14 research outputs found

    Relation of circadian profile on driving performance

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    Aim: The major determinants of fatigue of the truck drivers have been identified in the duration of wakefulness, inadequate sleep and sleep disorders, extended working shifts and time of the day. It has been also suggested that interindividual differences in the spontaneous sleep-awake cycle may influence, at least at certain times of the day, the levels of performance; thus the chronotype of the drivers (morning or evening type) might be related to individual differences of alertness during the time of the day.The aim of the present study is to evaluate the effects of psychophysiological factors such as age, personality traits, behavioural factors and urinary melatonin, taken as marker of circadian rhythm, on vigilance levels of professional drivers.Methods: The study was carried out on male truck drivers aged 34-53 years .On working days, before and at the end of driving shifts the drivers were submitted to the following performance measures: Vienna Reaction Test (RT) and Vienna Deterrnination Test (DT), provided by Schuhfried (Austria).6-sulfatoxymelatonin urinary levels were measured in two urine specimens: a first morning urine specimen and a specimen of the urine excreted, over a period of about 4 hours, before the end of the driving shift. Personality traits were evaluated by the Italian version of the Big Five Questionnaire (BFQ). Records of road and traffic conditions (motorways, suburban and urban roads, traffic jams, visibility), distance travelled and length of each driving shift were also collected.Results: A significant improvement of reactive stress tolerance (reaction times and number of correct reactions by Vienna DT) has been observed at the end of the driving shift compared to measures made before starting, while no significant variation was observed in Vienna RT results.The age of drivers resulted significantly related with motor times measured by Vienna RT both before (r = 0.358; P = 0.025) and at the end (r= 0.416; p= 0.008) of the driving period.It was observed a significant relationship between reaction time measured by Vienna RT and urinary melatonin levels in urine collected before the driving shift.Discussion: The negative relationship between the measures of drivers performance and the melatonin levels in the ear1y morning observed in our study and the wide interindividual variability of this marker of circadian rhythm suggest the opportunity of scheduling the driving shift taking into account the personal differences of endogenous circadian profile. For what concern the role of personality factors it was also observed that emotional stability significantly impair the driving performance

    Valutazione dello stress nei pazienti odontoiatrici

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    PREMESSE: Numerosi studi hanno evidenziato che una quota rilevante dei pazienti prova un certo grado di ansia e paura nei confronti del trattamento odontoiatrico e vive la seduta dal dentista come un evento stressante. È stato inoltre ipotizzato che il livello di stress generato dalla seduta odontoiatrica sia condizionato da diversi fattori sia legati allo specifico trattamento odontoiatrico che alle caratteristiche individuali del paziente stesso (sesso, età, personalità, pregresse esperienze …). Obiettivo del presente studio è valutare, attraverso la stima del grado di attivazione neuroendocrina, se e in che misura, la seduta dal dentista sia vissuta da soggetti adulti come unaesperienza stressante.MATERIALI E METODI: Ai partecipanti allo studio, adulti di entrambi i sessi, di età compresa tra i 20 e i 65 anni, vengono somministrati i seguenti questionari: STAI (State-Trait Anxiety Inventory) nella versione Y2 (ansia di tratto) e Y1 (ansia di stato) e FDPQ (Fear and Dental Pain Questionnaire) nella versione ridotta. Per ogni soggetto viene inoltre compilata una apposita scheda per la raccolta dei dati personali di interesse per la ricerca, tra cui informazioni relative ad esperienze pregresse di dolore in relazione a trattamenti odontoiatrici. Prima e dopo la seduta odontoiatrica si provvede inoltre alla raccolta, di campionidi saliva per la misura dell’alfa-amilasi e del cortisolo, markersbiochimici dei due principali sistemi coinvolti nella risposta allo stress.RISULTATI: I risultati preliminari dello studio supportano l’ipotesi di una attivazione simpatoadrenergica di grado diverso in relazione all’invasività della procedura odontoiatrica. Anche i livelli di ansia (ansia di stato) sono risultati correlati alla procedura odontoiatrica, oltre che a pregresse esperienze di dolore, alla componente ansiosa della personalità (ansia di tratto) ed al punteggio ottenuto nel questionario FDPQ

