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Mortalità per sclerosi multipla nella regione Toscana
OBIETTIVI: Valutare il trend di mortalità per Sclerosi Multipla (SM) in Toscana nel ventennio 1987-2006.
METODI: I dati sulla mortalità per SM sono stati ottenuti consultando gli archivi informatici delle schede di morte presso l’Agenzia Regionale di Sanità Toscana. I dati raccolti sono stati suddivisi per i quattro quinquenni compresi tra il 1987 e il 2006: (1987-1991), (1992-1996), (1997-2001), (2002-2006). Sono stati calcolati i tassi standardizzati di mortalità (metodo di standardizzazione diretta) per SM rispetto alla popolazione toscana del 2000 e i tassi di mortalità per SM specifici per sesso ed età.
RISULTATI: I tassi standardizzati di mortalità con causa SM calcolati per ogni anno mostrano una diminuzione della mortalità, in entrambi i sessi, particolarmente marcata nel primo quinquennio (1987-1991). Per i maschi si osserva, nei quattro quinquenni analizzati, un trend decrescente dei tassi di mortalità che va da 0,61 per il quinquennio 1987-1991 a 0,42 per 100.000 per quello 2002-2006. Analogamente per le femmine si osserva una diminuzione da 1,29 a 0,60 per 100.000.
Analizzando i tassi di mortalità per SM specifici per età abbiamo osservato un picco della mortalità nei maschi in corrispondenza della fascia di età 75-79 anni, mentre nelle donne nella fascia 65-69 anni. In entrambi i sessi il numero dei decessi aumenta fortemente dopo i 45 anni e diminuisce dopo i 79 anni. Considerando l’età di esordio, che andava dai 25 ai 35 anni, e la sopravvivenza delle persone, pari a 30-35 anni dalla diagnosi, la mortalità maggiore si riscontra nelle fasce di età da noi osservate.
CONCLUSIONI: A causa della piccola dimensione del campione, tutti i valori vanno interpretati con cautela, ma i dati presenti in letteratura sono in accordo con i dati osservati nel nostro studio relativi al primo quinquennio. Infatti, il decremento di mortalità nel periodo 1987-1991 è in linea con i dati precedentemente pubblicati in uno studio sulla mortalità per SM in Italia dal 1974 al 1993 (Tassinari, 2001). Per gli anni successivi non esistono dati in letteratura relativi alla mortalità per SM in Italia.
La mortalità più elevata nelle femmine riflette il maggior numero di casi di SM nella popolazione femminile ed è supportata anche dai dati presenti in letteratura sia in Italia che all’estero (Massey e Schoenberg, 1982). La mortalità per SM osservata nel nostro studio è presumibilmente una sottostima poiché talvolta l’SM non viene indicata come causa di morte
(2,2′-Bipyridine-κ2 N,N′)hydroxido[N-(4-tolylsulfonyl)alaninato-κ2 N,O 1]copper(II) hemihydrate
In the title complex, [Cu(C10H12NO4S)(OH)(C10H8N2)]·0.5H2O, the Cu(II) ion shows a distorted square-pyramidal coordination geometry with two N atoms from the 2,2′-bipyridine ligand and one N and one O atom from the N-tosyl-α-alaninato ligand forming the basis of the coordination polyhedron and another O atom of the hydroxo group acting as the apex of the pyramid. The solvent water molecule is statistically disordered over two positions
Aqua{N-[(4-methylphenyl)sulfonyl]glycinato(2−)-κ2 N,O}(1,10-phenanthroline)copper(II)
In the title complex, [Cu(C9H9NO4S)(C12H8N2)(H2O)], the CuII ion is coordinated in a distorted square-pyramidal geometry by the two N atoms from a 1,10-phenanthroline ligand, one N atom from the deprotonated amino group of an N-tosylglycinate ligand, one O atom from the carboxylate part of the N-tosylglycinate ligand and a water O atom. Intermolecular O—H⋯O hydrogen bonds involving the water H atoms link neighboring molecules into supramolecular chains along [010]. Weak π–π stacking interactions [centroid–centroid distances of 3.456 (1) and 3.691 (1) Å] between the benzene rings of 1,10-phenanthroline ligands of adjacent molecules extend the chains into a layer structure parallel to (001)
Prevalenza della sclerosi multipla nell'isola d'Elba
OBIETTIVI: Calcolare la prevalenza della Sclerosi Multipla (SM) nell’isola d’Elba dal momento che non ci sono dati disponibili in letteratura.
