14 research outputs found

    How Camillo Golgi became "the Golgi"

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    On April 1898 Camillo Golgi communicated to the Medical-Surgical Society of Pavia, the discovery of the "internal reticular apparatus", a novel intracellular organelle which he observed in nerve cells with the silver impregnation he had introduced for the staining of the nervous system. Soon after the discovery it became evident that this cellular component, which was also named the "Golgi apparatus", was a ubiquitous structure in eukaryotic cells. However the reality of the organelle was questioned for years and many cytologists considered the internal reticular apparatus as an artefact due to the fixation and/or metallic impregnation procedure. The controversy was finally solved in the mid-1950s by electron microscopy when the Golgi apparatus definitely acquired its dignity of being a genuine cell organelle. The designation of "Golgi complex" entered officially in the literature in 1956. Both the terms Golgi apparatus and Golgi complex are currently interchangeable. However a quick "the Golgi" and the introduction of Golgi in adjectival form are now prevalent in the blooming scientific literature on the organelle. Thus Camillo Golgi underwent his final transformation and, becoming the eponym of the organelle he had discovered, he found a way to immortality. © 2009 Federation of European Biochemical Societies

    Morphological and Chemical Investigation of Ovarian Structures in a Bovine Model by Contrast-Enhanced X-ray Imaging and Microscopy

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    An improved understanding of an ovary’s structures is highly desirable to support advances in folliculogenesis knowledge and reproductive medicine, with particular attention to fertility preservation options for prepubertal girls with malignant tumors. Although currently the golden standard for structural analysis is provided by combining histological sections, staining, and visible 2D microscopic inspection, synchrotron radiation phase-contrast microtomography is becoming a new challenge for three-dimensional studies at micrometric resolution. To this aim, the proper use of contrast agents can improve the visualization of internal structures in ovary tissues, which normally present a low radiopacity. In this study, we report a comparison of four staining protocols, based on iodine or tungsten containing agents, applied to bovine ovarian tissues fixed in Bouin’s solution. The microtomography (microCT) analyses at two synchrotron facilities under different set-ups were performed at different energies in order to maximize the image contrast. While tungsten-based agents allow large structures to be well identified, Iodine ones better highlight smaller features, especially when acquired above the K-edge energy of the specific metal. Further scans performed at lower energy where the setup was optimized for overall quality and sensitivity from phase-contrast still provided highly resolved visualization of follicular and intrafollicular structures at different maturation stages, independent of the staining protocol. The analyses were complemented by X-ray Fluorescence mapping on 2D sections, showing that the tungsten-based agent has a higher penetration in this type of tissues

    Analysis of Non-Structural Carbohydrates and Xylem Anatomy of Leaf Petioles Offers New Insights in the Drought Response of Two Grapevine Cultivars

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    In grapevine, the anatomy of xylem conduits and the non-structural carbohydrates (NSCs) content of the associated living parenchyma are expected to influence water transport under water limitation. In fact, both NSC and xylem features play a role in plant recovery from drought stress. We evaluated these traits in petioles of Cabernet Sauvignon (CS) and Syrah (SY) cultivars during water stress (WS) and recovery. In CS, the stress response was associated to NSC consumption, supporting the hypothesis that starch mobilization is related to an increased supply of maltose and sucrose, putatively involved in drought stress responses at the xylem level. In contrast, in SY, the WS-induced increase in the latter soluble NSCs was maintained even 2 days after re-watering, suggesting a different pattern of utilization of NSC resources. Interestingly, the anatomical analysis revealed that conduits are constitutively wider in SY in well-watered (WW) plants, and that water stress led to the production of narrower conduits only in this cultivar

