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    La colecistectomia laparoscopica nel paziente uremico

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    Nel presente studio vengono valutati i vantaggi della colecistectomia videolaparoscopica (VLC) eseguita in due pazienti uremici affetti da calcolosi della colecisti. Dal gennaio al luglio 2004, di 27 pazienti affetti da calcolosi della colecisti 15 sono stati sottoposti a VLC, delle quali 4 sono convertite. Due dei pazienti sottoposti a VLC erano in trattamento dialitico: una donna di 42 anni, sintomatica, affetta anche da iperparatiroidismo primitivo e da iperaldosteronismo primitivo, e un uomo di 55 anni, asintomatico, in lista per il trapianto renale. Non sono state osservate complicanze maggiori e minori ed entrambi i pazienti sono stati dimessi in IV giornata postoperatoria. Anche nei pazienti uremici la VLC deve essere il gold standard per il trattamento della calcolosi della colecisti sintomatica o non

    Associazione tra patologia tiroidea e paratiroidea

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    L’associazione tra patologie tiroidee e paratiroidee è ben nota nel quadro delle MEN, la ritroviamo però anche in scenari non sindromici. Nel nostro studio sono stati presi in considerazione questi ultimi. Tra il 2003 e il 2008, nella nostra U.O.C. sono stati sottoposti ad intervento chirurgico di paratiroidectomia 61 pazienti, tra cui 13 affetti da IPT primitivo, 41 da IPT secondario e 7 da IPT terziario. In 26 casi di questi è stata effettuata anche tiroidectomia totale per tireopatia concomitante. Il 31% dei nostri pazienti con IPT primitivo aveva associata una tireopatia. In letteratura, a tal proposito, vi è una corrispondenza tra i dati dei vari autori (Keus, Masatsugu). L’associazione tra IPT primitivo e carcinoma tiroideo è invece discordante. Dei nostri 41 pazienti affetti da IPT secondario, il 32% aveva patologia tiroidea associata (per il 77% gozzo). Dalla letteratura si evince una notevole variabilità in tal senso, a seconda delle aree geografiche e dei metodi di diagnosi. La tireopatia associata ad IPT terziario è stata nella totalità dei nostri casi benigna. L’associazione di patologia tiroidea e paratiroidea risulta pertanto abbastanza frequente. Ne consegue quindi l’importanza di un’attenta valutazione preoperatoria nei pazienti affetti da iperparatiroidismo, onde evitare un reintervento sul collo, causa di una maggiore percentuale di complicanze

    L’utilità della colonscopia nel follow-up dei pazienti operati per cancro del colon-retto

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    Per migliorare la sopravvivenza dopo intervento chirurgico di resezione colica o di resezione anteriore del retto per neoplasia, è necessario seguire questi pazienti per valutare l’eventuale comparsa di recidive locali o di tumori metacroni. Dall’ottobre 2002 al gennaio 2006, di 864 pazienti sottoposti a pancoloscopia, 68 sono stati sottoposti ad intervento chirurgico curativo per adenocarcinoma colorettale. Si trattava di 36 uomini e 32 donne con età media di 63 anni. In 19 veniva eseguita una emicolectomia sinistra, in 28 una resezione anteriore del retto, in 18 una emicolectomia destra e in 3 una resezione del trasverso. I pazienti sono stati inseriti in un programma di sorveglianza endoscopica: annualmente per i primi 2 anni e, se l’esame strumentale era negativo, dopo ulteriori 3 e 5 anni. In due dei 68 pazienti osservati è stata riscontrata una lesione sospetta per recidiva di adenocarcinoma che in entrambi i casi, all’esame istologico, risultava essere invece un granuloma. Sono stati diagnosticati, inoltre, 3 polipi adenomatosi del colon destro, 2 del colon trasverso (uno villoso e uno tubulare), 5 del colon discendente (3 tubulari e due villosi) e uno tubulo-villoso del retto. Non sono state osservate neoplasie metacrone. Dai dati della nostra casistica si evince che, nonostante non siano state osservate recidive locali o neoplasie metacrone, il riscontro di 11 nuovi polipi nei 68 pazienti studiati suggerisce che nei pazienti operati per neoplasia colorettale l’impiego della colonscopia è il ‘gold standard’ per una diagnosi di nuovi polipi oltre che di recidive

