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    Tra estraneità e riconoscimento. Il sé e l' altro in Paul Ricoeur

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    2008/2009Il soggetto e la sua costitutiva e imprescindibile relazione - di appartenenza e di estraneità, di prossimità e di distanza - con l’alterità, nelle molteplici forme in cui essa si manifesta, sono al centro del presente lavoro di ricerca. L’«ermeneutica del sé» di Paul Ricoeur rappresenta un’articolazione di attuale vitalità di questo tema proprio in quanto rende conto della sua estrema complessità, senza eluderla in soluzioni rassicuranti, ma mantenendo le tensioni vive e produttive di sempre nuove interrogazioni e significazioni nel passaggio da un’opera a un’altra, nell’ambito della vasta produzione dell’autore. Il titolo dell’opera «Sé come un altro» (1990) condensa in modo emblematico il senso più profondo della concezione ricoeuriana di soggettività: la valenza non comparativa, ma esplicativa del «come» (se stesso «in quanto» altro) costituisce la base di un modo di pensare l’identità e il soggetto non più in termini di evidente autoposizione soggettiva di stampo cartesiano e moderno, ma secondo una prospettiva fenomenologico-ermeneutica, per la quale l’altro risulta implicato a un livello originario e profondo nel processo di costituzione del sé. La prospettiva risulta così spostata alla radice: l’appartenenza originaria del soggetto a se stesso, data quasi per scontata, si ribalta nell’estraneità di un io costitutivamente e originariamente decentrato da sé, la cui identità si trasforma nel «compito» lungo e faticoso del divenir cosciente, attraverso il riconoscimento in sé delle molteplici tracce dell’altro. Si tratta di un iter ermeneutico di riappropriazione di sé («l’ermeneutica del sé» appunto) nel mondo dei segni dell’altro nei suoi vari «volti» («figure dell’alterità»), interni ed esterni al soggetto: il linguaggio, le istituzioni e la morale di un determinato contesto storico-sociale, il tu delle relazioni interpersonali (l’intersoggettività), il passato, la coscienza, il corpo, l’inconscio, il mondo delle opere umane in generale considerate come un testo, il male. La ricerca mette in evidenza la centralità del tema del «riconoscimento» nella filosofia del soggetto di Paul Ricoeur, ripercorrendone le ricorrenze e individuandone le tracce (nel caso di riferimenti meno espliciti, latenti, ma rilevanti e anticipatori degli sviluppi successivi) all’interno della sua ampia e complessa opera, dai primi anni fino agli ultimi. Con questo studio si accoglie l’esortazione che Domenico Jervolino rivolge ai giovani studiosi di Ricoeur, con cui li incoraggia ad applicarsi nell’individuare le anticipazioni e le ricorrenze del «lessico del reconnaître e della reconnaissance» nelle opere di Ricoeur precedenti rispetto a «Percorsi del riconoscimento» (2005). Dal punto di vista metodologico, nella tesi si applica alle stesse opere di Ricoeur il metodo di indagine proposto dall’autore medesimo in «Percorsi del riconoscimento» volto a “rintracciare” il tema del riconoscimento, anche nelle sue forme latenti, nelle opere dei filosofi del passato, antichi e moderni. Attraverso l’esplorazione della vasta produzione dell’autore, la tesi mette in luce come sia possibile individuare all’interno di varie opere che precedono «Percorsi del riconoscimento» alcune emergenze significative e continuative del tema del riconoscimento (per la maggior parte ancora non prese in esame dalla letteratura critica), più latenti nelle prime, quali ad esempio alcuni saggi giovanili di Ricoeur degli anni ’50 raccolti in «À l’école de la phénoménologie», la «Filosofia della volontà» (in particolare: «Il volontario e l’involontario», 1950 e «Finitudine e colpa. 