    Golgi, architetto del cervello

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    La mostra presenta temi che si svilupparono a partire dalle ricerche di Golgi negli anni di attività a Pavia presso l’Istituto di Patologia Generale dell’Università: le origini delle neuroscienze, la biologia strutturale della cellula, le ricerche sulla malaria e le prime fasi di sviluppo dell’infettivologia. Le scoperte dello scienziato in questi campi rappresentano dei capisaldi delle scienze mediche, tanto che ancora oggi portano il suo nome: l’apparato di Golgi, componente fondamentale della cellula; il ciclo di Golgi, che descrive lo sviluppo nel sangue del microrganismo che provoca la malaria; la reazione nera – o metodo di Golgi – tecnica istologica ideata dallo scienziato che permise di osservare la fine struttura del sistema nervoso centrale, presupposto indispensabile per i successivi sviluppi delle neuroscienze

    Monitoraggio delle acque superficiali consortili: rapporto finale delle attivit\ue0\ua0 (gennaio2006-giugno2006) - Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta

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    La nuova convenzione stipulata tra l\u2019Universit\ue0 degli Studi di Padova e il Consorzio di Bonifica Bacchiglione Brenta il 28-04-2006 prosegue e completa l\u2019attivit\ue0 di ricerca iniziata nell\u2019aprile del 2003 con la prima convenzione di ricerca. Nel presente rapporto verr\ue0 illustrata anche l\u2019attivit\ue0 di monitoraggio eseguita nel periodo maggio 2004-dicembre 2005 dal Laboratorio di Analisi dei Sistemi Ambientali del Dipartimento di Processi Chimici dell\u2019Ingegneria dell\u2019Universit\ue0 di Padova, che ha proseguito l\u2019attivit\ue0 di monitoraggio anche in assenza di una convenzione stipulata per tale periodo. Con la nuova convenzione della durata di 18 mesi si vuole migliorare: \u2022 lo studio della qualit\ue0 delle acque dei due canali principali del Consorzio di Bonifica Bacchiglione-Brenta utilizzando le informazioni ottenute nella prima parte della ricerca; \u2022 le stime dei carichi defluiti in Laguna di Venezia attraverso i dati forniti dal nuovissimo ed efficiente sistema di telecontrollo, che permette di stimare i volumi giornalieri defluiti dai singoli impianti idrovori; \u2022 la comprensione delle dinamiche del rilascio dei nutrienti dal Canale Schilla, presso l\u2019Idrovora di S. Margherita, in diversi regimi idraulici attraverso l\u2019utilizzo di un modernissimo campionatore automatico refrigerato Sigma 900. Nel presente rapporto verranno illustrati in sintesi tutti i risultati ottenuti sia in termini di qualit\ue0 delle acque, sia in termini di stime dei volumi e dei carichi defluiti in Laguna di Venezia da aprile 2003 a giugno 2006

    Monitoraggio delle acque superficiali consortili: rapporto finale delle attivit\ue0\ua0 (giugno 2006-giugno 2007)- Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione

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    La nuova convenzione di ricerca stipulata tra Universit\ue0 di Padova e Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione a giugno 2006 si pu\uf2 dividere in quattro capitoli: Monitoraggio della acque superficiali: \ue8 stata monitorata la qualit\ue0 delle acque di 21 stazioni inserite in quattro progetti specifici: Progetto 1 Incremento dell\u2019invaso e capacit\ue0 autodepurativa colli di Galzignano e di Arqu\ue0 Petrarca (4 stazioni); Progetto 2 Progetto per la migliore gestione irrigua (10 stazioni); Progetto 3 Completamento delle opere per l\u2019autodepurazione nei canali Desturo di Monselice e Monselesana (5 stazioni); Progetto 4 Completamento ricalibratura e sostegni Barbegara, Rebosola, S. Silvestro (4 stazioni). Monitoraggio dell\u2019area umida di Ca\u2019 di Mezzo: sono state effettuate prove di piantumazione di Phragmites australis in zone dell\u2019area umida nelle quali la pianta non ha attecchito, la mappatura della vegetazione di tutta l\u2019area umida, la stima della capacit\ue0 di rimozione dei nutrienti da parte del canneto e la stesura di un protocollo per l\u2019utilizzo del tracciante Rodammina WT seguito da prove preliminari di stima dei tempi di residenza. Nel presente rapporto viene presentato il protocollo per l\u2019utilizzo della Rodammina WT nelle vasche 2 e 3 dell\u2019area umida di Ca\u2019 di Mezzo e la prova preliminare effettuata con il tracciante a maggio 2006. I risultati completi del monitoraggio sono ancora in fase di elaborazione. Monitoraggio del canale Desturo di Monselice: sono stati prelevati campioni di sedimenti del canale Desturo di Monselice nei tratti pi\uf9 compromessi dello stesso. I campioni sono stati raccolti a partire dal tratto di canale precedente il quartiere Marco Polo di Moselice fino a valle dell\u2019impianto di fitodepurazione di Monselice. Nel presente rapporto vengono illustrate le generalit\ue0 del campionamento e l\u2019identificazione delle stazioni di campionamento. I risultati completi del monitoraggio sono ancora in fase di elaborazione. Monitoraggio dell\u2019idrovora di Ca\u2019 Bianca di Chioggia: sono stati elaborati i dati del monitoraggi effettuato attraverso un campionatore automatico nella stazione di Ca\u2019 Bianca di Chioggia da novembre 2002 sino a luglio 2004. L\u2019Idrovora di Ca\u2019 Bianca \ue8 una delle \u201cinterfacce\u201d fra la Laguna di Venezia e le acque di scolo dei territori che vi si affacciano risulta quindi uno dei punti \u201cstrategici\u201d per il monitoraggio delle acque sversate nella medesima. L\u2019intento \ue8 stato quello di stimare i quantitativi di nutrienti sversati nella laguna di Venezia dal sottobacino scolante afferente all\u2019Idrovora di Ca\u2019 Bianca del comprensorio di Bonifica Adige Bacchiglione , confrontarli con un database quindicinale dal 1995 ad oggi relativo a Ca\u2019 Bianca

    Ferruginous bodies resolved by synchrotron XRF in a dog with peritoneal malignant mesothelioma

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    Mesothelioma is a malignant tumor mainly correlated to occupational asbestos exposure. Rare reports describe its occurrence also in animals, mainly linked to asbestos in the environment. Asbestos exposure is demonstrated by the appearance of characteristic histological hallmarks: asbestos containing ferruginous bodies that are iron-based structures forming around fibers and also other dust particles. Here we present a clinical case of a suspect of mesothelioma in the peritoneum of a dog with parallel histological observation of ferruginous bodies. To possibly correlate the dog tumor to environmental exposure, we performed Xray fluorescence (XRF) analyses at two different synchrotrons to resolve the ferruginous bodies\u2019 composition. While the histological examination diagnoses a tubulo-papillary mesothelioma, the XRF analyses show that ferruginous bodies contain Si particles, resembling formations of exogenous origin; however, the morphology is unlikely that of asbestos fibers. We speculate that the peritoneal mesothelioma of this dog could be related to environmental exposure to non-asbestos material

    The interaction of asbestos and iron in lung tissue revealed by synchrotron-based scanning X-ray microscopy

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    International audienceAsbestos is a potent carcinogen associated with malignant mesothelioma and lung cancer but its carcinogenic mechanisms are still poorly understood. Asbestos toxicity is ascribed to its particular physico-chemical characteristics, and one of them is the presence of and ability to adsorb iron, which may cause an alteration of iron homeostasis in the tissue. This observational study reports a combination of advanced synchrotron-based X-ray imaging and micro-spectroscopic methods that provide correlative morphological and chemical information for shedding light on iron mobilization features during asbestos permanence in lung tissue. The results show that the processes responsible for the unusual distribution of iron at different stages of interaction with the fibres also involve calcium, phosphorus and magnesium. It has been confirmed that the dominant iron form present in asbestos bodies is ferritin, while the concurrent presence of haematite suggests alteration of iron chemistry during asbestos body permanenc
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