METODI: L'isola d'Elba è l’isola più grande dell'Arcipelago Toscano. Al giorno di prevalenza, ovvero il 31/12/2010, la popolazione residente nell’isola era pari a 31.943 ab.
I casi di SM sono stati identificati consultando le cartelle cliniche dell’ospedale e dell’ambulatorio neurologico di riferimento dell’isola. Sono stati arruolati nello studio tutti i pazienti con diagnosi di SM secondo i criteri di McDonald, residenti nell’isola al giorno di prevalenza.
Sono stati calcolati i tassi di prevalenza grezzi e specifici (sesso e età) e il tasso standardizzato rispetto alla popolazione italiana del 2001. Gli intervalli di confidenza al 95% dei tassi di prevalenza sono stati calcolati assumendo una distribuzione di Poisson.
RISULTATI: Al giorno di prevalenza erano residenti nell’isola 42 soggetti con SM. Di questi il 40,5% era nato fuori dall’isola e 4 pazienti avevano origine sarda.
Il rapporto F:M è risultato pari a 2,8 e l’età media dei soggetti era di 49,8±12,6 anni.
Per quanto riguarda le forme di malattia, il 16,7% dei pazienti aveva una forma CIS, il 61,9% una RR, il 16,7% una SP e il 4,8% una PP. Il grado di disabilità (EDSS) è risultato correlato (trend crescente) con la forma di malattia: EDSS pari a 1,5 per le forme CIS, 2,0 per le RR e 6,0 per le SP e PP. La durata di malattia, in media, era di 15,0±9,8 anni, con un range tra 0 e 37 anni.
Il tasso di prevalenza grezzo è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 99,8-177,7) per 100.000 (maschi 70,7; femmine 189,2 per 100.000). Il tasso di prevalenza standardizzato è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 91,8-171,2) per 100.000.
Il tasso di prevalenza sesso età specifico mostra un picco, per entrambi i sessi, nella classe di età tra 45-54 anni, mentre non ci sono casi prima dei 15 anni.
Analizzando il periodo di latenza (ovvero la lunghezza in anni tra esordio dei sintomi e diagnosi di malattia) si osserva un trend negativo, statisticamente significativo, rispetto l’anno di esordio: infatti per i pazienti con esordio più recente, il periodo di latenza è diminuito rispetto a quello dei pazienti con esordio più remoto.
CONCLUSIONI: Essendo il primo studio effettuato nell’isola, non è possibile fare confronti con dati precedenti. Il valore di prevalenza osservato dovrebbe essere comunque in linea con l’attuale prevalenza dell’Italia continentale e comunque inferiore a quella stimata in Sardegna (Pugliatti, 2009)
Effects of pilates exercise programs in people with chronic low back pain: a systematic review
The Pilates method has recently become a fast-growing popular way of exercise recommended for healthy individuals and those engaged in rehabilitation. Several published studies have examined the effects of Pilates method in people with chronic low back pain (LBP).The objective of this study is to describe and provide an extensive overview of the scientific literature comparing the effectiveness of the Pilates method on pain and disability in patients with chronic nonspecific LBP. The study is based on the data from the following sources: MEDLINE-NLM, MEDLINE-EBSCO, Scopus Elsevier, Cochrane, DOAJ, SciELO, and PLOSONE.Original articles and systematic reviews of adults with chronic nonspecific LBP that evaluated pain and/or disability were included in this study; studies in which the primary treatment was based on Pilates method exercises compared with no treatment, minimal intervention, other types of intervention, or other types of exercises.The Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) were adopted. The literature search included 7 electronic databases and the reference list of relevant systematic reviews and original articles to July 2014. Two independent investigators conducted the literature search and performed the synthesis as follows: Study Design; Sample (n); Disability measure; Intervention; and Main results.The searches identified a total of 128 articles. From these, 29 were considered eligible and were included in the analysis. The items were stratified as follows: Pilates method versus other kind of exercises (n = 6 trials) and Pilates method versus no treatment group or minimal intervention for short-term pain (n = 9 trials); the therapeutic effect of the Pilates method in randomized cohorts (n = 5); and analysis of reviews (n = 9).We found that there is a dearth of studies that clearly demonstrates the efficacy of a specific Pilates exercise program over another in the treatment of chronic pain. However, the consensus in the field suggests that Pilates method is more effective than minimal physical exercise intervention in reducing pain. These conclusions need to be supported by other proper investigations
Materials and Tools across Volcanoes: Exploitation of Georesources in Piano dei Cardoni (Ustica, Italy) during Prehistory.
