les familles de cheminots, de l’enlèvement de Rosa Quasimodo, la sœur du poète et première épouse d’Elio, de son désir d’engagement dans l’aviation ou de son admiration pour Malaparte rencontré à Rome en 1926, la jeunesse de Vittorini s’inscrit dans ce besoin de rendre romanesque une existence « petite-bourgeoise » qui sera la cible de ses premiers récits. Notre étude entend repérer et analyser les signes d'un éloignement nécessaire source à la fois d'émancipation culturelle et de d'inspiration littéraire
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