    Il conducente: il vero protagonista della sicurezza alla guida

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    Nell’ambito di una più ampia iniziativa promossa dalla Provincia di Modena sulla Sicurezza stradale dell’Autotrasporto, ci siamo proposti di valutare, in un campione di conducenti di veicoli pesanti, numerose variabili demografiche, fisiopatologiche, comportamentali ed occupazionali che possono essere rilevanti ai fini della sicurezza alla guida. Sono stati esaminati 59 conducenti di mezzi pesanti, reclutati, previo consenso informato, in diverse località della provincia di Modena. Dai conducenti allo studio sono stati acquisiti, tramite visita medica e compilazione di un questionario appositamente predisposto, i dati relativi alle seguenti variabili: età, peso, altezza, pressione arteriosa, eventuali patologie attuali o pregresse, assunzione di farmaci, preferenze circadiane, abitudini voluttuarie e alimentari, ore di guida, durata abituale del sonno, propensione alla sonnolenza diurna o presenza di altri segni indicativi di disturbi del sonno.. I conducenti esaminati avevano un’età media di 42 anni. Oltre il 50% aveva valori di pressione arteriosa sistolica >140 mmHg (range 120 -190 mmHg), e il 65,64% aveva valori di pressione diastolica >90 mmHg, (range 80-110 mm Hg). Il 20,3% dei soggetti è risultato normopeso (BMIBMI>30) ed il 20,2%, obeso (BMI >30).I valori di BMI sono risultati correlati sia ai livelli di pressione sistolica (r= 0,348; p=0,052) che diastolica (r=0,441; p= 0,012). Relativamente alle abitudini di sonno, in media i soggetti hanno dichiarato di dormire circa 7 ore per notte, ma quasi 1/3 dei conducenti in esame (30,5%) ha riferito di dormire meno di 6 ore. L’analisi dei dati ha evidenziato una relazione inversa tra ore abituali di sonno e punteggio nei quesiti utilizzati per stimare la sonnolenza diurna (r= -0,276; p= 0,036). 11 soggetti hanno affermato di russare abitualmente durante il sonno, e 6 conducenti hanno riferito apnee durante il sonno.I risultati dell’indagine, anche se relativi ad un numero limitato di soggetti, forniscono un quadro delle caratteristiche degli autotrasportatori che può avere un certo interesse e fornire indicazioni utili nella programmazione degli interventi di formazione rivolti a tale categoria professionale. Ad esempio il reperto di una relazione inversa tra ore di sonno e propensione alla sonnolenza diurna evidenzia l’importante ruolo del debito di sonno nel favorire condizioni di rischio alla guida. Anche se la metodologia utilizzata non ci consente di avere certezza della reale presenza di Sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno, il riscontro di una quota non trascurabile di conducenti che ha riferito episodi di apnee notturne meriterebbe ulteriori approfondiment

    I fattori umani negli incidenti stradali

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    Nonostante sia opinione largamente condivisa che i fattori umani legati alla condizione psicofisica del conducente contribuiscano in misura rilevante nel determinismo degli incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte nella fascia di età compresa tra i 15 e i 30 anni, non è stato ancora ben definito il ruolo svolto dai suddetti fattori, né quantificato con precisione il loro contributo. Diverse variabili di natura psicofisiologica, socio-comportamentale e sanitaria legate all’età, alla dieta, al debito di sonno, al ritmo sonno/veglia, al cronotipo, all’assunzione di farmaci e/o ad alcune patologie, possono tradursi in una ridotta vigilanza nella conduzione dell’autoveicolo e/o addirittura al colpo di sonno, con pericolose conseguenze sulla capacità di guida. Il Centro di Ricerca per lo Studio dei Determinanti Umani degli Incidenti Stradali, istituito presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, è impegnato nello studio dei fattori psicofisiologici e comportamentali che incrementano il rischio di incorrere in incidenti stradali.In particolare stiamo esplorando le relazioni tra alcuni tratti della personalità quali impulsività, aggressività e “sensation seeking” (ricerca di sensazioni forti) e i comportamenti alla guida, valutandone altresì le basi biologiche (dopamina, adrenalina, noradrenalina, serotonina).Dal momento che molti degli incidenti stradali più gravi sono attribuiti allo stato di sonnolenza del guidatore, stiamo inoltre indagando se e in che misura il cronotipo del guidatore ed i livelli di melatonina, assunta come marcatore del ritmo circadiano, possano condizionarne, almeno in certi orari della giornata, i livelli di performance, stimati tramite la misura dei tempi di reazione a stimoli semplici e complessi.I risultati finora conseguiti hanno evidenziato interessanti relazioni tra i fattori psicologici ed i comportamenti di guida rischiosi, e se confermati da più estese indagini, forniranno le basi conoscitive per l’adozione di specifiche misure di prevenzione degli incidenti stradali, in accordo con gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale

