50 research outputs found

    ETHICS AND AGING: FOCUS ON LIVING WILL FOR PATIENTS WITH DEMENTIA

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    Today dementia certainly represents a public health priority with a huge global impact on wordwide population. However, clinical and social issues related to demen-tia have long been marginalized. The actual high prevalence of dementias requires also to face issues from a bioethical perspective, regarding how to deal with demented patient\u2019s disposition. There are currently no specific guide-lines on the national territory regarding whether to draw up a living will by a patient with dementia, neither about the informa-tive role of physicians during the progres-sive story of the disease

    CASE REPORT: UN CASO DI DEMENZA A CORPI DI LEWY

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    La demenza a corpi di Lewy (Dementia with Lewy Bodies, DLB) rappresenta la seconda più comune causa di demenza su base degenerativa nella popolazione anziana dopo la demenza di Alzheimer. La prevalenza della DLB oscilla tra lo 0 e il 30,5% nei pazienti affetti da demenza. La DLB è caratterizzata dall’accumulo all’interno delle cellule neuronali e gliali di aggregati insolubili di alfa-sinucleina denominati corpi di Lewy. L’età di esordio clinico della DLB oscilla dai 50 agli 85 anni, con un media di 68 anni. Nella DLB la compromissione della sfera cognitiva si caratterizza tipicamente per la presenza di episodi di disorientamento e confusione mentale in un contesto di progressivo deficit cognitivo. I pazienti affetti da DLB mostrano tipicamente una compromissione simultanea delle funzioni attentive, esecutive e della abilità visuospaziali con relativa conservazione delle capacità mnesiche

    IL NEGLECT COME PRINCIPALE RESPONSABILE DELLA PERDITA DI AUTONOMIA E AUTOSUFFICIENZA IN SOGGETTO AFFETTO DA DECLINO COGNITIVO DI GRADO LIEVE

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    La negligenza spaziale unilaterale è una delle patologie più frequentemente riscontrate dopo un danno cerebrale all’emisfero destro (40%-81%) e consiste in un deficit di consapevolezza dello spazio contro- lesionale. È una condizione neurologica e neuropsicologica caratterizzata dal danneggiamento di particolari zone del cervello: la persona non presta più attenzione a una porzione dello spazio interessato. Esistono tre tipi di neglect: il neglect dello spazio personale impedisce al paziente la consapevolezza dell’emisoma contro-lesionale; pazienti che presentano questa patologia avranno difficoltà nel vestirsi o nel lavare la metà del corpo contro-laterale rispetto alla lesione; il neglect dello spazio peripersonale riguarda quello spazio “attorno” al corpo delimitato dai movimenti di raggiungimento. Rischiano di essere ignorati gli oggetti presenti sulla parte contro- laterale dello spa-zio, rispetto alla sede della lesione, per esempio di un tavolo o del piatto; il neglect dello spazio extrapersonale in cui il paziente avrà difficoltà a percepire oggetti o persone nella zona contro-laterale alla lesione

    IL TESTAMENTO BIOLOGICO NEL PAZIENTE AFFETTO DA DEMENZA: CONSIDERAZIONI BIOETICHE E SUGGERIMENTI NELLA PRATICA CLINICA

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    La demenza rappresenta oggi una delle principali priorità del sistema sanitario, in termini sia clinici che assistenziali, con un importante impatto sulla popola-zione mondiale. Un recente report redatto dalla comunità scientifica ha evidenziato come circa 46 milioni di soggetti hanno ricevuto diagnosi di demenza nel corso del 2015. Il trend intrapreso suggerisce che questa cifra possa aumentare progressivamente in futuro: è stimato che circa 130 milioni di persone saranno affette da demenza nei prossimi quarant’anni. Nonostante la cruda sincerità di tali numeri, il progresso delle conoscenze cliniche nel campo delle demenze non sempre ha progredito di pari passo con il miglioramento dei molteplici aspetti sanitari e assistenziali che riguardano un paziente affetto da demenza. Generalmente si rischia di intendere il declino cognitivo come una normale conseguenza dell’invecchiamento, pertanto inesorabile. È importante sottolineare come il paziente con demenza, rispetto a pazienti affetti da patologia di diversa natura, abbiano meno possibilità di esprimere autonomamente le proprie volontà a causa della nefasta progressione della malattia che lo rende gradualmente meno consapevo-le del proprio quadro clinico e delle proprie necessità terapeutiche ed assistenziali. La delicata connotazione bioetica delle demenze è attualmente oggetto di dibatti-to, essendo sensibile a svariate interpretazioni di natura medico-legale

    GRUPPO DI PSICOTERAPIA CON SOGGETTI DEFINITI MILD COGNITIVE IMPAIRMENT

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    Il particolare momento di vita legato ai continui cambiamenti psico-socio-cultarali impone a tutti coloro che si occupano di relazioni d’aiuto, un ripensamento che riguardi i dispositivi di cura, sì da riuscire a dare risposte in termini terapici alle nuove sofferenze portate dai nostri pazienti. Il seguente lavoro prova a chiarire come tale pensiero critico abbia prodotto dei risultati all’interno del servizio centro UVA n° 6 del Policlinico di Palermo - reparto di Geriatria

    Mortality rate and risk factors for gastrointestinal bleeding in elderly patients