1 L’uomo fallibile», 1960), «Dell’interpretazione, saggio su Freud» (1965), e «Il Conflitto delle interpretazioni» (1969), più esplicite nelle più recenti, quali «Tempo e racconto» (I, II, III, 1983, ’84, ’85), «Sé come un altro» (1990), i vari testi riguardanti la giustizia, «Il Giusto» (1995), «Il Giusto 2» (2001), «Il giusto, la giustizia e i suoi fallimenti» (2004), «Amore e giustizia» (1990), «Il diritto di punire» (2002), «Ricordare, dimenticare, perdonare» (1998) e «La memoria, la storia, l’oblio» (2000); fino ad arrivare a «Percorsi del riconoscimento», opera in cui il riconoscimento diventa il tema centrale per eccellenza. Dalla ricerca emerge come il tema del riconoscimento rappresenti una sorta di filo conduttore costante nel percorso filosofico di Ricoeur (e non solo nell’ultima opera «Percorsi del riconoscimento») e un’efficace prospettiva da cui ricostruire una lettura integrale della sua concezione del soggetto (e dell’intersoggettività), che ne metta in evidenza l’evoluzione e ne saggi l’unità nel corso del tempo. Il lavoro, inoltre, mette in luce il ruolo rilevante che l’eredità hegeliana ha in questo senso (per il concetto di riconoscimento e di dialettica) nella concezione ricoeuriana di soggettività e intersoggettività; nel corso dello studio si mostra, in particolare, come l’approfondimento del concetto di riconoscimento in «Percorsi del riconoscimento» contribuisca ad arricchire anche la concezione del soggetto elaborata in «Sé come un altro» (l’«ermeneutica del sé») e nelle precedenti opere. Qui infatti la complessità del concetto risulta ampliata grazie anche all’estensione del riferimento al concetto hegeliano di riconoscimento dalla «Fenomenologia dello Spirito» agli scritti giovanili jenesi, interpretati e riattualizzati da Ricoeur attraverso il dialogo con il pensiero di Axel Honneth (con particolare riferimento all’opera «Lotta per il riconoscimento. Proposte per un’etica del conflitto», 1992). A questo proposito la tesi problematizza la legittimità dell’operazione di riattualizzazione di Hegel all’interno di un quadro filosofico (come quello ermeneutico di Ricoeur) che ha rinunciato al più ampio sistema speculativo del filosofo tedesco, facendo riferimento al testo (rilevante in merito) di Ludwig Siep, «Il riconoscimento come principio della filosofia pratica. Ricerche sulla filosofia dello spirito jenese di Hegel» (1979). La tesi che si sostiene nel presente lavoro di ricerca è che sia possibile una lettura (come quella ricoeuriana) riattualizzante Hegel, ma a condizione che si preservi una distanza visibile, una differenza di significato del termine riconoscimento nei due orizzonti teorici considerati (quello ermeneutico di Ricoeur e quello hegeliano del sapere assoluto), operazione che consente di conservare la ricchezza e le potenzialità del concetto, senza incorrere in una sua banalizzazione o in un suo appiattimento teoretico. Il titolo della presente tesi, «Tra estraneità e riconoscimento. Il sé e l’altro in Paul Ricoeur», oltre a rappresentare il moto oscillatorio perenne costitutivo dell’identità soggettiva, intende porre l’enfasi sulla dimensione del «tra» (il sé e l’alterità), inteso come spazio di articolazione e condizione stessa del processo del riconoscimento. Il «tra» è anche lo spazio della «dissimmetria originaria», attraverso la quale si manifesta l’estraneità (interna ed esterna al soggetto) e la «distanza» incolmabile e costitutiva del rapporto del sé con l’altro. Nella tesi si propone un’interpetazione del percorso filosofico di Ricoeur che mette al centro l’idea di «giusta distanza» (nella dialettica sé-altro; proprio-estraneo), concetto ricorrente e ripreso con sfumature diverse dal filosofo all’interno delle sue molteplici opere (nell’idea di «giusta memoria», di «giusto amore di sé e degli altri», di «giusto» come equo prodotto della «phronesis» che media la distanza tra l’universale della norma e il particolare del caso singolo). Secondo questa lettura, l’idea di «giusta distanza» racchiude il nucleo essenziale del concetto ricoeuriano di mutuo riconoscimento, di cui sono paradigmatici il fenomeno del dono e della traduzione. Il mutuo riconoscimento non annulla l’alterità, ma la preserva nella giusta distanza (da calibrare «in situazione», analogamente al concetto aristotelico di «phronesis»), appunto, della relazione «gratuita» tra il sé e l’altro (che non è mai fusionalità) propria della logica del dono e nel rispetto della differenza propria dell’«etica dell’ospitalità». È proprio a partire dal fenomeno del dono e della traduzione che Ricoeur elabora un modello di etica della «prossimità universale» di ispirazione kantiana fondata sul mutuo riconoscimento, che è al centro dell’ultimo capitolo della tesi. A tal proposito la ricerca mette in evidenza la potenzialità etica della filosofia teoretica di Ricoeur e l’attualità del tema del riconoscimento per la filosofia pratica e politica contemporanea.XXII Cicl

