599 research outputs found
Azionamento ibrido-serie per macchine operatrici. Simulazione dinamica in ambiente Amesim.
Scopo della presente tesi è stato quello di sviluppare due modelli di macchina operatrice uno di tipo convenzionale, l’altro in configurazione di tipo ibrido serie.
Il lavoro di modellazione si è sviluppato in due step:
- dapprima si è proceduto alla ricostruzione del modello di veicolo convenzionale, nelle sue parti di propulsione e movimentazione degli ausiliari, sulla base di dati forniti da un costruttore;
- successivamente è stato realizzato lo stesso modello di veicolo in configurazione ibrida di tipo serie, quindi con l’elettrificazione sia della parte propulsiva sia della pompa per la movimentazione degli ausiliari.
Nei modelli così realizzati sono stati poi introdotti dei cicli di funzionamento, misurati attraverso test sperimentali per una migliore e più realistica valutazione delle potenze coinvolte, delle prestazioni e dei consumi sia del sistema in configurazione convenzionale che del sistema ibrido di tipo serie.
Per realizzare i due modelli è stato utilizzato un software diverso da quelli tradizionalmente impiegati, rendendo quindi possibile anche una valutazione delle potenzialità di questo prodotto
Drying kinetics and physico-chemical quality of mango slices
Mango (Mangifera indica L.) is an important tropical fruit consumed worldwide and grown in Italy only in Sicily, where the areas of the Tyrrhenian coast have proved to be suitable to produce valuable fruits. Mango fruit has a pleasant aroma and taste, which are important qualities for consumer’s sensorial acceptance. However, they are highly perishable, prone to progressive undesired changes if stored untreated, resulting in around 25% postharvest losses, which is further increased during storage and transportation. An alternative for reducing the above-mentioned undesired changes is the dehydration of the cut fruit, which reduce the fruit water activity, thereby avoiding the deteriorative process and extending the shelf-life. This study investigates the effect of dehydration at different temperatures (50, 60 and 70°C) on drying kinetics and volatile compounds of two cultivars (Keitt and Osteen) of mango fruits cultivated in Sicily. Significant losses of volatile constituents of fresh mango occurred at higher temperature, especially for the Osteen cultivar. A diffusion model including the effect of shrinkage is also proposed, which may be used to describe drying behaviour of fruits and to define the optimal drying conditions.. Experimental data of the moisture ratio during drying were well predicted by the model
Use of potassium polyaspartate for the tartaric stabilization of Sicilian white wines
Cold stabilization is a common method used to avoid tartaric acid crystals from forming in bottled wine, but this technique shows some inconveniences on the sensory characteristics and energy cost. In the present research, the tartaric stabilization in Sicilian white wines, with a recently permissible molecule in oenology, was studied: the potassium polyaspartate (PAK). The PAK has a negative charge at wine pH and allows to sequester the K+ cations; consequently it inhibits the formation and the growth of potassium bitartrate crystals. PAK is a relatively small polymer; perfectly microfiltrated and does not allow the filling phenomena in filtration membranes. The adding of PAK allowed to reduce almost all the tartaric precipitations on very unstable wines, regardless of the chemical-physical characteristics of the treated white wines. The stability of PAK, after thermal stress of the wine added to this polymer, was confirmed evaluating different analytical parameters such as pH, total acidity and buffer power, while variations in the conductivity of wines seemed to indicate a residual tartaric instability. In conclusion, the use of PAK makes possible to improve the sensory characteristics of wines, considering lower losses of tartaric acid and potassium, which are important for acid perception and acid persistence (buffer power), as well as reducing production costs and low environmental impact
Synthesis, Characterization, and Modeling of Naphthyl-Terminated sp Carbon Chains: Dinaphthylpolyynes
We report a combined study on the synthesis, spectroscopic characterization
and theoretical modelling of a series of {\alpha},{\omega}-dinaphthylpolyynes.
We synthesized this family of naphtyl-terminated sp carbon chains by reacting
diiodoacetylene and 1-ethynylnaphthalene under the Cadiot-Chodkiewicz reaction
conditions. By means of liquid chromatography (HPLC), we separated the products
and recorded their electronic absorption spectra, which enabled us to identify
the complete series of dinaphthylpolyynes Ar-C2n-Ar (with Ar = naphthyl group
and n = number of acetilenic units) with n ranging from 2 to 6. The longest
wavelength transition (LWT) in the electronic spectra of the dinaphthylpolyynes
red shifts linearly with n away from the LWT of the bare termination. This
result is also supported by DFT-LDA simulations. Finally, we probed the
stability of the dinaphthylpolyynes in a solid-state precipitate by
Fourier-transform infrared spectroscopy and by differential scanning
calorimetry (DSC).Comment: This document is the unedited Author's version of a Submitted Work
that was subsequently accepted for publication in [J. Phys. Chem. B],
copyright \c{opyright} American Chemical Society after peer review. To access
the final edited and published work see
http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021%2Fjp104863
Prevalenza e distribuzione delle infezioni da HPV nella popolazione della provincia di Massa e Carrara negli anni 2009 e 2010.