The paper aims at merging the first results from the analyses of the georesources exploited in the site of Piano dei Cardoni (Ustica island, Italy) during the Neolithic phases of its occupation (Middle-Late Neolithic, 4.7-4.2 ka cal BC). Grinding tools consist of a very varied typology of local volcanic rocks, easy to collect and available very close to the investigated site. A selection of shapes and lithology is applied to reach the best performance of the tools. The elevated number of grinders, pestles, mortars testify to an intense activity of food/plant processing in the site. The absence of chert or obsidian resources on the island pushed the human communities to import such raw materials from the Aeolian islands and probably from the north-western area of Palermo. Pumice is collected on the same island, probably due to the local availability and its good quality. Similarly, local clay resources are used for the manufacture of ceramics, mostly burnished and incised wares. Ustica was therefore almost autonomous for the exploitation of resources, with volcanic rocks readily available in abundance and with the most significant exception being chert and obsidian. This last one probably imported and worked on the island and then moved towards North-Western Sicily. 
Simulations of extensional flow in microrheometric devices
We present a detailed numerical study of the flow of a Newtonian fluid through microrheometric devices featuring a sudden contraction–expansion. This flow configuration is typically used to generate extensional deformations and high strain rates. The excess pressure drop resulting from the converging and diverging flow is an important dynamic measure to quantify if the device is intended to be used as a microfluidic extensional rheometer. To explore this idea, we examine the effect of the contraction length, aspect ratio and Reynolds number on the flow kinematics and resulting pressure field. Analysis of the computed velocity and pressure fields show that, for typical experimental conditions used in microfluidic devices, the steady flow is highly three-dimensional with open spiraling vortical structures in the stagnant corner regions. The numerical simulations of the local kinematics and global pressure drop are in good agreement with experimental results. The device aspect ratio is shown to have a strong impact on the flow and consequently on the excess pressure drop, which is quantified in terms of the dimensionless Couette and Bagley correction factors. We suggest an approach for calculating the Bagley correction which may be especially appropriate for planar microchannels
QCD and electroweak corrections to production in collision
We calculate the QCD and
electroweak one-loop corrections in the Standard Model framework, to the
production of an intermediate Higgs boson associated with pair via
fusion at an electron-positron linear collider (LC). We find
the QCD corrections can be larger than the electroweak ones, with the variations of the Higgs boson
mass and colliding energy . Both corrections may
significantly decrease or increase the Born cross section. The numerical
results show that the relative corrections from QCD to the process \eep may
reach 34.8%, when GeV and GeV, while those from
electroweak can be -13.1%, -15.8% and -12.0%, at GeV, 1 TeV
and 2 TeV respectively.Comment: 38 pages, 16 figure
Non-decoupling effects in supersymmetric Higgs sectors
A wide class of Higgs sectors is investigated in supersymmetric standard
models. When the lightest Higgs boson (h) looks the standard model one, the
mass (m_h) and the triple Higgs boson coupling (the hhh coupling) are evaluated
at the one-loop level in each model. While m_h is at most 120-130 GeV in the
minimal supersymmetric standard model (MSSM), that in models with an additional
neutral singlet or triplet fields can be much larger. The hhh coupling can also
be sensitive to the models: while in the MSSM the deviation from the standard
model prediction is not significant, that can be 30-60 % in some models such as
the MSSM with the additional singlet or with extra doublets and charged
singlets. These models are motivated by specific physics problems like the
mu-problem, the neutrino mass, the scalar dark matter and so on. Therefore,
when h is found at the CERN Large Hadron Collider, we can classify
supersymmetric models by measuring m_h and the hhh coupling accurately at
future collider experiments.Comment: 16pages, 6figures. To be published in Physics Letters
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