117 research outputs found

    Il Tempietto di Bramante nel monastero di San Pietro in Montorio

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    Il volume raccoglie una serie di nuovi contributi di alcuni tra i maggiori studiosi del tema. Inoltre è corredato dall’edizione dell’intero corpus documentario sul monastero di San Pietro in Montorio e da un ampio atlante iconografico comprendente, tra l'altro, un rilievo architettonico completo del Tempietto di Bramante e dell'intero complesso monastico, oltre a numerose immagini fotografiche relative all'ultimo restauro, svolto dall'Istituto del Patrimonio Històrico Español e dall'Istituto Centrale del Restauro.The volume collects a series of new contributions by some of the major scholars on the subject. Moreover, it is accompanied by the edition of the entire documentary corpus on the monastery of San Pietro in Montorio and by an extensive iconographic atlas including, among other things, a complete architectural survey of the Tempietto di Bramante and of the entire monastery, as well as numerous photos relating to the latest restoration, carried out by the Istituto del Patrimonio Històrico Español and the Istituto Centrale del Restauro

    Alla ricerca della modernità. La monarchia dei Re Cattolici nella Roma del Rinascimento

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    Il saggio propone una riflessione sul rapporto tra identità nazionale e produzione artistica messa in atto a Roma tra la seconda metà del XV e i primi anni del XVI secolo, dalla numerosa comunità spagnola residente. Sono descritte alcune delle numerose iniziative che testimoniano l’esigenza degli esponenti della nascente diplomazia di confrontarsi con il nuovo linguaggio dell’arte rinascimentale e con i princìpi architettonici della cultura umanistica per esprimere valenze sociali e politiche della monarchia ispanica sulla scena internazionale della Curia romana.The essay proposes a reflection on the relationship between national identity and artistic production implemented in Rome between the second half of the 15th and the first years of the 16th century by the large resident Spanish community. Some of the many initiatives are described that testify to the need of the exponents of the nascent diplomacy to confront the new language of Renaissance art and the architectural principles of humanistic culture in order to express social and political values of the Hispanic monarchy on the international stage of the Roman Curia

    «Fu inventione di Bramante». Il Tempietto nel primo chiostro del monastero di San Pietro in Montorio

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    Il Tempietto di Bramante è stato rappresentato, riprodotto, studiato come oggetto in sé concluso e avulso dal monastero in cui è stato incluso, pur denso di stratificazioni e significati. Tale limite di indagine è dipeso in parte dall’assenza di un rilievo scientifico del monumento e del tessuto che lo comprende, indispensabile per leggere i reciproci nessi. Mettere a punto questo strumento di analisi ha permesso di conoscere meglio la morfologia dell’oggetto e dunque di studiare le singole soluzioni adottate, ma anche di approfondire l’iter progettuale seguito da Bramante, dal disegno alla realizzazione. Allo stesso tempo si è potuta svolgere una rilettura del Tempietto in connessione con lo spazio circostante e apprezzarne pienamente la singolarità proprio nelle scelte tese al superamento dei condizionamenti imposti dalle preesistenze.Bramante's Tempietto has been represented, reproduced and studied as an object in itself, concluded and detached from the monastery in which it was included, even though it is rich in stratifications and meanings. This limitation of the investigation is partly due to the absence of a scientific survey of the monument and the fabric that includes it, which is indispensable for reading the reciprocal connections. Developing this analytical tool has made it possible to gain a better understanding of the morphology of the object and thus to study the individual solutions adopted, but also to study in depth the design process followed by Bramante, from drawing to construction. At the same time, it was possible to re-read the Tempietto in connection with the surrounding space and fully appreciate its uniqueness in the choices made to overcome the constraints imposed by the pre-existing structures

    Construcciones para diferentes destinos. C. Arco triunfal para la entrada de Carlos V en Roma

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    Il contributo esamina dettagliatamente studi di Giovan Francesco da Sangallo per un arco di trionfo finora non identificato (1536, per l'ingresso di Carlo V in piazza San Marco?) e per un arco con ordine rustico che riprende elementi della romana Porta Maggiore

    El palacio del embajador Jerónimo Vich y las relaciones italo españolas en la Valencia de primero cuarto del siglo XVI

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    El palacio del embajador de los Reyes Católicos y Carlos V ante la Santa Sede de Roma don Jerónimo de Vich (ca. 1507-1520) constituye uno de los más interesantes ejemplos de la arquitectura del Renacimiento en Valencia, así como uno de los mejores exponentes de los hábitos hispanos de la época, entrecruzando elementos importados de Italia y estructuras vernáculas. No obstante las más recientes aportaciones críticas, es mucho todavía lo que se ignora de este edificio parcialmente desaparecido. Por ello fue aconsejable emprender una investigación sobre el mismo, que debería lógicamente realizarse en dos frentes, el de el medio valenciano donde se erigió la fábrica, y el medio romano de donde saldría el proyecto de su patio y se encargaría los materiales que se emplearon en la construcción del mismo