I papillomavirus umano (HPV) sono un gruppo di virus appartenenti alla famiglia delle Papillomaviridae, hanno DNA circolare a doppia elica contenuto in un capside icosaedrico di 55nm di diametro e sono sprovvisto di envelope. Di HPV ne esistono oltre 200 tipi, di cui 100 ben caratterizzati: 80 infettano l'uomo a livello cutaneo-mucoso, 40 invece sono stati riscontrati a livello delle mucose genitali, orali e respiratorie e 15 sono oncogenetici. La maggior parte degli HPV causa malattie non gravi, come ad esempio le verruche cutanee. Altri possono causare verruche genitali e tumori benigni quali il condiloma (genotipi a basso rischio), o tumori maligni quali il cancro del collo dell'utero e del pene (genotipi ad alto rischio).
L'infezione da HPV è la più comune tra le malattie a trasmissione sessuale e può avvenire anche per semplice contatto delle mucose genitali. L'identificazione dell'HPV come agente causale per lo sviluppo del carcinoma della cervice uterina e la rilevazione dei diversi genotipi con diverso potenziale oncogeno, ha permesso di individuare con maggiore accuratezza le donne che rischiano di sviluppare una lesione di alto grado o un carcinoma invasivo.
Da queste premesse abbiamo uno studio per ricerca e genotipizzazione di HPV su campioni raccolti nel 2009 e 2010 da popolazione prevalentemente di sesso femminile e proveniente da ambulatori e da programma di screening. Grazie ai risultati ottenuti si è potuto constatare che il rischio di contrarre un'infezione aumenta con il numero dei partner sessuali ed è massimo nelle giovani sessualmente attive (inferiore ai 25 anni e tra i 26/35), per poi decrescere con il passare degli anni. I genotipi riscontrati più frequentemente sono il 16, il 18 ed il 31, tutti genotipi ad alto rischio. Va però sottolineato, come si evince dalla letteratura, che la massima parte delle infezioni è transitoria con, nell'80% dei casi, si ha l'eliminazione spontanea del virus.
Con riferimento ai campioni di provenienza ambulatoriale analizzati per gli anni 2009/2010, i genotipi 16 e 18, verso i quali è ora disponibile un vaccino, tendono a diminuire dal 2009 al 2010. Tutto ciò potrebbe essere spiegato in relazione alla recente introduzione del vaccino in giovani adolescenti. Dati recenti in letteratura suggeriscono che l’immunizzazione vaccinale stia causando una progressiva riduzione della diffusione dei genotipi 16 e 18. Da qui l'importanza della biologia molecolare e del metodo del pirosequenziamento che ci consente lo studio dei genotipi più rilevanti dal punto di vista clinico a partire da un singolo prodotto di amplificazione e con sensibilità notevolmente superiori ai tradizionali metodi citologici
I federalisti italiani e francesi di fronte a Charles de Gaulle
Dopo la caduta della Ced nel 1954 e nel tentativo di ridefinire strategie e alleanze politiche, l’Unione europea dei federalisti (Uef), vive un periodo di forte crisi, priva di unità d’intenti e d’azione e, conseguentemente, anche di peso politico. Ciò era dovuto in gran parte al contrasto tra le sue componenti francese e italiana: fautori del federalismo infranazionale e integrale, tendenzialmente moderati i primi, seguaci del federalismo sovrannazionale e istituzionale, fortemente radicali i secondi, guidati prima da Altiero Spinelli e poi da Mario Albertini e impegnati nell’azione del Congresso del popolo europeo per la convocazione di una Assemblea costituente. L’ascesa al potere di de Gaulle aggravò la situazione fino a paralizzare quasi completamente l’organizzazione, che per rimediare alla sua debolezza nel 1959 si trasformò in organizzazione unitaria e centralizzata, il Mfe-sovrannazionale. Lo sviluppo della situazione interna francese e i cambiamenti di rotta della politica europea di de Gaulle, specialmente tra 1962 e 1965, spinsero il Mfe non soltanto a ricomporre definitivamente i propri contrasti interni e con gli altri movimenti europeisti, ma anche a cercare di coordinare tutte le forze progressiste in funzione antigollista attraverso lo strumento del Fronte democratico per un’Europa federale e la strategia dell’elezione diretta del Pe, che sarà alla base della ritrovata influenza politica del Movimento nel decennio successivo.Après l’échec de la CED en 1954 et la tentative de redéfinir des stratégies et des alliances politiques, l’Union européenne des fédéralistes (UEF) connaît une période de crise profonde, dévoilant d’importants désaccords quant aux objectifs et aux actions à entreprendre ; et, partant, quant à son poids politique. Cela était en grande partie dû au contraste entre ses membres français et italiens : les premiers défendaient l’idée d’un fédéralisme infranational et intégral et étaient plutôt modérés, alors que les seconds poursuivaient un fédéralisme supranational et institutionnel, ainsi qu’une tendance fortement radicale. Ces derniers ont été guidés par Altiero Spinelli d’abord et ensuite par Mario Albertini, impliqués dans l’action du Congrès du peuple européen pour la convocation d’une assemblée constituante. La montée au pouvoir de De Gaulle a aggravé la situation, au point de paralyser complètement l’organisation ; pour remédier à sa faiblesse, elle se transforma, en 1959, en une