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    The Wikiplantbase project: the role of amateur botanists in building up large online floristic databases

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    The Wikiplantbase project, started in 2013, provides a framework where the full set of georeferenced floristic records of Tuscany and Sardinia can be entered, stored, updated and freely accessed through the Internet. Mainly thanks to the collaboration of amateur botanists, data have accumulated quickly. All records entered by collaborators are submitted to the project coordinators, who are enabled to accept, modify, or reject them. As of 22 November 2016, Wikiplantbase #Toscana holds 116,402 verified floristic records (90% based on published literature, 5% on unpublished herbarium specimens, 5% on field observations), and Wikiplantbase #Sardegna 40,043 (77% published literature, 18% unpublished herbarium specimens, 5% on field observations ). The records include over 90% of the specific and subspecific taxa known for Tuscany and about 70% – but rapidly growing – of those known for Sardinia. The most recorded species are Quercus ilex L. (Fagaceae) for Tuscany and Pistacia lentiscus L. (Anacardiaceae) for Sardinia. With minor software tweaking, the online platform Wikiplantbase might be adopted in other contexts, resulting in a well connected network of regional floristic databases suited to exploit the involvement – still largely untapped – of nonacademic collaborators, as advocated by citizen science

    Evoluzione del trattamento dell'ascella nei pazienti con carcinoma mammario sottoposti a chemioterapia preoperatoria

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    Il trattamento dell’ascella nelle pazienti affette da carcinoma mammario, fino alla metà degli anni ’90 consisteva nella dissezione linfonodale ascellare (ALND), effettuata a scopo curativo e stadiativo, necessario per programmare ulteriori terapie adiuvanti. In considerazione delle morbilità a breve e lungo termine ad essa associate, è stata messa in discussione. Da anni risulta ormai consolidata la tecnica della biopsia del linfonodo sentinella (SLNB), che permette di ottenere un’accurata valutazione dello stato linfonodale e informazioni stadiative, senza l’invasività della dissezione. La chemioterapia neoadiuvante è oggi ampiamente accettata come trattamento del carcinoma mammario con effetti paragonabili a quelli del trattamento adiuvante in termini di overall survival e disease-free survival. Inizialmente introdotta per rendere resecabili carcinomi localmente avanzati, ha però ulteriori importanti vantaggi: saggiare la chemiosensibilità del tumore in vivo (risposta patologica alla chemioterapia come surrogato di prognosi), ridurre la malattia micrometastica e aumentare il numero di pazienti che possono giovarsi di una chirurgia conservativa della mammella. Diversi studi hanno dimostrato che la chemioterapia neoadiuvante è in grado di determinare un downstage, non solo del tumore primitivo, ma anche della malattia linfonodale ascellare, con un tasso di risposta patologica completa del 30-40%. La SLNB ha sostituito la ALND nelle pazienti con ascella clinicamente negativa alla diagnosi e la possibile sua estensione al sottogruppo di pazienti con ascella clinicamente positiva all’inizio con risposta strumentale in sede ascellare, è argomento attuale. Nella mia tesi di laurea ho valutato il trattamento dell’ascella in 283 pazienti sottoposti a chemioterapia neoadiuvante, tra il 2012 ed il 2017, nella Breast Unit di Pisa. Dai primi mesi del 2016, il Centro Senologico dell’AOUP ha eseguito la SLNB su 22 pazienti con ascella clinicamente negativa, secondo le condizioni poste dal trial sperimentale oggetto di studio in questa tesi, ed i cui dati sono stati confrontati con quelli riportati in letteratura. I 283 pazienti sono stati divisi in due gruppi in relazione alla presentazione clinica dell’ascella e, quindi, al diverso trattamento che le linee guida impongono. In entrambi i gruppi, sono stati dimostrati i benefici della chemioterapia neoadiuvante sul trattamento chirurgico del tumore primitivo e della regione ascellare. I risultati, in linea con quelli presenti in letteratura, fanno ben sperare in una chirurgia sempre meno invasiva e nella conseguente riduzione delle morbilità da essa determinate
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