    La Spagna si affaccia su Roma. S. Pietro in Montorio

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    Il saggio approfondisce la storia delle vicende architettoniche del complesso monumentale di San Pietro in Montorio dal XV secolo ad oggi. Si esamina il progetto per il tempietto, attribuito da Serlio a Bramante, e si pubblicano alcuni disegni inediti del XIX secolo con ipotesi ricostruttive del cortile circolare intorno al sacello, rimasto irrealizzato

    Veduta di Roma post 1538

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    Il contributo descrive in dettaglio le modalità di rappresentazione utilizzate nella Veduta di Roma delineata da anonimo dopo il 1538 su un perduto prototipo dell'ultimo quarto del XV secolo riferito al pittore fiorentino Francesco Rosselli, autore di panorami di città

    San Pietro in Montorio. Vicende architettoniche tra Quattro e Cinquecento

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    Il saggio evidenzia i momenti più significativi del complesso iter progettuale e costruttivo della chiesa di San Pietro in Montorio. E' discussa anche la questione attributiva, alla luce delle più recenti ipotesi avanzate dalla storiografia storico-architettonica

    San Pietro in Montorio: la chiesa dei Re Cattolici a Roma

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    La chiesa di San Pietro in Montorio occupa un posto di assoluto rilievo tra gli edifici religiosi di Roma nel XV secolo, per novità delle soluzioni architettoniche e decorative (felice esempio di dialogo tra influssi diversi), per l’autorevolezza della committenza (i sovrani di Spagna e, in parte, di Francia), per la storia del sito (tradizionalmente legata al martirio dell’apostolo). L’iter progettuale che ha prodotto l'opera è assai complesso, in un ambiente popolato da attori con ruoli, interessi e obiettivi differenti. La progressiva messa a fuoco di questo ambiente lascia scoprire una inaspettata centralità del luogo, tanto più sorprendente se si considera il suo isolamento (allora come oggi) rispetto alla città. Una centralità nuova non solo nel panorama della storia dell’architettura ma anche in quello della storia sociale. Nello stesso tempo la chiesa di San Pietro in Montorio è, pur nella sua peculiarità, un esempio tipico delle consuetudini progettuali e costruttive del Quattrocento romano. Un episodio emblematico anche rispetto alla questione attributiva che, come nella quasi totalità degli esempi ad esso contemporanei, resta irrisolta. Valutazioni stilistiche e comparative conducono ad individuare una influenza urbinate e un probabile progetto di Baccio Pontelli (attivo a Roma nel 1482-1483 e, saltuariamente, fino al 1492), già dubitativamente riferito da Giorgio Vasari, considerando però decisivi gli apporti delle maestranze coinvolte, come spesso accade nel periodo esaminato e anche quando la realizzazione si protrae a lungo nel tempo: la cronologia della fabbrica occupa infatti quasi interamente l’ultimo trentennio del XV secolo a causa di numerose interruzioni e cambiamenti di programma

    Michelangelo tra singolarità e norma. Le ragioni di nuovi rilievi architettonici della Sagrestia Nuova e della Biblioteca Laurenziana

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    Nonostante la grande attenzione e i numerosi studi, anche recenti, dedicati alla Sagrestia Nuova e alla Biblioteca Laurenziana, per queste importanti opere fiorentine di Michelangelo mancavano rilievi scientifici capaci, al di là della rappresentazione generale e dell’esame di dettaglio, di fornire una lettura adeguata del complesso sistema dell’ordine architettonico e soprattutto di evidenziare, attraversando gli spessori murari, le corrispondenze tra spazi interni ed esterni. Il riesame dei principali rilievi ‘storici’ e la ricostruzione delle condizioni peculiari in cui sono stati realizzati ha indicato diversi limiti nella restituzione delle due architetture e, di conseguenza, in alcuni orientamenti storiografici basati su tali letture. Il contributo illustra i principali obiettivi della ricerca in corso anche con riferimento al vasto ambito della storia della rappresentazione dell’architettura che vede, nei primi decenni del XVI secolo, la definizione del disegno architettonico, medium tra la realtà tridimensionale e l’astrazione grafica bidimensionale, nelle diverse declinazioni e utilizzazioni ancora oggi correnti.Despite the great attention and the numerous studies, even recent ones, dedicated to the New Sacristy and to the Laurentian Library, for these important Michelangelo’s Florentine works there was a lack of surveys able - beyond the general representation and the examination of details - to provide an adequate reading of the complex system of the architectural order and above all to highlight, through the wall thicknesses, the correspondences between internal and external spaces. The re-examination of the main ‘historical’ surveys and the reconstruction of the peculiar conditions in which they were carried out has indicated several limits in the restitution of the two architectures and, consequently, in some historiographic orientations based on such readings. The present paper illustrates the main objectives of the research in progress, also with reference to the vast field of the history of the representation of architecture that sees, in the first decades of the Sixteenth century, the definition of the architectural drawing, medium between the three-dimensional reality and the two-dimensional graphic abstraction, in the different declinations and uses still current today
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