3 research outputs found
Fattori di crescita e cellule staminali
La personalizzazione delle più moderne strategie di riabilitazione visiva è in grado di ottimizzare l’utilizzo del residuo visivo e/o delle capacità sensoriali non visive in un crescente numero di pazienti, realizzando un reale miglioramento della loro qualità di vita. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti affetti da patologie oculari invalidanti o potenzialmente tali richiedono informazioni su possibili terapie in grado di farli tornare a vedere riferendosi, in particolare, alle cellule staminali ed a fattori di crescita quali, il fattore di crescita della cellula nervosa o Nerve Growth Factor (NGF) identificato da Rita Levi Montalcini negli Anni ‘50. I fattori di crescita sono proteine con molteplici funzioni di omeostasi tessutale tra cui la proliferazione, il differenziamento e la maturazione cellulare. Numerosi studi sperimentali sono in corso per valutare le potenzialità terapeutiche dei diversi fattori di crescita e per inquadrare il loro ruolo nella gestione dei pazienti con patologie disabilitanti le funzioni visive. Le cellule staminali sono cellule non mature e non specializzate, caratterizzate dalle capacità di auto-rinnovamento e di differenziamento eterogeneo (pluripotenza). L’auto-rinnovamento è la possibilità di compiere un numero illimitato di cicli replicativi mantenendo sempre il medesimo stadio differenziativo. La “potenza” è la capacità di generare una o più linee cellulari tramite il differenziamento. All'interno di quest’ultimo concetto è includibile anche quello di trans-differenziamento, cioè la capacità di una cellula staminale in fase di differenziamento di cambiare la propria linea cellulare modificando il suo programma di sviluppo. Il trans-differenziamento, evidenziato finora solo in animali da esperimento, permette a cellule staminali mesenchimali adulte o Mesenchimal Stem Cells (MSCs) di differenziarsi in cellule molto specifiche (come neuroni, cellule epiteliali, tipi cellulari ectodermici o endodermici) saltando da un cammino differenziativo ad un altro.
Le tematiche riguardanti la “cura degli occhi” mediante fattori di crescita e cellule staminali devono essere affrontate in maniera del tutto diversa in relazione ai differenti tessuti oculari coinvolti dalla patologia causa di minorazione visiva. In base all’eterogenea derivazione embriogenetica delle diverse strutture oculari, sono distinguibili due principali ambiti applicativi: i. patologie del segmento anteriore, con particolare riferimento a quelle coinvolgenti le strutture corneali, quali l’epitelio (che origina dall’ectoderma), lo stroma (che origina dalla superficie anteriore della capsula di mesenchima indifferenziato che circonda il calice ottico) e l’endotelio (che origina da cellule della cresta neurale); ii. patologie del segmento posteriore, con particolare riferimento a quelle della retina / nervo ottico e dell’epitelio pigmentato retinico (EPR) che, rispettivamente, originano dalle pareti neuro-ectodermiche interna ed esterna dei calici ottici, derivanti dal tratto cefalico del tubo neurale come parti integranti del sistema nervoso centrale in formazione
Cognitive experience of oral cancer among young people of Sapienza University of Rome
Aims: the aim of this study was to analyse the awareness of oral cancer among young adults in the city of Rome.
Materials and methods: during the orientation period for new graduates students, or “Porte aperte“, organised by the Sapienza University of Rome in July 2009 and 2010, a survey among young people regarding their knowledge on the risk factors, the importance of early diagnosis, and the methods for primary and secondary prevention of oral cancer was conducted. A total of 1125 questionnaires were administered to subjects who agreed to respond to assess the level of knowledge of
the disease.
Results: only 45.3% of the sample population was aware of the existence of oral cancer; among these individuals, 36.9% did not perceive seriousness of the malignancy.
High school students who attended a scientific high school knew the risk factors better than the students who attended classical and technical high school.
Conclusions: rigorous educational programs along with diagnostic strategies promise to reduce the burden of oral cancer. The data obtained from this study highlight the need to increase health education, especially among young people in humanistic or technical high schools and universities (Classical High School, Technical
Institutes, Faculty of Letters, Faculty of Law) where there is a lack of knowledge concerning oral cancer prevention
Ruthenium-106 eye plaque brachytherapy in the conservative treatment of uveal melanoma: a mono-institutional experience.
BACKGROUND: Traditional treatment for uveal melanoma is the enucleation of the eye with outcomes cosmetically unacceptable and loss of useful vision. Plaque brachytherapy, compared to enucleation, had the advantage to preserve the eye with outcomes cosmetically acceptable and preservation of vision.
PATIENTS AND METHODS: From July 1990 to December 2009 one hundred forty-two (142) patients (51 males and 91 females) with small to medium uveal melanoma were treated with 106Ru plaque brachytherapy. The patients underwent a complete staging before brachytherapy with indirect ophthalmoscopy and ultrasounds. Mean tumour thickness was 3.26 mm (1.6-6 mm). The dose scheduled was 80-100 Gy to the apex with a maximum dose of 800 Gy to the sclera.
RESULTS: One hundred forty-two have been treated, nine patients had lost the follow-up and drop out; 133 patients were assessed. Mean follow-up was 7.7 years (6 months-18 years). The overall survival at 5, 10 and 15 years was 92%, 85% and 78% respectively. Cancer fee survival was 95%, 90% and 83%, respectively at 5, 10 and 15 year. Radiation-induced toxicity was represented in 47 patients with a 5 year actuarial survival rate free from complications of 54%.
CONCLUSIONS: 106Ru plaque brachytherapy is a valid approach for treatment of uveal melanoma. This technique is efficacy and safe, with a low toxicity profile