5 research outputs found

    Il linfonodo sentinella nei tumori del colon

    Get PDF
    Introduzione. I tumori maligni possono dare metastasi seguendo il sistema linfatico in modo sequenziale. In ogni catena linfatica al primo linfonodo che drena la regione dove si è sviluppato il tumore viene dato il nome di “linfonodo sentinella’’ (LS). Obiettivo dello studio. L’obiettivo principale del presente studio è la determinazione del valore predittivo della metodica del linfonodo sentinella nella stadiazione del cancro colico non metastatico. Pazienti e metodi. Abbiamo effettuato uno studio prospettico arruolando pazienti con adenocarcinoma del colon che soddisfacessero i seguenti criteri: - età minima di 18 anni; - stadiazione con colonoscopia, Rx torace, ecografia o TC addome completo per selezionare pazienti con adenocarcinoma del colon T2-T3 senza metastasi linfonodali ed epatiche; - rischio anestesiologico ASA 1-3; - consenso informato. A seguito della resezione colica con linfadenectomia è stata eseguita un’iniezione sottomucosa di colorante vitale (patent blue) che ha permesso di identificare il linfonodo sentinella. I linfonodi sono stati sottoposti ad esame istologico con ematossilina-eosina e successivamente con tecnica immunoistochimica. Risultati. Dal gennaio a dicembre 2008, 26 pazienti sono stati arruolati in questo studio prospettico. Di questi sono stati considerati elegibili per il nostro studio solamente 14 pazienti. L’esame con ematossilina - eosina dei linfonodi ha evidenziato: a) in 4 casi su 14 (28,57%) erano presenti metastasi sui linfonodi contenuti nel mesocolon, b) in 10 casi su 14 (71,42%) erano assenti metastasi sui linfonodi contenuti nel mesocolon. Nei casi in cui non erano presenti metastasi, all’esame con ematossilina-eosina, nei linfonodi del mesocolon è stato eseguito l’esame istologico dei linfonodi sentinella con tecnica immunoistochimica; in 2 casi è stata evidenziata la presenza di micrometastasi. In un caso sono state identificate linee aberranti di drenaggio mesenterico (skip metastasis); il linfonodo sentinella (negativo all’esame con ematossilina eosina) è stato studiato con tecnica immunoistochimica che non ha evidenziato la presenza di micrometastasi. Conclusioni. È possibile affermare che l’esame del linfonodo sentinella è fattibile con la metodica ex vivo. Nel 20% dei casi da noi studiati a livello dei LS sono presenti micrometastasi non evidenziate al classico esame con ematossilina-eosina. Lo studio dei linfonodi sentinella con sezioni multiseriate e tecniche immunoistochimiche consente un miglioramento della stadiazione patologica

    La sindrome compartimentale addominale ed il ruolo della re-laparotomia decompressiva

    Get PDF
    Premessa. La Sindrome Compartimentale Addominale (ACS) è una complicanza la cui insorgenza è sempre più riconosciuta sia nei pazienti medici che in quelli chirurgici. La World Society of the Abdominal Compartment Syndrome definisce Ipertensione Intra-Addominale (IAH) la presenza di una Pressione Intra-Addominale (IAP) ≥ 12mmHg e definisce la ACS una condizione caratterizzata da una IAP ≥ 20mmHg (con o senza una pressione di perfusione addominale < 60 mmHg) associata alla disfunzione o al danneggiamento di uno o più organi non presenti precedentemente. La IAH contribuisce alla disfunzione d'organo nei pazienti con trauma addominale e sepsi e porta alla formazione di ACS. Obiettivo. In questo studio si è cercato di valutare la reale incidenza della sindrome compartimentale addominale nei pazienti sottoposti a laparotomie d’urgenza e si è valutato il ruolo della re-laparotomia decompressiva. Pazienti e metodi. Lo studio include 10 pazienti, 4 uomini e 6 donne con un'età media di 68 anni (range, 38-86), sottoposti a laparotomia dal gennaio 2007 al settembre 2008. In accordo alle indicazioni dettate dalla WSACS (World Society of the Abdominal Compartment Syndrome) abbiamo misurato la IAP in maniera indiretta attraverso l'uso di un catetere vescicale di Foley. Risultati. Dei 10 pazienti , in 8 la pressione intraaddominale rientrava nei valori compresi tra 8 mmHg e 20 mmHg e, non essendo stati riscontrati sintomi clinici significativi correlati all’aumento della IAP, non è stato necessario eseguire una re-laparotomia decompressiva. Nei 2 pazienti in cui la pressione intra-addominale era superiore ai 20 mmHg la sintomatologia era caratterizzata da tensione della parete addominale, instabilità emodinamica, oligo/anuria, modificazioni respiratorie e squilibrio acido-base per cui sono sati sottoposti a re-laparotomia decompressiva d’urgenza. Conclusioni. In base alla nostra esperienza ed ai risultati della letteratura riteniamo indispensabile il monitoraggio della pressione intraaddominale nei pazienti sottoposti a re-laparotomia addominale. Nelle re-laparotomie decompressive eseguite d’urgenza la sutura solo cutanea ha permesso una rapida chiusura dell’addome in pazienti instabili ed a rischio
    corecore