    Ruolo dei fattori psicofisiologici nella sicurezza alla guida

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    Si stima che i fattori umani legati alla condizione psicofisica dei conducenti ed ai comportamenti scorretti alla guida contribuiscano in misura superiore all’80% nel determinismo degli incidenti stradali.Abbiamo esaminato un gruppo di autotrasportatori (all’inizio ed alla fine del turno di lavoro) ed alcuni giovani studenti volontari con l’intento di approfondire la relazione tra alcune misure comportamentali, psicomotorie e biochimiche e la performance di guida.I nostri risultati, in accordo con quanto osservato da altri autori, suggeriscono che la guida di un veicolo induce, anche nei conducenti più esperti, uno stress soprattutto di tipo mentale (rivelato dalla significativa attivazione neuroendocrina, con prevalente rilascio di adrenalina). Lo stesso studio ha altresì evidenziato che l'età può influenzare negativamente la performance, specialmente quella motoria anche in età non particolarmente avanzata. Abbiamo inoltre evidenziato una associazione positiva tra la frequenza di violazioni del codice stradale e punteggio della scala che misura la “Sensation Seeking” (propensione alla ricerca di forti sensazioni), soprattutto nella sua sottoscala che misura il grado di disibinizione. Concludendo riteniamo che le linee di ricerca da noi sviluppate portino un significativo contributo alla conoscenza del ruolo svolto da alcuni variabili psicofisiologiche nel determinismo degli incidenti stradali, quale utile strumento per la predisposizione di idonei interventi preventivi

    Personality traits as predictors of risky driving

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    Objective:The purpose of the study was to evaluate, in young subjects, the relationships between risky driver behavior and personality factors. Another aim was to assess the neuroendocrine correlates of personality and behavioral factors.Materials and Methods:We recruited 68 students (32 men and 36 women), after having obtained their informed consent. The subjects completed the following self-report questionnaires: the Big five Questionnaire, designed to evaluate the Big Five personality traits, the Sensation Seeking Scale, and the Driver Behaviour Questionnaire that evaluates driving behavior by frequency of lapses, errors, and violations. In urine samples collected from 8 am to 11 am we measured adrenaline, noradrenaline, dopamine, and serotonin levels using a HPLC system with an ESA detector.Results:Both lapses and errors were negatively related with emotional stability. The number of violations of highway code resulted positively related with extroversion and sensation seeking scores. Negative associations of violations with conscientiousness and cooperativity were observed. Regarding the relationship between driving behavior, personality traits, and neuroendocrine parameters, positive relations between violations and dopamine levels, and between driving errors and serotonine levels were observed. The stepwise regression analyses performed using psychological and biochemical measures as predictors and behavioral measures as dependent variables showed conscientiousness and dopamine levels as the main predictors of highway code violations. Only emotional stability remained significant in the final model, including lapses as dependent variable, whereas emotional stability and serotonin levels resulted predictors of errors.Conclusions:Our results, in agreement with previous researches, give further support to the role played by personality dimensions on unsafe driving, and improve the knowledge of the different risky driving behaviors. The interesting findings concerning the neuroendocrine correlates of driving behavior contribute to a better understanding of the biological bases of risky behaviors, including unsafe driving

