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    Parit\ue0 e Allattamento quali fattori protettivi di carcinoma mammario nelle donne triestine

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    Introduzione: Il ruolo dell\u2019allattamento come fattore protettivo nell\u2019insorgenza del carcinoma (ca) mammario trova posizioni contrastanti in letteratura. Questo studio analizza i fattori legati alla storia riproduttiva della donna per confrontare la realt\ue0 della popolazione femminile triestina rispetto a quanto proposto in letteratura. A Trieste l\u2019 incidenza standardizzata europea \ue8 di 148 nuove diagnosi di ca mammario all\u2019anno ogni 100.000 donne residenti, che \ue8 ben pi\uf9 alta della media italiana (105 nuovi casi, IARC 2006). Materiali e Metodi: Dal 2006 presso l\u2019unit\ue0 senologica della provincia di Trieste, a tutte le donne con patologia mammaria benigna e maligna e ad un ampio campione di donne sane, viene somministrato un questionario per valutare i fattori correlati all\u2019insorgenza di ca mammario per complessive 4307 donne (pari al 6.2% della popolazione femminile triestina). La casistica \ue8 stata suddivisa in base alla decade di nascita (1930-39,\u20261970-79) e sono state analizzate le variabili \u201cnumero figli\u201d, \u201cet\ue0 al primo parto\u201d e \u201callattamento\u201d. Inoltre \ue8 stato condotto uno studio retrospettivo caso-controllo per valutare l\u2019eventuale ruolo protettivo delle gravidanze e dell\u2019allattamento nell\u2019\u2019insorgenza del carcinoma, studio focalizzato sulle donne nate nel periodo 1930-1969 (\ue8 stata esclusa per scarsa numerosit\ue0 la decade 1970-79). Ogni caso \ue8 stato appaiato ad un controllo con lo stesso anno di nascita. Per l\u2019analisi statistica \ue8 stato utilizzato il software R. Risultati: Lo studio \ue8 rappresentativo degli importanti cambiamenti a livello \u201csociale\u201d registrati nel corso delle decadi: incremento delle donne nullipare (dal 15% al 27%) ed un aumento dell\u2019et\ue0 delle donne al primo parto, (da un\u2019et\ue0 mediana di 24 anni a 30 anni). L\u2019analisi conferma il dato, gi\ue0 segnalato dalla letteratura, che l\u2019avere avuto figli riduce, soprattutto per le donne pi\uf9 giovani, il rischio di ca mammario: per le nate negli anni 1950-1959 il rischio relativo (RR) \ue8 pari a 0.56 [0.39-0.97], che passa a 0.40 [0.21-0.74], per quelle nate negli anni 1960-69; la parit\ue0 invece, in accordo con la letteratura non \ue8 pi\uf9 un fattore rilevante nelle donne della classe 1930-1949. Nel nostro campione anche l\u2019allattamento risulta un fattore protettivo nelle donne in et\ue0 fertile (RR=0.30 [0.11-0.76] ) soprattutto se questo si protrae fino al 12\ub0 mese (RR=0.16 [0.06-0.44]). Al contrario, e in accordo con i dati di letteratura, l'allattamento non riduce il rischio di ca mammario dopo la menopausa. Discussioni e Conclusioni: Nello studio triestino, la parit\ue0 e l\u2019allattamento risultano fattori protettivi per il ca della mammella solo per le donne in et\ue0 fertile e, in accordo con la letteratura , non riscontra significativa protezione nelle donne in post menopausa

    VALUTAZIONE DEL TOUCH-IMPRINT CITOLOGICO NEL TRATTAMENTO DEL CANCRO DELLA MAMMELLA

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    Introduzione: Il riconoscimento intra-operatorio delle metastasi nel linfonodo sentinella, in pazienti affetti da cancro della mammella, \ue8 utile al fine di procedere ad una linfoadenectomia ascellare immediata nel corso del medesimo intervento. Ci\uf2 \ue8 fondamentale per evitare una terapia adiuvante tardiva ed un incremento della morbilit\ue0 e dei costi sanitari. Scopo di tale lavoro \ue8 dimostrare che, la metodica citologica \u201ctouch-imprint\u201d (TIC), utilizzata presso l\u2019 Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste, risponde a tale necessit\ue0 e nel contempo valutarne l\u2019affidabilit\ue0. Materiali e metodi: Nel periodo 2009-2012, presso la nostra struttura sono stati operati 690 carcinomi mammari, di cui 479 (69.4%) sono stati selezionati per la ricerca del linfonodo sentinella con radiocolloide. In 347 carcinomi di dimensioni inferiori o uguali a T2 \ue8 stata eseguita la metodica citologica TIC; il linfonodo sentinella \ue8 stato successivamente sottoposto all\u2019 analisi istologica standard (sezioni seriate ogni 100 micron per ematossilina-eosina e immunoistochimica) che \ue8 stato assunta come \u201cgold standard\u201d. Risultati: Su 347 TIC 298 casi erano concordanti con la diagnosi istologica (38 veri positivi e 260 veri negativi). Dei 49 casi risultati falsi negativi, l\u2019analisi definitiva ha dimostrato 28 casi di micrometastasi e 21 casi di macrometastasi, mentre dei 38 casi positivi al TIC, 35 risultavano macrometastasi, 2 micrometastasi e 1 caso di cellule tumorali isolate. La sensibilit\ue0 e specificit\ue0 del TIC per macrometastasi sono rispettivamente 64.4% e 100%. Solo 29 casi su 347, pari all\u2019 8.3%, sono stati sottoposti a radicalizzazione ascellare differita, mentre nel periodo 2005-2008, prima dell\u2019introduzione del TIC,utilizzando l\u2019analisi istologica standard del linfonodo sentinella, tale percentuale era del 18.2%. Discussione e conclusioni: Grazie alla metodica TIC il tasso di dissezioni ascellari in differita \ue8 diminuito notevolmente (dal 18.2% all\u20198.3%). Se gli studi, in corso di validazione definitiva, dimostreranno che la linfoadenectomia ascellare nel trattamento delle micrometastasi non \ue8 necessaria, si pu\uf2 ipotizzare che il numero di reinterventi sull\u2019ascella possa ulteriormente ridursi. Nella nostra esperienza, grazie alla discreta sensibilit\ue0 del TIC per le macrometastasi legata all\u2019 ottima confidenza del patologo con i preparati citologici, \ue8 stato possibile migliorare in maniera rilevante l\u2019approccio chirurgico sull\u2019ascella ed il timing oncologico, senza impegno aggiuntivo di risorse economiche
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