    Color polymorphism in organic crystals

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    Colour polymorphism is a rare phenomenon that occurs when a compound possesses packing or conformational polymorphs of different colours. Here the authors review representative chemical systems that display colour polymorphism and explore the origins of this property

    Molecular Mechanism of the Piezoelectric Response in the β-Phase PVDF Crystals Interpreted by Periodic Boundary Conditions DFT Calculations

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    A theoretical approach based on Periodic Boundary Conditions (PBC) and a Linear Combination of Atomic Orbitals (LCAO) in the framework of the density functional theory (DFT) is used to investigate the molecular mechanism that rules the piezoelectric behavior of poly(vinylidene fluoride) (PVDF) polymer in the crystalline beta-phase. We present several computational tests highlighting the peculiar electrostatic potential energy landscape the polymer chains feel when they change their orientation by a rigid rotation in the lattice cell. We demonstrate that a rotation of the permanent dipole through chain rotation has a rather low energy cost and leads to a lattice relaxation. This justifies the macroscopic strain observed when the material is subjected to an electric field. Moreover, we investigate the effect on the molecular geometry of the expansion of the lattice parameters in the (a, b) plane, proving that the rotation of the dipole can take place spontaneously under mechanical deformation. By band deconvolution of the IR and Raman spectra of a PVDF film with a high content of beta-phase, we provide the experimental phonon wavenumbers and relative band intensities, which we compare against the predictions from DFT calculations. This analysis shows the reliability of the LCAO approach, as implemented in the CRYSTAL software, for calculating the vibrational spectra. Finally, we investigate how the IR/Raman spectra evolve as a function of inter-chain distance, moving towards the isolated chain limit and to the limit of a single crystal slab. The results show the relevance of the inter-molecular interactions on the vibrational dynamics and on the electro-optical features ruling the intensity pattern of the vibrational spectra

    Evaluating Semantic Knowledge Through a Semantic Association Task in Individuals With Dementia

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    Conceptual knowledge is supported by multiple semantic systems that are specialized for the analysis of different properties associated with object concepts. Various types of semantic association between concrete concepts—categorical (CA), encyclopedic (EA), functional (FA), and visual-encyclopedic (VEA) associations—were tested through a new picture-to-picture matching task (semantic association task, SAT). Forty individuals with Alzheimer's disease (AD), 13 with behavioral variant of frontotemporal dementia (bv-FTD), 6 with primary progressive aphasia (PPA), and 37 healthy participants were tested with the SAT. Within-group comparisons highlighted a global impairment of all types of semantic association in bv-FTD individuals but a disproportionate impairment of EA and FA, with relative sparing of CA and VEA, in AD individuals. Single-case analyses detected dissociations in all dementia groups. Conceptual knowledge can be selectively impaired in various types of neurodegenerative disease on the basis of the specific cognitive process that is disrupted