    Ruolo di alcuni fattori psico-fisiologici sulla sicurezza alla guida

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    Nell’ambito di un più vasto progetto di ricerca sul ruolo di alcuni fattori umani nel determinismo degli incidenti stradali, il presente studio si propone di studiare, in giovani adulti, le relazioni tra i comportamenti alla guida e i tratti della personalità indagando altresì i correlati neuroendocrini degli aspetti psicologici e comportamentali esplorati. Un ulteriore obiettivo è quello di stimare in quale misura i livelli di performance siano condizionati da fattori demografici, cronobiologici e psicologici.E’ stata rilevata una correlazione tra frequenza di violazioni del codice della strada, il tratto della personalità che esprime l’estroversione e il punteggio della scala “Sensation Seeking”, confermando l’influenza di tale componente della personalità nell’adozione di comportamenti a rischio. E’ inoltre emerso che i soggetti maggiormente predisposti alla mattutinità sono più propensi ad avere comportamenti di guida sicuri.Circa le relazioni tra neutrasmettitori e comportamenti alla guida è stata individuata una associazione positiva tra i livelli di dopamina e la frequenza di violazioni del codice della strada, mentre è stata registrata una correlazione negativa tra frequenza di errori alla guida e livelli di adrenalina.Concludendo, l’individuazione delle variabili psico-fisiologiche correlate a comportamenti di guida rischiosi potrebbe essere un utile strumento per impostare interventi di prevenzione degli incidenti stradali mirati ai soggetti ad alto rischio

    Studio dei correlati biochimici della personalit\ue0 e dei comportamenti alla guida

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    PREMESSE: Nell\u2019ambito di un pi\uf9 vasto progetto di ricerca volto adapprofondire il ruolo svolto da alcuni fattori umani nel determinismo degli incidenti stradali, ci siamo proposti di indagare i possibili correlati biochimici di alcune variabili psicologiche e dei comportamenti alla guida che possono compromettere la sicurezza sulla strada, quale base conoscitiva per la messa a punto di idonee strategie di prevenzione.MATERIALI E METODI: A 100 soggetti di et\ue0 compresa tra 20 e 39anni sono stati somministrati questionari tesi a stimare i comportamenti abituali alla guida (Driver Behavioural Questionnaire), il profilo di personalit\ue0 (Big Five Questionnaire) e l\u2019inclinazione a ricercare sensazioni forti (Sensation Seeking Scale). Quali correlati neuroendocrini della personalit\ue0 e dei comportamenti alla guida sono stati misurati i livelli urinari di adrenalina, noradrenalina, dopamina e serotonina mediante la tecnica HPLC.RISULTATI: L\u2019analisi delle correlazioni semplici ha documentato una associazione positiva tra livelli urinari di dopamina punteggio della Sensation Seeking Scale (r= 0,237; p= 0,020), e un rapporto associativo inverso tra livelli di adrenalina e frequenza di errori che possono compromettere la sicurezza alla guida (r= -0,269; p= 0,010). L\u2019analisi di regressione multipla, condotta utilizzando i comportamenti alla guida come variabili dipendenti, ha confermato l\u2019effetto indipendente dell\u2019adrenalina sugli errori alla guida e, nei soggetti non fumatori, un ruolo predittivo dei livelli di dopamina nei confronti delle violazioni del codice della strada.CONCLUSIONI: I risultati ottenuti supportano l\u2019ipotesi che un certogrado di attivazione adrenergica, ed i conseguenti effetti sullo stato di vigilanza, possa avere ricadute positive sulla sicurezza alla guida. La relazione positiva tra dopamina, punteggio della Sensation Seeking Scale e frequenza di violazioni al codice della strada avvalora l\u2019ipotesi della letteratura che alla base della diversa propensione individuale a ricercare sensazioni forti, tra cui comportamenti di guida rischiosi, ci siano differenze del sistema dopaminergico
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