    Trattamento laparoscopico del mielolipoma surrenalico: caso clinico e revisione della letteratura

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    Il mielolipoma surrenalico è una rara neoplasia benigna costituita da tessuto adiposo maturo frammisto ad elementi cellulari ematopoietici. Nel gennaio 2005 abbiamo osservato un paziente di 77 anni nel quale, eseguita una TC addome con mezzo di contrasto nel follow-up per urotelioma vescicale recidivo, veniva evidenziata una neoformazione ben delimitata, omogenea, con basso valore di attenuazione, di circa 4 cm a carico del surrene di destra. La funzionalità endocrinologica era nella norma. Il paziente è stato sottoposto a surrenalectomia videolaparoscopica destra secondo Gagner. Il decorso post-operatorio e stato regolare e privo di complicanze. L’esame istologico evidenziava un mielolipoma surrenalico. La surrenalectomia videolaparoscopica rappresenta oggi per questo tipo di neoformazioni surrenaliche il gold standard terapeutic

    Vantaggi e limiti dell'approccio laparoscopico nell'addome acuto

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    INTRODUZIONE ED OBIETTIVI Le condizioni patologiche che possono insorgere con un quadro di addome acuto sono molto numerose ed il loro riconoscimento, nonostante l’affinamento delle procedure diagnostiche, rappresenta sempre una difficile prova anche per il chirurgo più esperto. Grazie alla standardizzazione delle procedure e all’impiego dell’alta tecnologia la laparoscopia trova oggi sempre maggiori indicazioni per risolvere dubbi diagnostici, anche in urgenza. MATERIALI E METODI Viene riportata la nostra esperienza di approccio laparoscopico su 147 pazienti, tutti emodinamicamente stabili, ricoverati con una diagnosi di ingresso di addome acuto. RISULTATI Nel 59% dei casi il trattamento laparoscopico è servito a diagnosticare e trattare la patologia di base (occlusione intestinale da briglia, appendicite acuta, colecistite acuta, perforazione gastroduodenale); nel 28% dei casi è stato utile, di fronte alla necessità di una conversione, a scegliere la via di accesso laparotomico più vantaggiosa; nel 13% dei casi è stato infruttuoso imponendo una laparotomia esplorativa. CONCLUSIONI In base alla nostra esperienza, nel 77% dei casi di addome acuto la tecnica mini-invasiva ha consentito in alcune circostanze di confermare la diagnosi preoperatoria, in altre di riformularla intraoperatoriamente, e nella maggior parte dei pazienti di effettuare un trattamento risolutivo, evitando le laparotomie esplorative “bianche”, localizzando la sede della lesione, ottimizzando il decorso post-operatorio, riducendo le giornate di degenza, con abbattimento dei costi sanitari e sociali. Gli svantaggi della laparoscopia in urgenza sono rappresentati da una invasività maggiore rispetto alle altre procedure diagnostiche, da maggiori costi di sala operatoria legati all’utilizzo di una strumentazione monouso, dalla necessità di un equipe chirurgica con adeguato training per assicurare sicurezza e velocità nell’esecuzione dell’approccio laparoscopico. Riteniamo pertanto, in base all’esperienza da noi maturata, che nell’ambito dell’inquadramento diagnostico e della pianificazione terapeutica dell’addome acuto l’approccio laparoscopico abbia una sua concreta utilità, rappresentando l’ultimo momento diagnostico ed il primo momento terapeutico soprattutto nei casi in cui la diagnosi clinica rimane indeterminata

    La colecistectomia laparoscopica nel paziente uremico

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    The aim of this study was to evaluate the effectiveness of the laparoscopic cholecystectomy performed in two uremic patients with gallstones. From January to July 2004, 15 patients with gallstones underwent to laparoscopic cholecystectomy (LC). Two patients had chronic renal failure on haemodyalisis: a symptomatic fourty-two old woman, which had primitive hyperparathyroidism and primitive hyperaldosteronism, and asymptomatic transplant candidate fifty-five old man. No minor and major complications occurred and both patients were discharged 4 days after LC. Even in uremic patients the L.C. must be the gold standard for the treatment of gallstones both symptomatic and asymptomatic
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