453 research outputs found

    Can Rwanda achieve Vision 2020 with its current sky-rocketing population growth?

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    Poster on how Rwanda achieve Vision 2020 with its current sky-rocketing population growth

    RadioLensfit: Bayesian weak lensing measurement in the visibility domain

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    Observationally, weak lensing has been served so far by optical surveys due to the much larger number densities of background galaxies achieved, which is typically by two to three orders of magnitude compared to radio. However, the high sensitivity of the new generation of radio telescopes such as the Square Kilometre Array (SKA) will provide a density of detected galaxies that is comparable to that found at optical wavelengths, and with significant source shape measurements to make large area radio surveys competitive for weak lensing studies. This will lead weak lensing to become one of the primary science drivers in radio surveys too, with the advantage that they will access the largest scales in the Universe going beyond optical surveys, like LSST and Euclid, in terms of redshifts that are probed. RadioLensfit is an adaptation to radio data of "lensfit", a model-fitting approach for galaxy shear measurement, originally developed for optical weak lensing surveys. Its key advantage is working directly in the visibility domain, which is the natural approach to adopt with radio data, avoiding systematics due to the imaging process. We present results on galaxy shear measurements, including investigation of sensitivity to instrumental parameters such as the visibilities gridding size, based on simulations of individual galaxy visibilities performed by using SKA1-MID baseline configuration. We get an amplitude of the shear bias in the method comparable with SKA1 requirements for a population of galaxies with realistic flux and scalelength distributions estimated from the VLA SWIRE catalog.Comment: 4 pages, 4 figures, The many facets of extragalactic radio surveys: towards new scientific challenges, Bologna 20-23, 201

    Strings in Horizons, Dissipation and a Possible Interpretation of the Hagedorn Temperature

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    We consider the entanglement of closed bosonic strings intersecting the event horizon of a Rindler spacetime and, by using some simplified (rather semiclassical) arguments and some elements of the string field theory, we show the existence of a critical temperature beyond which closed strings \emph{cannot be in thermal equilibrium}. The order of magnitude of this critical value coincides with the Hagedorn temperature, which suggests an interpretation consistent with the fact of having a partition function which is bad defined for temperatures higher than it. Possible implications of the present approach on the microscopical structure of stretched horizons are also pointed out.Comment: A detailed description of string boundary states in a Rindler horizon was added, and their relation with the stretched horizon microscopic structure was emphasized. References added. To appear in Eur. Phys. J.

    Disaffected and delinquent male youth in Rwanda: understanding pathways to delinquency and the role of rehabilitation and vocational skills training: final report

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    Ministry of Youth, Sport and Culture, Republic of Rwand

    Antimicrobial peptides and their interaction with biofilms of medically relevant bacteria

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    Biofilm-associated infections represent one of the major threats of the modern medicine. Biofilmforming bacteria are encased in a complex mixture of extracellular polymeric substances (EPS) and acquire properties that render them highly tolerant to conventional antibiotics and host immune response. Therefore, there is a pressing demand of new drugs active against microbial biofilms. In this regard, antimicrobial peptides (AMPs) represent an option taken increasingly in consideration. After dissecting the peculiar biofilm features that may greatly affect the development of new antibiofilm drugs, the present article provides a general overview of the rationale behind the use of AMPs against biofilms of medically relevant bacteria and on the possible mechanisms of AMP antibiofilm activity. An analysis of the interactions of AMPs with biofilm components, especially those constituting the EPS, and the obstacles and/or opportunities that may arise from such interactions in the development of new AMP-based antibiofilm strategies is also presented and discussed

    Raising productive and reducing the risk of household enterprises: Rwanda case study diagnostic report

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    "La decisione di proscioglimento immediato,tra esigenze di economia processuale e tutela dell'imputato"