    Molecular and electronic structure investigation of encapsulated polytiophenes

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    Insulated molecular wires (IMWs) are expected to be applied to various optoelectronic applications due to their unique photophysical, electronic, and mechanical properties which originate from the absence of -stacking.[1] Kazunori et al have succeeded in the synthesis of a self-threading polythiophene with a polyrotaxane-like 3D architecture (PSTB, see Figure 1a), for which an intrawire hole mobility of 0.9 cm2 V−1 s−1 has been measured.[2] In this study we aim to evaluate for the first time the extension of the -conjugation in encapsulated polythiophenes. A comparison between the experimental Raman spectra of the self-threading PSTB polymer with their correspondent oligomers (i.e. 2STB-5STB) suggests that the effective conjugation length in the polymer is longer than five monomer units. Whether the effective conjugation length of the polymer is better described by using the long oligomer extrapolation approach or periodic DFT calculations of the polymer is discussed in detailed by exploiting the very recent potentialities of state-of-the-art quantum chemical simulations of vibrational properties for crystalline solids.Universidad de Málaga. Campus de Excelencia Internacional Andalucía Tec

    Visible light 3D printing with epoxidized vegetable oils

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    Stereolithography is a 3D printing technique in which a liquid monomer is photopolymerized to produce a solid object. The most widely used materials usually belong to the family of acrylate monomers, and photopolymerization occurs through a radical pathway. Photoinitiators can absorb UV or (less often) visible light, producing radicals for direct decomposition or hydrogen abstraction. Due to the toxicity of acrylates, vegetable oil-derived monomers were used in this study. In fact, vegetable oils contain unsaturations, and thus, they can be exploited as monomers. In particular, linseed oil, tung oil or edible oils (soybean, sunflower or corn) could be good candidates as raw materials. Unfortunately, the photoinduced radical polymerization of these oils either does not occur or is too slow for 3D printing applications. For this reason, the oils were modified as epoxides. Epoxides are monomers that are more reactive than natural oils, and they can be polymerized via a cationic mechanism. The aim of this work was to exploit visible light generated by a common digital projector (like those used in classrooms) as a light source. Since the tested photoacid generators working under visible light are ineffective for the polymerization of epoxidized oils, a multi-component photo-initiating mixture was used

    Anthracene/tetracene cocrystals as novel fluorophores in thin-film luminescent solar concentrators

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    Efficient thin-film luminescent solar concentrators (LSCs) were fabricated using tetracene-doped anthracene cocrystals as novel fluorescent systems dispersed in a poly(methyl methacrylate) matrix. The LSC device efficiency ηLSC was found to reach 2.50%, with an optical efficiency ηopt in excess of 23% and a concentration factor C of 0.83%

    Insights into the safety and versatility of 4D printed intravesical drug delivery systems

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    This paper focuses on recent advancements in the development of 4D printed drug delivery systems (DDSs) for the intravesical administration of drugs. By coupling the effectiveness of local treatments with major compliance and long-lasting performance, they would represent a promising innovation for the current treatment of bladder pathologies. Being based on a shape-memory pharmaceutical-grade polyvinyl alcohol (PVA), these DDSs are manufactured in a bulky shape, can be programmed to take on a collapsed one suitable for insertion into a catheter and re-expand inside the target organ, following exposure to biological fluids at body temperature, while releasing their content. The biocompatibility of prototypes made of PVAs of different molecular weight, either uncoated or coated with Eudragit®-based formulations, was assessed by excluding relevant in vitro toxicity and inflammatory response using bladder cancer and human monocytic cell lines. Moreover, the feasibility of a novel configuration was preliminarily investigated, targeting the development of prototypes provided with inner reservoirs to be filled with different drug-containing formulations. Samples entailing two cavities, filled during the printing process, were successfully fabricated and showed, in simulated urine at body temperature, potential for controlled release, while maintaining the ability to recover about 70% of their original shape within 3 min
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