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    Il ricordo pietoso dei vinti: impegno e realismo in I fatti di Casignana. Un'approssimazione a Mario La Cava

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    Mario La Cava (Bovalino 1908-1988) è una delle personalità del panorama letterario italiano su cui la critica si è soffermata meno e non sempre con la dovuta attenzione. Autore di un fortunato libro di Caratteri e di altri lavori editi tra il secondo dopoguerra e la fine degli anni Ottanta, lo scrittore calabrese pubblica nel 1974, per i tipi di Einaudi, un romanzo che per stile e contenuti si discosta notevolmente dalla sua poetica: si tratta di I fatti di Casignana, «la storia esemplare di una rivolta contadina nella Calabria degli anni Venti». In totale antitesi persino rispetto alle tendenze letterarie del suo tempo, La Cava sceglie la strada del romanzo storico per narrare l’episodio della strage di Casignana del settembre 1922 e dimostrare le responsabilità dello Stato nell’ascesa fascista. Ma si tratta veramente di una scelta anacronistica? Dal carteggio con Leonardo Sciascia, dai tanti indizi disseminati nel romanzo e dalle interviste emergono volontà chiare e precise: contribuire alla rinascita del romanzo civile, riportare a galla il passato con l’aiuto dei documenti storici, dare voce al popolo, vero protagonista della vicenda. È così che in I fatti di Casignana si consolida il nesso tra realismo e impegno: la Storia non si pone più come materia statica e diventa invece elemento costantemente attualizzabile (ma non in senso deteriore). Col suo singolare intreccio di ricostruzione storiografica, memoria collettiva e finzione romanzesca, l’opera di Mario La Cava rappresenta un’ottima entrée en matière per un contesto storico-letterario unico e affascinante

    100 anni di Mario Rigoni Stern. Intergenerazionali consegne del testimone tra saggio e racconto.

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    Il libro si struttura in 18 micro-saggi narrativi (Introduzione compresa) che percorrono tutta l’opera di Mario Rigoni Stern (1921-2008), spesso confinato in celebrazioni relative alla guerra e alla natura (e caccia via via sottaciuta) e mai del tutto ricordato come un vero scrittore, capace di parlare a più generazioni, nutrendole di una memoria che sa tanto di pappa reale: da qui l’idea di scriverne a due, cioè a partire, anche e soprattutto, da due generazioni diverse (1966 e 1988), muovendo da Il sergente nella neve (1953) e approdando, almeno, a Stagioni (2006), ma senza dimenticare la traccia lasciata da volumi diversi, da Il magico «kolobok» e altri scritti (1989) al postumo Il coraggio di dire no (2013)

    NON DI SOLA DESTRA. SEI ‘SOLISTI’ DELLA REPUBBLICA DELLE LETTERE (1953-1986)

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    editorial reviewedLa Repubblica e la Repubblica delle lettere del secondo dopoguerra hanno come minimo comun denominatore l’antifascismo. Questo legittimo impegno civile e letterario ha dato vita a una cultura che ha saputo esprimere momenti e pagine indimenticabili, che anche gli autori di questo librino hanno letto e studiato. Nella seconda metà del Novecento, non scompaiono tuttavia le ‘narrazioni di destra’. Qui, se ne sono selezionate sei, in circa 35 anni di vita repubblicana, tra 1953 e 1986, a partire da sei ‘solisti’ che rivendicano, secondo modalità differenti, un’adesione al fascismo. Certo, da Rimanelli a Mazzantini, passando per Berto, Zangrandi, Virgili e Salierno, la ‘narrazione filofascista’ pubblicata nel periodo della Prima Repubblica appare ancora come un tabù letterario e ‘saggiarla’ sembra quasi un tentativo di revisione storica scomodo tanto al pubblico quanto alla critica. Quando invece leggere questi scritti che mettono al centro la storia di una generazione pregna di immagini e idee del Ventennio, tese poi a concretarsi in quell’adesione che si esplica in seno alle milizie dei volontari fascisti, alle truppe della Repubblica Sociale, ai movimenti sovversivi dell’estrema destra, discopre un mondo di cui bisogna tener conto, oggi forse più di ieri, per interrogare e provare a capire un ritorno del fascismo, che non è solo più una moda, un fondale, come per tanta narrativa italiana (di genere e non solo) tra anni Novanta e Duemila.Rubbettin
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