organisation unitaire et centralisée : le MFE supranational. Le développement que connaîtra la situation politique interne française ainsi que les revirements de la politique européenne de De Gaulle (notamment entre 1962 et 1965), amenèrent le MFE non seulement à assainir de manière définitive les conflits à la fois internes au mouvement et avec les autres mouvements européistes, mais aussi à tenter d’assurer un rôle de coordination entre toutes les forces progressistes antigaullistes et ce, à travers le Front démocratique pour une Europe fédérale ; ainsi que par la stratégie de l’élection directe du Parlement européen, élément qui permettra au Mouvement de retrouver son influence politique, au cours de la décennie qui suivra.After the CED project was rejected in 1954 the European Union of Federalists (UEF) underwent a severe crisis, which left it unable to renew its political strategy and alliances, devoid of political unity about goals and actions, and consequently without political weight. This critical situation was due mostly to the clash between its French and Italian member-organizations: the former, supporting integral and infra-national federalism was, on the whole, politically moderate, the latter, under the leadership of Altiero Spinelli and Mario Albertini, advocated supranational and institutional federalism, was extremely radical, was committed to the European People’s Congress action, and aimed at summoning a European constituent assembly. De Gaulle’s rise to power worsened the crisis. In order to mend its political weakness and its decision-making paralysis, in 1959 UEF was reformed into a unified and centralized organization, named supranational-MFE (European Federalist Movement). The developments in the French political scenario and the changes in de Gaulle’s European politics between 1962 and 1965, urged MFE to permanently settle the conflicts between its internal factions and with other Europeanist movements. They also induced MFE to involve progressive political forces into a wide anti-gaullist and pro-European action, coordinating them through a Democratic Front for a Federal Europe and adopting the strategy of direct elections to the European Parliament, which will make possible for the MFE to restore its political influence in the following decade
Effects of axial torsion on sp carbon atomic nanowires
Ab-initio calculations within Density Functional Theory combined with
experimental Raman spectra on cluster-beam deposited pure carbon films provide
a consistent picture of sp-carbon chains stabilized by sp^3 or sp^2
terminations, the latter being sensitive to torsional strain. This unexplored
effect promises many exciting applications since it allows one to modify the
conductive states near the Fermi level and to switch on and off the on-chain
pi-electron magnetism.Comment: in print in Phys Rev Let
Influence of pre-fermentative addition of aqueous solution tannins extracted from oak wood (Quercus petraea) on the composition of Grillo wines
In this research, the chemical characterization of fxed and volatile compounds of two diferent tannins in aqueous solution (Pratiko® L-Harvest and L-Fruit) extracted from oak wood, has been studied. The infuence of the above tannins, at diferent concentrations, on the alcoholic fermentation kinetics and on the composition and sensorial characteristics of a white wine were then evaluated. The wines added tannins in aqueous solution compared to control wines showed signifcant diferences in fxed compounds (colloids, polyphenols and ellagitannins) and volatile compounds (phenolic aldehydes, volatile phenols, furanic and piranic compounds). The diferences of aqueous solution tannins extracted from oak wood were partly due to the drying/maturing and roasting methods used in barrel production. Alcoholic fermentation was partially facilitated by the addition of tannins in aqueous solution. The wines obtained showed a higher content of ethyl esters of medium-chain fatty acids (from 22 to 31%) and, in some cases, higher acetate alcohols (from 15 to 28%), relevant to the olfactory sensations provided to the wines. The tannins added to the must before fermentation also made it possible to obtain an additional supply of polyphenols (from 25 to 85%) able to induce more complex sensory profles in the wines, with increased persistent taste notes
Anisotropic complex refractive indices of atomically thin materials: determination of the optical constants of few-layer black phosphorus
In this work we briefly review the studies of the optical constants of
monolayer transition metal dichalcogenides and few layer black phosphorus, with
particular emphasis to the complex dielectric function and refractive index.
Specifically, we give an estimate of the complex index of refraction of
phosphorene and few-layer black phosphorus. We extracted the complex index of
refraction of this material from differential reflectance data reported in
literature by employing a constrained Kramers-Kronig analysis. Finally, we
studied the linear optical response of multilayer systems embedding phosphorene
by using the transfer matrix method.Comment: 11 pages, 3 figure
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