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    Memorie di artisti inglesi a Bologna nel Settecento

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    Questo studio raccoglie alcuni risultati delle mie ricerche sulla pittura inglese del Settecento, avviate con lo studio del periodo italiano di Johan Zoffany (si veda altro scritto qui sottoposto a giudizio). Sull'argomento del viaggio italiano sono ancora molte le opere, i documenti e le prospettive lettura di lettura possibili, fuori dalla tematica e dalle mete più ovvie del cosiddetto 'Grand Tour'. Qui si presenta una panoramica delle visite di artisti anglosassoni a Bologna nel Settecento, cercando di coglierne, in particolare attraverso le testimonianze figurative e scritte -appunti, lettere, diari-, il ruolo e il peso nella loro educazione artistica. Sempre più, progredendo nel secolo, accanto ai numi tutelari Raffaello e Correggio o ai nomi bolognesi di quegli artisti che avevano contribuito alla fondazione del classicismo secentesco a Roma, quali Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino, si avverte un nuovo interesse verso la poetica ‘romantica’ di Ludovico Carracci, cui apre la strada la riscoperta controcorrente di sir Joshua Reynolds, il cui insegnamento è fondante per gli artisti inglesi. Nuovi sono anche gli spunti sulle opere viste che influenzano le creazioni degli artisti inglesi, con inediti sguardi anche su opere dei grandi bolognesi, in particolare del Seicento, che potevano aver visto solo a Bologna. Il progetto di ricerca Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secoli XV-XVIII), è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna in collaborazione con l' École pratique des hautes études, Paris, Direction d’études d’Histoire de l’art de la Renaissance. (Comitato scientifico internazionale)
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