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    BACKGROUND: Gastrointestinal bleeding (GIB) is burdened by high mortality rate that increases with aging. Elderly patients may be exposed to multiple risk factors for GIB. We aimed at defining the impact of GIB in elderly patients. METHODS: Since 2008, samples of elderly patients (age ≥ 65 years) with multimorbidity admitted to 101 internal medicine wards across Italy have been prospectively enrolled and followed-up (REPOSI registry). Diagnoses of GIB, length of stay (LOS), mortality rate, and possible risk factors, including drugs, index of comorbidity (Cumulative Illness Rating Scale [CIRS]), polypharmacy, and chronic diseases were assessed. Adjusted multivariate logistic regression models were computed. RESULTS: 3872 patients were included (mean age 79 ± 7.5 years, F:M ratio 1.1:1). GIB was reported in 120 patients (mean age 79.6 ± 7.3 years, F:M 0.9:1), with a crude prevalence of 3.1%. Upper GIB occurred in 72 patients (mean age 79.3 ± 7.6 years, F:M 0.8:1), lower GIB in 51 patients (mean age 79.4 ± 7.1 years, F:M 0.9:1), and both upper/lower GIB in 3 patients. Hemorrhagic gastritis/duodenitis and colonic diverticular disease were the most common causes. The LOS of patients with GIB was 11.7 ± 8.1 days, with a 3.3% in-hospital and a 9.4% 3-month mortality rates. Liver cirrhosis (OR 5.64; CI 2.51-12.65), non-ASA antiplatelet agents (OR 2.70; CI 1.23-5.90), and CIRS index of comorbidity >3 (OR 2.41; CI 1.16-4.98) were associated with GIB (p < 0.05). CONCLUSIONS: A high index of comorbidity is associated with high odds of GIB in elderly patients. The use of non-ASA antiplatelet agents should be discussed in patients with multimorbidity

    SENTIRE BENE PER ALLENARE LA MENTE

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    L\u2019ipoacusia negli anziani rappresenta un fattore in grado di contribuire alla compromissione delle facolt\ue0 cognitive. I deficit delle funzioni sensitive, diminuendo la riserva funzionale di ogni individuo, rendono il soggetto anziano ancora pi\uf9 esposto all\u2019insorgenza e alla progressione del decadimento cognitivo; \ue8 stato dimostrato come le persone affette da sordit\ue0 di grado lieve, mode-rato e grave abbiano rispettivamente una possibilit\ue0 di 2, 3 e 5 volte maggiore di sviluppare un deterioramento delle funzioni cognitive rispetto a soggetti normoudenti. Nell\u2019ambito del nostro ambulatorio C.D.C.D., ex U.V.A. n\ub06, durante quest\u2019anno accademico 2015-2016 abbiamo avuto l\u2019occasione di essere i referenti del pro-getto \u201cSENTIRE BENE PER ALLENARE LA MENTE\u201d in collaborazione con l\u2019ambulatorio di Otorinolaringoiatria e Audiologia dell\u2019Istituto di Medicina del Lavoro. Il pro-getto prevede la fornitura e l\u2019applicazione di apparecchi acustici, tramite SSN, ad un campione di soggetti adulti ipoacusici ai quali \ue8 stato diagnosticato un declino cognitivo lieve-moderato

    ALLUCINAZIONI VISIVE: TRA DEMENZA E PSICOSI

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    Le allucinazioni possono comparire in corso di varie patologie (psicosi, delirium, demenza, emicrania, neoplasia, epilessia) o possono essere altresì indotte da farmaci. Esse sono percezioni involontarie e ricorrenti di immagini in assenza di un corrispondente stimolo fisico esterno. Possono essere classificate in semplici o complesse. Si definisce allucinazione semplice quella in cui è attivata una singola modalità sensoriale e quindi la percezione non richiede un’elaborazione cognitiva per essere decodificata (ad es. vedere un oggetto in una stanza); complessa è invece l’allucinazione in cui sono attivate più modalità sensoriali (es. vedere un leone sentendo che ruggisce) o in cui la percezione viene elaborata in aree cerebrali diverse da quelle sensitive primarie (voci dialoganti sono percepite e decodificate nelle aree cerebrali deputate al linguaggio). In relazione alla loro prevalenza (stimata dal 4% al 76%) le allucinazioni sono considerate uno dei sintomi psicotici più frequenti nelle patologie neurodegenerative, specialmente in stadi moderati-severi di malattia. Risultano maggiormente presenti quelle visive e uditive, seguite da quelle somatiche, olfattive e tattili. Indipendentemente dalla loro modalità sensoriale, le allucinazioni sono associate a un maggiore e più rapido declino cognitivo e a un aumento del tasso di stress e depressione del tono dell’umore nel paziente

    UN INTERVENTO INTEGRATO TRA TERAPIA FARMACOLOGICA E NON FARMACOLOGICA IN UN CASO DI COREA DI HUNTINGTON: PRIMI RISULTATI

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    Il lavoro che presentiamo riguarda un intervento integrato effettuato attraverso terapia farmacologica e non farmacologica (musicoterapia) realizzato all\u2019interno del centro U.V.A. N\ub06 dell\u2019A.O.U.P. del Policlino \u201cP. Giaccone\u201d di Palermo con una paziente affetta da Corea di Huntington, di 59 anni, seguita precedentemente dall\u2019ambulatorio di neurologia della stessa azienda. La paziente si \ue8 ripresenta nel nostro centro uva nel novembre del 2015 a causa di un peggioramento delle turbe dell\u2019equilibrio, della coordinazione motoria, dei movimenti coreici, dei deficit di memoria e del tono dell\u2019umore in senso depressivo, facile irritabilit\ue0 e labilit\ue0 emotiva; in terapia con trifluoperazina dicloridrato, alprazolam, sodio valproato e tetrabenazina
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