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    L’etimologia della parola > indica lo scioglimento di un legame a favore di qualcuno(da pro-solvere);legame,per quel che qui interessa,derivante dalla scelta che l’ordinamento pone in essere di sottoporre il soggetto a procedimento penale in presenza di determinati requisiti. Il soggetto può essere “liberato” da questo legame in ogni momento del procedimento,difatti il codice di procedura penale prevede una serie di norme che regolano l’intervento della causa proscioglitiva nei vari momenti procedimentali. Anzitutto vi sono gli artt. 529,530 e 531 c.p.p.,che disciplinano il proscioglimento dell’imputato nella fase conclusiva del giudizio dibattimentale,ma vi sono anche gli artt. 425 c.p.p. (per ciò che concerne la sentenza di non luogo a procedere in esito all’udienza preliminare) e 469 c.p.p. (per quanto riguarda il proscioglimento nella fase del predibattimento) ,e soprattutto l’art. 129 c.p.p.,rubricato >,che regola,invece,l’intervento di una causa di proscioglimento > a prescindere dal fatto che ci si trovi nei momenti canonici conclusivi delle varie fasi. L’istituto del proscioglimento immediato ha radici risalenti,infatti l’attuale art. 129 c.p.p. rappresenta il punto di approdo di una secolare elaborazione legislativa che vede la sua origine nel 1865,agli albori dell’unificazione nazionale.In linea generale si è assistito al progressivo affermarsi della regola secondo la quale il giudice,non appena abbia verificato la sussistenza di una causa di non punibilità,deve emettere d’ufficio,senza ulteriore indugio,il provvedimento decisorio,così da assicurare il soddisfacimento tanto delle esigenze di economia processuale quanto dell’interesse dell’imputato al conseguimento di una sentenza di proscioglimento con la formula più appropriata. Purtroppo però lo scenario non è così limpido come può risultare sulla base di tale sbrigativa lettura della disciplina. Il codice del 1865 aveva riservato a questo istituto uno spazio assai ridotto,limitato alla sola ipotesi della mancanza o remissione di querela;ed il fatto che fosse stata annoverata solamente tale causa di non punibilità dalla fisionomia tipicamente processuale,rivelava come la ratio della norma contenuti nel primo codice unitario fosse improntata principalmente,se non esclusivamente,a mere esigenze di economia processuale.I successivi codici poi,con il passare degli anni,hanno ampliato l’elenco delle possibili cause di non punibilità dichiarabili,con immediatezza,in ogni stato e grado del procedimento.E nel momento in cui l’istituto del proscioglimento immediato estende il proprio ambito di applicazione anche alle ragioni liberatorie di merito,viene ad emergere l’altra anima della disciplina:il favor rei.Questi perché una volta allineate tutte le cause di non punibilità ai fini dell’obbligo della immediata declaratoria,si comincia logicamente ad avvertire il diverso valore di talune di esse rispetto ad altre,e l’opportunità di tutelare l’imputato prosciolto con formula per lui meno vantaggiosa di altra. Le due anime dell’istituto,il favor rei e l’exitus processus,inizialmente ritenute potenzialmente sovrapponibili nell’ottica di una salvaguardia ad ampio spettro dei diritti dell’imputato prosciolto,vengono ben presto ad evidenziare elementi di contrasto tali da renderle sostanzialmente antitetiche. A complicare il tutto contribuisce poi l’introduzione nel 1930,nel capoverso dell’art. 152 c.p.p. 1930 (poi confluito,senza particolari modifiche,nell’attuale secondo comma dell’art. 129 c.p.p. vigente),della regola di giudizio secondo la quale,in presenza di una causa estintiva del reato,deve riconoscersi all’imputato il diritto di vedersi prosciolto nel merito tutte le volte in cui già esistono prove le quali rendono evidente la sussistenza agli atti di una causa di proscioglimento di merito. La problematica merita,dunque,una disamina approfondita,poiché sono in gioco sia principi costituzionali particolarmente rilevanti (su tutti il diritto di difesa,la presunzione di non colpevolezza ed il diritto alla prova), sia principi consacrati a livello di Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo (nello specifico l’art. 6 paragrafo 2 e l’art. 6 paragrafo 3 d CEDU). Il presente lavoro si pone l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulle teorizzazioni e sulle disquisizioni giuridiche che hanno affaticato negli anni dottrina,giurisprudenza e legislatore,alla costante ricerca di un soddisfacente equilibrio fra le due anime caratterizzanti un istituto dalla gestione delicatissima come la declaratoria immediata di determinate cause di non punibilità

    Perspectives on polymeric nanostructures for the therapeutic application of antimicrobial peptides

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    Antimicrobial peptides (AMPs) are a class of promising anti-infective molecules but their therapeutic application is opposed by their poor bioavailability, susceptibility to protease degradation and potential toxicity. The advancement of nanoformulation technologies offers encouraging perspectives for the development of novel therapeutic strategies based on AMPs to treat antibiotic resistant microbial infections. Additionally, the use of polymers endowed per-se with antibacterial properties, stands out as an innovative approach for the development of a new generation of drug delivery systems in which an enhanced antimicrobial action could be obtained by the synergic combination of bioactive polymer matrices and drugs. Herein, the latest AMPs drug delivery research is discussed
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